Le Porte dei Mondi

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    Fallimenti


    IX


    La sua capacità di raggiungere le anime non sembrava in grado di rintracciare quella del bambino accennatogli dal chuunin. Durante la sua ricerca frenetica, fu Karikitori ad interromperlo con un commento, facendo trasalire il rosso, che si coprì la bocca con una mano.

    ...No...

    Si osservò le mani, rivedendo tramite i suoi ricordi il suo animo annerirsi, così come quando aveva assorbito per errore l'anima di quel marinaio. Lui lo aveva fatto per errore, era stato in grado di rimediare rigettandolo, ma quello spettro? Lui lo aveva volontariamente assorbito, ed ora poteva essere troppo tardi per tentare in qualsiasi modo di recuperare l'animo di quel bambino. Le mani del genin iniziarono a tremare, stringendosi verso il suo petto, mentre copiose lacrime iniziavano a scendergli sulle guance. Trattenne a stento i singhiozzi, inginocchiandosi di fronte al corpo di Oda, colpevole. Non era stato veloce a sufficienza. Quale sarebbe stata la fine di un'anima assorbita? Poteva esserci un'aldilà per qualcosa che era già morto una volta? Poteva un'anima riposare in pace, se assorbita da un'altra entità?

    M-Mi dispiace... Non sono ancora... Abbastanza forte... Non meritava quella fine...

    Se le cose nella testa dello spirito fossero andate per il meglio, Oda si sarebbe ripreso con calma, trovandosi Youkai chinato di fronte a lui che piangeva la perdita di un'anima innocente, addossandosi le colpe della cosa. In caso contrario, il ritorno al suo corpo sarebbe stato più violento, ed il rosso, pur preso alla sprovvista, avrebbe ubbidito senza ripensamenti al suo ordine, spezzando una volta per tutte quell'anima a metà e cercando di assorbirla così come lui aveva fatto con quel bambino, sperando che la cosa bastasse per farla scomparire una volta per tutte.
    Terminato quell'incubo, in un modo o nell'altro, Youkai si sarebbe asciugato le lacrime, guardandosi attorno nel tentativo di riordinare i propri pensieri. Non riusciva a non addossarsi le responsabilità di tutte quelle morti. Era per lui che erano stati chiamati quegli scienziati ed Oda, tutto perché aveva dimenticato la sua abilità. Con sguardo vitreo, a meno di ordini differenti da parte del chuunin, sarebbe uscito dalla stanza con lui a seguito, per cercare Raizen e fare rapporto riguardo ogni cosa successa in quella stanza. Trovatosi faccia a faccia, ancora con gli occhi lucidi, avrebbe avuto parecchie difficoltà nell'iniziare il discorso. All'Hokage sarebbe bastato dare un'occhiata alla stanza per partire con un treno di domande, e sicuramente Oda, shinobi ben più esperto di quanto non fosse Youkai, avrebbe saputo descrivere tutta la situazione. Sarebbe comunque arrivato il turno del rosso prima o poi, costretto a rispondere alle domande e a raccontare la sua particolarissima esperienza nell'aldilà, dall'incontro con Karikitori, la donna Shinigami sua superiora, e il salvataggio da parte di quel demone bianco, tanto inquietante quanto familiare.
    Avrebbe parlato anche della battaglia con lo spettro, sorvolando però sul genjutsu subito. Avrebbe atteso la prima occasione per poter parlare da solo con Raizen. Ottenuta la sua attenzione in solitaria, avrebbe descritto la sua visione, esitando prima di porgli la sua domanda a riguardo.

    Vede, signor Raizen, mi domandavo... Come posso distinguere un genjutsu... Da un ricordo?

    La visione di quel momento era così lucida e familiare, il rosso era stato terribilmente scosso dalla cosa. La profonda paura di quelle mani che sembravano sbucare da ogni angolo, pronte a catturarlo, era troppo reale, aveva scosso il suo animo nel profondo. Si sa, i genjutsu possono essere temibili e terribilmente difficili da distinguere dalla realtà, ma potevano davvero causare un tale effetto anche una volta annullati? Quelle immagini sembravano ormai stampate nella sua mente, e per quanto fossero terrificanti, potevano davvero essere una delle poche cose a collegarlo con il suo passato.

