[News GDR] La Fonte della Vita Eterna

Villaggio dell'Abete

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  1. Yato Senju
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    Avevo pensato a lungo a come presentarmi per quella missione. Il Mizukage era coinvolto, quindi anche l'Hokage sarebbe stato sicuramente informato, in un modo o nell'altro, e questo significava rivelare il rapporto che legava me e Feng Gu come allievo e maestro. E l'Hokage conosceva Feng Gu. Nascondere la mia identità come aveva intenzione di fare Densen era inutile: sarei stato scoperto al primo utilizzo del Mokuton, e se davvero avessimo avuto a che fare con un nemico della portata di un'Arma non potevo certo permettermi di limitare le mie capacità. Per questo motivo, prima di partire alla volta del Paese dell'Acqua avevo inoltrato una comunicazione ufficiale all'amministrazione di Konoha, indicando che avrei partecipato a una missione nel Paese dell'Acqua, senza specificare l'esatto obiettivo ma indicando che il Mizukage sarebbe stato presente. Con un pò di fortuna riuscii a partire prima che qualcuno, nello specifico Raizen, leggesse la comunicazione e mi convocasse per chissà quali domande facendomi perdere tempo.

    Giorni dopo, sedevo accanto al Sensei nella sua stanza, con Densen, o meglio Ryuden, poco lontano, in attesa dei ninja di Kiri che ci avrebbero dovuto raggiungere in quel preciso punto di incontro: avremmo poi preso una barca o qualche altro mezzo di trasporto per giungere al Villaggio dell'Abete, di cui ci aveva accennato Feng Gu, o meglio Zong Wu. Faceva strano essere l'unico là dentro a usare il mio vero nome e il mio vero titolo, ma non era più che un pensiero passeggero e fugace: dovevo rimanere concentrato. Fino a quel momento non c'erano stati grossi ostacoli al viaggio: il Paese dell'Acqua era umido come lo ricordavo, e freddo nonostante la stagione ancora calda, ma nella locanda la temperatura era più che accettabile, e anche il pasto era di qualità accettabile, per quanto molto inclinato verso i prodotti ittici, per ovvie ragioni. Avevo raccontato a Densen qualcosa delle Armi di Iwa mentre attendevamo e mentre il Sensei sembrava distaccato, preso dai suoi pensieri. Circa tremila anni fa ci fu una guerra nei territori che conosciamo come Iwa, e crearono delle specie di enormi creature, delle vere e proprie fortezze semoventi con poteri sovrannaturali. Chi le manovrava venne sconfitto, ma le Armi, così si chiamavano, erano troppo potenti per essere distrutte quindi i vincitori si limitarono a sigillarle, qua e là per il mondo. Per qualche motivo, negli ultimi anni, si stanno riattivando, una a una. Una di quelle Armi, il Kappa, ha una minima intelligenza e riesce a trasformare i cadaveri in mostri, creando soldati a oltranza.

    Non ero in vena di continuare con le chiacchiere nè dare la spalla alle battute del medico corrotto, quindi salvo necessità sarei rimasto in silenzio, almeno fino all'arrivo dei ninja della Nebbia. Quello che si identificò come Mizukage aveva un'aria completamente diversa da Raizen, segno che, come sospettavo, il suo problema fosse fondamentalmente il suo carattere orrendo e che Konoha meritasse davvero un Hokage differente, magari più simile a quell'Itai Nara. Certo, lo avrei dovuto uccidere comunque, e senza particolari remore morali, ma se non altro non ci sarebbe stato quel pungolo costante legato all'antipatia che il colosso generava con ogni suo respiro. Non conoscevo la ragazza, certo stranamente a suo agio anche se svestita con quel clima, ma non stava a me giudicare, mentre degli altri due il giovane dai capelli di un colore decisamente innaturale mi era sconosciuto, anche se a pelle pareva fin troppo esuberante, mentre con Kensei avevo avuto a che fare non troppo tempo prima. Giunto il momento delle presentazioni, con il coprifronte di Konoha in vista mi inchinai con molta formalità. Yato, del clan Senju di Konoha. Sono un ninja medico, mi unirò alla spedizione dietro invito di Zong Wu, che è stato mio Sensei e alleato in diverse difficili missioni. Tra cui quella nel Paese dei Fiumi, di cui certamente il Mizukage-sama avrà letto, riguardante la Colonna Evanescente e il Flagello. In quel modo la mia esperienza in fatto di Armi avrebbe quietato eventuali domande troppo puntigliose.

    [...]

    Dopo l'introduzione dell'Alleanza tra Kiri e la Zanna, le vie di accesso alla piccola isola dove si trovava il Villaggio dell'Abete erano decisamente limitate. Via mare diversi scogli affioranti e persino alcuni iceberg creati appositamente da Kisugy creavano dei sentieri obbligati e di facile individuazione, mentre un ninja della Zanna dotato di grandi percezioni aveva eretto una serie di trappoleSimili ad aquiloni o lanterne cinesi, sparse un pò ovunque, con un raggio di attivazione variabile ed effetti tra i più disparati, ma in ogni caso abbastanza appariscenti da attirare l'attenzione. e jutsu-sentinella a mezz'aria che avrebbero reso cauto qualunque volatile. Solo approciandosi seguendo un "corridoio" aereo e navale molto preciso si poteva giungere senza far scattare allarmi, anche se questo avrebbe inevitabilmente causato l'avvistamento da parte di chi era di guardia. Shiltar Kaguya era a conoscenza del percorso in quanto i suoi fidati sottoposti glielo avevano comunicato, confermando poi tramite Maya Orihara le inevitabili variazioni nel tempo, durante quegli anni, anche se da quando era giunto ad Ame non c'erano più stati contatti nemmeno per interposta persona.

    Un approccio come quello del Mizukage di anni prima, giunto in incognito e accolto dai coniugi Yukimune (che gli erano stati letteralmente gettati addosso) non era più possibile. Al tempo i cittadini e la guardia residente della Zanna, i Custodi, ritenevano che la nebbia e la blanda illusione che essa gettava fossero sufficienti per far credere a tutti che il villaggio fosse abbandonato e in rovina, ma le cose erano cambiate. Come Gruppo avremmo dovuto scegliere che tipo di approccio seguire per arrivare sull'isola, ma già a poche centinaia di metri dalla riva avremmo iniziato tutti a percepire un'umidità nettamente superiore alla media, con una foschia che pareva perenne e che saturava il naso e la gola, ostacolando anche in parte la visuale. Dai ricordi di Zong Wu, quello era lo stato naturale del villaggio, ed era proprio quell'umidità profonda a garantire l'immortalità a chiunque si trovasse sull'isola.

    Manjidani



    Nel caso di un approccio diretto, sarebbero stati fermati al porticciolo, il cui aspetto trasandato e abbandonato non era molto diverso rispetto a quando Shiltar Kaguya aveva abbandonato l'isola. Unica differenza una torretta di guardia in legno, sopra la quale due guardie coperte da una tuta integrale li avrebbero accolti intimando di fermarsi e dichiarare chi fossero e cosa facevano in quel posto, per poi concludere: In ogni caso non siete persone gradite, questo luogo è interdetto a chiunque non abbia l'autorizzazione di chi ha firmato la Tregua.
     
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