I fili del Destino e della Vendetta

Paese delle Sorgenti Termali

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  1. Yato Senju
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    Ame Anatomy



    Rehab

    Il ritorno nella tetra e piovosa città che era sede della malavita organizzata di Ame non fu scevro da ostacoli e difficoltà, prima tra tutte il nascondere la presenza di una donna che tecnicamente doveva essere ancora prigioniera a Oto. Fortunatamente la Locanda, Janki e gli altri membri del suo entourage erano più che adatti allo scopo, riuscendo anche a procurarsi qualche medico di Ame con conoscenze sufficienti almeno per un trattamento di base. Certo, erano perlopiù vagabondi e nukenin con qualche infarinatura delle arti mediche (non era il caso di andare a coinvolgere i Cuori e la loro rete, accumulando favori da rendere) o civili con debiti di gioco o qualche altro scheletro nell'armadio che potevano fornire supporto ma non tecniche che comprendessero il chakra e le sue applicazioni. Tutto sommato la riabilitazione di Juana (che si sarebbe rifiutata di mostrare il suo aspetto a Shiltar in qualunque occasione, aprendosi solo ai curanti e a Tendora, con cui strinse un discreto rapporto fatto anche di confidenze e previsioni del futuro/consigli in campo amoroso) sarebbe stata lenta ma costante, durando quasi un anno in cui mantenne un bassissimo profilo...almeno fino a quando, nel terzo mese dell'anno successivo, la situazione non raggiunse un livello di stagnazione: per concludere servivano le conoscenze chirurgiche e le capacità di controllo del chakra di un ninja medico addestrato in grazia di dio, che avesse esperienza ospedaliera.

    Questo implicava dover ricorrere ai Cuori, coi quali tuttavia il Risorto non ancora Asso ufficiale non aveva alcun rapporto, o chiedere a qualche ninja medico di sua conoscenza. Intanto al massimo la situazione poteva rimanere stazionaria.


    Rinascita di una Veggente

    Mi ero finalmente liberato di quella palla al piede di Densen, mandato via dal Sensei, che tuttavia aveva chiesto a me di attendere ancora un poco. Non che il Ramingo non si fosse dimostrato utile, ma era ancora lontano dall'essere considerato una risorsa valida e, soprattutto, non vedevo nell'immediato futuro una sua utilità ai fini della Missione, se non per quella sua strana creatura che manipolava le anime, se avesse appreso come controllarla meglio. Non sapevo cosa volesse il Sensei, forse fornirmi istruzioni per una missione successiva o magari aggiungere qualche dettaglio su ciò che era accaduto, ma scoprii ben presto che non si trattava di nulla del genere. Mi limitai ad annuire. Naturalmente, Sensei. Sapeva della Missione, ma non ne pregiudicava la riuscita, per il momento. Io lo sapevo e lui lo sapeva e, forse, era questo a tenerci in qualche modo legati. Sapevamo entrambi che nel momento in cui l'altro fosse stato un ostacolo sarebbe diventato necessario abbatterlo...per quanto al momento la morte sarebbe sicuramente stata unidirezionale, visto il dislivello di forze.

    Cure mediche? Il fatto che avesse dovuto ricorrere a me implicava che realmente voleva tenere la faccenda segreta o con le sue risorse non sarebbe stato difficile procurarsi qualcuno di maggiore abilità o esperienza...forse questa donna era un suo punto debole? Inevitabile non pensare che sarebbe potuta essermi utile in futuro, nell'improbabile (speravo) necessità di uno scontro col Mercenario, ma lui sicuramente sapeva che lo avrei pensato. E sapeva che allo stato attuale ero la sua risorsa più valida. Non sono molto esperto né uno specialista, ma ho accumulato una discreta esperienza. Se non altro, guardare di cosa si tratta non farà male a nessuno e sono sufficientemente abile da capire cosa è al di sopra delle mie potenzialità. Ammisi, senza perdermi in domande stupide e inconcludenti come "chi è quella donna" o "perchè vuoi tenere la cosa nascosta?". Se avesse voluto me lo avrebbe detto direttamente, quindi era inutile insistere o mostrare eccessivo interesse: se quella faccenda poteva avere una qualche utilità per la Missione in un modo o nell'altro lo avrei scoperto, prima o poi.

