La Corte Suprema

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  1. leopolis
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    «Questa città è una merda, te lo dico io,» – iniziò il ragazzo ascoltando che si dovevano recare nel Paese del Vento. - «Già il Paese del Vento tutto fa schifo, ma questo posto è una spazzatura. Un po' come Suna, forse un po' meglio. Già Suna è un buco e questo è un altro buco. Tu non t'immagini nemmeno come odio il Paese del Vento! Che poi che cazzo di Paese? Posso capire il Paese dell'acqua! L'acqua è bella, scorre. La Sabbia invece è sempre la stessa.» – In ogni caso, dopo aver fatto i suoi apprezzamenti sul villaggio in cui dovevano recarsi, Minoru avrebbe rimarcato il suo entusiamo per tutto quello, sottolineando che tutto quello era tutto quello che lui voleva. Specialmente quando aveva visto la cifra a 4 numerini e sperando che fosse una a 5, le rotelle saltarono fuori posto. - «Sùsù! Non fare quella facciona che sai fare, Shinken-dono! Tanto lo sai che ti voglio bene e lo sai che non ha la residenza a Oto, per ora! Però se me la dovessi prendere, mi costruirei un bordello! Sai che bello un bordello: alcol, fumo, ragazze... Quella sì che sarebbe una bella vita! Tu non lo pensi? E poi non sono costretto a rimanere qui. Posso andarmene quando voglio io. Tanto non mi conosci e poi... hey, ma non sai mica di cosa sono capace di fare!» – disse riferendosi al Sigilli di Teletrasporto remoto che aveva lasciato nella sua stanza. - «Tu mi sottovaluti, Shinken-tesoro!» – gli fece l'occhiolino. - «Comunque sì, ti sto chiedendo di venire con me e sono disposto a fare qualcosa per te, ma... khem... nei limiti della decenza. O della non decenza... hehe... Però la cifra è mia. Tutta mia. Il mio pagamento per il mio lavoro. Cocktail e donne: ci può essere qualcosa di migliore nella vita? » – Quando disse che non conosceva nessuno di loro, Minoru non si sorprese. Shinken era un combattente o qualcosa del genere, ma non era decisamente una spia. - «Chiedi al Mastino di Ame allora. Oppure a Diogene. Questi due sanno tutto. Il Mastino un po' di più, ma anche il Santo Mikawa non scheza, ehehe! Comunque, trova il tuo contatto a Suna, così vediamo di distruggere quel buco di un villaggio insieme a tutti questi troioni dentro. Alla fine dei conti, sta a sentirmi, ne guadagnerà pure Oto!» – Per quanto riguardava il partire in anticipo, Minoru non ebbe alcun problema a farlo. Era pronto a correre verso la meta, verso i suoi sogni, anche subito. Era quella l'occasione che aspettava; era quella l'occasione che voleva e non poteva attendere oltre. Così non appena Shinken sarebbe stato pronto per partire, lo sarebbe stato anche Minoru. E come sempre lo avrebbe fatto con molto entusiamo e tanta audacia: la sfida contro il Destino. Oppure un qualcosa di minore, ma vabbhe... - «E allora non tardiamo, Shinken-nonno!» – Per quanto riguardava il suo rifiuto di eliminare quegli uomini, Minoru si deluse un po'. Un assassino professionista come Shinken gli avrebbe certamente fatto bene durante la missione. Avrebbe potuto uccidere gli obiettivi senza destare i sospetti, senza sollevare un polverone, senza lasciare traccia. Per questo cercò di convincere Shinken a intervenire comunque, qualora questo fosse stato necessario. - «Vedi... socio... è che le mie tecniche sono limitate ai GRANDI BOOM e non credo siano adatte una missione... hem... silenziosa. Qui è promessa una bella cifra per la riuscita della missione: che ne dici se tu mi aiuti anche a uccidere quegli uomini e io ti pago? Tanto sei un assassino professionista, cazzo te ne frega? E poi, hey, se ti scoprono l'incidente diplomatico ci sarà comunque! Non lo sai? Tanto vale fare la cosa per bene, Shinken-socio, no?»