     
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    Destino Rosso


    - ??? -




    La creatura aveva già levato l’arto, pronta a colpire in una dimensione in cui era l’unica ed incontrastata padrona quando Oda parlò di vendetta.

    Tu…
    Tu farai cosa?


    Quella dell’uomo non era esitazione, era vero e proprio stupore, quell’anima così vendicativa non aveva pochi anni sulle spalle, alla montagna dei kage mancava addirittura qualcuno dei volti noti, segno che i suoi tentativi e i suoi ricordi lo torturavano da almeno vent’anni.
    Non poteva attaccare, non in quel momento, non ora che il ragazzo aveva dimostrato di sapere e comprendere ma soprattutto non ora che aveva una reale e concreta possibilità.

    L’hai promesso.
    ...L’hai... promesso…


    In quel momento nulla oppose più resistenza allo Yamanaka, lo spirito indietreggiò, tornando alla normalità, fino a riprendere una faccia umana e timorosamente felice.
    Tutto cambiò mentre, pur non voltandosi, si allontanava da Oda, i sentimenti che lo legavano così ardentemente a quel luogo andavano affievolendosi e tutto ciò che rimase fu un piccolo camino, nella penombra, in cui sua moglie e la sua bambina lo aspettavano, davanti ad uno scoppiettante fuoco che ardeva delle profumatissime castagne.
    Si sedette li, e le abbracciò, in silenzio.
    Attorno a quei pochi metri quadri il nulla.
    Solo la felicità di quell’unico momento.
    Si ritrovò fuori, con Youkai in lacrime ed impotente di fronte alla sete di vendetta che aveva assimilato quella piccola anima.
    Al ritorno di Oda ai due non sarebbe rimasto che dirigersi all’esterno e andare a fare rapporto, ma fu la porta ad aprirsi da sola quando questi stavano per toccarla, alle sue spalle Raizen Ikigami trafelato.

    STATE BENE?!?

    Un tono di voce alterato, dovuto in parte ad una corsa a perdifiato probabilmente, sentite le ovvie risposte però si sarebbe accigliato.

    Mh.
    Ma ne siete sicuri?


    Chiese ad entrambi, evidentemente dubbioso delle risposte ricevute.

    Stringi i denti Oda, ci vuole qualcosa di potente.
    Ah, io ti do la spinta iniziale, ma probabilmente devi fare la tua parte, sembra roba tosta.


    Non sarebbe stato facile che per potente Raizen intendesse un montante poco sotto al diaframma, carico di chakra atto a ripristinare il flusso di chakra.
    Le ferite scomparirono, quantomeno quelle causate fino a quel momento dallo spirito, ma la stanchezza no, e tantomeno quelle ferite non causate dall’interazione col fantasma.
    A quel punto lo Yamanaka, probabilmente barcollante, dopo essere stato sostenuto se ne avesse avuto bisogno, avrebbe notato che i ricercatori non avevano il petto sfondato, ne la stanza era piena di sangue, ma forse avrebbe potuto notare che era sufficientemente piccola da poter essere dominata da un esperto di genjutsu.

    Qualsiasi cosa fosse non era facile da gestire.
    Ditemi cosa è successo.
    Poco dopo essermi allontanato sono scattati una miriade di allarmi che facevano sembrare le luminarie della via centrale un triste lampione kiriano.


    Annuì mentre gli veniva fatto rapporto.

    Tutto abbastanza veloce per pensare ad un illusione, non ci sono arrivati nemmeno loro.

    Il trattamento di Raizen venne riservato anche ai ricercatori che si risvegliarono con un urlo straziante ma assai singolare, sembrava infassi che venisse fatto al contrario, in tutti la reazione fu la stessa: palparsi freneticamente lo sterno alla ricerca di un foro che non c’era. L’ operazione gli era però costata un po' di energie, considerando che pure Youkai ne avrebbe avuto bisogno si sarebbe seduto dopo aver ultimato il giro.