    Nascosi meglio il coprifronte, che non avevo ancora reindossato dopo essere tornato dalla breve missione con Densen, e sfruttai la manipolazione del legno per modificare leggermente i miei lineamenti, lasciando emergere piccole quantità di legno sulla fronte, nemmeno avessi delle corna e dei barbigli sul mento...al crescere delle mie doti forse avrei appreso come modificare realmente il volto che mostravo in pubblico, ma già questa deformità volontaria mi era sufficiente. Possiamo andare. La donna che necessitava di cure mediche era poco distante, tenuta al sicuro nella stessa locanda in cui ci trovavamo, con i più fedeli servitori del Sensei, segno che la sua importanza andava anche oltre i miei iniziali sospetti. La porta si aprì, rivelando una donna di bell'aspetto che attendeva, seduta su una sedia e intenta a mescolare delle carte. Apparentemente non sembrava avere deformità o problemi immediati, quindi forse la sua era una malattia degli organi interni o magari un tumore, ma quando si voltò per alzarsi notai una lieve incertezza, forse dovuta alla debolezza muscolare o magari a qualche ferita guarita male. Avrei avuto bisogno di tempo per visitarla.

    Benvenuti. Vi aspettavo...vi ho scorti nel futuro della cara Tendora. Il mio nome è Juana, del clan Shura. Io sono Bokushin (il Fauno). Sono qui per vedere cosa può essere guarito e cosa no. Il Sensei mi avrebbe introdotto come un medico di sua fiducia, immaginavo, ma ci avrebbe presto lasciati da soli. Sei una chiromante? Chiesi osservando le carte e rammentando il suo commento sul futuro...al quale lei risposte enigmatica. Vuoi forse che io legga il tuo? Per un secondo mi ritrovai a pensare seriamente alla proposta, salvo poi fare un cenno di diniego. Ho già avuto a che fare con una veggente. Non intendo rischiare che più predizioni si sommino incarcerandomi a un futuro non scritto. Ritengo che siano le mie azioni a essere significative, e soprattutto libere. Sempre che il tuo potere sia reale. Mi sarei avvicinato, forse un po' minaccioso. Inoltre in questo preciso momento sono io a determinare il tuo futuro, non viceversa. Scorsi l'ombra della preoccupazione nel suo sguardo...possibile che non potesse conoscere il suo stesso avvenire? In ogni caso la avevo intimorita quanto bastava per avere la sua collaborazione. Indicai il letto. Stenditi. Devo visitarti.

    [...]

    Era stato molto più difficile di quanto non potessi aspettarmi. La donna aveva camuffato le sue reali condizioni con la Henge no Jutsu, ma per visitarla dovette dissolverla, mostrandomi un corpo che francamente sembrava troppo danneggiato per poterle anche solo permettersi di muoversi. Le ossa delle gambe e le costole erano state fratturate più volte e poi fatte guarire con mezzi di fortuna. Innumerevoli bruciature costellavano la pelle un tempo giovane ed elastica, e in alcuni punti delle infezioni avevano reso il tessuto rigido e deforme. Il viso non era stato da meglio, con un naso rotto e uno zigomo asimmetrico dopo innumerevoli pestaggi, così come un'occhio che divergeva, strabico, dopo un danno muscolare. Diversi denti mancavano e una bruciatura decorava anche l'interno della guancia sinistra. A giudicare dal resto della visita, poi, anche gli organi interni avevano i loro guai con del liquido nella pleura di destra sicuramente formatosi dopo una perforazione dovuta a una costola rotta, con successiva infezione mai curata esattamente. La donna respirava con molta fatica. Molti dei problemi erano stati trattai alla meglio e si erano stabilizzati, tanto che Juana non era in pericolo di vita e mangiando sicuramente aveva recuperato le forze e debellato le varie infezioni, ma restava un catorcio. Meglio non riferire ciò che restava delle sue parti intime o dei seni dopo anni di abusi da parte dei prigionieri negli Inferi di Oto.

    Alcune cose vanno oltre le mie possibilità attuali. Ma posso farti stare meglio. Ci vorrà del tempo, e diversi interventi con materiali adatti. In ospedale probabilmente ci sarebbero migliori risorse, ma credo che il Mercenario possa organizzare una sala operatoria decente. Finii per passare ad Ame parecchi giorni, e tornarci più volte nei mesi successivi, a volte chiedendo delle licenze, a volte di ritorno da missioni. Non nascosi particolarmente i miei spostamenti: non ne avevo motivo, e se interrogato riferii che stavo trattando una paziente per conto di un mercenario di Suna conosciuto in missione. Mentire non era necessario, semplicemente avrei omesso alcuni dettagli. Mi esponevo a un certo rischio ma il Sensei ne era certo consapevole e mi avrebbe ripagato per il disturbo.

