S.O.M.A. Parte II

Qdv - Fenix, Kairi, Waket

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    III



    La Vipera si limitò a fare spallucce quando Jotaro disse la sua riguardo le regole otesi:

    Non che siano cambiate molte cose da allora. Sarò io che sono nata nel paese sbagliato.

    Dopo la discesa, subito prima di prendere l’ascensore, Raizen accennò a quello che sembrava un permesso, e la ragazza proseguì a ripetere l’operazione con le altre tre bombole, giustificando il suo gesto solo alla fine:

    Voglio solo essere sicura di ritrovarle quando ne avremo bisogno.

    Dentro l’ascensore invece si sentì più tesa del necessario, sobbalzando ad ogni scricchiolio sospetto, e la cosa influì sulla sua risposta, non del tutto in accordo con quella dell’Hokage:

    Ok, ma tu sei un Kage! Insomma… Accademicamente parlando ci si aspetta che collabori con gli altri capivillaggio! ...E Diogene, ma insomma, è piuttosto influente da far parte dei pezzi grossi. Cioè, capisci cosa intendo? Tra di voi è difficile fare sgarri, se nasce una discussione uno dei due ci muore! Mentre con me si capisce benissimo chi dei due avrebbe la meglio e senza rischi.

    Sospirò, cercando di ignorare l’ansia data da quello stretto ascensore e concentrandosi di più sul suo discorso.

    Non lo so. Insomma, so cosa hai fatto per me, e il tuo discorso su Diogene mi sembrava più un aiuto ad Oto che al tuo villaggio. Insomma, tutti sanno che Konoha è il villaggio più forte al momento, e se lui decidesse di attaccarti si ritroverebbe sicuramente con solamente metà degli otesi, dato che sono sicura che Febh non accetterebbe una guerra, perciò vinceresti con facilità. Per cui mi fido di te. Ma non è difficile pensare che qualcun altro possa credere che tu mi stia usando. Non voglio che questo qualcun altro sia Febh.

    Una volta usciti da quello stanzino Hebiko si mostrò più rilassata, nonostante la consapevolezza di trovarsi diversi metri sott’acqua fosse comunque fastidiosa. Non obiettò per la decisione di Raizen di stendersi e rilassarsi, facendo lo stesso ma poggiando la testa sulle gambe di lui, rispondendo prima che l’altro potesse obiettare:

    Non ho mica un cuscino io, non ce la poggio la testa per terra.

    Chiuse gli occhi, restando in uno stato di dormiveglia, probabilmente addormentandosi del tutto se l’altro non l’avesse disturbata in qualche modo. Sarebbe bastato il rumore dell’ascensore per farla risvegliare, stiracchiandosi dopo essersi rialzata.
    Si fermarono per un attimo, avvertite da Raizen che la porta avrebbe intaccato il loro chakra. L’Hokage sembrava avere in mente qualche soluzione che comprendeva una sfera; Hebiko non ne conosceva la funzione, e non ebbe modo di capirla dato il fallimento. Con un sospiro, passò per ultima, finendo col perdere fiato una volta attraversata la porta: non era decisamente abituata a spendere tutte quelle energie in una volta sola. Il cartello “Benvenuti” subito dopo quel passaggio le apparve come una chiara presa in giro.

