Hebitsukaiza - Il SerpentarioHebiko e Febh nel Bosco dei sussurri

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  1. Waket
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    Non svegliare il can che dorme


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    Finalmente, la sua richiesta di addestramento era stata ascoltata. Febh era ufficialmente diventato il suo sensei. Non era corretto definirlo il primo, da giovane era stata introdotta alla vita da ninja da Ledah, quindi un maestro l'aveva già avuto, ma era da tempo che nessuno le insegnava più nulla di nuovo alle vecchia maniera, aveva ormai dimenticato l'euforia che si provava quando uno shinobi si offriva di insegnarti i suoi segreti.
    Ordinata e puntuale, aveva preso con sè tutto quello che pensava le servisse per un addestramento: armi, protezioni, tonici di recupero, provviste, anche un paio di abiti di ricambio, dato che l'Amministratore le aveva anticipato che avrebbero passato qualche giorno assieme. Lasciò il suo fedele kaiken nel tatuaggio, forza dell'abitudine: era comodo poterlo portare in giro senza che nessuno sospettasse niente, la faceva sentire al sicuro.
    Insolitamente allegra, Hebiko rimase ad aspettarlo al Gate, con le mani dietro la schiena, sorridendo entusiasta. Fu ancor più piacevolmente sorpresa nel sentire la proposta dello Yakushi, che mise mano ai suoi bagagli da buon cavaliere.

    Oho, come siamo cordiali oggi. Non esagerare eh, altrimenti inizierò a pensare che tu ci stia provand-

    Fu un istante: i bagagli accuratamente preparati il giorno prima si trasformarono in cenere. Il suo equipaggiamento, i suoi tonici, ed i suoi vestiti. La Vipera fissò i rimasugli rimasti della sua roba, a bocca spalancata. Da tanto che era sconvolta, non riusciva ad emettere nemmeno un suono, se non rantoli quasi impercettibili. Uno spiedo le venne lanciato davanti, facendola riprendere. Lo sguardo con cui fissò lo Yakushi avrebbe fatto rabbrividire chiunque.

    Perchè. Mi ostino. A darti retta.

    Strinse i denti, trattenendo a stento la rabbia. Avrebbe voluto saltargli addosso in quel momento (a dire il vero, voleva farlo molte altre volte, ma non poteva sopportare che qualcuno le rovinasse il guardaroba). Il ragazzo sembrava stesse farneticando, indicando il bosco borbottando qualcosa. Hebiko non riuscì a trattenersi, rispondendogli con un grido:

    AH, IO DEVO FUGGIRE!? E DA COSA, SENTIAMO!

    Lo Yakushi la fissò con aria raccapricciante. Hebiko, confusa ed ancora tremante di rabbia, non intuì subito il motivo di quell'affermazione. Ma, non appena lo sguardo le cadde sulle mani del ragazzo, la sua espressione cambiò, passando da rabbia furiosa a rabbia confusa.

    ...Huh!?

    Uno scatto, e gli artigli dello Yakushi andarono a sfiorare la preziosa chioma della kunoichi, lasciando cadere qualche ciuffetto a terra.

    ...Oh Kami, ma fai sul serio!?

    Non attese un secondo scatto. Dopo qualche passetto all'indietro, la ragazza prese a correre, confusa, spaventata, e non meno arrabbiata, soprattutto per quell'ultimo affronto. Dopo aver insultato e minacciato il ragazzo con questioni burocratiche e non per qualche minuto, notando con quanta facilità il suo capo riusciva a raggiungerla, decise di ammutolirsi, per risparmiare fiato e prendendo seriamente quella caccia all'uomo. Alla minaccia dello Yakushi avrebbe risposto con una singola risata.

    Ma davvero!? ...Anf... Mi svendi così?? Huff... Dopo tutto quello... che ho fatto per te!? Anf... Non ti... libererai di me... così facilmente!!

