[News GdR] La Trama della Vita - Soyo

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    La trama della vita


    Post 1 ~ Una nuova missione

    Se c'era una cosa che scorreva anche senza far nulla, quella era il tempo. Allo shinobi di Konoha parve fosse trascorsa un'eternità da quella terribile notte che aveva segnato irrimediabilmente il Villaggio della Foglia, quanto invece era passata meno di una settimana. Uscito dall'ospedale, dove gli ultimi controlli avevano certificato il completo recupero fisico, il ragazzo aveva vagato per le vie, osservando i volti delle persone che incrociava. Espressioni schive, guardinghe, ma determinate ad andare avanti. La vita stava lentamente riprendendo il suo corso. I morti erano stati sepolti e pianti, i feriti accuditi, mentre per i dispersi si stava ancora indagando. E, nel normale ritmo delle cose, altre missioni aspettavano i ninja della Foglia. Nel giorno precedente l'Accademia aveva diramato una serie di avvisi. Veniva richiesta la disponibilità ai diversi Villaggi di indagare su alcuni strani fatti che si stavano verificando nel Continente, apparentemente scollegati tra loro. Non una convocazione vera e propria, quindi, ma il Kinryu dopo averci brevemente riflettuto aveva scelto di cogliere l'occasione per cambiare aria, nell'illusione di poter smettere di pensare a quanto era successo, almeno per un po'. Alzando gli occhi al cielo, vide come l'azzurro si stava progressivamente tingendo dei colori del tramonto. Era quasi l'ora. A piccoli passi Shin si diresse verso le mura.
    Nel mare nero di emozioni che aveva provato in quei giorni, solo pochi saldi appigli gli permettevano di mantenere una almeno apparente calma. Uno gli stava accanto proprio in quel momento, impegnato a scrutare l'orizzonte davanti a loro con i suoi occhi neri come il carbone. Shin invece guardava verso Kairi, ed sorrise nel vederla scostare una ciocca di capelli, anch'essi dello stesso colore delle sue iridi, dietro la perfetta curva dell'orecchio. I due stavano sulla sommità delle mura, in un angolo deserto reso accessibile dal ruolo dell'Uchiha quale guardiano del Villaggio. Il ragazzo allungò una mano, cercando le dita di lei, senza distogliere lo sguardo dal suo volto, ma rimase in silenzio. Era stanco, più psicologicamente che fisicamente, e non aveva né la voglia né le energie di parlare. Averla al suo fianco era più che sufficiente per dargli un attimo di sollievo, un balsamo per lenire la sua disperazione. D'altro canto era certo che anche la giovane stesse provando emozioni simili, se non addirittura più intense. Nel caos che era seguito al loro rientro a Konoha, Kairi era venuta a fargli visita in ospedale. Nonostante gli antidolorifici che lo intontivano, al Kinryu era bastato un'occhiata per capire che qualcosa si era rotto dentro l'amica, che ormai più di una semplice amica era per lui; qualcosa di molto più difficile da rinsaldare di un paio d'ossa. Anche in quella occasione non avevano parlato molto, ma il giovane aveva notato, o per lo meno si era illuso di vedere, un certo sollievo nella kunoichi nel ritrovarlo in vita, se non propio in buona salute. Inspirando ed espirando piano, alla fine Shin sussurrò un'unica parola. Non una scusa per il suo fallimento, né una carineria: ben sapeva come l'Uchiha non avrebbe approvato nessuna delle due. Piuttosto una sciocchezza, carica di un'infinita serie di sfumature, ma detta con il cuore in mano. Grazie.

    DK8kdpu

    La mattina dopo partirono di buon'ora. Di comune accordo avevano scelto di rispondere all'appello dell'Accademia di indagare su una misteriosa esplosione avvenuta a Soyo, nel Paese dell'Erba. Più del fatto in sé, era strano il tentativo dell'azienda, la Tayo no Warai, di sminuire l'accaduto e la premura dei ninja di quello Stato di girare la patata bollente all'organizzazione a cui Konoha aderiva come membro fondatore. A giornata ormai inoltrata, la coppia di ninja della Foglia arrivò ad un crocicchio, da cui si dipartivano diverse strade. Vi sorgeva un punto di ristoro, che faceva ottimi affari vista la posizione strategica, ma il Kinryu lo ignorò, consultando invece la mappa che si era procurato negli uffici amministrativi. Per arrivare a destinazione la strada più veloce era quella che procedeva seguendo la direttiva nord-ovest, che conduceva alla capitale Kusa. Pensieroso, il ragazzo studiò invece la via che puntava dritta a nord, che passava il confine direttamente nella zona settentrionale del Paese dell'Erba dove si trovava Soyo e che costeggiava per un tratto il lago d'Indra. Kairi, hai voglia di fare una piccola deviazione?

