I fili del Destino e della Vendetta

Paese delle Sorgenti Termali

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  1. Yato Senju
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    Lo Yonga avrebbe ascoltato con attenzione la lunga ammissione del suo interlocutore, continuando a fumare lentamente, senza dare particolari segni di impazienza. Unito al suo aspetto severo e massiccio, certamente sarebbe stato un buon giocatore con le carte. Soffiò ancora una volta ciò che aveva inalato, stavolta in tanti piccoli cerchi verso l'alto, mentre piegava appena le labbra in un sorriso sornione. Ah, prepararsi un erede qualora le cose andassero male. Sensato, è la stessa cosa che abbiamo fatto noi, come hai appunto detto. E ovviamente scegliere come erede qualcuno che vivrà meno di trent'anni, e lo stesso vale per tutti i suoi futuri discendenti è una strategia vincente per i tuoi propositi. Specie contro un sedicente immortale. Non commentò oltre, ma era chiaro che fosse stato lo Yonga a segnare quel punto, smantellando la tesi del Mercenario, nei confronti del quale la sua fiducia non era certo aumentata, ma nemmeno era indispettito: semplicemente manteneva la sua posizione di cauto distacco. Non commentò le risposte alle sue precedenti considerazioni, soprattutto quella su come Hayate fosse vivo, anche se ancora un bambino, ai tempi del massacro, né su Michi, dato che comunque non aveva alcun motivo di controbattere. Non disse nulla, in effetti, per diverso tempo, limitandosi, sempre con quel sorriso enigmatico, a indicare la porta. Aveva chiesto di vedere Juana. Non un comizio.

    [...]

    Juana era nella sua stanza, seduta a terra, vicino al tavolino centrale, che contemplava i pochi oggetti in suo possesso: una spazzola, un foulard, alcuni fermagli, un piccolo specchio tascabile, di quelli richiudibili, che non aveva ancora avuto il coraggio di aprire per osservarsi o provare a truccarsi (la locandiera le aveva fornito tutto il necessario, ovviamente. E anche Ananta, che sembrava ferrato in materia). Quando la porta si aprì si voltò a osservare il Risorto. Avevo sentito dei rumori nella stanza accanto, ma penso che il medico si stia allenando. E' stato bravo, non potevo chiedere di più in quella situazione, ma ho percepito che come shinobi è meno esperto di quanto non voglia far credere. Poi un breve istante di silenzio, prima della domanda, un pò frenata dall'emozione e dall'aspettativa. Come è andata? Non sapeva come Feng Gu avrebbe contattato la Zanna, ma era evidente che quel giorno era uscito con quello scopo, e lei lo sapeva. Alla risposta spalancò gli occhi, portando una mano alle labbra. Yamato... Gli occhi che avevano visto fin troppo si inumidirono nel sentire quel nome. Gli avevo predetto che sarebbe diventato la quarta zanna senza versare una sola goccia di sangue del suo avversario. Non...non pensavo avrei più sentito quel nome. Chiuse gli occhi, mentre una lacrima scivolava lungo il volto, un volto che era diventato inevitabilmente diverso, alieno per lei. Non era lo stesso volto con cui era cresciuta, ma quantomeno ci si avvicinava un poco. Un secondo per ricomporsi, poi si sarebbe alzata, chinandosi verso il Mercenario. Perdonami se non ho controllato le mie emozioni. Andiamo. Sono pronta.

    [...]

