Hebitsukaiza - Il SerpentarioHebiko e Febh nel Bosco dei sussurri

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  1. Waket
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    IV



    Ad Hebiko sembrava le stesse per esplodere il cervello. Non riusciva a concepire come Febh potesse essere mutato in quella maniera, come facesse ad interpretare quella persona così distante da qual'era di solito. Non poteva assolutamente essere un travestimento, Febh restava tale e quale, solo con qualche stupido accessorio che credeva lo rendesse invisibile. E tantomeno poteva essere l'Oni, quell'essere terrificante che scuoteva gli animi dei cittadini al solo percepirne la presenza era cosciente di essere Febh, che però metteva a parte ogni sentimento superfluo. Lui invece sembrava del tutto alieno a com'era abituata solitamente la kunoichi, e sembrava possedere dei ricordi che probabilmente lo Yakushi aveva dimenticato. Avrebbe voluto fargli tante di quelle domande, ma tra i due il più confuso era lui. Ed Hebiko, per avere quelle risposte, doveva prima ricordargli come essere Febh.
    Ma come fare? Per avere atteggiamenti del genere doveva per forza aver fatto assopire se stesso, nascondendosi da qualche parte nella sua mente. Sputargli in faccia il suo nome e cognome poteva servire a poco, poteva semplicemente crederla una bugia, e magari iniziare persino a sospettare della ragazza. Doveva utilizzare un approccio lento, che avrebbe portato lui stesso a scoprire la verità, da solo.
    Il fatto che non sapesse nemmeno della morte di Orochimaru, avvenuta perdipiù per mano sua, fece trasalire la ragazza. Per lo Yakushi la scoperta che lei era sua erede era stata tremenda (più per lei che per lo Yakushi, a dire il vero), ed era stata costretta a sudarsi nuovamente la sua fiducia. Ma Kaji? Lui sembrava più accondiscendente verso la Serpe. Il suo maestro dopotutto ne era un fedelissimo, da come ne parlava probabilmente doveva essere una sua guardia d'elite. Stavolta poteva sfruttare i geni a suo favore. Cercò di ricomporsi, facendosi più sicura di se e rispondendo con tono gentile:

    Beh, ti sei perso un po' di eventi. Vedi... Come ti ho detto c'è un Amministratore. Ufficialmente, Orochimaru è ancora Kokage, ma c'è comunque un Amministratore a gestire le cose per lui. Diciamo che il villaggio gli stava prendendo troppo tempo, aveva altro di cui occuparsi. Ma a breve le cose cambieranno!
    E' una follia. Ma potrebbe funzionare.

    Unì le mani, facendo poi un piccolo inchino. Era evidente la sua tensione, dopotutto stava mentendo, anche se infilava dettagli reali qua e là... dettagli che solamente Febh poteva ricordare. Voleva che in Kaji si risvegliasse lentamente un ricordo sfumato grazie ad essi, e se avesse funzionato, avrebbe lentamente continuato, fino a portarlo in Amministrazione, dove lo avrebbe aiutato ad unire i puntini per ristabilire i suoi ricordi.

    Orochimaru ha chiesto all'attuale Amministratore di gestire il villaggio, fino a che io non sarò chuunin. E da quel momento, secondo il suo volere, tutti gli shinobi verranno convocati ad una riunione dove io verrò eletta nuova Kokage, come sua erede. Sono pur sempre sua figlia, dopotutto.

    Aveva cercato di ricalcare il più possibile l'idea che si era creata durante i preparativi della riunione. Sperava davvero che quelle parole facessero scattare un ricordo in lui, almeno per confermargli come vere quelle parole.
    I toni gentili di Kaji fecero arrossire la Vipera, era così poco abituata a quel tipo di approccio da non riuscire a trattenervisi. Riuscì a mantenere una certa confidenza dato che si trattava di Febh, per quanto fosse proprio il pensare che fosse lui a dire quelle parole la cosa che la metteva più a disagio.

    A-Ah... Sì, Hebiko-san va benissimo, Kaji...san.

    Non era per nulla abituata ad usare i suffissi. Tendeva ad evitarli completamente, irrispettosa com'era verso il prossimo. Ma Kaji non meritava quel disrispetto, si sarebbe sforzata di essere gentile come lo era stata con pochissimi, mettendolo a proprio agio. Certo, il fatto che lui sembrava voler flirtare con lei non aiutava la rossa a sentirsi a suo agio. Ridacchio in maniera nervosa, toccandosi i capelli quando ricevette quei complimenti inaspettati.