    Che razza di accoglienza…

    Una volta all’interno, la Vipera iniziò a sentire delle voci. Non sembrò reagire subito, essendo più o meno abituata alle voci del frammento di Orochimaru che di tanto in tanto la disturbavano. Ma queste sembravano essere più frequenti, e appartenenti anche ad altre persone, piuttosto familiari. D’istinto, si sarebbe voltata più volte, senza però vedere nessuno, confusa così come i suoi compagni. Come se il trovarsi in una trappola sottomarina non fosse sufficiente, tutte quelle sensazioni l’avrebbero resa ancor più tesa di quanto già non fosse.
    L’ambiente poi aiutava ancora meno: per quanto la Vipera fosse un po’ più abituata rispetto a Kairi dato il villaggio di provenienza (soprattutto essendo cresciuta in una pessima periferia Otese), l’enorme numero di cadaveri e l’odore proveniente da essi le causarono più di uno sforzo di vomito, trattenuti a fatica. Solo più tardi Raizen avrebbe rivelato che tutto quel macello era stato causato dai precedenti ninja mandati in missione, lasciandole intuire che il posto fosse già stato ripulito, forse non del tutto, ma almeno della maggior parte. Un’ottima notizia, visto il precedente furto di chakra.
    L’Hokage disse la sua riguardo le voci e le strane sensazioni, avvertendo le ragazze di come fosse tutto un trucco del laboratorio stesso, in modo più o meno fantasioso. La rossa si inclinò verso l’Uchiha, sussurrando coprendosi la bocca con la mano:

    Credevo che fosse solo Febh un po’ particolare, ma a quanto pare fare il Kage rende tutti un po’ svalvolati.

    Fu Jotaro il primo a spiegare vagamente la situazione una volta all’interno, e tutto ciò che diceva non prometteva nulla di buono. Dal discorso lasciò intuire che molto probabilmente lui, così come la Vipera, era un esperimento, lasciando la ragazza piuttosto sorpresa nel sapere che non solo ad Oto ci fossero pazzoidi pronti a spingersi a tanto. Saperlo intrappolato lì dentro perché riconosciuto come cavia sembrò risvegliare una fiamma in lei: trovandosi nella stessa sua situazione, entrambi nati come strumenti per chissà quale scopo, lo sentiva come un suo “simile” per così dire, e rispose con un velo di rabbia al suo ordine:

    Sì, scordatelo. Non sarà un disgustoso laboratorio in disuso a tenerti qui dentro.

    Si scoprì poco dopo che anche Raizen non poteva uscire, cosa che avrebbe dovuto incentivare anche Kairi nel trovare una soluzione per tirare entrambi fuori da lì. Data la situazione, Jotaro invitò i tre ad avvicinarsi a lui e posarvi una mano sopra. La Vipera sembrò tranquilla durante il gesto, ma una volta visto il tentacolo ritrasse la mano disgustata.

    EW!! Cos’è quello!?

    Sibilò confusa, mostrando la sottile linguetta da rettile, lasciando intuire che lei era l’ultima tra di loro che poteva lamentarsi delle stranezze altrui (come se la scena delle bombole non fosse bastata). Facendosi coraggio dopo aver visto il risultato sugli altri shinobi, posò nuovamente la mano, lasciandosi avvolgere il braccio e facendo apparire il sigillo.
    Si voltò all’improvviso fissando uno dei corridoi, irrigidendosi, scuotendo la testa qualche attimo dopo. Se qualcuno avesse chiesto qualcosa avrebbe risposto agitando una mano:

    No, niente. Le voci. Questo meccanismo di difesa inizia ad essere piuttosto fastidioso.

    Reagendo in contemporanea a Kairi, anche la Vipera mostrò il suo disappunto riguardo l’essere usata come esca, replicando in modo più arrogante rispetto alla konohaniana:

    Ma certo, tranquillo! Mettici pure una corda al collo e legaci ad un paletto, sono sicura che non appena arriverà il... tirannosauro, sarai in grado di salvarci entrambe prima che ci divori entrambe con un morso!

    Gesticolò animatamente, notevolmente infastidita dalla cosa, incrociando le braccia una volta finito il suo commento, borbottando con meno enfasi:

    Vabbè. Sei tu il capo. Se fossi stata in missione con gli otesi a quest’ora mi avrebbero già minacciata di morte per insubordinazione. Di nuovo. Meglio il tirannosauro a questo punto.

