Tra il Bene ed il Male.

[Quest Dodoria - Hebiko - Raizen]

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    Il Nano







    Ufficio dell’Hokage, pomeriggio inoltrato, tra le bestemmie digestive post pranzo e quelle dell’aperitivo.
    Raizen era intento a leggere i rapporti delle missioni in cui Konoha era coinvolta, nonostante le missioni venissero filtrate quel lavoro era sempre tedioso, e spesso trovava delle leggerezze dovute all’incompetenza che gli permettevano di scandire il pomeriggio con i turpiloqui.
    Durante una pausa Hitomi pensò bene di entrare a consegnargli il pacco di uno dei suoi informatori, lercio e vecchio.

    Mh.

    Constatò con una smorfia.

    E questo lo paghiamo pure?

    Prese tra l’indice e il medio il pacchetto per romperlo e rivelarne il contenuto: una foto ed un menù.

    Mh.
    Questo stronzo deve averlo fatto apposta.
    Per mandarmi quattro carte trova la scatola più pessima del continente?


    Prese tutti i fogli presenti e la porse ad Hitomi.

    Tiè, buttala va, prima che mi appesti l’ufficio.

    Fece quindi spazio sulla scrivania e analizzò i pochi fogli.

    Un foglio e un… menù.

    Si portò le mani al viso sfregandole pesantemente come se volesse infliggersi quel tipico dolore necessario a distogliere l’attenzione da qualcosa che l’avrebbe costretto ad affacciarsi alla finestra e sparare una bijudama sul primo innocente che passava per strada.

    Ci ha pure fatto una missione per questa roba.

    Analizzando meglio scoprì che il suo contatto era un nano deforme e che lo aspettava in un… ristorante?

    Mh, non ha nemmeno un topo nel menù.
    Dev’essere roba di classe.


    Rileggendo si accorse degli ingredienti non erano poi così comuni.

    Dei infami, perché gli otesi fanno così schifo?

    Alzò mestamente la cornetta dell’interfono.

    Hitomi, chiamami il garzone del sushi a portar via, devo dargli delle consegne, anticipagli che è un ordine urgente.
    Non ci mangio nulla in quel posto di merda, a costo di mangiare in viaggio.


    Si mise in viaggio col suo personalizzatissimo bento, tanta carne, tanto pesce e poco riso, che solitamente era la sua formula per qualsiasi ordinazione.
    Per lui arrivare a Oto richiedeva poche ore e senza nemmeno una goccia di sudore, giunto al ristorante si sarebbe guardato attorno, per lui quella era una missione, per cui doveva se non altro cercare di avere un abito conforme all’uso locale. I vestiti da battaglia erano fin troppo raffinati per l’otese comune, abituato a vestirsi di logori stracci di iuta, mentre sarebbero stati lievemente inadatti in caso il ristorante fosse da sguazzafogne altolocati.
    Niente infatti poteva convincere Raizen che qualcuno potesse mangiare qualcosa da quel menù senza aver pescato a mestolate dal fondo dell’ultima cloaca otese, ma dopotutto era una questione di abitudini, di standard… e beh, ad Oto quel genere di standard andavano cercati qualche metro sotto la strada.
    Se fosse stato necessario, una trasformazione avrebbe sostituito la sua divisa tenebrosa in un abito elegante, anche se c’era da dire che la sorpresa l’avrebbe costretto ad un lavoro affrettato il cui modello sarebbero stati gli abiti di foggia occidentaleJEdQMsd che aveva visto una volta addosso a Febh.
    Entrato nel locale avrebbe chiesto un tavolo per poi chiedere un aperitivo, elencando uno per uno i pochi ingredienti mascherando la cosa da miscela personale, in quanto le dosi prevedevano una componente dolce più abbondante, realmente gradita da Raizen ma che gli permetteva di prendere due piccioni con una fava. Qualcosa di semplice e collaudato su cui gli otesi non potevano allungare le loro mani per contagiarlo con i loro gusti. In caso avessero avuto da ridire sulla mancanza di prenotazione, prima della sua ordinazione, avrebbe guardato l'addetto dritto negli occhi e dopo essersi poggiato sul bancone gli si sarebbe avvicinato all'orecchio.

    Tu vuoi mantenere il posto di lavoro, io invece non ho voglia di comprare il locale solo per il gusto di licenziarti, quindi, prima che chiami il tuo direttore per farlo fare a lui, avendo cura di ricordarti chi sono mentre rido delle occhiate indignate di tutti dirette sul tuo deretano che viene sbattuto sul marciapiede... ti prego, trovami un tavolo.
    Vedrai, farà felice entrambi.


    Avrebbe concluso battendogli sul taschino della giacca per fargli notare che vi aveva fatto calare una sostanziosa mancia, le sue mani infatti, veloci e leggere, gli sarebbero probabilmente risultate impercettibili durante l'atto.
    Ora c’era soltanto da aspettare quello schifoso mostriciattolo.
     
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