Falsi idoliOtesi in gita ad Ame

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    Post 3 ~ Chiacchiere


    Harumi annuì brevemente man mano che il suricato parlante snocciolava informazioni circa il suo passato, sorridendo dapprima nell'udire quante strane creature esistessero al mondo e assumendo un'espressione dispiaciuta poi quando la storia divenne tragica. Oh...mi dispiace per il tuo amico... Quello che muoveva l'animale lo rendeva se possibile ancora più simile agli umani: la volontà di vendicarsi, nulla di più, nulla di meno, come lui stesso ammise un secondo più tardi. La giovane kunoichi, prese a tormentarsi una ciocca di capelli, sovrappensiero. Non poteva certo condannarli per questo, in fin dei conti lei stessa aveva desiderato, seppur inconsciamente, di punire chi le aveva fatto del male. E, peggio ancora, aveva stretto un patto con un essere antico, più antico del mondo plasmato dagli shinobi, proprio su quel presupposto. Aveva promesso al demone codato che avrebbe avuto la sua vendetta sul capoclan dei Mikawa, in un giorno a venire. Era stato il suo dolore, penetrato in lei come il veleno tramite una ferita aperta, a convincerla che la richiesta del nekomata fosse non solo accettabile, ma anche ragionevole. Aveva rischiato di affogare nell'odio del gatto a due code, prima di rendersi conto di quanto fosse simile al suo. Si erano tesi le mani, come due naufraghi disperati alla ricerca di una salvezza che, insperata, era giunta. Ma ciò non aveva che allontanato il problema, nel tempo e nella mente della fanciulla, senza che lei si decidesse ad affrontarlo. Poteva essere veramente giusta, la vendetta? A distoglierla da quei quesiti senza risposta fu l'ennesima voluta di fumo esalata dalla creatura che l'avvolse, procurandole alcuni colpi di tosse. Coff...coff...mi scusi, Janki-san, potrebbe evitare? Non sopporto molto il fumo... Con un sorrisetto innocente, cercò di intenerire il suo interlocutore, spazzando via al contempo l'aria corrucciata dal suo volto e sventolando la mano davanti a sé per diradare la cappa intorno a lei. Il suricata d'altro canto ebbe tutta la sua attenzione per la colorita descrizione del loro ospite. Il fabbro a cui si erano rivolti sembrava essere una persona alquanto peculiare, e ciò rafforzò la convinzione dell'otese che il suo superiore le stesse nascondendo qualcosa. Quali trascorsi avevano i due? In ogni caso Harumi si appuntò mentalmente di diffidare del cittadino di Ame, più di quello che aveva già imparato a fare con chiunque nei pochi mesi passati nel Villaggio del Suono, anche per merito degli insegnamenti di un certo Yotsuki. Coff...coff... Il sorriso sul volto della ragazza si fece più tirato, dopo che una nuova zaffata di fumo l'investì. Il tabacco della pipa non era così terribile come altri, ma non di meno poteva le causava una fastidiosa reazione alla gola inspirandolo. Io? Sì, sono una kunoichi di Oto! Non senza una certa fierezza, la giovane non si preoccupò di nascondere il suo status. In fin dei conti, sebbene fosse meglio non sbandierarlo troppo in giro, trovandosi il gruppo ad Ame, lì erano tra alleati, almeno in teoria. In realtà Harumi non era ancora ben certa di cosa volesse dire, per lei, essere un ninja del Suono, ma ce l'avrebbe messa tutta per fare del suo meglio e scoprirlo. Una guardiana, dice? Beh... Una risatina le uscì di bocca, divertita per il fraintendimento e per l'arguta risposta che le era giunta in mente. ...in un certo senso, sì, ogni ninja di Oto ne è il guardiano, come ogni persona è il custode della propria casa, non crede? Il suo sguardo verso il suricata si addolcì un poco, ora che l'atmosfera si era fatta più leggera, così come il tono delle risposte che diede. Non è che l'abbia proprio scelto, più che altro è un incarico che mi è stato assegnato. Ma ne sono contenta, mi piace viaggiare...finora ho sempre vissuto in un posto piccolissimo, lontano da tutto...vorrei vedere il mondo! E non sono mai stata qui ad Ame... Mi dica, c'è qualche posto interessante che mi consiglieresti di visitare? Qualche piatto tipico? Qualche attività divertente da svolgere? Sono tutta orecchi! A quel punto la giovane si sarebbe sporta un poco in avanti, verso l'animale, facendo ondeggiare impercettibilmente il seno florido, trattenuto dal rigido corpetto sotto le vesti. E poi un poco in effetti mi annoiavo a Oto...quindi è un bene che con Ru-Wai non ci si annoi mai, no? Harumi riprese le parole con cui il suricata si era rivolto all'uomo, facendogli al contempo l'occhiolino in modo scherzoso. Porgendo la tazza vuota alla creatura. La ringrazio ancora per il tè, Janki-san. Le va di mostrarmi il laboratorio mentre il mio superiore termina le contrattazioni? Non sono neppure mai entrata nella fucina di un fabbro, per quanto abbia aiutato a sistemare l'armeria di Oto, una volta. Ma decisamente non è la stessa cosa, no? La giovane si sarebbe a quel punto alzata in piedi, guardando con un sorrisetto speranzoso il suricata, nella speranza che accondiscendesse alla sua innocente richiesta.

     
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