    Indipendentemente dalla risposta del socio d'affari, i due si sarebbero incamminati in quel che era, in tutto e per tutto, un'avventura completamente nuova. Una di quelle che vedeva Minoru estremamente agitato per portarla a buon termine e di cui avrebbe beneficiato anche Shinken. Non che non avesse di già molta esperienza nel campo delle missioni e affini, ma avrebbe potuto sicuramente testare le sue capacità. Durante il percorso fecero una deviazione durante il quale Minoru soffrì del freddo notturno quasi ghiacciandosi le palle e supplicando il suo compagno di missione di fare un po' una deviazione verso Paesi più caldi. Una deviazione che comunque non ci fu, ma al posto della quale venne un'assurda richiesta da parte di Shinken.
    «Quali armi?» – chiese. - «Il mio Dio mi vieta di usare le armi, non lo sai?» – In ogni caso, gli avrebbe dato ciò di cui il ragazzo aveva bisogno: i suoi tonici e bombe, niente più. Non aveva altro e prima di partire, gli avrebbe detto: - «Fermiamoci un attimo. Devo pregare.» – Detta così, in effetti, era simile a uno scherzo, ma per Minoru non lo era. Questi si sarebbe messo sulle ginocchia ovunque si fossero trovare e per un bel po' si sarebbe ritirato nella preghiera a Somujo. Solo dopo un po' di tempo si sarebbe alzato.
    «Mi fido di te, Shinken-Dio. E il volto da fanciullo...» – avrebbe unito le mani nel sigillo della Henge, trasformandosi in un fanciullo di 13 anni d'età. - «...eccotelo.» – Avrebbe detto con la voce da fanciullo. [RECITAZIONE] Era un fanciullo in tutto e per tutto uguale a un altro: soliti vestiti sporchi dal viaggio e un pochino bucati qua e la, una maglietta, anch'essa con la polvere sopra e delle vecchie scarpe. Quando chiesero all'ingresso, Kuro – che nome da idiota! - consegnò soltanto qualche spiego materializzato nell'istante stesso: non poteva mica usare i kunai e Shinkan-dono non lo sapeva ancora!

    In ogni caso non ci furono problemi con l'ingresso a Himotara e i due poterono entrarci senza alcun problema ulteriore attraversando un grande (e bello) portone di qualche metro d'altezza. Attraversandolo Minoru non poté fare a meno di notare come erano quasi da soli a quell'ora della notta ad attraversare l'ingresso. I controlli furono scarni e la coppia riuscì a portare nel villaggio quasi tutto il suo equipaggiamentro, tranne gli spiedi materializzati da Minoru che questi mise sul bancone. Ciononostante bastò giusto qualche rapida occhiata in giro per capire che la sicurezza interna al villaggio era comunque elevata. Entrambi videro i membri della polizia locale, 3 coppie da due, girovagare per le strade e controllarne la sicurezza. Solo dopo entrambi riuscirono ad arrivare alla locanda dallo stupido nome di "La Sabbia Dorata". - «Te l'ho detto... è un posto di merda...» – continuò la sua Minoru. - «Di merda proprio! Però la locanda è bellina!» – Ci era un bagno, due stanze e un oste strano con delle mani bagnate ("chissà che cazzo ci stava facendo con le mani sotto il bancone..."). Salutò i due con un'affermazione strana, mentre il bambino-genin pensò che sarebbero stato bello mangiarsi l'oste per colazione.
    «Io sono mattutino!» – disse la sua Minoru per poi indicare Shinken-sama. - «Lui è un dormiglione invece!» – Bastò un'occhiata in giro per vedere che la locanda era praticamente vuota. Come se non bastasse a scacciare il sonno da Minoru, che si sarebbe volentemente concesso una bella dormita prima di far esplodere Himotara, Shinken la iniziò con un lungo interrogatorio a cui l'uomo rispose abbastanza tranquillamente. Si fissò nella mente la posizione della Corte Suprema e capì che quello era il primo edificio che avrebbe dovuto mandare per l'aria. Per il discorso dei soldi, non si sorprese: i soldi facevano di tutto e aiutavano in tutto. - «Bene!» – esclamò, pensando forse che qualcuno di nascosto lo stava a sentire. - «Abbiamo un sacco di soldi con noi! Un sacco! Sacchissimo! Chi vuole aiutarci può trovarci oh yeah!» – In mancanza di voci o di persone che si sarebbero avvicinate a cercare dei soldi (e meno male che Minoru non aveva nemmeno un ryo con sé), il mercenario a servizio di Oto avrebbe continuato ad ascoltare la parlatina dell'oste. - «Ghetto, dice? Che ci abitano i sunesi?» – rise. - «In ogni caso, caro compare, possiamo andarci ora da quelle parti! Sicuramente troveremmo qualcuno disposto ad aiutarci, anche perché... non ho voglia di aspettare l'Apocalisse qui. » – "E poi devo trovarmi qualcuno da mangiare prima che compaia la Maledizione di Somujo..."
    «Senta, non è che può dirci anche... quali sono le zone meno affollate della città?»

    «Andiamo a Getto.»
    Usciti fuori dalla locanda, Minoru avrebbe vagato per le zone indicate al fine di uccidere, violentemente e velocemente, una delle persone solitarie che avrebbe incontrato, salvo poi portarla in un luogo in disparte, dedicarla a Somujo e beh... mangiarla. Non sapeva ancora se Shinken gli avesse aiutato in tutto questo o no, ma non aveva altra scelta: a ogni passo, in ogni frangente, sentiva l'imminente desiderio di mangiare la carne. Solo dopo, una volta finito quel suo fondamentale atto di sopravvivenza in uno dei posti solitari della città, si sarebbe avviato verso Getto, al fine di trovarci qualcuno e scoprire dove trovare tutti i membri della corte suprema. E ucciderli tutti.
    Prima, però, si sarebbe pulito il sangue dopo la mangiata.
     
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