Tra il Bene ed il Male.

[Quest Dodoria - Hebiko - Raizen]

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  1. Dorian Pavus
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    Deliziosi Banchetti

    - III -



    Se si fosse dimenticato le maniere ed il bon ton, Dorian sicuramente avrebbe spalancato le fauci, rimanendo di stucco dall'eleganza e la bellezza che l'abito donava alla tuttofare dell'amministratore di Oto. Sei incantevole, mia cara. Disse il Pavus quando quella si proferì nell'autocritica. Certo, si tenne per sé il fatto che un vestito verde, magari verde acqua, avrebbe accentuato e messo in risalto i suoi capelli scarlatti più di quello scuro blu.
    Dopo aver posato, visibilmente imbarazzata, i fiori regalatele da Dorian, i due si incamminarono verso la Rosa Candida. Durante la strada Hebiko pose delle domande specifiche al Pavus, domande che solitamente lo avrebbero un po' infastidito dato i difficili rapporti con la famiglia. Non solo, il suo tono le parve decisamente puerile e sfacciato. Sì, sono di origini nobiliari. Disse schietto Ma sono stato disconosciuto tempo fa per via di mie certe passioni. Non avrebbe accennato alla negromanzia ma, senza dubbio, la ragazza avrebbe potuto immaginare come la lussuria fosse probabilmente la causa principale. E poi mia madre, da brava nobildonna, era sempre in ritardo. Ed io odio i ritardatari. Anche questo aveva a che fare col suo essere cronomante, altra passione proibita, ma di certo non sarebbe stata quella l'occasione in cui la Vipera lo avrebbe scoperto. Sì, avevo anche degli schiavi. Dopotutto, perché lasciare morire qualcuno se può esserti utile? Bhè, qualcuno è più utile da morto. L'ultima frase avrebbe acquistato un senso solamente molto tempo dopo per la giovane Hebiko.
    Qualcosa, tuttavia, si era incrinato agli occhi del Pavus, durante quel viaggio: che la ragazza iniziasse a sembrargli un caso DAVVERO disperato?

    Quando entrarono nel locale la giovane dai capelli rossi si attaccò a Dorian, quasi impaurita: Non è che magari è figlia di schiavi? pensò, non riuscendo a giustificare in alcun modo il suo comportamento. Quando poi fece la sua esclamazione sul potersi permettere le spese dovute alla permanenza in quel luogo, Dorian s'accigliò: Credi davvero che tirerai fuori un centesimo questa sera? lo sguardo era di colui che era stato appena profondamente offeso, rimanendo comunque severo. Ne va del mio onore di galantuomo e della mia nomea prima che dei tuoi risparmi, signorina! L'uscita era stizzita ma indubbiamente veritiera. Piuttosto si sarebbe fatto assumere come lavapiatti ma non avrebbe permesso che la ragazza anche solo accennasse a tirare fuori il becco di un quattrino.
    Quando Dojin provò a sedersi, dopo aver gentilmente offerto la sedia alla ragazza, essa fece lo stesso, mettendo nuovamente in imbarazzo il perfetto Otese. No, no, no, no! Disse gentile, col sorriso sulle labbra, sussurrando e fermando la ragazza a metà strada. Questa è prerogativa esclusiva di noi uomini. si alzò nuovamente, riporgendole la sedia e assicurandosi che ella si sedesse per poi spingerla sotto il tavolo, di modo che non si muovesse. Adesso metto il fazzoletto sulle ginocchia e pulisciti la bocca, quando mangerai, solo con un piccolo lembo del fazzoletto. Ancora il sorriso gli dipingeva la faccia: avrebbe retto?

    Quando accadde quella catastrofe di dimensioni cosmiche, quell'orrore capace di riportare in vita anche i più efferati assassini al fine di fargli provare il dolore oculare che i presenti in quella sala stavano provando, Hebiko agì curiosamente, destando l'attenzione dell'Anaga. Lo conosci ... ? chiese dapprima Cosa, quello l'Hokage!? poco prima che pronunciasse la frase successiva, l'abito cambiò, diventando un vestito classico blu scuro gessato con dettagli argentei, esattamente come quello della ragazza che lo accompagnava. Non c'era chakra in quella capacità ultramondana: anzi, c'era ma il segreto che nascondeva non permetteva che alcuno si accorgesse di tale utilizzo delle arti ninja. Ma come si veste! Ciò che più lo ferì però, fu il collegamento che le sinapsi della Vipera riuscirono a fare data la presenza dell'Hokage in quel luogo. Non vorrai certo rovinarti la sorpresa, mia cara. Ancora quel largo sorriso incorniciato da quei baffi perfetti fu la risposta più eloquente di Dorian. Come presto avrebbero scoperto tutti, quel posto era il covo della Gilda dei Sarti, una associazione con base ad Ame, totalmente neutrale, interessata unicamente al tornaconto economico. Ma perché portarla alla Gilda dei Sarti?
    Il cameriere che aveva riconosciuto Dorian all'ingresso, lo stesso che aveva accompagnato il Mizukage, venne a prendere l'ordine al tavolo dei due: Cosa le posso portare, Signor Anaga? Guardando questa fanciulla che mi siede accanto dicendo queste parole, Dorian cercò la mano di Hebiko, Direi degli assaggi misti di crostini verdi alla Fenice dai piedi cotonati. Sono desolato, Dorian, ma il Signor Raikegi è molto impegnato in questo momento. Ed a questo punto anche all'Otese aristocratico la situazione apparve chiarissima: l'Hokage era qui per parlare direttamente con la Gilda dei Sarti! La Gilda non si era mai spinta però ad operare con le grandi figure accademiche. Perché farlo adesso? Che Konoha fosse una minaccia per quella combriccola di santi? Digli che lo cerca Dorian Pavus. Non è in posizione di potermi negare udienza! Dorian reagì indispettito a quella mancanza di rispetto: dopo tutti i consigli ed i soldi fatti guadagnare alla Gilda grazie alla sua somma conoscenza della moda - eguagliata solo da Valentine Mihaw, suo eterno rivale nonché amico ... intimo -, neanche il vertice più alto poteva permettersi tanta sfacciataggine ed il ragazzo, Suitage, lo sapeva bene. Sono stato chiaro, Suitage? Sì, Dorian. L'uomo si voltò per tornare esattamente da dove era venuto e rincontrare l'Hokage e il Capo.