    Setting-for-a-Japanese-tea-ceremony



    Lo Yonga sedeva là, dove era stato lasciato, con una tazza fumante contenente una bevanda dal forte aroma di erbe, anche se una nota pungente indicava che quasi certamente era stata corretta con una qualche forma di alcoolico. Quando i due entrarono nella stanza non fece una piega, continuando a bere. Juana si avvicinò, sedendo sulle ginocchia, con le mani congiunte in grembo che ogni tanto tremavano appena come unico segnale che tradiva la sua inquietudine. L'uomo le dedicò un'occhiata appena svogliata, continuando a bere. Rimasero due minuti buoni in quella posizione, senza che nella sala si udisse un singolo suono che non fosse il sorseggiare del massiccio ninja dai capelli rossi e con la pelle scura. Fu lui a spezzare il silenzio, dopo poco, poggiando la tazza. La faccia è diversa. Francamente ho visto truffatori impegnarsi molto di più, Kaguya in cerca di Vendetta. Ora...come pensi di ripagarmi per il tempo che mi hai fatto perdere? Terrai la vita se saprai farmi divertire, ma uno o due arti me li porto dietro di certo. La schiettezza con cui stava liquidando la faccenda era venata da un certo senso di delusione, ma quella più colpita sarebbe stata Juana, le cui mani avrebbero stretto con forza l'orlo dell'abito che indossava. Prima ancora che Feng Gu potesse giustificarsi, sarebbe stata lei a prendere la parola. Il mio vero volto è perduto. Avrebbe detto a labbra strette, tese dall'ira e, in una certa misura, da una profonda tristezza. Non tornerà più. Ciò che ho vissuto mi ha segnata profondamente, Yonga della Zanna. Solo grazie a quest'uomo ora se non altro ho una faccia, anche se non è la stessa che tu conoscevi. Ma non osare nemmeno per un secondo pensare di liquidarmi così senza nemmeno avermi parlato, Yamato! Lui la guardò annoiato, e dedicò lo stesso sguardo al Risorto. Ora immagino dirà quello che ha imparato sulla Zanna, su chi siamo, con qualche informazione qua e là per sembrare realistica...e poi farà qualcosa con i pendoli imitando i Tessitori del Fato, giusto? Come ho detto, ci sono truffatori che si sono impegnati di più... Figlio della Fenice. Replicò Juana, e lui tacque per qualche secondo. Potresti aver sentito il mio titolo, qualche volta potrei averlo detto e magari qualcuno è sopravvissuto, o dei prigionieri della Zanna magari hanno parlato troppo o... Smettila di trattarmi così, Yamato! Non parlo dello stupido titolo che hai nel tuo Clan. Nato in fiamme ma incolume, lasciando anche la madre indenne. Il più grande tra i talenti del clan Ho. La reincarnazione della Fenice. Tutte voci che potrebbero essere trafelate. Ma no. Io parlo di un ragazzino che si lanciò dal terzo livello del villaggio e atterrò nel quinto indossando solo un paio di mutande e un ridicolo mantello fatto di piume di gallina, con una specie di cappuccio sulla testa e un becco di cartone attaccato sopra. E che continuava a farlo urlando "Sono il Figlio della Fenice" nonostante tutti lo riprendessero. Era subito dopo la morte di mia madre. E ti vestisti così per cercare di distrarre me e Jaime. Con lui non ci sei riuscito, ma io ho riso per un pomeriggio intero, anche se poi sei finito in punizione. Lei piangeva, mentre alzava lo sguardo su di lui che era ammutolito. Sono io...Yamato. Sono...io.

    Una frazione di secondo dopo lui le si era letteralmente gettato contro, abbracciandola con gli occhi chiusi, tremante per l'emozione, mentre lei ancora piangeva, restituendo l'abbraccio. Una scena toccante, se non fosse che per il Risorto era tutto funzionale alla sua Vendetta...o forse qualcosa avrebbe smosso le sue molte anime? Dopo qualche tempo i due si sarebbero sciolti, mentre lui la guardava del tutto scevro dalla severità e dall'aura di minaccia che aveva fino a pochi minuti prima. Sei tu. Sei davvero tu. Lei annuiva, e lo Yonga si sarebbe infine voltato verso Feng Gu. Devo rimangiarmi quanto ho detto...hai fatto realmente ciò che hai promesso. Scostandosi da Juana avrebbe poggiato i pugni a terra, esibendosi in un perfetto inchino formale, fino a poggiare la fronte al suolo. Ti devo le mie scuse per come ti ho trattato, ma spero tu comprenda la situazione, dopo tanti anni di aspettative tradite. Avrebbe alzato lo sguardo, sincero ma pur sempre screziato da una scintilla di allerta nelle profondità di quegli occhi rossi: non aveva dimenticato che le motivazioni del Risorto non erano del tutto pure. Porterò Juana con me oggi stesso. Nei prossimi giorni manderò Jaime da te. Qui o dovunque tu preferisca, e stai pur certo che avrai il tuo pagamento. E forse anche una mano in ciò di cui mi parlavi prima.