    E-Eh eh. Beh, io sono sicura di averti visto, quindi m-mi sento in dovere di ringraziarti. Quel dettaglio poteva comunque aggiungersi ai vaghi ricordi. Dopotutto erano solamente loro nel bosco, non poteva essere stato nessun altro... E di certo Hebiko non aveva la fama di essere una persona che molti avrebbero voluto salvare.
    Quando tentò di togliersi gli occhiali, la ragazza gli prese un braccio, bloccandolo.

    N-no!! Mi... Mi ricordano molto l'Amministratore di Oto, a cui sono molto affezionata, mi aiuterebbero a restare a mio agio in questo postaccio. ...Sì, so che gli ho dato dell'idiota, ma in senso buono. Sai, anche lui porta gli occhiali, gli danno un'aria così intelligente. S-se non ti pesa questa richiesta, mi piacerebbe li tenessi. So che sembra sciocco, ma... ti donano.

    Finalmente sembrava ricordare qualcosa, oltre a quel nome. Parlava di un certo Omoi, ma stava descrivendo la figura di Diogene, cosa che confuse parecchio la ragazza. Che stesse mischiando i ricordi? Anche il Mikawa aveva una seconda personalità?

    Ma esiste qualcuno di normale in questo pianeta?? Se ora esce che anche Raizen ha degli alter ego, me ne vado a vivere in solitudine!
    Uuuh... Mi sembra di conoscere qualcuno così, ma ora non riesco proprio... Puoi parlarmene un po' di più? Che ruolo aveva?

    Il secondo tentativo di flirt mandò a fuoco la faccia di Hebiko, unita ad un profondo senso di disagio sapendo che fosse tecnicamente Febh a dirle quelle cose. Fortunatamente fu lui a passare ad argomenti ben altro importanti... riportando l'attenzione della Vipera su quell'ambiente. O se non altro su un dettaglio, terribilmente importante.

    N-Non sai dov'è l'uscita!?

    Negli occhi le si poteva leggere il terrore. Una grotta apparentemente senza uscite, con frequenti terremoti sotterranei che avrebbero potuto bloccarli lì sotto per sempre. Una pessima situazione, viste le sue fobie. Iniziò a respirare più velocemente, quasi le mancasse l'aria. Doveva sforzarci di restare sufficientemente concentrata per poter pensare a mente lucida.

    N-Non mi ricordo come siamo arrivati qui, ero svenuta. E' arrivato quel tizio, e Ssal... Ah!! Aoda!!

    Febh conosceva Ssalar, ma non Kaji... Però Aoda era una sua evocazione. E forse poteva aiutarla, sempre se l'esplosione non lo avesse costretto alla ritirata. Avrebbe tentato di evocarlo frettolosamente, e, se ci fosse riuscita, gli avrebbe chiesto di dirle tutto ciò che poteva aver visto dopo l'esplosione. Ma c'erano molte possibilità che la cosa fosse inutile, se si fosse ritirato dalla battaglia in quel momento, o se fosse stato ancora troppo debole per poter essere evocato.

    Ero qui ad allenarmi con l'Amministratore... C'era un'altra evocazione, Ssalar, con me al momento dell'esplosione. Se solo anche tu conoscessi le lucertole del bosco... Sì, conosco... Conosco qualche rudimento del chakra.

    Altri dettagli per il Febh nascosto nella sua mente. Aveva poche speranze riguardo a Ssalar, ma qualsiasi cosa potesse dire che aveva un collegamento con lo Yakushi, doveva dirla.
    Kaji si dimostrò insicuro nella sua scelta, cercando consiglio nella Vipera. E tra le due opzioni, la ragazza sapeva benissimo sulla quale ricadere.

    Non preoccuparti, se troviamo dell'acquaLa rigenerazione naturale di chakra, vitalità e ferite è raddoppiata; questo bonus è sempre attivo.

    Dato che sono passate due ore, quanto posso aver recuperato?
    mi farò bastare quella. Dubito che qualcuno sappia che siamo qui. L'unico tizio che ci ha trovati si è fatto esplodere, perciò vorrei evitare ci ritrovasse un suo amico. Se la tua teoria è giusta, forse è questo mezzo di trasporto la chiave per uscire... Non mi piace per niente l'idea di infilarci ancora più in profondità, ma pare non abbiamo molta scelta.


    Sospirò, chiedendo a Kaji di farle strada per seguirlo fino al punto dove diceva di aver visto che la strada scendeva e, a meno di stranezze, proseguire oltre. Non avendo altre piste, quella era l'unica soluzione. Dopotutto, mezzo di trasporto o creatura gigantesca quale fosse, il tunnel creatosi doveva pur avere almeno un collegamento con la superficie.
     
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