    Già ansimava, costretta a correre al massimo, pena un'artigliata. Il codino che le teneva stretta la treccia era già stato tagliato via, lasciando così la sua chioma in balia di mani di forbice. Più che al non farsi ferire, stava pensando a come evitare di finire completamente pelata.
    Le prime ore non fece altro che correre. Si sforzò di osservare l'ambiente in cui si trovava, e non sapeva se fosse una fortuna o una sfortuna che la maggior parte degli animali non sembrassero disturbati da quell'evento. Si decise che era sfortuna quando si ritrovò a dover saltar via un rinoceronte apparso davanti all'improvviso, voltandosi per guardarlo meglio ma ritrovandosi solamente il volto di Febh in faccia. Il suo potente gridoOnda Stordente - Muchuuha
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Serpente, Scimmia, Cane oppure Voce (3)
    L'utilizzatore può modificare la pressione dell'aria tramite l'utilizzo della propria voce o dei suoni circostanti. Potrà concentrare il suono all'interno della propria bocca oppure sotto forma di sfera da afferrare; quando desiderato è possibile scagliarlo entro 15 metri causando un'onda d'urto di raggio 3 metri che ha potenza pari a 20. Può causare Indebolimento per 2 round. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]
    avrebbe dovuto stordirlo per almeno un paio di secondi, il tempo necessario per recuperare il vantaggio (in realtà inesistente).
    Sentendo il bisogno di una breve pausa, per riprendere almeno un po' il fiato e ragionare sul dafarsi, la ragazza si infilò nella parte del bosco più fitta di alberi, dove iniziò a zigzagare tra di essi; così facendo avrebbe dovuto apparire e sparire alla vista dello Yakushi, a intervalli irregolari. Poco importava che lui avesse seguito i suoi movimenti o semplicemente tagliati uno per uno tutti i tronchi che gli stavano davanti: ad un certo punto, la Vipera sarebbe scomparsa dalla sua vista. Sfruttando la trasformazione, era diventata una delle bestie intraviste durante la fuga, una volpe per la precisione, infilandosi nella prima tana disponibile ed iniziando a prendere fiato, nel tentativo di recuperare energie. Dopo qualche respiro profondo, un rumore attirò la sua attenzione: la proprietaria della tana, un'altra volpe, vide Hebiko. Dopo un paio di sniffate, si accorse dell'imbroglio della ragazza. E, istintivamente, dopo un gridolino si infiammò, letteralmente.

    Ma siamo seri!?

    La ragazza fu costretta a sgusciare fuori, finendo col bruciarsi la punta della coda. Riprese la sua forma normale, e due enormi lacrime le andarono a segnare le guance, sfocandole la vista e rendendole la fuga ancora più difficile. Fortunatamente lo Yakushi non sembrava nelle vicinanze.

    Ma che problema hanno gli animali di questa foresta!? Sniff... Ah! Aoda!!

    Si fermò per un secondo, in modo da richiamare il suo più prezioso alleato, mettendoselo subito sulle spalle prima di ripartire. Gli spiegò rapidamente la situazione, chiedendogli di tenere i sensi attivi per avvisarla di eventuali animali nelle vicinanze o di Febh all'assalto.
    Dopo un solo quarto d'ora da quando lo aveva seminato, i pesanti passi di una lucertola gigante si fecero sempre più vicini alle sue spalle. A quanto pare non era l'unica che aveva pensato di farsi aiutare dalle sue evocazioni.

    Febh in avvicinamento!
    Sì LO SENTO ANCHE IO!

    Nervosa, rispose gridando al suo serpentello, che si fece piccolo nascondendo la testa tra i suoi capelli. Hebiko non aveva il tempo di sentirsi in colpa, dovendo fuggire e aumentando la velocità tramite impasto dopo aver sentito lo schiocco di una frusta. Le sarebbe sfuggito qualche grido ogni volta che questa schioccava troppo vicina a lei, facendola saltare via come un gatto e cercando di sfruttare il rapido cambio di direzione per recuperare terreno.
    Svicolò via una seconda volta sempre grazie alla trasformazione. Aveva sicuramente pochi minuti prima di farsi beccare, ma erano comunque preziosi per riprendere fiato e guardarsi attorno, magari alla ricerca di cibo o acqua. Aveva una sete terribile, e non sembrava esserci alcun ruscello nelle vicinanze.

    Potrei seguire qualche animale, prima o poi andranno a bere qualcosa... Ma chi diavolo ha il tempo per farlo!! Dannazione.