    Sebbene a parole l'Hokage parve molto più sprovveduto di quanto non fosse, il passaggio segreto fu agilmente aggirato attraverso le sue capacità sviluppate personali nel corso della sua carriera ninja. Ciò che l'uomo non sapeva era che la Gilda dei Sarti aveva tutte le informazioni sulla sua più recente vita, o almeno, la maggior parte di esse. Quando Suitage si sentì magnetizzare il bottone della camicia si rallegrò, avendo trovato la prova definitiva del mutamento della capacità dell'Hokage rispetto alle informazioni in loro possesso. Non appena riapparve accanto al capo e al cameriere che l'aveva scortato, con tanto di foglio e bottiglia ben saldi nelle mani, Suitage lo presentò a gran voce, come se sapesse - e le sue abilità da sensitivo glielo avevano suggerito - che l'uomo stesse per materializzarsi. Non hai più bisogno delle tue biglie, a quel che vedo. Disse, facendo capire che davvero quegli uomini sapevano molte cose su di lui.

    Quando Raikegi entrò in scena, la Montagna scoppiò a ridere in modo becero ed incontenuto. Inutile dire che questo non piacque affatto all'uomo che fu costretto, immediatamente, a far presente chi fosse. Questo non va bene, Raizen. Gli parlava come se fossero vecchi amici. E l'Hokage, probabilmente, lo avrebbe desiderato presto. Il fogio di carta si sarebbe in un attimo come liquefatto, spandendosi su tutta la mano e camminando leggermente fino alla spalla dell'uomo riassumendo, nel tempo, le sue connotazioni materiali. [Concentrazione 1000] Nel giro di un istante Raizen avrebbe sentito la carta come comprimergli l'arto: tuttavia non avrebbe seguito nessuna sensazione di dolore; quell'oggetto, infatti, si nutriva di chakra. [Note] Progettazione: Carta [Combattiva]

    Modello
    Speciale: La carta si nutre di chakra. Una Unità assorbe un Basso di chakra ogni livello dispari della TS posseduto per ogni slot di presa. La Forza della Presa è pari alla Concentrazione dell'Utilizzatore del Controllo dei Materiali.
    [Richiede Controllo dei Materiali I]
    [Da Genin in su]


    Raikeji ha, ovviamente, il Liv. V di questa TS.

    Appunti per le Ordinazioni [Equipaggiamento]

    Tacquino
    Un piccolo foglio di carta perennemente irrorato di chakra. Si lega ad un utilizzatore, assumendone dimensioni proporzionali, colore del chakra, aura.
    Tipo: Vario
    Dimensioni: Piccolo
    [Da Jonin in su]

    Tacquino Infinito
    Speciale: L'utilizzatore può considerare il Tacquino grande 4 Unità ai fini di tecniche e manipolazioni.
    [Da Jonin in su]

    Adesso, non costringermi a farti del male. Sai che posso fare anche quello. E non osare lasciare la bottiglia. Le intimidazioni erano chiare. Qualora l'uomo avesse provato a mollare la presa su quell'oggetto, esso, nel momento in cui avrebbe impattato con il terreno, si sarebbe liquefatto come la carta, spandendosi su tutto il pavimento, esattamente come successo poco prima. Questa volta però, il vetro non era lieve come la carta. [Note]Costruzione: Vetro [Combattiva]