    Avrebbero forse discusso per qualcosa, o forse il Risorto aveva delle domande, ma dopo qualche tempo l'attenzione di entrambi sarebbe stata catalizzata dalla donna che, all'improvviso, avrebbe gettato un grido e poi inspirato profondamente, come se in preda a una qualche crisi. Che succede? Lei avrebbe alzato le braccia mentre dalle maniche emergevano i filamenti, intessuti dai suoi stessi capelli, con cui poteva veicolare il suo chakra nella tecnica speciale del suo clan. La differenza stavolta erano gli occhi: cambiati radicalmente fino a diventare simili a quelli della leggenda

    mentre i fili si muovevano troppo rapidi per essere intercettati, ferendo tanto lo Yonga quanto il Risorto, non profondamente, ma quel che serviva per prendere una singola goccia di sangue di entrambi. Udite. Avrebbe pronunciato con voce disincarnata, aliena. Udite le parole della mia Verità.

    I filamenti composero la Trama del Fato come quando la donna aveva predetto il futuro basandosi sulla Falce Nera del Paradiso, ma stavolta l'immagine che descrivevano nel loro delicato intreccio tridimensionale, quell'illusione ottica che nasceva dal reticolato in movimento erano due volatili che si inseguivano in un circolo continuo. Volatili avvolti dalle fiamme, uno dei quali legato con una catena a qualcosa di indistinto.

    La Catena impedirà la Danza delle Fenici.
    Il Fuoco e la Cenere in Entrambi. All'origine della loro Forza
    Il Fuoco e la Cenere dell'uno si scontreranno con il Fuoco e la Cenere dell'altro.
    La Catena li farà scontrare. Il peso che uno di loro trasporta.
    Non vi sarà la Danza. Vi sarà Battaglia.
    Battaglia e Distruzione.
    Fuoco e Cenere si uniranno. Divorati? Alleati?
    La Catena sarà spezzata, ma a che prezzo?

    Temete colui che ha il Dominio.


    Intanto le due fenici nell'immagine si erano raggiunte, non era chiaro se si fossero scontrate, attaccate, o semplicemente fuse assieme, ma nessuna delle due fu più distinguibile mentre la scena diventava come un grande incendio con una catena al centro, che dopo poco venne spezzata, e con essa l'intera immagine e la Profezia. Gli occhi di Juana tornarono normali mentre lei cadeva a terra, priva di sensi. Anche se fatta rinvenire, non avrebbe saputo riferire nulla di quel che era accaduto, ma a un primo controllo stava bene, era solo svenuta. Non ho mai visto una cosa del genere... Lo Yonga sembrava seriamente turbato. E' come se invece di usare la sua tecnica per avere una visione, sia stata la visione a usare la sua tecnica per manifestarsi attraverso Juana. Non so cosa pensare...dovrei chiedere a Jaime. Ma intanto guardava il Risorto con rinnovato sospetto. Non sapeva che le sue capacità avessero a che fare con le fenici, ma certamente la visione era nata dal sangue di entrambi, quindi in qualche modo li riguardava. E lo Yonga, a quanto ne sapeva, non portava alcun peso che lo incatenasse.