    Alzando la testa, alcune liane attirarono la sua attenzione. Le boccucce a simil-ventosa sembravano in grado di attaccarsi per bene a qualsiasi cosa. E forse le poteva sfruttare in qualche modo. Estraendo il suo kaiken dal tatuaggio, ne tagliò via una manciata, assicurandosi che ognuna fosse lunga almeno un paio di metri. Le strizzò un po' per assicurarsi che le ventose non perdessero veleno o robaccia simile, e testando la loro presa contro i tronchi degli alberi, assicurandosi fosse sufficientemente forte per la sua idea. Ora doveva solo avere fortuna e sperare che il suo piano funzionasse. Si sarebbe appiccicata una ventosa per fianco, stando attenta che non le intralciassero la corsa.
    C'era un lato positivo in tutto quello: la goffaggine di Febh permetteva ad Aoda di percepirlo quando entrava nel raggio di 15 metri. Non che fosse un enorme vantaggio, ma scattando via non appena l'animale la avvertiva poteva se non altro evitare una sfobiciata improvvisa.
    Le venne in mente un ottimo utilizzo per quelle ventose, ma doveva prima trovare dei pesi. Durante la corsa, si inclinò più volte cercando di arraffare delle rocce, almeno grandi quanto un pugno (un pugno vero però, considerando le sue mani era almeno tre volte più grande). Il rallentamento per la ricerca le costò preziose ciocche di capelli e qualche ferita, soprattutto contando quando le sfuggivano rocce adatte e la tentazione di tornare indietro la faceva distrarre, permettendo così al jonin di raggiungerla. Finalmente, dopo aver ottenuto le rocce che le servivano, con il kaiken tagliò la punta di entrambi i lati di una della liana, assicurando una roccia per estremità sfruttando le potenti ventose, e quando Febh fu a portata di tiro, roteando il busto grazie alla sua innata e scagliandogli quelle bolas improvvisate a livello delle ginocchia. Sicuramente non ci avrebbe messo molto a liberarsi da quella presa, considerando gli artigli, ma vederlo cadere sarebbe stato soddisfacente a sufficienza.
    La fame iniziava a farsi sentire. Cacciare era forse l'idea migliore, capire se una creatura era velenosa o no era più semplice rispetto ad un frutto dall'aria innocua. Durante la corsa, cercò di osservare il più possibile gli animali selvatici, eventuali tracce lasciate, per capire come questi si procurassero il cibo. Doveva fare affidamento sugli erbivori, pensare alla caccia inseguita in quel modo era impossibile.
    Durante la fuga, si dimostrò più attenta allambiente circostante, stava chiaramente cercando qualcosa. E ciò che stava cercando era sufficientemente grosso da non dover rischiare rallentamenti come in precedenza. E finalmente, arrivò la sua occasione.

    Se funziona, avrò davvero modo di recuperare le energie.

    Staccata un'altra liana con lo stesso metodo usato in precedenza, la Vipera saltò alle spalle di uno dei rinoceronti che popolavano il bosco, muovendo la liana come fosse una corda da saltare, aiutandosi con le sue bracci allungabili. Quando questa arrivò allabase del collo del rinoceronte, la tirò verso l'alto, facendo così appiccicare le ventose all'animale e tenendo le estremità ben salde tra le mani. Non appena atterrò sulla schiena della bestia, quest'ultima partì alla carica, emozionando la Vipera.

    Wo-hoo! Primo colpo!!

    Restare in groppa non era così rilassante come sperava, ma almeno non aveva bisogno di correre. La bestia non aveva rivali in quella foresta, nulla avrebbe fermato la sua carica. Eccetto lo Yakushi, naturalmente. E la sua gigantesca lucertola.
    La corsa fu sufficientemente lunga da permetterle di riprendere fiato a modo. Il bisogno di acqua e cibo la facevano sentire ancora a disagio, ma aveva fortunatamente un alleato inaspettato: anche la sua momentanea cavalcatura sembrava avere lo stesso bisogno, e si diresse verso una pozza d'acqua, al centro del bosco.

    Ah! Oddio sì, finalmente!!