    Accidenti, ci si era messo d’impegno!
    Chiunque cercasse doveva averlo deluso poco.
    Dopo aver attivato le illusioni sui ricercatori ha trasformato sia loro che la stanza in un medium, modificandone le apparenze.
    Buona trappola.
    È anche chiaro perché dovesse continuare a modificare i sigilli, di fatto nessuno era uscito dalla stanza e nemmeno lui poteva.


    Annuì, come se si complimentasse per l’inventiva.

    Prova a cercarlo tra gli archivi del villaggio o del tuo clan, potresti trovare qualcosa di interessante, pare ti abbia lasciato con diversi dubbi.
    Eventualmente aggiornami.
    Andiamo Youkai.


    Gli toccò la spalla con una mano, scuotendolo leggermente, lo spirito del bambino era l’unico a non essere tornato, per lui fu realmente la fine, ma non era facile sapere cosa questo comportasse.
    Ciò che era più importante al momento erano le lacrime del ragazzo, si sarebbe potuto dire tutto di Raizen, ma non che potesse rimanere impassibile davanti ad una scena così patetica, o almeno così amava definirla tra se e se.

    Non hai una manciata d’anni, ma è anche vero che per strada te ne sei perso parecchi.
    Li in mezzo ci stava sicuramente un concetto abbastanza importante.
    A volte alcune cose devono semplicemente accadere, non importa quanto si può essere forti o quanto di dovrebbe esserlo, non si può prevedere il futuro ne le sfide che questo ci metterà davanti, addossarsi le colpe non serve.
    Quantomeno, non in questo modo.
    Puoi però stringere i pugni e guardare avanti, acqua passata non tira mulino, dicono.
    Ma è anche vero che ci hai macinato del grano che ti terrà la pancia piena.
    Mangia quindi, e cresci, in nessun caso oggi avresti potuto salvare quello spirito, ma domani forse si.


    Pensò tra se e se che, vista l’assenza di dati certi avrebbe fatto un piacere a tutti se gli avesse scontato qualche anno dalla carta di identità.

    Quando un genjutsu è fatto bene potresti non distinguerlo mai.
    I genjutsu sono un arte finissima, non roba da ignoranti come i taijutsu e i ninjutsu.
    Però questo non esclude la presenza di errori, in quanto prodotto della mente altrui possono presentare carenze dovute ad elementi che il tuo avversario non ha tenuto in conto o che magari alterano la realtà in maniera troppo particolare.
    Ma ce ne sono di più stronzi, si ancorano ai tuoi ricordi, pescandoli da parti di cervello che nemmeno pensavi di avere e li modificano.
    Se erano traumatici è probabile che il tuo cervello già abbia messo delle toppe, un genjutsu a quel punto sarebbe indistinguibile perché non si sa dove inizia il trauma tuo e dove inizia quello dell’avversario!
    O se semplicemente questo ha risvegliato solo il trauma.


    Eppure mentre Raizen parlava, per quanto tentasse di analizzare i dettagli di quell’orrido ricordo si ricordava che diventavano sempre più sfumati, come un brutto sogno che perdeva i dettagli mano a mano che il cervello si svegliava, ne rimase solo il concetto: sua madre che veniva rapita e lui abbandonato chissà dove.

    Penso tu non debba dargli troppo peso però.
    Potrebbe essere di tutto, da un tuo trauma a qualcosa creata dal tuo avversario, all’unione di più ricordi che ti appartenevano.
    Potrebbero portarti fuori strada diciamo, a volte è comodo non essere nessuno.


    L’ultima frase gli venne fin troppo malinconica.
    Ma erano arrivati agli uffici e il baccano poteva coprire qualche sentimento di troppo.
    Aprì la porta del suo e fece entrare il piccolo shinobi.

    Per il resto mi serve qualche descrizione più dettagliata, e preferisco prendertela dalla testa.

