La trama della Vita

Post VI

Esperimenti, laboratori e ricerche. Poteri e conoscenze. I due Mali peggiori. Quello era la lezione che si poteva trarre dalla lettura dei documenti ritrovati nel laboratorio. Esperimenti su persone, biologia e arti alchemiche. Nomi di persone al momento sconosciute, forse appartenuti ad un epoca ormai dimenticata. Per il momento mi limitai a memorizzare quanto più possibile di quei scritti, fino a che non avremmo recuperato più dati o altre informazioni aveva ben poco senso disquisire in quel posto dimenticato dai Kami. Di conseguenza convenni con il resto del gruppo nel ritornare in superficie e raccogliere le idee sicuramente in un luogo più consono.

Così salimmo, respirando un’aria decisamente meno pesante, e una volta ritornati alle macerie avvenne quello che oserei dire l’imprevisto. Le guardie a difesa del luogo vennero colpite a sorpresa, destando la massima attenzione e concentrazione del gruppo. Due lanci precisi e sicuri, a cui seguirono due roboanti esplosioni che tuonarono in tutta la zona. Dei poliziotti non restò che frattaglie. I miei sensi, come desumibilmente quelli dei miei compagni, avvertirono un’ulteriore rumore alle nostre spalle e volgendo lo sguardo notai un terzo dardo, il quale tuttavia non esplose. Degli assalitori però nessuna presenza. O erano celati molto bene oppure erano fuggiti.

Kunihiro, o meglio la sua copia, sfidò la sorte e lesse il biglietto, il quale recava un messaggio molto chiaro. Dimenticarci della faccenda. Sorrisi, all’udire le parole del foglioso. Era praticamente un invito ad indagare ulteriormente. Alzai lo sguardo verso il Foglioso: - Scoviamo questi bastardi, interroghiamoli e poi sbarazziamoci di loro. – rimasi un secondo in silenzio – Direi che è meglio informare il capo della polizia della morte dei suoi sottoposti. Se forziamo la mano secondo me riusciremmo anche a sfruttare l’evento e ottenere qualche informazione aggiuntiva. Sarà scosso e vorrà vendicarsi, e noi cavalcheremo l’onda. Che ne dite? – una proposta onesta, da parte di un Otese assolutamente desideroso di chiudere il prima possibile quella sporca faccenda.

La Trama della Vita

Post VII

C’era logicamente da aspettarselo. Era evidente che a quelle minacce sarebbero seguiti i fatti, se ovviamente stavamo parlando di avversari seri e di non vacue ritorsioni. Questo fu il mio pensiero diretto, e ovvio, quando la situazione attorno a me degenerò. Mi guardai attorno e quando realizzai che una sorta di pioggia, oleosa densa e sicuramente non naturale prese a cadere dall’alto e inzozzare il terreno.

Di certo si trattava di qualche Ninjustu ad area e come il buon senso imponeva in quei momenti l’ultima cosa da fare era proprio quella di restare fermi ad aspettare. Lasciare il tempo alla tecnica di avere effetto. Così non feci altro che muovermi, spostarmi indietro il più velocemente possibile, per uscire dall’area coinvolta dalla pioggia prima che l’effetto, ancora ignoto, iniziasse. [S. Difesa I]Spostamento. Riflessi: 600. Indietreggio di 8 metri (1/3 del movimento) Tuttavia i miei sensi furono subito richiamati da quella che non poteva essere null’altro che un’esplosione, il rumore provenne da un edificio lì vicino. Non mi fu difficile individuare l’origine, infatti all’esatto opposto dalla mia posizione ad una velocità notevole quella sorta di pioggia si stava tramutando in una fiammata estesa, una pioggia di fuoco praticamente. Procedeva in maniera lineare agguantando tutta la superficie colpita da quella sorta di olio. Fu così che concentrai il chakra in entrambe le gambe e scattai ulteriormente indietro, tuttavia non fu sufficiente per evitare il peggio. Il fuoco mi lambì e l'unica mia reazione possibile fu quella di proteggermi interamente la testa e il petto sovrapponendo entrambe le braccia a difesa! Concentrai il Chakra elettrico in tutto il corpo, quantomeno avrei evitato che il fuoco colpisse direttamente la pelle in profondità, magari bruciandola in maniera irreversibile! [S. Difesa II]Mi sposto di altri 8 metri indietro. Rivestire: 15 (3/4 Basso)[Danno]N.B: Subisco interamente il DnT Grave. Utilizzo Rivestire in un ottica GdR. Sarebbe stato alquanto strano per Kato non difendersi da quella pioggia senza utilizzare Rivestire, ovvero il Chakra Elettrico. Sarà uno spunto per un eventuale approfondimento della mia TS. Detto questo uso questa giustificazione anche come modo per evitare magari danni sulla pelle irreparabili, o ustioni disgustose!

Sarei scattato indietro ulteriormente, nel modo più veloce possibile, e a quel punto mi sarei gettato a terra, rotolando più volte su me stesso, così da lenire le fiamme e tentare di spegnerle sfruttando il terriccio e la ghiaia. Solo grazie alle mie abilità Yotsuki riuscivo ad ignorare il dolore e proseguire con razionalità. [S. Azione I]Movimento di 20 metri indietro + Azione Rapida. [S. Gratuito Lento]Specifico, magari scatenando anche l'ilarità dei lettori, che questa slot è riferito al rotolamento a terra.

Mi guardai attorno realizzando che i miei compagni si erano, a loro modo, salvati da quell’attacco improvviso a differenza mia. Pensai sul da farsi e compresi che la scelta più logica in quel momento era quella di riunirsi e prepararsi al contrattacco. Decisi dunque di avvicinarmi a Masayoshi, il Ninja più vicino alla mia posizione in quel momento. Lo avrei raggiunto ovviamente cercando evitare la pozzanghera di olio ed eventuali residui di fuoco o esplosivi. [S. Azione II]

A quel punto mantenendo una distanza di un metro dal ragazzo mi sarei limitato a dire: - Dobbiamo stanarlo o stanarli. Attaccare direttamente, senza sapere nulla del nemico, sarebbe una pazzia. Purtroppo non ho abilità del genere. Dobbiamo contare sui nostri superiori. – il mio pensiero infatti si sarebbe rivolto a Kunihiro e al Sunese, entrambi Chunin ed entrambi decisamente più efficaci e abili nell’individuare minacce del genere. Il foglioso tra l’altro da lì a pochi istanti sarebbe apparso vicino alla mia posizione e a quella di Masayoshi. Improvvisamente, come era suo modo di fare e sua abilità. Ora non restava che il contrattacco. Cazzo, quel bastardo doveva morire. Mai nessuno si era spinto a tanto contro di me.