S.O.M.A. Parte II

Qdv - Fenix, Kairi, Waket

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  1. Jotaro Jaku
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    Ricordi e rimasugli [III]



    Mentre Raizen rassicurava Hebiko, la ragazza di Oto; Jotaro si limitò ad annuire serio. Alla fine un buon clima di lavoro era la cosa migliore. Era da molto che non aveva a che fare con le nuove generazioni di Oto, e parevano essere molto diplomatiche; molto diverse da come le ricordava lui. MOLTO, diverse.

    << Perchè a Oto sanno cosa sia l'insubordinazione? Quando ci vivevo io si ammazzavano come cani e basta. L'ultimo ninja di Oto con cui ho avuto a che fare si è presentato squartandosi un cervo sopra la testa e facendo il bagno nel suo sangue. >>[Rengoku, primo torneo di oto]

    Riguardo alla rinnovata confusione di Kairi sullo status dello shinobi, lui lasciò cadere il discorso, come per dire che era una storia lunga e complessa, ma molto meno interessante del previsto.

    Quando il gruppo si fermò per prepararsi alla discesa, Jotaro, sempre intento a preparare l'equipaggiamento, rispose al vecchio allievo, riguardo il posto in cui si trovavano.


    << Ti assicuro che so poco e niente anche io, ma se fosse il posto giusto, e spero non lo sia, probabilmente non crederesti alle mie parole. Io stesso farei fatica. >> Il tono era scherzoso.

    La scena di Raizen che si infilava la tuta era la cosa più divertente che gli aveva mai visto fare da quando lo conosceva. Seconda solo, forse, a quando lo aveva visto contorcersi dal dolore per aver perso un braccio per finta durante il loro primo allenamento. Tutti scesero, e si introdussero nella struttura. Una volta dentro, sia Kairi che Hebiko compresero la pericolosità di utilizzare determinate arti all'interno del Soma, e Jotaro annuì a tutte le affermazioni. Era proprio quello il punto, potevano esserci bolle di ossigeno, sacche di aria, e la struttura stessa poteva essere malmessa; una scelta sbagliata e avrebbero marcito sul fondo dell'oceano ridotti a un budino.
    Vedere Hebiko che si conficcava una bombola nello stomaco gli dipinse una scena di disgusto sul volto. Per un momento si immaginò Orochimaru con i seni e i capelli rossicci. Non fu una bella immagine.


    << Non necessariamente evitare, ma fai attenzione. >> Rispose all'affermazione della ragazza sui raiton.

    Quando effettivamente l'elevatore non tradì il gruppo di ninja, i primi due a scendere furono proprio l'Hokage e la ragazza di Oto, come predisposto da Raizen stesso, e il collega non si oppose. Una volta che il primo viaggio ebbe inizio, Jotaro e Kairi avrebbero dovuto attendere circa 30 minuti per la discesa, e altri 30 per il ritorno dell'elevatore, oltre ad altri 30 per la loro discesa. Un tempo piuttosto lungo da passare in silenzio, dato che, oltretutto, era evidente il disagio che la ragazza aveva parcheggiato in volto, per essere costretta a restare da sola con lui; ma improvvisamente fu proprio lei a rompere le righe. Il momento era tranquillo, non potevano fare altro che aspettare, e una ninja preoccupata era controproducente, quindi il ronin decise di aprirsi un po' con la ragazza, magari stupendola, per farla tranquillizzare.

    << Non è di me che si fida, è dei miei metodi. >> Disse tranquillamente, dopo essersi seduto a terra in un angolo del container, per generare un'atmosfera di familiarità.