    Cominciai con il fratturare le braccia e le gambe della donna chirurgicamente per permettere una guarigione migliore, usando anche alcune protesi come avevo appreso in ospedale: farle ricrescere dal nulla mi era impossibile, ma curare una frattura con chakra e adeguati strumenti era semplice, specie se anche il paziente sapeva usare il chakra. Avrei lasciato indicazioni a Tendora su come proseguire la riabilitazione in mia assenza, e Juana sembrava molto motivata per riprendersi...mentre evitai i contatti con Janki perché, a dirla tutta, mi turbava parlare con un furetto psicotico. Per i denti confezionai delle protesi, ma quella era la parte più facile, mentre dei semplici innesti di cute presa dalle gambe e poi aiutata nella guarigione con il chakra avrebbero rigenerato quasi tutte le aree di cute bruciata e cicatrizzata con infezione. Certo, alcuni segni sarebbero rimasti, ma nemmeno a paragone con ciò che era prima, e lo stesso poteva dirsi per lo zigomo, che dovetti risistemare alla meglio...purtroppo non ero abbastanza esperto per una ricostruzione così minuziosa. Probabilmente non riuscirai a muovere adeguatamente la metà destra del viso. Avrei spiegato a Juana. Il nervo era irrecuperabile e così molti muscoli, ma almeno è di nuovo simmetrico, e non dovresti avere ostacoli nel parlare o mangiare. Lo strabismo potei correggerlo solo in parte, ma per un genin era comunque un ottimo risultato.

    [Prima della Partenza]

    Tra una cosa e l'altra erano passati mesi, con numerosi interventi, qualcuno andato bene, qualcuno andato peggio, ma nel complesso la donna era tornata in condizioni più che soddisfacenti e, soprattutto, poteva nuovamente muovere le braccia e le gambe come preferiva e aveva una pelle e un viso decenti. Avrebbe facilmente recuperato anche le sue arti ninja, se ci si fosse impegnata (impossibile sperare di spacciarmela come una civile, tanto che nessuno tentò di propinarmi quella sciocchezza). Avevo appreso alcune cose da lei in quei mesi, come il fatto che era avversa all'Accademia con toni che potei facilmente ricondurre al Villaggio della Zanna con cui avevo avuto a che fare ai tempi della Colonna Evanescente, e scoprii anche che lei aveva fatto delle predizioni importanti al Sensei e ad altri nella Locanda...e soprattutto scoprii che voleva tornare normale per ricongiungersi con suo fratello, un ninja di alto rango.

    Sensei. La guarigione di Juana è quasi completa...allo stato attuale delle mie capacità non posso fare di meglio, ma lei pare soddisfatta. E' pronta a ciò che hai in mente per lei. Ero solo con lui nel suo ufficio, e ritrassi il legno tornando al mio normale aspetto. Sicuramente una volta tornata alla Zanna potranno concludere la sua guarigione. Il suo valore come merce di scambio è intatto. Con poche parole avevo chiaramente detto al Sensei che ero a conoscenza del suo piano, perlomeno per sommi capi. Mi hai contattato perché io continui a supportarla fino allo scambio, e hai ragione: ne ha ancora bisogno. Tuttavia ho una richiesta: se possibile vorrei sfruttare le informazioni che otterrò sulla Zanna per supportare il mio rango all'interno dell'Accademia e di Konoha. In sostanza, vorrei partecipare e riservarmi di fare rapporto...ovviamente tacendo ogni il tuo coinvolgimento, se lo desideri. Inutile dire che la questione di Ame e della Locanda e tutto ciò che era sospetto o critico sarebbe sparito dal rapporto. Solo le informazioni che potevano avvantaggiare Konoha contro la Zanna sarebbero state riferite, e solo se ne avessi ottenute. Stava a lui valutare se acconsentire alla mia richiesta o meno, ovviamente.

    [...]

