Hebitsukaiza - Il Serpentario

Hebiko e Febh nel Bosco dei sussurri

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  1. Febh
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    No, no, non si può fare, non hai idea di quanto sia terribile il mio Sensei, anche se ora sono forte quasi quanto lui! E poi...uhm...sicura che volete stare così vicino? Le disse mentre lei, cercando di calmarlo, si era avvicinata tenendogli il viso su cui spiccava, oltre alle cicatrici, un lievissimo rossore d'imbarazzo, anche se decisamente più normale e sano di quello che avrebbe potuto riguardare Febh. Come "da quanto"? Sono enormi, non credo sia difficile notarle, le ho fin da bambino e... Non erano certo enormi, anzi, ma Kaji non poteva sapere che il motivo principe per cui il suo Io futuro si era unito agli Yakushi era per il dolore insopportabile causato da quegli squarci rossi e verdastri sul volto, che si faceva sempre più forte e che solo con le arti del Clan era stato finalmente messo a tacere. Perché sembrate così confusa? Se avesse avuto modo di usare uno specchio o qualcosa del genere (e lo aveva tra i suoi averi, ma anche la lama di una spada poteva andare) sarebbe letteralmente sbiancato. Ma che diavolo mi è successo alla faccia!?! Non si vedono quasi più! E...sembro anche...più vecchio... La voce si era fatta più debole man mano che parlava, come se ci fosse qualcosa appena al di là della sua mente cosciente ma non riuscisse ad arrivarci. No...no, no no, non è il momento di pensarci. Una strana luce negli occhi, come se avesse un sospetto su cosa potesse essere successo e non volesse assolutamente approfondire. Prima dobbiamo pensare a farla star meglio, Hebiko-dono, e a uscire da qui. Poi vedrò di trovare un senso a tutto questo. Kaji era decisamente più pragmatico di Febh nel suo stato normale, ma si poteva dire altrettanto dei momenti in cui lo Yakushi era concentrato sul da farsi?

    Raccontò la sua storia, con qualche particolare in meno, ma quando lei reagì al nome di Homura lui la prese come la conferma che si trattava realmente dell'erede di Orochimaru, dato che quel nome era noto a pochissimi. Si, aveva una snake-sword ma... Nel vedersi "aggredito" con l'altra che sollevava la manica rimase inizialmente ammutolito, constatando assieme a lei che non c'era alcuna traccia dell'arma, forse lasciata a casa prima dell'addestramento o, cosa più grave, persa nello scontro. Uhm...sono lusingato che tu voglia levarmi la maglia, ma non credo che il mio Sensei approverebbe... Ammise con un sorriso appena accennato che tuttavia non era del tutto scevro dai toni del flirt, anche se molto leggero e più indiretto di qualche minuto prima. Non intendo fermarti, comunque.
    Oh, per i miei genitori...è passato tanto tempo. Aveva finito il suo racconto e fece spallucce. Non mi ricordo nemmeno granché, solo che mio padre si chiamava Shijin e che mia madre era molto bella, anche se a volte un pò distratta, come quando diede fuoco al fienile per sbaglio. A tutti i fienili del villaggio in realtà...beh, comunque è successo che avevo quattro o cinque anni, è tutto terribilmente fumoso. Il ricordo dico, non il fienile in fiamme. Ma tu invece? Deve essere stato strano essere cresciuta da uno dei Sannin, il grande Orochimaru...è una figura quasi mitologica per me, non mi immagino come possa essere averci a che fare tutti i giorni...e il mio Sensei lo faceva. E lo idolatrava, a giudicare dagli atteggiamenti che aveva trasmesso all'allievo, e tuttavia quella domanda sembrava fatta apposta per cambiare argomento senza rispondere.

