Hebitsukaiza - Il SerpentarioHebiko e Febh nel Bosco dei sussurri

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  1. Waket
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    Ai confini della realtà


    III



    Vinta la sfida contro l'Amministratore, Hebiko si scolò il contenuto della boccetta d'un fiato, restandone piacevolmente sorpresa nel sentirne il retrogusto dolce. Da uno come lui si sarebbe aspettata qualcosa di ben paggiore. Per quanto visibilmente provata dal gioco dello Yakushi, non potè trattenersi dal ridacchiare soddisfatta vedendolo quasi offeso per la riuscita del suo piano, sventolandogli davanti la boccetta ormai vuota.

    Uuuh, il grosso e spaventoso Amministratore ha perso, boo-hoo. Heh, speravi di vedermi implorare pietà sul serio?

    Lo sbeffeggiava come se non fosse stata ad un passo dal perdere la sanità mentale. Non poteva rinunciare a quella soddisfazione, non nel momento della vittoria. Il povero Aoda tornò striciando verso il duo, stordito dal lancio, e forse compatito da Ssalar, che subiva decisamente più spesso quel trattamento.
    Forse per vendetta, Febh non volle dare riposo alla rossa. Fortuna volle che l'antidoto sembrava la aiutasse a rigenerare chakra in maniera più accelerata del normale, recuperando in fretta quello sprecato in quella giornata; peccato che la sua mente non si potesse riposare tanto facilmente. Si lasciò andare ad un lungo mugolio arrendevole mentre l'altro le porgeva un palloncino, la sfida successiva a quel tremendo allenamento. Sapere che ciò che aveva appena fatto era solo la punta dell'iceberg un po' la inquietava. Eppure dalla sua spiegazione, questo sembrava tutto sommato un esercizio piuttosto noioso.

    Dipende da cosa intendi tu per premi, potrebbero essere peggio di una punizione, conoscendoti.

    Borbottò, con il palloncino in mano, pronta a fare il primo tentativo... rabbrividendo per la sua ultima frase, strofinandosi gli occhi terrorizzata:

    Piang- Ma fai sul serio!? Ma che razza di effetti collaterali sono!? Voi Yakushi fate schifo a fare antidoti, non potete creare cure che però causano altri disagi!!

    Irritata, non le restava altro che ubbidire. La tecnica spiegatagli sembrava piuttosto interessante dopotutto, avrebbe perso volentieri un po' di tempo per impararla. Sforzandosi di mettersi nell'ottica dell'ingegnarsi, iniziò col pirmo consiglio: creare una sorta di coperta. Come prima cosa, posizionò entrambe le mani sul palloncino, attivandone il chakra adesivo. La superficie del chakra copriva solamente quella dove posizionavano le sue mani, per poter ricoprire tutto doveva espanderla. Tenendo le mani l'una in posizione opposta all'altra, fece affluire chakra direttamente dal palmo, lungo tutte le dita, sfruttando l'adesività per far si che si muovesse sulla superficie dell'oggetto, fino ad incrociarsi mischiandosi. Pensare a come dividerlo era più difficile. Iniziò cercando di fare pressione sui punti di una linea immaginaria che girava attorno alla sfera che stava avvolgendo il palloncino, accumulando chakra solo in quel punto e facendolo sparire ai due lati opposti, per formare un anello... fino a che il "pop" non la interruppe, facendola sobbalzare appena.

    Uuugh. Va bene, va bene. Era il primo tentativo dopotutto. Ssalar, gonfiamene un altro. ...Sai, come addetto dei palloncini, ti starebbe benissimo un vestitino da clown.

    Il tenero tono di voce con cui pronunciò quella frase sarebbe apparso come una minacciosissima minaccia alle orecche della lucertola. Aoda si appallottolò di fianco ai due, sventolando la sua sottile linguetta in direzione dell'animale:

    Sss... Con me non si diverte. Sss... Posso indossare solo cappellini.

    Ricoprì il secondo palloncino come fatto in precedenza, stavolta cercando di creare quell'anello senza alterarne la circonferenza. Il chakra che si accumulava si inspessiva, rendendolo più stretto, causando così l'aumento di forza nella presa. Ottima cosa, non fosse che era ristretto ad un punto specifico, mentre Febh sembrava sfruttare quelle spire su tutta la superficie. Al secondo scoppio, la rossa sbuffò, allungando un braccio e chiedendone un altro.
    Doveva sfruttare la cosa in maniera diversa. Stavolta, invece di far affluire il chakra dal palmo, usò le dita, permettendo così una suddivisione multipla su tutta l'area. Come prima, cercò di ridurre l'area del chakra per formare degli anelli, ma stavolta non un unico centrale, besì ognuno per ogni dito. La stretta che ottenne era decisamente più controllata della precedente, poteva gestirne meglio la forza ed impediva al palloncino di sfuggire.