    Boss, i tuoi capelli sono spettacolari. Un giorno o l'altro dovrai dirmi che shampoo usi! Mentre Yato e Juana si preparavano per la partenza, il riemergente leader delle Picche si era recato dal suo più efficace luogotenente, Miroku, e dal suo compagno di vita, un massiccio uomo effeminato di nome Ananta, che vantava ascendenze più che particolari essendo il figlio di uno degli Immortali di Hayate. Nel corso di quei mesi dopo la sottomissione a Feng Gu aveva passato diverso tempo nascosto, prima di cominciare lentamente ad adattarsi e prendere maggiore confidenza con tutti, anche con il suo nuovo protettore. Se non altro la sua particolare capacità mnemonica (gli bastava leggere due volte un testo o un elenco di numeri per ricordarlo al 90% senza errori, e se lo leggeva più volte la riproduzione era perfetta) era tornata molto utile per aiutare Miroku nella gestione della contabilità del Seme ora che gli affari stavano tornando affini. Ananta, ti ho già detto che non dovresti rivolgerti così al Leader. Sarebbe intervenuto il nukenin vestito come un monaco, con un accenno di irritazione nella voce.

    Imbronciato dopo il rimprovero, Ananta si trovò a tremare ed essere spaventato non appena il Risorto menzionò il padre con cui aveva troncato ogni rapporto. Io...sai che non posso parlare liberamente di lui, Boss! Il trauma era ancora presente, appena sotto la superficie e un'ombra di preoccupazione passò anche sul volto do Miroku. Qui non ti chiede dirette informazioni su di lui. Disse, pur cauto. Non credo ci siano problemi. Ananta deglutì, incerto, prima di raccontare qualcosa. Non so cosa sia l'Abisso della Bestia. L'unica volta che menzionò un Abisso stava parlando di una persona, Gaira dell'Abisso, ma non so in che contesto lo avesse nominato. Sospirò. Mi accennò qualcosa su una spada che voleva prendere per regolare un vecchio conto, ma non so se fosse nera, e poi in effetti una volta tornò con delle ustioni, rimproverandomi per non aver ancora risvegliato il potere di mia madre. Rabbrividì. Così...disse...così avrei potuto far ragionare quella bestia paranoica...poi mi colpì, ma non spiegò altro. Informazioni decisamente frammentarie, da vedere quanto potevano essere utili o collegabili.

    [Nel Paese delle Sorgenti Termali]


    La mia stanza non era molto spaziosa ma aveva due soli possibili ingressi ed era facilmente difendibile in caso di attacchi improvvisi. Juana era tra la mia stanza e quella del Sensei, con una semplice porta in carta di riso che avrebbe reso facile soccorrerla se ci fossero stati problemi, anche se questo riduceva la nostra privacy. I dolori del post-operatorio erano passati quasi del tutto ma di notte e durante il riposo spesso tornavano a farsi sentire, quindi non di rado dovevo somministrare dei sedativi alla donna, ma le sue condizioni erano in netto miglioramento e anche il suo viso aveva ripreso una parvenza di normalità, quasi uguale a quello originale, a patto che applicasse un po' di trucco.

    Sapevo che il Sensei era andato a lasciare il suo segnale su un qualche genere di tronco bruciato, e a quanto ne sapevo, quando andò a controllare nei giorni successivi non trovò nulla, nemmeno allo scadere delle ore indicategli anni prima da Jaime Shura. Era forse passato troppo tempo? Pur aspettando non avrebbe incontrato nessuno sotto il tronco scelto, e quando infine si fosse arreso, tornando al nostro albergo, avrebbe tuttavia trovato una sorpresa inaspettata: alla reception la proprietaria lo avrebbe informato che il suo amico era arrivato, e che lo aspettava nella sala del the, accanto a quella della colazione. Inutile specificare che non si trattava di me.

    La stanza era aperta al pubblico, ma tutti si tenevano alla larga, perché una persona dall'aria truce, persino più alta del Risorto di una manciata di centimetri, e se possibile altrettanto massiccia, con folti capelli rossi e un volto che non ispirava certo tranquillità e sicurezza, anche se sembrava intento a bere placidamente del the verde e fumare. Non avrebbe fatto una piega nel vedere entrare il ninja, almeno fino a quando questi non si fosse accomodato.


    Quindi hai la sorella di Jaime. Queste le sue prime parole, indipendentemente da qualunque cosa avesse detto il suo interlocutore, continuando a fumare e bere come se nulla fosse. Lui non verrà. Ho intercettato il messaggio. Quindi avrebbe soffiato del fumo direttamente in faccia a Feng Gu, in un chiaro atto di provocazione. E per quanto mi riguarda, lui non lo avrà mai.

    Sono Yamato Ho. Yonga.


    Altra sbuffata di fumo, in circoli, proprio sul viso dell'altro.

    E francamente non mi interessa chi sei tu. Sparisci e non tornare.
     
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12 replies since 8/12/2017, 21:25   333 views
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