    << Ti metto a disagio Kairi? Non serve uno sharingan per capire che sei tesa. >> La buttò subito sull'emotività, così da sciogliere il nodo che la teneva legata a terra come una zavorra. Dopo una eventuale risposta aggiunse:
    << Posso sembrarti strano solo perchè appartengo ad un'epoca diversa, la mia apparenza tradisce i miei quasi 50 anni, io sono cresciuto in un periodo dove i ninja erano in guerra in ogni angolo, dove le madri erano abituate a non vedere tornare a casa i figli la sera, ma non per questo devi avere tensione verso di me. Sono qui solo per aiutare. >> E lo intendeva davvero, in realtà lui invidiava molto la generazione di Kairi ed Hebiko. Loro non avevano ancora conosciuto la guerra, e se anche avessero preso parte ad una, non avrebbero mai compreso, per fortuna, il nascere come arma e il crescere tenendo la testa bassa per le esplosioni.
    << Voglio svelarti una cosa, che rimanga tra noi, così magari potrai rilassarti un po' quando sei in missione con me. C'è un motivo se il tuo capovillaggio ascolta un tizio uscito dal nulla, e come dici tu, si "fida" di lui. Mio padre era l'ottavo Hokage, Ayato. E io sono un vecchio ninja che un tempo serviva la foglia. Ho servito il tuo villaggio per decenni fuori da esso, per mio padre, per Shika dopo di lui, e ora per Raizen. Fu proprio mio padre a vedere qualcosa in lui, e quando io conobbi, beh, era praticamente in fin di vita, debole e sconfitto da un nemico più forte di lui. Lo aiutai, lo addestrai, lo insultai, e lo umiliai, perchè non era pronto a essere nemmeno se stesso. Guarda ora cosa è diventato, è un faro per tutti voi giovani ninja, per questo si fida; perchè non importa quando è tortuosa la strada che prendo, alla fine porterà da qualche parte per il bene di tutti. Quindi ecco, rilassati, che tra poco avrai tutti i motivi per essere preoccupata, risparmiatene uno se puoi. >>

    Ovviamente doveva rovinare il finale mettendo l'ansia addosso alla ragazza. Altrimenti non sarebbe stato lui.
    Alla fine, l'ascensore sarebbe tornato.
    Quando tutti fossero stati assieme nella struttura principale, avrebbero subito notato come davanti a loro, fosse presente un'enorme parete composta da una strana energia azzurrina, come se il muro fosse fatto di acqua, o roba del genere. Jotaro la fissò per un istante preoccupato, quindi rilasciò un sospiro di sollievo.


    << Oh beh, poteva andare peggio. >> Completamente sicuro di cosa si ergesse davanti a lui, la attraversò senza aggiungere una parola, e una volta dall'altra parte, si voltò verso il gruppo, facendo cenno di proseguire. Il passaggio avrebbe privato di molto chakra tutti i ninja. [La riserva massima viene ridotta di 1/3 arrotondando per eccesso]

    << Quella è lì per bloccare l'uscita di qualcosa, non l'entrata, quindi meglio non spegnerla....anche se il sigillo che la alimenta non si trova qui vicino. * fuuinjutsamenti incomprensibili all'indirizzo degli altri* >>

    Una grossa targa si trovava posta sul soffitto, e la stessa scritta era stampata sul pavimento davanti a loro, in questa grossa sala di rivestimento bianco, come una grossa hall di un ospedale modernissimo.

    Benvenuti al S.O.M.A.



    << Oh...merda. >>

    Tutti, da quel momento, e per tutta la durata della permanenza, avrebbero iniziato a sentirsi in tensione; i loro sensi si sarebbero fatti più acuti, e ad intervalli irregolari avrebbero sentito suoni inesistenti provenire da direzioni diverse. Ognuno avrebbe percepito suoni generati da ricordi, o sensazioni personali, senza poter udire quelli degli altri. Oggetti rotti, voci di persone conosciute, passi, o altro. Più o meno ogni 5...10...o 20 minuti. Sempre molto bassi, in lontananza o molto vicini, senza uno schema. Questa sensazione non sarebbe stata una presenza chiara e riconducibile ad una illusione, ma una naturale percezione umana, che non li avrebbe indotti a pensare ad un attacco, quando più a un timore rivolto alla struttura stessa. Come se i loro nervi fossero più in tensione del solito; nulla comunque che fosse così presente da doverlo comunicare rispettivamente tra di loro.
    Una ventina di metri più avanti, c'era la sala principale. Adornata con tutto ciò che Keiji, Torke e Ryu avevano potuto godersi mesi prima.