    Sicurezza
    Speciale: Questo vetro è in grado di modellarsi su qualsiasi materiale a contatto. La velocità di movimento del Vetro è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Una Unità applica status intralcio; la gravità dello status aumenta ogni livello dispari della tecnica poseduto. Lo status permane finché a contatto col materiale.
    [Richiede Controllo dei Materiali IV]
    [Da Chunin in su]
    L'Hokage si trovava davanti ad una situazione difficile: Raikegi, tuttavia, rispose alle parole che l'uomo pronunciò successivamente. Tu non sei nella situazione di poter dare ordini, Raizen. Questo è il mio territorio. E se voglio, con quella bottiglia di vetro, posso renderti molto simile ad un groviera. Oppure se preferisci, posso soffocarti con del tessuto: perché sì, io sono il famoso sarto che tu cerchi. Anzi, ti dirò di più L'uomo abbassò la testa per poi alzare il mento verso l'alto in un gesto molto ridicolo quanto scenico. Io sono il Capo della Gilda dei Sarti! Un attimo di silenzio. Il mio nome è Raikegi ma tu dovrai chiamarmi Capo, esattamente come fanno tutti qui dentro. Se sei venuto per offrirmi un lavoro, spero tu abbia molti soldi con te. In quel momento Suitage scomparve, tornando al piano di sopra. La Gilda dei Sarti ha diramazioni in tutti e quattro i continenti. Ad Oto siamo particolarmente affezionati per via di un nostro contatto particolarmente capace ed a cui dobbiamo buona parte della nostra fortuna. Sappi che abbiamo le forze necessarie per soverchiare l'intera Konoha, se ce ne fosse bisogno: siamo però completamente neutrali a queste faccende inutili ninja. A noi interessa soltanto la moda, l'arte ed i soldi, ovviamente. Quindi, per cosa sei venuto esattamente qui? L'uomo non avrebbe avuto modo di rispondere alla domanda perché Suitage sarebbe subito riapparso, visibilmente turbato. Capo, c'è Lo Stilista, desidera immediata udienza. Ha richiesto dei crostini verdi alla Fenice dai piedi cotonati. Raikegi abbassò lo sguardo. Gli hai detto che sono impegnato? Non ha voluto sentire storie. È in dolce compagnia, sa' come diventa nervoso quando non lo si accontenta in questi casi. Gli dobbiamo molto. Praticamente tutto ... È un uomo o una donna questa volta? commentò sarcastico. Una deliziosa fanciulla dai capelli rossi. È una buzzurra, però, Capo, e questo mi meraviglia. Portali entrambi qui. Faremo vedere allo Stilista quanto si è espansa la nostra influenza grazie a lui e gli presenteremo questo simpatico Zotico qui con noi. si rivolse poi direttamente a Raizen. Non ti chiamerò Zotico davanti a loro: è il tuo nome in codice, non me ne volere, ragazzo.

    Al Piano di sopra, Suitage avrebbe scortato Hebiko e Dorian davanti alla medesima cella frigorifera che aveva visto la Montagna doversi adoperare per oltrepassarla. Qui non si usa il chakra. Avrebbe nuovamente detto l'uomo: una volta davanti a quella porta, avrebbe semplicemente dato le seguenti istruzioni. Facciamo una catena. Pavus, mi tocchi e lei tocchi il suo accompagnatore. L'ambiguità del discorso era palpabile ma Dorian riuscì a desistere ed a mettere la mano sulla spalla di Suitage e non sulle sue parti intime. In un secondo si materializzarono nell'altra stanza. Questo D-I-S-A-S-T-R-O sarebbe l'impegno inderogabile cui avevi dato la precedenza, Raikegi? Disse Dojin indicando da testa a piedi quell'uomo gigantesco. Scusami, Dorian, ma a volte il dovere è proprio inderogabile. Fece un piccolo inchino in segno di scuse. Ho sentito che avevi bisogno di crostini verdi alla Fenice dai piedi cotonati. Purtroppo Kerotai è morto la scorsa settimana cercando di cacciare uno di quegli animali. Siamo senza Fenici da circa dieci giorni. Se hai pazienza possiamo pensare di confezionare un abito più in là. Credo che il signore qui presente stia per farci una grossa richiesta! Dorian sbarrò gli occhi ed aprì le mani, offeso oltremodo. Tu ... non hai più Fenici? E stai dando a questo ZOTICO la precedenza sul sottoscritto? curiosa casualità l'aggettivo scelto dal Pavus Io ho portato qui questa sera la dolce Hebiko per regalarle uno dei tuoi abiti e tu mi ripaghi con questa moneta? Che figura ci faccio? Hokage, qual è il lavoro che ha da offrirmi? Dorian sbuffò. Se con i soldi che quest'uomo può portare alla Gilda potrò avere il vestito che tanto vorrei regalare alla mia bellissima Viperella, forse posso pazientare.
    La domanda rivolta all'Hokage era palese: perché cercava un sarto? Hebiko, invece, come si sarebbe comportata in quella situazione? Si trovava nella stanza con il suo più grande spasimante e, allo stesso tempo, con colui che considerava la sua unica ancora di salvezza dalle stramberie - Dorian compreso - di Oto. E se mi offrissi di cacciarla io, la Fenice!? Urlò Dorian all'ultimo secondo.
    Voleva dimostrarsi valoroso agli occhi della sua dama ... ma non era assolutamente in grado di fronteggiare un nemico di quella portata. E lo avrebbero scoperto presto.



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