    Che ne dici Ssalar? Carino eh?

    Il palloncino scoppiò, avendo stretto troppo per l'emozione. Poco importava, ne aveva altri dieci con cui divertirsi. Cosa aveva detto Febh a riguardo? Scoppiarne il più possibile?


    Le ore passavano, e l'eccitazione della Vipera nello scoprire una nuova tecnica si era esaurita, mentre il trio aspettava il ritorno dello Yakushi, apparentemente introvabile. Di tanto in tanto era costretta a fermare l'allenamento, accecata dal sangue che le colava dagli occhi, finendo con i vestiti così tanto macchiati dal sembrare uscita da una macelleria. Strizzando gli occhi riusciva persino a direzionare il sangue, schizzandolo a giro ed infastidendo Ssalar, che non sembrava poi tanto sorpreso da quell'abilità.
    Tutti i palloncini erano stati fatti scoppiare per raffinare la tecnica, non le restava che stringere tra loro legnetti, ciuffi d'erba e sassi, valutando quanta forza riusciva a mettere in quella presa. Data la noia, volle provare anche quel trucchetto spiegatole inavvertitamente, dove diceva di saper scivolare sulla superficie. Diceva di emulare i movimenti di un serpente, anche se l'approccio sembrava ben diverso rispetto a quello usato per la stretta. Decisa a provarci, dato il ritardo dello Yakushi, ricoprì la suola delle scarpe con il chakra. Dopo aver aderito per bene al terreno come già sapeva fare, cercò di concentrare più chakra solo sulla punta, spingendo in quella direzione. Probabilmente aveva esagerato, perchè tutto quello che ne ottenne fu di muoversi rapidissimamente di solo qualche centimetro per poi cadere di faccia, come se avesse frenato di colpo. Borbottò infastidita, anche se le sue imprecazioni erano coperte dalle risate della lucertola. Si limitò nel dedicargli un'occhiataccia, per poi riprendere col suo esperimento. Doveva pensare come un serpente, ed i serpenti non si muovevano sfruttando unicamente la spinta della testa. Tutti i muscoli lungo il corpo cooperavano, per creare un movimento ad onda... E in quel momento capì del perchè la stessa tattica potesse funzionare. Come prima, cercò di stringere per creare come degli anelli sotto ai piedi, stavolta non attorno ad essi, come fossero i cingoli di un carroarmato. Sfruttando quel tipo di energia, riuscì effettivamente a strisciare in maniera corretta, pur avendo serie difficoltà nel curvare. Poteva comunque continuare ad esercitarsi finchè l'Amministratore non tornava. Sempre se avesse deciso di tornare...

    Ma insomma quanto gli ci vuole!? Minimo si è perso. Dite si sia perso? Sarebbe meglio andare a cercarlo... E se ci perdessimo anche noi??

    Ssalar le ricordò come quella fosse a tutti gli effetti casa sua. Hebiko, da sdraiata, scattò seduta, voltandosi verso di lui.

    Ah?? E perchè non l'hai detto prima!? Forza, in piedi signorini, si va a cercare quel beo-

    Dal rumore in avvicinamento, sembrava fosse stato lui a trovare loro. Peccato che quel lui non era quello che tutti speravano. I tre rimasero immobili, osservandolo ancora da lontano, con la lucertola che iniziava a domandarsi se quello fosse uno dei delirii dello Yakushi. La voce fece rabbrividire Hebiko, aveva avuto una pessima esperienza con i robot, e questo sembrava ancora meno amichevole di quelli visti nella fabbrica.

    No... Non è così bravo a travestirsi.

    Hebiko cercò di fare un passo indietro, mentre la cosa avanzava inesorabile verso di lei, ma quella sostanza scura tutt'intorno all'individuo sembrava la stesse tenendo appiccicata al terreno! Cercò di dare più di uno strattone, terrorizzata da quella trappola improvvisa. No, non poteva, non doveva farsi prendere dal panico. Non anche questa volta. Seppur con espressione terrorizzata, cercò di restare sufficientemente lucida dal poter pensare ad una strategia. Nel vederselo arrivare addosso, si piegò all'indietro inclinando bruscamente la schiena, evitando il primo assalto solo grazie alla sua estrema flessibilità. Vedendo il secondo colpo, sfruttò la tecnica appena imparata per trascinarsi di lato, rimettendosi in piedi ma venendo ferita alla spalla, colpevoli la velocità e la lama allungabile. Non percepì nemmeno il dolore, concentrata ad evitare i successivi assalti. Roteò il busto, incurvandosi, per evitare l'ultimo affondo, preparandosi al contrattacco, quando un'ondata di chakra caldissimo fuoriuscì dal corpo dell'androide, prendendola in pieno. La Vipera ebbe solamente il tempo di proteggersi con le braccia. Visibilmente provata da quel colpo, non ebbe tempo nemmeno di pensare a come contrattaccare, che una pietra posseduta dall'androide illuminò fastidiosamente tutta la zona. In panico, consapevole che sarebbe sicuramente esploso da un momento all'altro, cercò di allontanarsi da lì, vedendo per un secondo una figura porsi tra lei e quell'individuo. E poi, il nulla.