    Gli fece cenno con un indice di avvicinarsi mettendogli una mano sulla testa con la semplicità con cui un uomo normale afferrava una noce di cocco.
    Appena porse la domanda sullo spirito che l’aveva alleggerito del peso necessario a farlo uscire dal regno dei morti le immagini si fecero chiare come sempre, senza filtri dovuti a descrizioni fallaci: poteva vedere e sentire ciò che Youkai stesso aveva sentito.
    Fece qualche passo indietro intanto che tutti i tratti del suo volto si allontanavano dalla bocca in un esplosione di stupore.
    Solo in quel momento realizzò il cambio di colore dei capelli.


    cazzo.


    Si abbandono ad una sedia, quasi crollandoci sopra, mantenendo la stessa espressione.

    Io… io non...

    Si stava evidentemente sforzando di mettere insieme più di un informazione ed al contempo rimettere al suo posto il senso di stupore.

    Incredibile.
    Temo… temo che tu possa essere un Uzumaki.
    Quello che ti ha liberato corrisponde alla descrizione di... oddio, sarebbe riduttivo definirla creatura o troppo definirla un dio.
    Diciamo l'amministratore dell'altro mondo, quello che si occupa delle cose realmente importanti.
    Gli Uzumaki sapevano come metterlo dalla loro parte in qualche modo.


    Tamburellava sul tavolo mentre continuava a riflettere.

    Ci credo che fosse difficile trovarti, evidentemente volevano nasconderti bene.
    Per dirla in modo schietto sei un potenziale che era meglio tenere segreto.
    Quando sei un pezzo unico una volta rotto sostituirti è impossibile.


    Stava ancora riflettendo su come fosse possibile che una simile informazione fosse stata nascosta, l’unica ragione è che non fosse mai nemmeno passata per gli archivi.

    Questo tuo lato probabilmente è stato celato da sempre.
    Non sei originario del villaggio.
    Qualcuno ti ha portato dall’esterno e ti ha protetto, successivamente addestrato.


    La sua espressione non prometteva nulla di buono.

    Abbiamo nuove informazioni, un inizio e una fine, riusciremmo a collegarle in qualche modo.

    Ciò di cui non parlò era tutta la parte riguardante il mondo degli spiriti, ma dopotutto al piccolo genin non importava, la possibilità che quello fosse l’ingresso alla dimora di Amesoko era affare unicamente suo.



    CITAZIONE
    Giocata conclusa!
    Buona per entrambi!
    Post conclusivo e poi dritta in timeline per gli stemmi!
     
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    L'Hokage arrivò prima che loro potessero uscire dalla stanza, prendendo Youkai di sprovvista che a stento trattenne un grido nel vederselo apparire all'improvviso. Dopo che i due shinobi spiegarono velocemente la situazione, Raizen si mostrò dubbioso alle loro parole, confondendo non poco il ragazzino. Possibile che all'Hokage interessasse così poco degli scienziati per avere una reazione così neutrale alla vista di quella stanza colma di cadaveri? Il violento colpo ad Oda lo fese sussultare, arretrò di qualche passo ancora confuso, mentre pian piano iniziava a realizzare, grazie alle sue parole, cosa stava realmente accadendo: tutto ciò che avevano visto fino a quel momento era solamente un genjutsu. Toccò anche a lui il turno di liberare la mente da quell'inganno, aiutato da un pugno che gli tolse il respiro da parte del Colosso stesso. Piegato in due, senza fiato, si strinse l'addome riprendendo a respirare, mentre attorno a sé la stanza e gli scienziati tornavano così com'erano in origine.

    Gh... Grazie signor Raizen... Coff

    Dopo una breve chiacchierata col chuunin, accortosi dell condizioni del rosso, Raizen lo portò con se, preparandosi a fare un discorso sugli incidenti che potevano capitare durante la loro carriera di shinobi. Risvegliati dal genjutsu infatti, un'unica presenza non aveva fatto ritorno: quella del bambino che avrebbero dovuto salvare. Un nodo alla gola gli impedì di rispondere, limitandosi a fissare il pavimento con labbra tremanti. Non poteva farci niente, nelle sue condizioni non sarebbe mai riuscito a salvarlo. La consapevolezza della propria impotenza non riuscì a consolarlo. Altre lacrime gli bagnarono il viso, che coprì con un braccio quasi provasse vergogna per se stesso. Doveva accettare le sue debolezze, sapendo che avrebbe rischiato di mietere altre vittime per colpa della sua incompetenza?