    [La sala]
    Le luci a parete e sul soffitto che sfarfallavano, si udivano rumori elettronici e metallici in lontananza, come ci fossero parecchie cose rotte che cigolavano o che sbattevano, c'era un pessimo odore di cadavere, ed erano circondati di gente morta. Gente di tutti i tipi, da quelli in uniforme ninja, a quelli in camice bianco; alcuni erano perfino nudi. In gran parte i corpi apparivano seviziati, ad alcuni mancavano gli occhi, ad altri erano state strappate parti del corpo a caso, altri ancora sembrano essere stati sbranati, altri spellati vivi. C'erano kunai e shuriken conficcati praticamente ovunque, e il posto era inzuppato di sangue, anche se ormai totalmente secco. Avranno avuto attorno a loro, almeno fino a dove potevano vedere, una ventina di cadaveri, in un corridoio lungo all'incirca venti metri, che terminava con un paio di scalette, dando scena ad una grande sala leggermente rialzata; una sorta di centro di accoglienza, o di hub, o di reception. La situazione lì era ancora più surreale, il salone di forma ovale, era letteralmente tappezzato di altri cadaveri, ridotti ancora peggio dei precedenti. Agli angoli della stanza si snodavano 4 ulteriori corridoio leggermente illuminati, ma con molte lampadine fulminate.
    Ad una analisi rapida, sembrava che in quel salone si fosse combattuta una terribile battaglia, una sorta di ultima linea di difesa; erano infatti stati disposti oggetti di qualunque tipo a formare barricate; e non solo, gli stessi cadaveri erano stati ammassati per bloccare gli accessi ai corridoi laterali, ma i muri di carne erano stati abbattuti, e ora la via era accessibile. Morti ovunque.
    Il salone, al centro, aveva un ulteriore rialzamento, con una porta situata nella direzione esattamente opposta all'entrata utilizzata dai ninja, con una porta scorrevole cilindrica, che si apriva e chiudeva ruotando su se stessa. Sopra la porta, era affissa una targa che recitava " FONDALE "
    Accanto alla porta, e al centro della sala, numerosi terminali elettronici, danneggiati ben oltre possibili riparazioni, alcuni sfondati, altri fulminati, tranne uno.
    L'unico elemento che sembrava in buono stato, era una console situata a circa un metro dalla misteriosa porta, recava 4 incavi, in uno dei quali era inserita una chiave con una catenella, alla quale era attaccata una mano, alla quale, era attaccato il suo proprietario. Un uomo in uniforme da ninja recante il simbolo del villaggio della Nuvola, era morto con la mano ancora attaccato alla chiave inserita. I suoi occhi erano flagellati dalla paura, e il suo corpo era stato dilaniato dallo stomaco in giù. Ne mancava letteralmente metà, ed era uno di quelli messi meglio.
    Accanto alla suddetta chiave, ne era presente una seconda inserita, pulita, senza particolari dettagli degni di nota.

    Nella sala era presente un ulteriore oggetto, una mappa della struttura, o almeno della porzione in cui si trovavano i ninja, posta su una cartina in mezzo alla sala, coperta di schizzi di sangue e cervella.



    Il S.O.M.A era diviso in altre 4 parti oltre al salone in cui si trovavano i ninja: La mensa, il laboratorio, il dormitorio e la sala medica, e a giudicare dalla mappa, ognuno dei corridoi situati agli angoli, portava in una zona diversa del complesso. Ogni corridoio si snodava per parecchie decine di metri illuminate male, quindi dalla sala era impossibile determinare qualcosa dei singoli luoghi della struttura. Quello che era molto evidente, era che il corridoio che portava alla sala medica, era sbarrato da una grossa paratia verticale, sulla quale si stagliava una luce rossa fissa, e un segnale di allarme. Se avessero indagato scrutando attraverso le paratie, per quel poco che la luce del sole potesse illuminare a quella profondità, avrebbero notato che oltre la paratia...non c'era alcuna sala medica. La porta stagna conduceva nell'oceano. Tutta quella parte di struttura era scomparsa.

