Le Porte dei Mondi

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    Il Passaggio








    Oda parve prendere sottogamba quello che per i medici sembrava essere un problema decisamente importante.

    Si… i sigilli sembrano funzionare ancora!
    ... ragazzo, ti ha mai addestrato qualcun...


    Non finì la sua frase, nessuno di loro avrebbe potuto, le casse toraciche gli vennero sfondate dall’interno da un arto nero, nodoso, così magro da avere difficoltà a compiere dei movimenti fluidi, che risultavano quindi essere rapidi, ma assai scattanti, nervosi.
    In quel momento il libro rispose ad Oda, forse in maniera inaspettata, prima con un fremito, poi con fruscio di pagine che si sfogliavano da sole per arrestarsi su una precisa rappresentazione: una figura umanoide, malata, Corrotta: un Samayōtamashī.

    Oooooooodaaaaaaaaa!
    Da quanto non dormiiii?


    Era una voce allegra, inquietantemente allegra vista la situazione dentro a quella stanza, ormai rossa del sangue dei medici.

    Oooooodaaaaaa!

    Gli arti si ritrassero dai corpi, lasciandoli cadere al suolo, era evidente che qualsiasi cosa fosse era in cerca di un passaggio abbastanza stabile per poter passare da un mondo all’ altro. Oda avrebbe sentito sotto la sua mano il corpo di Youkai scosso dalle convulsioni, probabilmente il suo corpo vivo, ma senz’anima pareva essere quello che faceva al caso suo. Fu questione di un istante, le convulsioni si arrestarono e il corpo del minuto genin si mise a sedere. Sotto la mano del chunin non c’era più Youkai.



    Da quanto non dormi Odaaaaaa?

    Era lui a parlare!
    Anche se il suo sguardo dardeggiava ovunque tranne che sul chunin e la sua bocca restava immobile, con quei denti orribilmente aguzzi.
    Improvvisamente alla sua gamba si sarebbe aggrappato uno dei dottori, nel suo ultimo rantolo di dolore.

    È …!

    Aveva gli occhi bianchi, quasi spenti, e nel pronunciare la vocale sputò involontariamente del sangue.

    L’ultima risposta che poss..


    Appena toccato un lembo di pelle del chunin la sua mente venne invasa da una serie di rapidissime immagini, stralci di
    ricordi, di se stesso a piedi nude per le strade di Konoha, del percorso fatto pochi secondi prima con l’Hokage, di quella stessa stanza, ma con i sigilli… diversi!
    Le sue stesse mani li stavano modificando per farli uguali a quelli che poteva vedere davanti a lui, con una velocità incredibile, propria delle persone in trance. Poteva giurare che più di un dito gli si fosse slogato durante l’operazione. Nell’ultimo flash vide se stesso: occhi bianchi, espressione assente ed un terzo occhio, rovente, impresso sulla fronte.
    Coperte, sonno, apnea, risveglio.

    Oooooooodaaaaaa
    Lo sai cosa hai in mano ooooooodaaaaaaaa?
    Ti sei messo a giocare con qualcosa che non conoscevi?


    La voce dell’essere si trasformò da fanciullesca a gutturale, profonda, così empia e potente da avvolgerlo, quasi fosse anch’essa viva[Stretta del Terrore:
    Genjutsu con medium Sonoro (voce) concentrazione e intuito -3, potenza 80]
    .
    Il Bambino di fronte a tutto quell’orrore si pietrificò, congelato dal terrore con le sole lacrime che gli rigavano il volto, ignorò completamente le domande di Oda.

    Signore…

    La voce gli tremolava, lui stesso pareva in procinto di dissolversi, tuttavia non smetteva di indicare lo spirito nel corpo di Youkai.

    Signore il suo amico non può tornare adesso.

    Mentre parlava aveva inghiottito più di un groppo, ma la sicurezza mostrata dal bambino forse era segnale di una conoscenza superiore a quella di Oda, forse non consapevole, ma in qualche modo sfruttabile, doveva pensare nonostante il mal di testa che all'attivazione dell'innata era solo un leggero fastidio, iniziava a farsi pressante.
    Youkai intanto, vide quella che lui definiva “luce bianca” venir sommersa da un ombra imponente che trascinò la luce sempre più a fondo, fino a farla scomparire in un vortice di Anime che andavano a riversarsi in quel luogo.
    Tranne una.
    Una di loro, poco prima che la situazione precipitasse, si era tuffata verso di lui, senza lederlo ma usando il sottile filo di luce che ancora lo connetteva al suo corpo come mezzo di trasporto verso lo stesso.

    Youkai…




    Poteva vedere chi gli parlava, o forse era più corretto dire che lo percepiva, visto che non era distinguerne i tratti non era semplice, aveva un torso umanoide, ma le gambe erano poco più che uno sbuffo di fumo, e sugli avambracci aveva ancorate due grosse lame, ad una prima occhiata non si sarebbero dette affilate, erano infatti danneggiate e rigate in più punti ma a prestare più attenzione era evidente che il loro scopo primario non fosse tagliare carne.

    …basta peccare.

    Uno scatto, e quel filo, l’unica certezza che Youkai aveva di tornare al suo corpo, fu recisa e Youkai cadde, così a lungo e per così tanto che non sapeva più se stava o meno precipitando, fino a quando il suo corpo non impattò col suolo.
    Il libricino in mano di Oda iniziò nuovamente a frusciare fermandosi su una nuova pagina: Shinigami.
    La luce ora era sopra di lui, dove era sempre stata, non era facile dirlo vista la lontananza ma quello sembrava proprio il cielo che era abituato a vedere, non di certo quello che si si aspetterebbe di vedere nel regno dei morti, anche se l’ambiente attorno a lui non era certamente dei più confortanti.
    Roccia nera, probabilmente selce, che formava guglie imponenti che per la maggiore puntavano verso il cielo, qualche gradone più sotto, un altissima porta dalle sbarre finissime quanto candide sbarrava l’ingresso per chissà dove, senza contare che poteva ancora udire quel suono nauseabondo che gli opprimeva le orecchie mentre ancora era dentro al vortice.

    PERCHE’
    NON
    MUORI!


    Ora avrebbe potuto vedere meglio l’ombra che l’aveva distaccato dal suo corpo, quelle che credeva lame non erano altro che schegge di selce finemente lavorate, ma vista la posizione di Karikitori probabilmente quella sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe visto.

    APETTA!

    Una voce femminile bloccò la mano dello spirito.

    PERCHE’?!?
    CERCO DI MIETERE QUESTO UMANO DA FIN TROPPO TEMPO!


    La donna, pallida come l’opale e ammantata di nero, emerse dal terreno.



    Proprio perché CERCHI di farlo.
    Youkai, perché sei ancora qui?


    Doveva spiegare, e doveva convincerli.
    E doveva farlo in fretta.
     
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