    Non... Non ci riesco. Gli sfuggì un singhiozzo, proseguendo il suo dubbio con voce tremante: Lo avrei potuto salvare. S-Se non avessi esitato... Mi dispiace. Non riesco ad alleggerirmi da questo peso. Forse lei ha ragione, forse davvero non potevo fare nulla... Ma non voglio più che questo accada.

    Più che una promessa, era un rimprovero a se stesso. Per quanto non sapesse nulla di quel bambino, di quello spirito già passato una volta a miglior vita, si sentiva come se avesse perso una persona importante. Non voleva percepire nuovamente quel dolore, quello di una perdita.
    Il successivo discorso non aiutò ad alleggerire molto il suo stato d'animo. C'era un 50/50 di possibilità che il genjutsu fosse tutta un'invenzione del nemico atta a traumatizzarlo, oppure un vero e proprio ricordo, risvegliato da quell'attacco mentale. Non sembrava tuttavia ci fosse un modo certo per saperlo. Si mordicchiò un labbro, rimuginandoci sopra più volte, anche se più si sforzava di ricordare, più i dettagli sembravano svanire, lasciandogli come ricordi solamente un paio di immagini, forse quelle che lo avevano impressionato di più: la madre strappatagli brutalmente via, e quel senso di solitudine ed isolamento dato da quell'abbandono forzato. Un brivido lo scosse. Non poteva sapere con certezza se fosse reale o meno, era inutile fasciarsi la testa su delle supposizioni.
    Arrivati all'ufficio, il ragazzetto si guardò attorno vagamente confuso, non del tutto convinto del motivo per cui era stato portato fin lì. Ancora meno chiaro gli fu il motivo della presa alla testa da parte di Raizen, la sua enorme mano gli aveva circondato la testa, e l'unica cosa che riusciva a percepire era una leggera stretta ed un flusso di energia che fluiva da lui all'Hokage. La cosa non lo indeboliva nè lo privava di alcun ricordo o pensiero, perciò si sforzò di rilassarsi, lasciando che egli proseguisse con il suo interrogatorio mentale. Lo stupore dell'uomo venne accompagnato da una discreta confusione da parte del rosso, che iniziò a toccarsi la testa, come se la cosa potesse dargli una risposta. Ma, finalmente, Raizen prese a parlare, e la confusione di Youkai si trasformò in una smorfia sorpresa e vagamente eccitata.

    U-Uzumaki!? Borbottò quel cognome senza trattenere un sorriso, visibilmente entusiasta della cosa. La solitudine provata fino a quel momento sembrò svanire nel nulla. Era una notizia incredibile Faceva parte di un clan! Aveva un collegamento certo con qualcuno! Quella scoperta avrebbe facilitato tantissimo le ricerche sul suo passato e la sua persona, e forse, finalmente, riavvicinato ai suoi conoscenti!
    Il suo entusiasmo esplosivo era però in netto contrasto con la reazione dell'Hokage. Al suo accenno di "pezzo unico", il sorriso del ragazzino sembrò spegnersi, mentre un tremendo dubbio lo assalì.