    Venne il momento della sperimentazione, alternando la procedura per cercare di richiamare qualcuno o qualcosa che potesse fornire una mano. Ah, bella idea! Onestamente mi sembra di traboccare di energie, posso usare tutto il chakra che voglio! A nulla servì usare il sangue di lui con il chakra di Hebiko, ma qualcosa effettivamente accadde quando le loro mani intrecciate usarono il chakra del nukenin e il sangue della Segretaria per spalancare il varco spazio-temporale che li separava dalle creature del contratto. Forse per l'uso di una grande quantità di chakra, forse per l'inconsapevole sfruttamento da parte di Kaji delle capacità avanzate degli specialisti dell'evocazione, ma al richiamo risposero ben due creature. Due serpenti, di lucertole non c'era traccia. Uno era verde

    , con squame di un colore lievemente più acceso sul dorso e delicatamente rilevate, lungo almeno il triplo di Aoda e con occhi stranamente espressivi per essere un serpente, mentre l'altro aveva un colore brunastro

    , con strani rilievi e venature che facevano pensare a una pelle più vecchia e stranamente simile alla corteccia, che fosse un rivestimento mimetico? Anche le dimensioni ricordavano più un ramo lungo un metro scarso che non altro. Midori! Finalmente! Il tuo amico non lo conosco però. Sai dirmi cosa è successo? Il serpente verde si mosse circospetto, studiando la stanza prima di sollevare la parte anteriore del corpo quasi in verticale ed esprimersi in un inchino a Hebiko. Evocatrice, ero presente quando hai liberato Manda, sono Midori (Verde), terza del suo nome, lieta di fare la tua conoscenza, ma non pensavo che io o la mia stirpe ti fossimo noti, sono onorata. E' possibile evocare solo una creatura che si conosce, o il contatto extradimensionale non ha effetto, a meno di usare grandi quantità di chakra o avere una creatura pronta all'evocazione dall'altra parte. Midori? Che ti pren...terza del tuo nome? Ma...ma allora non sei la stessa Midori che conosco, doveva essere tua madre! Cosa è successo? Sono Kaji, Kaji Hakai! C'era una nota di disperazione nella voce del giovane, ma non era la disperazione di chi non sa cosa stia accadendo, era più quella di chi sa esattamente cosa sta per sentire e non vorrebbe affatto ascoltare. Il rettile assaporò l'aria con la lingua, senza scomporsi, fissando l'occhialuto. Hai degli occhiali finti. Come mai vi accompagnate a questa persona, Evocatrice? Ehi, rispondimi! Lei avrebbe atteso autorizzazione da parte di Hebiko prima di rispondere. Mia madre morì in battaglia, ed effettivamente l'evocatore che più spesso ricorreva a lei si chiamava Kaji. Non so nulla di più di questo. Il serpente-corteccia intanto sembrava aver finito di studiare l'ambiente e aveva anche mangiato un fungo fosforescente...diventando a sua volta fosforescente: una luce utile e semovente. Io sono Kasshoku (Marrone), evocatrice. Primo del suo nome, sono nato dopo la liberazione di Manda ma sarò felice di servirvi. Avete dei topi freschi per caso? Sono affamato. Midori...è morta? Kaji sembrava stupito dalla notizia, anche se non particolarmente scosso dal punto di vista emotivo...né chiese lumi su Manda, come se non gli interessasse e stesse anzi valutando la cosa in termini puramente strategici. Non era tipo da rischiare...e ricordo distintamente che era con me durante il duello con Omoi. Se il giovane Kasshoku era nato da poco evidentemente non c'era possibilità che conoscesse Kaji, che non gli dedicò attenzione. Si erano procurati due alleati, in ogni caso, ed era meglio di niente.

    Qualche secondo per metabolizzare la notizia e Kaji era tornato a sorridere ed essere cortese...doveva essere molto più bravo a recitare di quanto Febh non sarebbe mai stato, o perlomeno a controllare le sue emozioni rispetto al semplice on-off dell'alter-ego. Continuò con le sue allusioni sul possibile flirt tra Hebiko e l'Amministratore di Oto, ridacchiando quando lei reagì con fermezza. Ah, ne so qualcosa di addestramenti difficili! Il mio Sensei è una vera e propria carogna! Una volta mi inseguì per ore in un bosco attaccandomi a tradimento, e dovevo procurarmi da mangiare e da bere in una zona piena di animali pericolosi e velenosi! Roba da incubi! Un dio crudele avrebbe riso a lacrime a quella scena, come forse il narratore della vicenda. Certo che la situazione è assurda...non mi dispiacerebbe affatto svegliarmi e scoprire che è stato tutto un sogno. Commentava mentre le sistemava i capelli alla meglio con Kunai (ottenendo, va detto, risultati migliori del clan dei parrucchieri otesi). O meglio...forse un piccolo dispiacere ci sarebbe: scoprire che non vi ho mai incontrata. Aggiunse a voce più bassa, ma senza dar seguito alla cosa.



