[News GDR] La Fonte della Vita Eterna

Villaggio dell'Abete

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  1. leopolis
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    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Non riuscivo a capacitarmene da un po' di tempo ormai: ero rinchiuso in quel di Ame come un animale in gabbia. Ciò che doveva essere solo un villaggio di passaggio presto si era trasformato in una piccola casa, seppure non troppo buona, bisogna dirlo. Alla fine dei conti, però, mi ci ero abbastanza abituato a tutto quel marciume: roba che tutto puzzava di pioggia. Tempo dopo che avevo svolto alcuni servizi per quel strano individuo dal nome di Ru-Wai mi ritrovai presto a conoscere che vi era qualcosa di strano che accadeva, - di nuovo, - molto lontano, dall'altra parte del mondo. Hayate che chiedeva aiuto all'Accademia, Ru-Wai che sapeva quello e anche quell'altro e il mio animo da chunin che entrava in un profondo stato di rivoluzione misto alla voglia di scoprire qualcosa di nuovo e di segreto che di sicuro avveniva in quel lontano angolino del Continente. Cos'era stato? E cosa sarebbe stato? A dire il vero la mia volontà di andare in quell'isola così lontana non era dettata unicamente dalla mia curiosità, ma anche dalla voglia di portare a casa qualche taglia di troppo dei vari ninja che sicuramente avrei trovato su quell'isola. Non me ne importava niente se erano accademici oppure nukenin: le loro teste erano preziose e, sebbene non li volevo uccidere, era comunque un ottimo modo per portare a Yoko le cose che voleva. Avrei fatto di tutto per la mia sorellina e se avesse chiesto di portarle anche una stella dal cielo, avrei lavorato sodo per portargliela. Certo, detta così può sembrare strano, ma al tempo ero solo un fratello molto premuroso, nonché un appassionato alle arti proibite, che voleva far felice la sua famiglia e in contempo incrementare le proprie informazioni e conoscenze relative alla grandezza del mondo. Semplicemente ero quel tipo di persona che, nonostante la costante voglia di stare con i miei, non poteva fare a meno di ficcarsi nei peggiori casini, specialmente se le voci relative a questi casini erano così... insolenti. Un piatto che non potevo perdere; una possibilità di quelle rare. A tutto questo si aggiungeva anche l'entusiasmo nel ricevere una nuova missione relativa alle antiche vicissitudini del villaggio di Iwa, che avevano riacceso in me anche una certa voglia di vendicarmi sugli altri non accademici. E poi c'era una voce dentro di me. Una strana intuizione che mi diceva che anche i Cremisi e i ninja di Kumo avrebbero preso parte a quella strana... roba. E che perciò avrei finalmente potuto infliggere un danno diretto ai shinobi di Kumo... L'unica cosa che mi indispettiva era il mandante di quella strana missione: Hayate. Aveva già sentito qualcosa sull'associazione di nukenin, ma non aveva mai saputo di più su di essa. E di nuovo: quella rappresentava a dir poco la situazione ideale per ficcare il proprio grande naso negli affari altrui e preoccuparsi di scoprire meglio il territorio, i ninja, le tecniche e anche l'associazione. Non era forse miracolosamente spettacolare tutto quello? A ogni modo sentivo che avrei scoperto qualcosa di molto interessante e che la cosa mi avrebbe dato certamente moltissime soddisfazioni. Era da qualche tempo che non ricevevo delle informazioni simili e sapevo che, forse, quel luogo si sarebbe presto trasformato in un vero e proprio calderone (e a me i calderoni piacevano un sacco, dopotutto).

    Partii per il viaggio senza molte preparazioni. Tanto che dovevo prepararmi a fare? Tutto ciò che mi serviva lo avevo già con me. Viaggiai veloce, con un'unica intenzione: arrivare a destinazione il prima possibile e tornarmene il prima possibile con nuove conoscenze e qualche corpo extra da cui ricavare dei ryo. Trovai una barca per raggiungere l'isola senza molti problemi e dovetti resistere a quel lungo dondolìo della barca che mi fece presto venire il mal di mare. Non sapevo proprio come facesse certa gente a vivere in barca, ma, alla fine dei conti, quelli non erano i fatti che mi riguardavano: io dovevo solo raggiungere l'isola, magari senza essere visto, fare il mio e andarmene da la il prima possibile. Capendo di non poter attraccare sul molo, come facevano tutti, "spensi" il tizio che guidava la barca per guidarla io. Per fortuna non vi era nessuno intorno a me, se non il mare, - era il beneficio del fare le missioni in solitaria e senza molti alleati rompipalle, - perciò nessuno vide quel mio piccolo gesto con il quale mi mettevo al timone. Guidai la barca nella nebbia che avvolgeva l'isola, navigando piano per cercare di evitare le varie rocce e i numerosi scogli. Il mio avvicinamento, - come speravo, - sarebbe avvenuto senza che mi sarei fatto notare, anche grazie a quella nebbia e all'enorme pioggia che cadeva sulla zona. Se sarei entrato sull'isola gridando e facendomi notare, probabilmente nessuno degli abitanti di quel posto mi avrebbe dato il suo benvenuto. Nonostante la scarsa visibilità del posto notai comunque che vi erano delle strane correnti nell'acqua e i percorsi di avvicinamento alla terra erano delimitati da numerosi iceberg che, senz'altro, svolgevano una funzione protettiva. Per un attimo mi chiesi che cosa facessero qualora li si toccasse, poi decisi di non testare la sorte e procedetti in modo da non toccare né gli iceberg, né, tantomeno, le lanterne appese in cielo. Non attraccai con la barca sulla terra dell'isola, ma cercai comunque di posizionarla nella nebbia, legandola per bene a un iceberg con una corda già presente sulla barca: mi sarebbe servita al ritorno. Il resto del viaggio lo feci a nuoto, evitando gli iceberg e incanalandomi su percorsi diversi da quelli creati. Gli iceberg, difatti, sembravano formare una specie di strada che costringeva i visitatori a percorrerli: era certamente una strana invenzione di qualcuno che non conoscevo, ma che era molto ingegnoso e potente. In quel modo avrei cercato di evitare le postazioni di guardia che altrimenti avrei sicuramente incontrato.

    Se il tutto fosse andato come doveva, sarei sbarcato sulla spiaggia nella parte Sud-Ovest dell'isola (sul lato occidentale). Lì avrei subito usato la Tecnica della Trasformazione per trasformarmi in un ninja accademico: niente di che, il mio aspetto di sempre, con l'unica differenza di un coprifronte con il tipico simbolo di Konoha legato al braccio. E poi, casualmente, mi sarei dato da fare cercando le informazioni che mi servivano. Se avessi visto il centro abitato situato poco dopo la spiaggia, mi sarei diretto verso lo stesso. Altrimenti avrei cercato altri modi per ottenere le mie informazioni, anche a costo di prendere in ostaggio qualcuno ed estorcere le info che volevo con la forza.




    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 59 bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status:

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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454 replies since 30/9/2017, 18:43   18662 views
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