    Io non... Sussurrò appena, incapace di ammettere ciò che temeva. Ma Raizen lo fece al posto suo. Non era konohaniano d'origini. Qualcuno doveva averlo portato lì. Dopo averlo strappato dal suo paese natale. E, all'improvviso, ad entrambi fu chiaro il ricordo risvegliato dal genjutsu. Si coprì la bocca con una mano, stringendo l'altra al petto. Perchè lo avevano portato lì? Era forse un orfano di guerra, e Konoha lo aveva accolto tra le sue mura, approfittando poi dei suoi poteri unici per usarlo come shinobi d'elite? Forse, ma allora perchè ricordava ancora chiaramente la madre, portatagli via da sotto al naso? Dovevano essere stati gli stessi uomini che lo avevano portato in quel villaggio a portargliela via. E ciò significava che il paese dove era stato cresciuto, dove si era risvegliato e dove era stato accudito, era in realtà lo stesso paese che lo aveva rapito da bambino.
    Non poteva esserne certo, ma con quei dati alla mano le possibilità non variavano di molto. La cosa non lo portò a odiare Konoha, tantomeno i suoi abitanti. Il tutto era ancora una teoria, e se anche si fosse rivelata corretta, non poteva certo sfogarsi con gli attuali konohaniani. Difficilmente loro avevano colpe riguardo eventi di almeno quindici anni prima. Quel ragionamento lo aiutò ad allentare la tensione, unito ad un profondo sospiro. Alzò gli occhi per rivolgere la parola all'Hokage.

    La ringrazio per i suoi sforzi, signor Raizen. Significano molto per me. Sono contento di aver scoperto qualcosa di più su me stesso. Purtroppo non ho più altre informazioni a riguardo. Se permette... vorrei tornare a casa, adesso.

    Era stata una giornata lunga, per tutti. Youkai aveva bisogno di un lungo riposo. A prescindere da tutto, avevano fatto importanti scoperte sul suo passato, forse si sarebbe potuto avvicinare alla verità prima di quanto credesse. C'era da domandarsi se fosse pronto ad accettarla.
    Sarebbe tornato a casa, con tutta l'intenzione di buttarsi a letto e riposare. Ancora inconsapevole del suo nuovo colorito di capelli, se ne sarebbe accorto solamente passando di fianco allo specchio, lanciando un grido sorpreso e perdendo una decina di minuti buoni a toccarsi la testa, incredulo da quel cambio improvviso.



    Edited by Waket - 9/12/2018, 18:10
     
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    Sconfitta


    - ??? -




    Raizen, per una volta ogni tanto Hokage, avrebbe guardato Youkai con una smorfia strana, ci si poteva leggere un po' tutto e un po' niente, non che si stesse sforzando di essere criptico, per lui non era semplicemente facile reagire davanti ad un uomo che piangeva.
    Un uomo di quell’età soprattutto.

    Nessuno lo vuole.
    Non so di preciso cosa sia successo, ma so cosa sta succedendo a te.


    Si sedette davanti a lui.

    Sono stato un po' sciocco in realtà, ti ho detto di non pensarci quasi come se fosse un ordine esseguibile. Ovviamente non si può fare.
    Però una risposta puoi cercala, ma devi anche porti le giuste domande.
    Potevo salvarlo?
    Come?
    Onestamente non penso che “devo essere un po' più veloce” sia la risposta migliore.
    Puoi essere forte e veloce quanto vuoi, gli errori peggiori si fanno con la testa.
    Per questo dico che non hai colpe, la mancanza di esperienza non può esserlo, non se non sai cosa ti aspetta o non si tratta di un errore di valutazione, non puoi definirlo un errore.
    Ma capisco che trovare un qualsiasi colpevole, anche se sei tu stesso è più semplice che ammettere che anche un bambino senza alcuna colpa può morire.
    È probabile che dovrai soffrire ancora prima di poter ottenere la forza che desideri ora, ma la sofferenza è l’unica strada.
    Ma c’è più di un modo per sfruttarla, esercitare gli occhi rientra tra quelli stupidi.


    Abbozzò un sorriso prima che il discorso andasse avanti.

    Certo, vai pure.
    Non stare da solo se puoi, trova qualcosa da abbracciare.
    E non rimuginarci troppo, nessuno è unico, neanche quando si porta dentro un demone, qualcuno c'è sempre, anche se magari non ti somiglia.


    Chiusa la porta alle spalle di Youkai si sarebbe diretto a casa, infilandosi in un pigiama per poi godersi la compagnia della musica, di una tiepida luce e del ribollire del brodo per il ramen.
     