    Mentre esploravano la sala principale, avrebbero presto notato che Jotaro non li stava più seguendo. Il ninja aveva rallentato sempre di più, per poi fermarsi davanti al rialzamento coi terminali, e adesso si era appoggiato a terra in ginocchio, con i pugni piantati per terra davanti a sè, più che per la stanchezza, come se avesse un enorme peso sulla schiena che gli impedisse di alzarsi.

    << Primo consiglio della giornata, vedete quella grossa parete azzurra dietro di noi che abbiamo appena attraversato? Riattraversatela e datevela a gambe. >> Un'affermazione abbastanza emotiva e improvvisa, persino per lui. << Hai presente quando ti ho detto che non avresti creduto alle mie parole? Ecco, benvenuti a casa mia, io sono nato qui. E me ne sono reso conto solo adesso, purtroppo. >> Qualunque cosa stesse succedendo, era chiaro che aveva effetto solo su di lui. << Questo è il soma, o come lo conoscevano una cinquantina di anni fa, la struttura operativa per la manipolazione anatomica. Fanatici della biochimica di ogni genere venivano qui sotto a condurre i loro esperimenti e a creare cose, tra cui me; e ora che sono rientrato, la struttura mi ha riconosciuto come una delle cavie, quindi non penso proprio di riuscire a muovermi da qui, fino a che non saranno disabilitate le contromisure di contenimento. >> Potevano lasciarlo lì e tornarsene via, ma la fregatura non era solo quella, e lui ci sarebbe arrivato pochi istanti dopo. Forse anche Raizen lo avrebbe capito.

    << Temo che io non sia il solo a non poter uscire....>> Disse senza alzare la testa dato che era obbligato a tenerla reclinata per il peso. Se Raizen avesse provato ad attraversare nuovamente la porta energetica, si sarebbe sentito opporre una forza che non avrebbe potuto respingere. Eventuali teletrasporti lo avrebbero portato non oltre i muri della sala principale. Qualcosa lo teneva vincolato lì dentro. E lui sapeva bene perchè, aveva ricevuto qualcosa da Jotaro anni prima. Con il passare del tempo la cosa si era diradata, ma una traccia era ancora presente e gli impediva di esserne completamente libero. << Quando ti ho passato il mio sangue anni fa, penso che la cosa non ci sia di aiuto. Oltretutto questo posto contiene informazioni provvidenziali per qualunque minaccia potremo trovarci davanti, senza contare che distruggere tutto libererebbe qualcosa di molto brutto; quindi dovete trovare il modo di spegnere questi dannati sigilli senza demolire tutto il Soma. >>

    Forse una squadra diversa, con esperti sensitivi o esperti di sigilli sarebbe stata più adeguata, ma ormai la frittata era fatta e dovevano portare a casa le uova con il paniere che si erano scelti. Jotaro non avrebbe potuto accompagnarli, ma forse avrebbe potuto aiutare in altro modo. Invitò tutti i ninja ad avvicinarsi, e ad apporre una mano su di lui. In quel momento un tentacolo violaceo sarebbe fuoriuscito dal corpo del ninja, per ogni mano, e avrebbe avvolto le braccia degli altri 3 ninja, comparendo subito dopo, e lasciando al suo posto una sorta di sigillo. Un simbolo a forma di occhio.

    << Posso aiutarvi e attirare su di me alcuni degli effetti che saranno scaricati su di voi da questo luogo. Io ero un neonato, e sono andato via da qui quando avevo poco più di tre anni, non so cosa troverete, ma sono convinto ci siano trappole di ogni genere. Fate attenzione e raccogliete quante più informazioni possibili. Non fidatevi di nessuno e uccidete tutto quello che si muove. >>

    OffGame
    CITAZIONE
    Sala principale [in corso]
    Effetto: La percezione dei ninja aumenta di +3
    Effetto: I ninja tendono a percepire suoni inesistenti
    Effetto: I ninja sprecano 1 Basso senza rendersene conto ad ogni consumo di chakra

    Jotaro può attirare su di sè una delle illusioni del Soma ad ogni turno, da parte di un personaggio. Catalizzare il suo aiuto richiede 1 Slot tecnica e un costo di chakra pari a Basso.
    Lo stesso personaggio non può catalizzare per due turni di seguito.
     
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