    Avrebbero continuato la loro discussione, o i movimenti al piano di sopra si sarebbero fatti troppo rumorosi per essere ignorati? Intanto qualcuno stava accorrendo dopo il grido di Juana, sicuramente i locandieri: dovevano inventarsi qualcosa.

    [...]

    Tutto accadde in pochissimi istanti, mentre interrogavo quel nemico appena catturato dal Mokuton. E nel raccontarlo riconosco ancora una volta i miei limiti: non era il "mio" Mokuton, perché quel legno era parte integrante e vivente del mio essere, ero IO quel legno, così come ero il seme interiore da cui si era generato, ma non avevo piena consapevolezza di cosa significasse essere una foresta vivente. In quel preciso momento, ricordo solo che quel nemico rispose alle mie domande, ma il suo era un palese tentativo di prendere tempo. Non ci sono padroni o maestri. Ad Ame conta solo il potere. E il potere è il denaro. Vengo pagato per i miei servizi come medico. Tutto qui. Avevo raggiunto le mie armi nel frattempo, imbracciando un Kunai, pronto a reagire contro attacchi improvvisi...e fu esattamente ciò che feci, scagliando la mia arma sul nemico nell'istante in cui quello aprì la bocca per soffiare non so bene quale sostanza [Difesa Omessa]Avevo indicato come "azione preparata" che avrei attaccato se quello avesse provato a liberarsi...sfortunatamente nell'immediatezza dell'evento non ebbi la prontezza per trapassargli la gola, confuso dal gas, ma se non altro lo raggiunsi alla spalla, causando sicuramente qualche danno [Ferita Nemico]Medioleggera alla spalla sinistra. Si era liberato e io avevo finito per inalare quella sostanza che subito mi affaticò i polmoni, ma almeno lo avevo ferito almeno in parte [Ferita]Subisco 1/2 Leggera

    Fortunatamente quella sostanza venefica non era d'impaccio alla vista, e quando l'altro si sporse sputandomi qualcosa fui rapido a reagire intercettando il dardo con del legno che uscì direttamente dal mio volto, abbastanza largo da bloccare l'assalto in modo che solo alcuni schizzi, urticanti, potessero raggiungermi. [Difesa 1]Statistiche: Riflessi Rossa, 2 Unità di Legno Il legno colpito iniziava a sfrigolare e fui rapido a farlo marcire, staccandolo dal corpo, ma non ci fu molto tempo per soffermarsi ad analizzare ciò che stava succedendo perché quel "qualcosa" che mi aveva bersagliato in precedenza era in arrivo dal lato e non avevo molto tempo per reagire. Coi polmoni in fiamme, anche i miei riflessi superiori alla media avevano difficoltà a star dietro a un attacco così serrato, subito dopo quel getto di materiale acido, finendo per rendermi una preda più facile per il mio nemico. Generai appena in tempo un Bokken dalla mia mano, intercettando così il colpo, anche se solo parzialmente, ma fu in quel frangente che mi resi conto di cosa si trattava: una coda che terminava in una sorta di pungiglione...e come tale, nel venir bloccata, si era piegata permettendo alla punta di trafiggermi il fianco...certo ammortizzata rispetto alle intenzioni del nemico, ma comunque avvertii chiaramente il morso del dolore e un forte malessere che sembrava emergere dalla regione colpita! GGgh...non mi aspettavo...una coda... la mia scarsa propensione ad incassare i colpi non aiutava di certo in quel frangente: dovevo riprendere rapidamente il controllo e focalizzarmi sulla rapidità di movimenti per combattere, anche se quello spazio ridotto non era l'ideale. [Difesa 2 - Tecnica 1]Statistiche: Riflessi Rossa +3 tacche, Resistenza Rossa -2 Tacche - Ferita Leggera+1/2 Leggera (parte dell'impatto è ridotto dall'aver incassato) +1 dose di Veleno

    Creazione Mokuton: 1 Bokken
    Impasto ½ Basso +2 Rif


    Una cosa era certa: non potevo permettermi il lusso di catturarlo. Dovevo uccidere o essere ucciso.

