Le Porte dei Mondi

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  1. Waket
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    Il peso dell'anima


    III



    Youkai sembrava più terrorizzato dalla donna che dallo spirito che aveva appena tentato di impossessarsi in via definitiva della sua anima. Era chiaro chi comandasse tra i due, e soprattutto chi sembrava già sapere cosa fosse successo. L'albino aprì bocca volendo cercare dialogo, finendo con il sussultare quando vide il bastone della donna puntarlo, irrigidendosi e ammutolendosi. Con certe persone era meglio non scherzare, Raizen gliel'aveva fatto capire per bene.
    Nè lui, nè lo spettro che lo malediceva per non essere ancora morto erano riusciti a decifrare le criptiche parole della Shinigami. Youkai si maledì per la sua amnesia, sicuro com'era che questo qualcuno doveva per forza averlo visto nel momento della sua morte. E non era assolutamente possibile fosse il suo avversario, unica cosa che sembrava ricordare. Irritato, troppo concentrato su se stesso per badare alla discussione delle due divinità, si sentì improvvisamente cadere, non riuscendo a trattenere un gridolino di sorpresa, ed agitare le braccia verso l'alto, cercando un appiglio inesistente. Il suo attuale maestro, invece, sebrava piuttosto infastidito dalla cosa. Youkai si ricompose, ridacchiando nervosamente:

    Eheh. I boss, eh? Che rottura!

    Il suo debole intervento venne brutalmente ignorato dallo spettro, che non sembrava veder l'ora di levarsi dai piedi il ragazzino. Il sentimento era abbastanza reciproco, sentiva già la mancanza del suo corpo, e non sapere dove fosse la via per tornarsene a casa non era un gran sollievo. Youkai naturalmente fissò Karikitori piuttosto confuso alla sua richiesta di attaccarlo, guardandosi intorno alla ricerca di un tranello. Il ruggito dello spirito mandò in panico il ragazzo,che gli si lancò addosso ad occhi chiusi, osando un pugno alla cieca. Quando riaprì gli occhi, si accorse di averlo trapassato, senza ledergli. Con un sussulto, ritrasse la mano, fissandosela insicuro e dubbioso.

    Uh... Credevo che uno spettro potesse toccarne un altro.

    L'acidità del suo maestro spettrale era pungente quanto bastava da costringerlo a tornare a concentrarsi su quell'inaspettato addestramento. Nonostante il visibile disagio nel trovarsi in un posto surreale e sconosciuto, il ragazzo trovò comunque il modo di obiettare scherzosamente alle affermazioni dello spettro:

    Non che ce ne siano molti di quelli. I ricordi, dico.

    Karikitori si lamentò delle condizioni del ragazzo, senza chakra per via del suo corpo; il ragazzo aggrottò la fronte borbottando sarcastico:

    Sì, a TE hanno fatto uno scherzo. Hai cercato di uccidermi! Un pochino te la sei andata a cercare!