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    Patto con il Demonio


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    Lo spirito mi mostrò un volto diverso dalla rabbia, stupore. Mi stupii a mia volta, come poteva un'entità sovrannaturale stupirsi? Cosa c'era di più pazzesco di ritrovarsi non-viventi?
    Lo spirito indietreggiò, suggellando il giuramento con poche parole. Ferito, dolorante, aveva perso la propria strada e si era abbandonato totalmente alla sete di vendetta. L'amore per la propria famiglia non era un sentimento rinvigorente, ma veleno per l'anima.

    Ora che aveva trovato un compagno, e aveva capito di non essere più in guerra con il mondo, aveva deciso di calmarsi un po' e rinchiudersi nel proprio centimetro. Quella piccolissima parte che ci definisce interamente e per cui vale la pena combattere, sempre.
    Capivo che quell'anima non era uno spirito maligno, ma solo uno spirito sofferente. Capivo il suo dolore, solo i Kami sanno cosa ne sarebbe stato di me se i miei cari fossero morti per colpa mia.
    Lo so.

    Quindi abbandonai quel mondo, non meritavo quel calore, non mentre mio fratello si trovava ancora tra le grinfie di Shiro. Ritornato nel mio corpo, Yokai era visibilmente scosso.
    Cosa è successo?
    Intanto lo spirito si traformava in una nebbiolina nera, rientrando dentro il libro. Quest'ultimo si chiuse con forza, ritornando il solito libraccio consunto e con le pagine ingiallite e piene di orecchie, ma non so come dirvelo... sembrava sazio, per quanto mancasse di una bocca o di uno stomaco.
    Immaginavo... era un bravo bambino, sai?
    Sorrisi, debolmente alzandomi ed avvicinandomi alla porta.
    Molto bravo con i Kunai.
    Spalancai la porta, trovandomi di fronte un Raizen visibilmente agitato.
    Si, purtroppo c'è stata una contaminazione. Durante l'esperimento uno spirito maligno ha preso il controllo del corpo di Yokai ed ha fatto a pezzi gli scienziati... mi dispiace. Per ora è rinchiuso nel libro.
    La reazione di Raizen mi sorprese, l'Hokage era un tipo duro, ma mi pareva troppo anche per lui il non rendersi conto dello scempio di sangue e frattaglie in cui ci trovavamo.
    Certo che sono sicuro, aspetta che stai dicendOUGH!
    Polmoni completamente svuotati, flusso di chakra completamente sconvolto. La tecnica del Rilascio, rilasciai altro chakra nel mio sistema istintivamente, seguendo il suggerimento dell'Hokage.
    Quando ripresi a respirare, fu quando ricominciai a vedere il mondo per quello che era, gli scienziati erano come pietrificati, completamente irrigiditi in pose innaturali.
    Le illusioni sono il potere degli spettri, mh...
    Mi aveva proprio fregato, aiutai Raizen ad utilizzare il Rilascio sugli scienziati, per poter fare prima.
    Quando Yokai ha abbanonato il suo corpo per fare un viaggietto dall'altra parte uno spirito maligno si è presentato qui. Ha utilizzato una sorta di Capovolgimento Spirituale. Era lo spirito di uno Yamanaka, morto da diversi anni. La famiglia fu uccisa da una creatura sovrannaturale, una parecchio pericolosa. Il rancore lo ha legato al mondo terreno, tipico... Beh, sono riuscito a convincerlo ad entrare dentro il libro, a patto di aiutarlo
    Evitai di parlare del grande essere dormiente, per quanto fossi invasato, anche io sapevo che non ci voleva molto a passare da pazzo.
    Quando Sho tornerà, seguirò il tuo consiglio. Fino ad allora, i morti possono aspettare.
    Soprattutto considerando che molte delle mie conoscenze si erano rivelate false, ancora non mi sembrava vero che un capolavoro come "Ikiryo e dove trovarli" fosse in realtà una farsa. Dovevo tornare a studiare, a quanto pareva.
    Andate pure, finisco di dare una mano qui!
    Quindi li avrei lasciati andare.
     
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