    Coda da insetto, delle specie di chele intraviste mentre spezzava il vincolo delle mie liane: quello era uno scorpione o qualcosa del genere. Ed ero assolutamente in trappola, perdipiù con solo una parte del mio equipaggiamento. Il legno non era all'altezza delle sue armi naturali (chissà se si trattava di innesti meccanici, innesti biologici o qualcosa di legato ai suoi geni?) ma il resto del suo corpo probabilmente era fragile come quello di chiunque...e questo significava che i suoi punti vitali sarebbero crollati come quelli di chiunque altro...dovevo solo decidere se chiamare aiuto, o magari se tentare la fuga dalla finestra, non troppo lontana. Certo restare in quell'ambiente chiuso con i vapori mefitici del mio avversario era fuori questione. Un solo attacco, decisi, e poi sarei scappato se non fosse bastato a metterlo fuori gioco. Strinsi i denti cercando di placare il dolore al fianco, e afferrai un Kunai dal letto vicino a me, con tanta rapidità da non lasciare margini per un contrattacco [Tecnica 2]Statistiche: Forza Rossa +3 tacche

    Estrazione Mortale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Premessa un'arma non estratta, riposta o non impugnata, l'utilizzatore può estrarre la stessa effettuando un rapido attacco. La Forza e Velocità del colpo aumentano di 3 tacche.Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Basso)
    [Da studente in su]
    . Il colpo mirava alla fronte del mio avversario, un bersaglio insolito ma che poteva essere letale a quella distanza, anche se la mia intenzione era principalmente focalizzare la sua attenzione su ciò che avveniva in alto, così che non vedesse (complice appunto la breve distanza e gli spazi esigui) lo spuntone di legno che, emerso dalla punta del mio piede sinistro sarebbe avanzata rasoterra per poi curvare all'improvviso non appena superato il nemico, speravo non visto, cercando di conficcarsi nella sua nuca durante la sua difesa dal mio lancio [Azione 1]">Statistiche: potenza 30, Velocità Rossa +1 tacca, rasoterra, 3 Unità di Legno

    Mokuton base: +1 Vel
    . Comunque andasse, anche se avesse reagito a quell'assalto, non gli avrei lasciato il tempo di reagire mentre da quello stesso ramo, ma nella parte che stava rasente il terreno, sarebbe spuntato un secondo spuntone che, salvo imprevisti, avrebbe fatto scempio del ginocchio sinistro dell'avversario, proseguendo magari la sua corsa per conficcarsi anche nell'altra gamba, se l'angolazione fosse stata favorevole [Azione 2]Statistiche: potenza 30, Velocità Rossa +1 tacca, 3 Unità di Legno

    Mokuton base: +1 Vel
    . In quel breve spazio le sue possibilità di schivare erano ridotte quanto le mie, e pur essendo rapida, la sua coda poteva parare un solo attacco alla volta: anche accorgendosi del colpo alla testa, che comunque arrivava alle spalle dopo un attacco potenzialmente letale, questo gli sarebbe forse costato la sua mobilità, o almeno così speravo.

    Se fossi riuscito a incapacitarlo con quegli attacchi sarebbe stato il momento di rompere la finestra gettandoci contro uno dei Kunai (così da facilitare anche l'uscita del gas tossico e magari attirare l'attenzione) e intimandogli la resa, se voleva salva la vita. In caso contrario mi ci sarei buttato contro, cercando la fuga correndo lungo la parete con il chakra adesivo, per guadagnare l'esterno. [Azione 3]Lancio di Kunai (Forza Rossa) oppure fuga (Velocità Rossa +1 tacca e Azione Rapida)
     
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