    Febh non sembrava nelle vicinanze. Non si sentiva comunque al sicuro nel fermarsi per costruire qualcosa che potesse purificare l'acqua, vedere che le bestie la ritenevano potabile doveva bastarle. Non appena fu sufficientemente vicina, saltò giù, sfruttando il chakra adesivo per spostarsi lontano dalla riva, e bere abbondanti sorsi d'acqua. Iniziò a piagnucolare, felice. Quella era una vera e propria conquista. E, guardando nell'acqua, sembrava ci fossero anche dei pesci. Aveva ancora qualche liana a disposizione, ma voleva pensare ad altro, quelle potevano tornare utili per altre corse folli.
    Hebiko rimase immobile, toccando la superficie dell'acqua con un dito, delicatamente, dando l'illusione che vi fosse qualcosa di piccolo e appetibile. Non appena ci fossero stati un po' di pesci nelle vicinanze, si sarebbe ricoperta di elettricitàFolgorazione
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Cane, Maiale, Cavallo (3)
    L'utilizzatore può ricoprire il proprio corpo con uno strato di chakra elettrico. L'utilizzatore può scaricare l'elettricità acquisita con il tocco, causando un danno di potenza 25 e Stordimento per 1 round. Dal punto d'impatto si propagherà entro 3 metri un flusso elettrico di potenza 15. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]
    , scaricando una colonna di tre metri sotto la superficie. Dopo qualche secondo, tre pesci vennero a galla, mezzi abbrustoliti dalla scarica. Hebiko pianse per la seconda volta, di gioia. Gioia che non durò molto, però.
    Ebbe appena il tempo di chinarsi e raccogliere i pesci conquistati, che Aoda gridò, avvertendola nuovamente dello Yakushi. Istintivamente, la ragazza si voltò di spalle, senza però vedere nulla. L'Amministratore invece piombò dall'alto, ridendo esaltato. La kunoichi gridò per la sorpresa, indietreggiando e preparandosi a correre. L'impatto con l'acqua alzò un'onda che la infradiciò, facendole perdere la presa adesiva e facendola scivolare in acqua. Altre ciocche perdute e ferite inflitte. Ma aveva ancora con se due dei preziosi pesci.
    Dovette riprendere a correre, con estrema fatica: le gambe iniziavano a farsi doloranti, e la stanchezza si faceva sentire. Era ormai buio, e l'assenza di luce non l'aiutava a resistere restando sveglia. Al contrario, le risate isteriche dello Yakushi troppo vicino ci riuscivano benissimo. La fortuna dell'essere un mezzo serpente era che poteva mangiare qualsiasi cosa intera, lasciando che i potenti acidi del suo stomaco sciogliessero ogni cosa. Se non altro non avrebbe dovuto preoccuparsi delle lische, nè di pulire il pesce.
    Passò la notte senza che le venisse consentito più di un misero quarto d'ora di pausa, dov'era comunque costretta a restare in allerta, o per colpa dello Yakushi, o per colpa di qualche bestia infastidita dall'avvicinamento della ragazza, per non parlare di alcune delle piante che avevano preso il termine "carnivore" troppo sul serio. Riuscì a non patire troppo il freddo grazie alle numerose volpi di fuoco, che se infastidite subito si incendiavano, permettendole di riscaldarsi e scacciando le gelide farfalle.
    Verso il mattino, l'assenza di sonno le diede una strana carica, che la rinvigorì a sufficienza da riprendere la corsa con più foga. Nonostante la botta d'energia, la distrazione era peggiore. La seconda volta che tentò di cavalcare un rinoceronte, fece un errore imperdonabile: saltò da davanti, schivando il corno per un pelo, ed attaccando alle ventose al suo didietro. Peccato che, con una manovra simile, quando la bestia prese a correre, la kunoichi sarebbe stata lanciata all'indietro, incastrandosi con le ventose e finendo per essere trascinata dall'animale per un bel tratto. Certo, forse l'assalto improvviso aveva preso di sprovvista anche Febh, travolgendolo... ma la Vipera non poteva contare sulla rigenerazione come lui. Ammaccata, riuscì finalmente a tagliare le liane, piagnucolando per il fallimento dell'azione.
    Riuscì a raggiungere il lago una seconda volta, stavolta però senza seminare lo Yakushi. Questo le permise di bere qualche sorso, ma dovette rinunciare al cibo. Iniziava a diventare un problema.
    Ad un certo punto, Aoda la avvertì che Febh si era fermato, disattivando gli artigli. Hebiko, diffidente, non gli si riavvicinò, ascoltandolo con poca attenzione e fissandolo in un misto tra rabbia e paura, stanca com'era. Si sforzò di tenere gli occhi aperti il più possibile, ma a metà del suo discorso, crollò letteralmente a terra. Dopo un paio di singhiozzi, si accoccolò su se stessa. Tutto il corpo le faceva male, ferite a parte, per via del movimento costante. Lo stomaco implorava disperatamente cibo. Esausta, non riuscì ad evitare di crollare per il sonno, con la vipera blu che strisciava attorno a lei, fissando prima la ragazza e poi l'Amministratore, non capendo se quest'ultimo potesse considerarsi un alleato o se dovesse difenderla da lui. Se non altro, se le parole dello Yakushi erano veritiere, la kunoichi avrebbe dormito inintterrottamente per un'ora intera.


     
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