S.O.M.A. Parte II

Qdv - Fenix, Kairi, Waket

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  1. Kairi Uchiha
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    Hebiko rispose alla sua domanda senza scendere in troppi particolari e fu l'Hokage stesso a darle più dettagli. L'Uchiha si rivolse all'otese con un sorriso E' bello sapere che ci sono ancora shinobi che credono al patto accademico stretto anni fa rispose, sincera: credeva davvero che fra i vari villaggi potesse esservi un'alleanza ed era il motivo principale per cui aveva amici sparsi ormai per tutti e 4 i villaggi principali. Sapeva però bene che non tutti erano dello stesso pensiero, e si era scontrata con quella realtà più di una volta, ma la consolava il fatto che forse non tutto era perduto a riguardo.


    Quando Jotaro rispose alla sua domanda scuotendo la testa Kairi sentì la pelle d'oca formarsi sulle braccia. Aveva conosciuto poco l'uomo ma le era bastato per capire come non scherzasse praticamente mai, ed era certa che non le stesse mentendo: non aveva la più pallida idea di come fosse possibile, ma se era tornato in vita doveva ancora esistere qualcuno in grado di utilizzare la tecnica della resurrezione che sapeva esser stata utilizzata durante la terza grande guerra ninja ormai secoli orsono, anche se fin da piccola l'aveva sempre creduta una leggenda, un modo per spaventare i bambini e rendere più epica la storia, non sarebbe stata la prima volta. Allo scuotere la testa dell'uomo rimase qualche istante con gli occhi sgranati ad osservare, mentre una sola parola uscì dalla sua bocca Come...?
    Che Jotaro le rispondesse o meno sarebbe andata avanti nell'ascoltarlo, decisa ad indagare in futuro più a fondo su quella sua situazione. Durante il tragitto si trovò più di una volta ferma ad osservarlo, domandandosi come fosse possibile: per quello l'uomo non emanava una sola traccia di chakra?
    Si poteva considerare realmente...vivo?

    Le seguenti parole dell'uomo le fecero poi capire come la missione in cui si stavano inoltrando non fosse per nulla una passeggiata, anche se la cosa ultimamente non era più una novità per lei: era ormai un'anno che era una genin e da missioni semplici era passata ormai a situazione che richiedevano tutte le sue abilità, sia fisiche che mentali che psicologiche. Crescere come shinobi era più impegnativo di quanto non pensasse inizialmente.
    Rimase in silenzio per quasi tutto il viaggio per la nave, e sul suo sguardo comparve un'ombra di preoccupazione quando le venne riferito che la missione si sarebbe svolta centinaia di metri sott'acqua: la cosa le piaceva ben poco, essere sott'acqua significava non avere vie di fughe di nessun tipo se le cose si fossero messe davvero male, inoltre le sue katon si sarebbero rivelate totalmente inutili probabilmente in un ambiente simile. Senza contare che non si era mai in vita sua immersa ad una tale profondità. Cercò però di non far trasparire nulla all'esterno, non volendo fare una brutta figura davanti all'Hokage in persona...

    Cosa che però non le riuscì come sperava quando Jotaro andò avanti nelle spiegazioni, non aveva calcolato tutte quelle problematiche ma l'uomo aveva assolutamente ragione. In un ambiente sotto pressione come quello sarebbe bastato ben poco per il disastro totale, e questo rendeva la situazione ancora più complicata. Annuì alle sue parole rimanendo in silenzio, non avendo ulteriori domande da fare.
    Quando le fu passata la muta la indossò ed osservò i pesi incerta, guardando Raizen per capire come utilizzarli ed intuendo che servissero per regolare la velocità di discesa o il galleggiare e quando si buttò in acqua fu ben attenta nello stare il più vicina possibile al gruppo, non volendo rischiare di perdersi in mezzo all'acqua, che non era proprio il suo elemento. Si sentì meglio solo una volta entrata nella sala a compartimento stango, per quanto l'idea di scendere ancora più in basso non la esaltasse nemmeno un po'.
    Si avvicinò alla targa e quando Raizen la lesse annuì Credo che fiamme possa avere senso, stiamo per infilarci in un ambiente strettamente controllato e non escludo ci siano concentrazioni di ossigeno più alte del normale. E' possibile che anche solo un fiammifero possa farci esplodere tutti... disse, leggermente tetra in volto Per sicurezza non userò né katon né carta bomba certo sarebbe stato un handicapp per lei, ma preferiva non rischiare di esplodere a non sapeva quante centinaia di metri di profondità.
    Quando Jotaro disse loro che era il momento di andare sperò per qualche istante che Raizen non la costringesse a scendere proprio assieme all'uomo-rinato, tuttavia non fu così. Sospirò quando l'Hokage decise di scendere assieme ad Hebiko ma non protestò, e quando l'ascensore partì rimase a fissare la porta per qualche lungo istante, senza sapere esattamente cosa dire o cosa fare: non che l'uomo le avesse fatto nulla di male, ma l'aveva vista in uno stato psicologico talmente fragile che la kunoichi si sentiva ormai quasi nuda in sua presenza. Il silenzio, che spesso era stato suo alleato, fu però troppo difficile da sopportare in quella situazione e fu lei stessa a romperlo L'hokage sembra avere molta fiducia in te.. disse semplicemente, sperando che fosse l'uomo a rompere un po' quella situazione di stallo.
     
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