    Kairi si rivolse a lei, ed Hebiko sembrò imbarazzarsi leggermente; la ragazza le aveva fatto una buona impressione dal loro primo incontro, trattandola meglio di chiunque altro avesse incontrato prima, e la cosa l’aveva spinta a non trattarla come una sconosciuta qualsiasi, tuttavia non essendo abituata a quel tipo di relazione puramente innocua e senza doppi fini, avrebbe risposto piuttosto impacciata e vagamente a disagio. Annuì con decisione alla proposta del restare unite, e le mostrò una delle sue tecniche alzando un braccio attivando per un momento le scaglie, parlando senza guardarla direttamente negli occhi per timidezza:

    Uhm… io so fare questo, e alcuni giochetti con l’elettricità. Oh, e un paio di tecniche abbastanza fastidiose da distrarre i nemici. Uhm, per la cosa della bombola… Diciamo che sono più serpente che umana. Posso allungare un po’ gli arti e non ho ossa da rompere. Quindi se c’è da prendere qualche colpo un po’ pesante vedrò di pararlo io, le mie scaglie resistono bene ai colpi. ...Quindi… Uhm… Hai gli occhi un po’ arrossati. E con qualche pupilla di troppo.

    Alzando lo sguardo per un momento si accorse dell’innata della ragazza, pur non comprendendolo a meno di spiegazioni dell’altra.
    La storia del marchio la fece scattare di nuovo, ricordando ancora la storia della pallina di mesi prima:

    Ma sei fissato con questa storia! Quali esperienze ti hanno portato a marchiare la gente che ti porti in missione?? Dai, fa quello che ti pare, basta che non sia troppo profondo.

    La sua resistenza al dolore le avrebbe permesso di non rendersene nemmeno conto, ma la infastidiva comunque sapere che c’era un segnaccio che rovinava la sua pelle. Cose da donna. Se non altro una volta a casa sarebbe guarito senza problemi. Doveva solo arrivarci.
    Hebiko si sarebbe resa disponibile sia per tagliare la testa ad ogni cadavere, sia per frugare nelle loro tasche, infastidita solo dall’odore più che dal gesto.
    Esplorando i vari corridoi che portavano ai diversi luoghi della struttura, segnati dalla mappa, tutto il gruppo si rese conto che una delle zone, la sala medica, era completamente andata.

    Beh. Meno uno.

    La Vipera portò la sua attenzione alla console, aprendo con delicatezza la mano del ninja per lasciarlo cadere a terra, senza estrarre o girare la chiave che teneva in mano. Lo sguardo e la “ferita” poco rassicurante le fecero intuire che era meglio non pigiare cose a caso, ma valutare la situazione insieme agli altri.

    Ehi, qua ci sono delle chiavi inserite. Non so a cosa servono, ma l’amico qui sotto sembra suggerire di non toccarle. Jotaro, ne sai qualcosa tu?

    Alzando lo sguardo, fu il cartello con scritto "Fondale" che la fece avvicinare verso quella che sembrava una sorta di porta tecnologica. Data la profondità alla quale si trovavano, immaginò che da lì si arrivasse direttamente sott'acqua.

    Da là si arriva fuori, credo. Siamo già sul fondo, no? Quell'ascensore è sceso per mezz'ora. Ma se le nostre bombole non funzionano credo sia inutile darci un'occhiata.

    Non era del tutto d’accordo nel lasciare l’uomo indietro. Attirò Raizen con una gomitata, sussurrando dubbiosa:

    Senti, non è che uno dei cloni lo puoi lasciare a fargli la guardia? Non sembra messo bene da quando siamo entrati.

    Avrebbe infine seguito entrambi verso i laboratori, armandosi di tirapugni per essere immediatamente pronta all’azione in caso di necessità. Evidentemente tesa, e con le voci che la bloccavano di continuo mettendola in posizione difensiva, cercava di continuo di trattenersi per evitare di ferire uno dei suoi compagni, nonostante la cosa avrebbe potuto nuocerle nel momento in cui avrebbe avvertito un vero nemico.
     
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