    Una sensazione fastidiosa sulla fronte fece riaprire gli occhi alla ragazza. Le ci volle un po' per mettere a fuoco l'ambiente, ma la seconda goccia che le cadde addosso la convinse a mettersi seduta. Emise un mugolio di dolore, tra il leggero stordimento ed il dolore alle braccia che le bruciava. Alzò lo sguardo, iniziando a domandarsi come fosse arrivata lì e se ci fosse dell'acqua con la quale alleviare quel fastidio, notando la figura di Febh, illuminata da una luce fluorescente proveniente dalla flora della grotta. Lo osservò sollevata, spalancando la bocca per parlare... ma la voce le si bloccò in gola. Sbattè più volte gli occhi, strofinandoseli con le mani, cercando di essere sicura di aver visto davvero quello che credeva, o se fosse un'allucinazione. Febh stava sorridendo. E si stava scusando per qualcosa. Di irrilevante, certo, ma lo aveva fatto con una naturalezza che Hebiko poteva giurare non gli appartenesse.

    ...Fai sul serio?

    Non potè trattenersi, incredula, mentre l'altro proseguiva con la sua spiegazione, facendole capire come fosse finita lì, e che c'era qualcosa di decisamente strano nel suo atteggiamento. Forse la stava prendendo in giro. Quasi sicuramente. Quando le rinfacciò dello spiedo, ne divenne quasi certa.

    Già, chissà quale pazzo irresponsabile manderebbe una ragazza in un bosco concedendole di portare solamente un misero spiedo. sentenziò, sarcastica. Eppure le stranezze non sembravano finire lì. Sembrava non avesse idea di chi fosse lei, e di come fosse Oto, come se non ne fosse l'Amministratore! Si allungò per riprendere il coprifronte, borbottando in risposta:

    Oh, sì, bellissimo posto. Peccato per l'Amministratore che lo comanda, è un tale idiota...
    Mi sta prendendo in giro. Per forza. Non farebbe mai... MI HA CHIESTO SCUSA!?? Confronto al travestimento del Kappa questo è troppo... poco folle. Che questi funghi siano allucinogeni??

    Rimase a fissarlo per tutto il tempo con gli occhi sottili, ed un espressione tra il confuso ed il più confuso, non capendo se fosse vittima di uno scherzo malato, o se fosse effettivamente successo qualcosa. Sbattè un paio di volte le palpebre, riflettendo. Dov'era stato, durante tutte quelle ore di assenza?
    La tattica migliore per ottenere qualcosa di buono dallo Yakushi era assecondarlo, e così fece, anche quando le si presentò con un altro nome. La rossa si mise in piedi con un sospiro, sforzandosi di apparire gentile e non troppo sarcastica:

    Oookaai. Kaji. Sì, è un nome carino, mi sta bene. Ah-ehm. Io sono Hebiko Dokujita. E' un piacere. Gli si avvicinò, visibilmente scossa, il ragazzo avrebbe potuto percepire un velo di diffidenza dal suo tono di voce: Allora, Kaji. Passi le tue giornate a salvare le kunoichi in difficoltà, oppure hai semplicemente un ottimo tempismo? Voglio dire... da dove vieni? Che ci fai in questo postaccio?? E soprattutto, sei stato tu a salvarmi da quello stramboide esplosivo? ...Perchè credo di avere un debito, in tal caso.

    Non sapeva ancora come approcciarlo, tantomeno riusciva a prendersi sul serio mentre parlava con Febh fingendo che non fosse lui! Era una situazione decisamente estranea, anche troppo, e dire che lei aveva persino affrontato l'Oni più di una volta. Eppure lui sembrava così diverso, l'Oni si ricordava di lei, si ricordava di se stesso, e Febh stesso sapeva che quella era solamente la rappresentazione più pura della sua concentrazione. Questo Kaji era tutt'altro, aveva persino movenze diverse dal classico Yakushi, e comportamenti troppo surreali per la sua persona.

    Ah, giusto, i rumori. Spiegami bene cos'è successo dopo l'esplosione e dove siamo. Siamo ancora nel bosco dei Sussurri? Da quanto sono svenuta?
     
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