Falsi idoliOtesi in gita ad Ame

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  1. Shinken Takatsui
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    - Gita fuoriporta -

    Falsi idoli - parte I




    I pezzi cominciavano a trovare una loro collocazione. L'egemonia del villaggio del Suono, di cui i ninja si facevano cavalieri, si trovava in un momento turbolento; con gli altri grandi villaggi ninja che avevano iniziato a perseguire una ricerca della verità, Oto stava mettendo mano a tutte le sue risorse per risolvere i conflitti interni ed esterni, sfortunatamente tutti allo stesso tempo. Sia dagli alleati che dai nemici, veniva spesso chiamata in causa per il passato violento, rea di aver manipolato, ingannato, ucciso, distrutto, torturato e profanato in nome dei più profondi desideri. Quelli così forti che ti lacerano l'anima, quelli a cui Oto non riusciva mai rinunciare.

    Kage erano scesi in campo, stringendo accordi con l'intento di rafforzare alleanze ed trovare nuovi complici, in un mare di strategie e sotterfugi la cui comprensione sfuggiva tanto ad Harumi quanto al colosso di villa Mikawa. Una cosa era vera però, il motore erano sempre loro, anime ignare pronte a sacrificare il corpo in nome di una verità più alta, o di un scopo, qualsiasi esso sia. Quali che fossero le conseguenze non sembrava essere importante, inseguivano il desiderio personale sfruttando quello generale, ognuno a modo suo, con i suoi mezzi. Complice o vittima, Harumi, la giovane e fiorente kunoichi del suono, si era ritrovata in una di quelle stanze che si possono definire sfortunate. Un luogo in cui, fatte le precedenti premesse, lei era stata travolta dal ciclone, ed anche se stava acquistando sempre maggiore coscienza di se, il peso sulle sue spalle era sicuramente aumentato. Complice e vittima.

    Il giorno successivo alla riunione si misero in cammino a mattinata inoltrata, poiché gli avvenimenti del giorno precedente avevano stancato sia Jonin che la giovane jinchuuriki. Entrambi avevano avuto bisogno di un po’ di riposo per rimenare i pensieri e di qualche ora nel mattino per prepararsi alla missione, e fu così fino a che alla porta della ragazza non bussò qualcuno. Più di una volta, per essere precisi, ma rimanendo pur sempre in attesa di una risposta dall'interno della stanza.

    [...]


    dlin-didlin'



    La porta si spalancò all'improvviso, sollecitata da una spinta piuttosto modesta. Se ci fosse stato uno di quei vecchi e rumorosi campanelli in ottone, probabilmente, avrebbe risuonato con una lunghezza d'onda ampia, distesa, per un lungo intervallo di tempo, prima di sparire coperta dalla leggera pioggerellina che tintinnava dall'esterno all'interno. Poi, come ci si aspetterebbe dopo ogni corretta apertura di una porta, con ampie e rilassate falcate, un ragazzettoSoul.Eater.Evans.full.795408 dai capelli bianchi si palesò all'interno. Si sgrullò via l'acqua e bagnato e sorridente salutò i due presunti proprietari, con il più comune gesto della mano aperta.

    Sarebbe passato qualche altro secondo che un vecchio sarebbe entrato a sua volta, lento ed appoggiato ad un nodoso bastone di legno. Vestiva una lunga tunica nera e sembrava avere gli occhi chiusi per la troppa vita passata. Sotto alla sua mantella, bucherellata ma comunque impermeabile, una dolce bambina dai capelli scuri aveva trovato riparo dalla pioggia. Harumi si ritrovò improvvisamente davanti a quella strana coppia, un suricato ed un risorto. Non che avesse viaggiato con una compagnia meno strana, poiché poco dopo entrarono altri due individui, uno dei quali parlava talmente tanto ad alta voce che si sentì ancor prima che varcò la porta.

    ...E QUINDI QUI AD AME PIOVE TUTTO IL TEMPO - SEMPRE E COMUNQUE.



    OH<, SALVE!

    Era un individuo slanciato, dai capelli bianchi tesi verso l'alto, con due pesanti orecchini rotondi appesi ai lobi. Coperto anche lui da una mantella impermeabile, anche se di più modeste dimensioni, aveva degli strani occhiali da sole che si ostinava a tenere addosso persino con il tempaccio che faceva fuori. Al suo fianco, questa volta veramente per ultimo, c'era qualcuno che il Risorto avrebbe sicuramente riconosciuto. Shinken.

    Spero di non disturbarti, Zong Wu, Feng Gu, Ru-Wai. Disse sganciando il mantello e porgendolo al tizio di fianco. Avresti dovuto bussare, Oshi. Il ragazzo non ha resistito alla pioggia e si è catapultato dentro.


    Aspetteremo qui se non ti dispiace, fino a che non avrai concluso con gli altri clienti.

    Infondo il suricato parlava, quindi poteva benissimo essere un cliente, ma appena possibile, Shinken avrebbe ripreso a parlare: Vedo che la tua attività ti tiene impegnato, Zong Wu, il fuoco arde nella fucina, ma io, ignaro dei tuoi impegni, credevo che ci saremmo incontrati in un luogo diverso. Non qui, sicuramente, non ad Ame. Eppure il fato ha voluto che io venissi inviato da te per discutere di tutt'altra faccenda, e così - più semplicemente - posso ritirare il mio ordine.

    ALLORA, E' PRONTO?


     
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20 replies since 3/9/2017, 18:59   331 views
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