    Sarebbe bastato il bianchissimo sguardo torvo dello Shinigami per rimettere l'albino in riga, che emise un debolissimo Scusi., lasciando poi continuare l'altro a parlare.
    La prova sembrava estremamente facile. Insomma, se ad una persona chiunque gli fosse stato chiesto di sedersi, non avrebbe esitato. Così come Youkai, che istintivamente si sedette "per terra". Eppure non c'era nessun terreno lì su cui appoggiarsi. Lo shinigami gli spiegò il perchè avesse agito così, ed il ragazzo intuì che sedersi sarebbe stato decisamente più difficile del previsto. O meglio, convincere il suo maestro che lo fosse.
    Pensieroso, si rialzò in piedi, dapprima cercando di immaginare una sedia qualsiasi. Ogni sedia però aveva misure diverse, poteva non essere la decisione migliore, gli serviva qualcosa di più familiare. Poi, l'illuminazione: chiuse gli occhi, immaginando la sua stanza. La conosceva a memoria, piccina, con un armadio sufficientemente grande da avere spazio extra, un letto singolo abbastanza comodo, una finestra che dava sulla strada principale, una piccola scrivania e, la cosa più importante, la sua sedia girevole. Non aveva bisogno di vedere nulla, gli bastava ricordare la stanza. Finse persino di aprire la porta, gettare le scarpe sotto al letto ed infine tuffarsi sulla sua sedia, facendo un paio di giri su se stesso e poggiando le "gambe" sulla scrivania. Certo, quello che vedeva Karikitori era solo un ragazzino che fluttuava a mezz'aria con del fumino che svolazzava verso l'alto, come fosse posato su una superficie piatta rialzata (ovvero la scrivania). Il tutto sarebbe sembrato piuttosto convincente, d'altronde quello era un gesto che faceva praticamente tutti i giorni, gli veniva naturale. Abituarsi a nuovi ambienti sarebbe sicuramente stato più difficile, ma gli sembrava un ottimo inizio. Avrebbe fissato lo Shinigami con un sorrisetto ebete sul volto, attendendo che gli venisse fatto qualche complimento.
    La prova successiva era più difficile. Un bicchiere, forse spirituale, fluttuava nel nulla, di fronte ad entrambi. Come aveva testato prima, gli spettri non potevano toccare altri spettri, la sola anima non era in grado di ferirne un'altra, e la stessa cosa valeva per il bicchiere. Quando cercò di prenderlo, lo trapassò, sbuffando infastidito. Tentò di immaginarselo in mano, di immaginare il suo peso, sforzarsi di volerlo toccare, ma niente. Quella prova non era più una questione di volontà. L'estrema difficoltà spinse Karikitori (forse annoiato) a dargli un consiglio.

    Io sono chakra...

    Alzò la testa, guardandosi attorno come ordinatogli, per poi illuminarsi.

    ...Ah! Le anime! Sono chakra anche loro!!

    Rapido e istintivo, le raggiunse letteralmente volando verso di loro, posizionandosi di lato a quel fiume di grida e disperazione. Le fissò per un po', rendendosi conto di non aver forse avuto informazioni a sufficienza.

    Ey, un momento. Ok, le anime sono chakra. Quindi?? Devo farmi prestare un po' di energia, ma come? Insomma, pure te non è che sembri uno in grado di farlo, mi hai solo tagliato via l'anima, mica mi hai assorbito!

    Lo shinigami non sembrava volergli dare una risposta. Youkai sbuffò, concentrandosi sul quelle batterie vaganti. Dapprima buttò le mani nel fiume, agitandole, e come prima, trapassando le anime stesse. Infastidito, si concentrò, cercando di prendere una singola anima per assorbirla ed utilizzarne l'energia: come strinse la presa su una di esse, questa sembrò sbiadirsi, sparendo nel suo corpo.
    In quel momento Youkai sembrò andare in trance. Delle immagini apparvero nella sua mente. Una donna, molto anziana, lo salutava da un molo, in compagnia di un bambino. Una seconda immagine seguì la precedente, un mare in tempesta. E poi ancora, una gigantesca onda che lo avvolse.
    Si ritirò da quel fiume di anime, vagamente stordito. Erano forse suoi ricordi? No, non potevano esserlo. Era troppo giovane per poter avere una figlia di quell'età. Ed era chiaro cosa fosse l'ultima immagine che aveva visto. Assorbendo l'anima di quel presunto marinaio, era riuscito a vedere il momento della sua morte. Leggermente sconvolto, tornò da Karikitori, rinvigorito dal chakra ma scosso dal suo gesto. L'anima era sparita quando l'aveva assorbita, forse perchè troppo debole. Lo aveva fatto sparire? Gli aveva forse riservato un destino peggiore della morte stessa, tutto per poter avere energia sufficiente per prendere un bicchiere?
    Prese l'oggetto con facilità stavolta, pur ancora mezzo sconvolto da quell'evento. Aveva preso con troppa leggerezza il paragone tra le anime e l'energia, quelle immagini lo avevano riportato alla realtà: quelle erano persone, un tempo. Non riuscì a trattenere quella domanda.

    Dove... Dove finiscono le anime? E dove finiscono quelle che usate come chakra?

     
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