    Le sponde dello specchio d'acqua dolce più grande del Paese del Fuoco riflettevano le sfumature dell'autunno che addobbavano gli alberi disposti sulle sue rive. Il piccolo villaggio di pescatori e agricoltori dove erano giunti appariva piuttosto povero, eppure la gente che li osservava curiosi sembrava contenta del poco che aveva, ed offrì loro del té e dei dolci ancora tiepidi. Le mani e i volti dei popolani erano duri, segnati dal duro lavoro necessario a far fruttare quella stretta lingua di terra tra la riva e il monte boscoso che incombeva su di loro. Una torma di marmocchi corse incontro ai due, con le bambine raccolte intorno all'Uchiha lodandola per i suoi capelli ed i suoi vestiti con un pizzico di infantile invidia. L'anziano capo della piccola comunità si fece infine incontro agli shinobi, stringendo la mano di Shin con un sorriso sdentato. Il giovane ricambiò, in leggero imbarazzo, con un piccolo inchino e delle parole di ringraziamento. A Kairi, cui non era stato anticipato nulla, sarebbe stato chiaro il motivo pochi istanti più tardi, quando una voce nota si levò alle loro spalle. Onii~chan! Il ragazzo si chinò sulla sorellina, accarezzandole la testa.Scusa Hina, se non sono passato prima, abbiamo avuto un sacco di lavoro al Villaggio. Si rivolse alla piccola con la versione abbreviata del suo nome, usata da lui soltato. Quella era il secondo motivo per cui, dopo l'attacco di Cantha e il suo disastroso esito, il genin non era crollato, lasciandosi andare alla disperazione. Sembrava che la sua intuizione, si può dire premonizione, di allontanare la famiglia dalla città prima che i cancelli fossero chiusi si fosse rivelata azzeccata. La bambina sembrava perfettamente a suo agio nella modesta comunità, tanto da vestire semplicemente come i suoi coetanei. Agli occhi attenti della kunoichi tuttavia non sarebbero sfuggiti i due uomini che li fissavano di soppiatto, discosti dalla folla. La lunga tunica arancione, il volto avviluppato da un panno bianco, ed una spessa serie di bende agli arti inferiori e superiori, oltre che una fascia in vita, tutto dello stesso colore candido, li identificavano come yamabushi, monaci guerrieri della montagna. Nessuno dei locali sembrava fare caso a loro, i cui occhi erano puntati su Aruhina con un'insistenza quasi molesta. Lo stesso Shin però li ignorò, salvo fare cenno alla collega di lasciar perdere per il momento. La sorella si spostò quindi verso Kairi, socchiudendo gli occhi nello squadrarla. Quando finalmente la riconobbe, le sorrise a trentadue denti. Ma tu sei la signorina dell'altra volta! Stai ancora a perdere tempo con il fratellone? Al Kinryu non potè che sfuggire una risata, la prima dalla lunga notte della luna rossa. Era quello il potere della ragazzina, di fargli tornare il buon'umore in qualsivoglia occasione.
    La squadra della Foglia giunse infine in vista di Soya, prima che il sole terminasse la sua parabola calante nel cielo. Erano rimasti con la famiglia di Shin appena un'oretta, prima di rimettersi in marcia di buona lena. Per un po' il giovane non aveva parlato, concentrato a studiare alternativamente la carta e il terreno, ma durante una sosta si era avvicinato alla kunoichi, fissandola intensamente negli occhi. La loro posizione è un segreto, e sei l'unica a cui l'ho rivelato. La serietà della sua voce trasportava un mare di non detti piuttosto pesante, sapendo quanto il genin tenesse alla sorella e desiderasse tenerla al sicuro. Era chiaro che si doveva fidare più che ciecamente dell'Uchiha per condividere con lei quell'informazione. Sospirando, il ragazzo concluse il discorso. Se dovesse succedermi qualcosa, beh...sai dove trovarli. Prenditi cura di loro, per favore. Sorrise tenuemente, quasi a voler rassicurare Kairi che non aveva intenzione di rischiare la vita. Non intenzionalmente. Non a breve, per lo meno. D'altronde era uno shinobi, ed il destino per quelli come lui poteva riservare sorprese dietro ogni angolo. Tornando a concentrarsi sulla missione, il Kinryu scrutò la cittadina dalla posizione predominante su cui si trovavano. Andiamo?


     
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