    [...]

    Uratarou non era umano, e non furono umane nemmeno le sue reazioni quando Hebiko sobbalzò al menzionare l'Hokage, chiamandolo persino per nome. Raizen? Chi è? Sembra un nome da pivello... Forse qualcosa di Febh rimaneva, a conti fatti, ma Kaji non sapeva di che cosa si stesse parlando, mentre Uratarou mantenne un'espressione neutra, parlando senza enfasi a differenza di quando li aveva bloccati...forse perché non serviva più attirare la loro attenzione? Non ho modo di comunicare con l'esterno, non è il mio scopo, io sono colui che preserva la sanità mentale di Masamune, Re del Sud, e la sua coscienza all'interno della sua ombra. Unendosi a me può sopravvivere lontano dal suo corpo afflitto dalla maledizione della follia, ma se il nostro legame si tranciasse la mente e il corpo tornerebbero uno, rendendo la maledizione irreversibile e diffondendola a tutti i Draghi Neri. Sembra una situazione complicata... L'Hokage ha promesso di trovare una cura per la follia, così da poter riunire le due metà di Masamune in sicurezza, ma non è ancora tornato. Tuttavia questo essere meccanico disturba la mia stessa esistenza, allentando il legame con l'ombra del drago. Hai detto...Chakra che disturba i jutsu che influenzano l'anima? Mentre Hebiko soppesava quelle informazioni anche Kaji faceva i suoi calcoli, e sul viso riaffiorava la preoccupazione come se più pezzi di puzzle si stessero incastrando in un insieme che lo terrorizzava. Kako no Mujitsu...l'Innocenza del Passato, la Purezza Infinita...possibile? Sussurrò appena, ma non avevano il tempo di approfondire perché il pericolo era terribilmente vicino e dovevano elaborare una strategia...solo che il nukenin non sembrava proprio in condizione di farlo. La responsabilità ricadde tutta sulla kunoichi, che forse anche grazie a quell'addestramento al limite stava dimostrando di poter pensare con lucidità anche in momenti di grande stress fisico ed emotivo. Pose le sue domande, a cui l'incorporeo Uratarou rispose senza particolari inflessioni: Non rimangono che pochi filamenti di chakra. Sospetto che il legame si spezzerà del tutto in poche ore, ma sarà oltre il punto di non ritorno in molto meno, un'ora al massimo. E Masamune sarà qui fra dieci minuti. La ragazzina a cui mi riferisco è Ogen Yakushi. Rispetto a me e Masamune non è che un'infante con appena due secoli di vita, viene qui spesso, come custode di questi luoghi per conto di Tenchou, il drago suo alleato. Nessuno aveva insegnato a Uratarou il concetto di tenersi per sè le informazioni sensibili, evidentemente.

    Kaji rispose come scosso da un profondo ragionamento quando Hebiko gli si avvicinò spiegandogli il piano. Mostrò le sue armi (indicandone alcune con sospetto, come se non fossero gli oggetti che si sarebbe portato dietro normalmente) e annuì. Mi sembra un'idea geniale...ma se ha resistito all'esplosione temo che potrebbe resistere anche al drago. Tentare non nuoce, comunque. Un breve lampo nel suo sguardo indicava che aveva pensato anche a qualche altra cosa, ma non la disse. Il problema è che non riesco a muovermi bene come vorrei...è come se non fossi abituato al mio corpo... [Nota]Kaji è Energia Viola, con Edo Tensei II (ai fini delle statistiche) ed è costantemente Scoordinato e con Ingombro Ma credo di avere una soluzione...a patto che il tuo piano abbia successo! Tra funghi e l'illuminazione fornita da Kasshoku, che avrebbero attratto sicuramente il nemico in lontananza se ancora era in grado di vedere, approntarono la loro trappola sopraffina sotto l'occhio severo di Uratarou, che essendo incorporeo non poteva interagire ma forniva informazioni in tempo reale sull'avvicinamento del drago in forma di fulmine elettrico.

    Per rincarare la dose Hebiko si sarebbe avvicinata al suo bersaglio mentre Kaji completava i preparativi e si piazzava. Pareva teso, ma abbastanza fiducioso. Non dovrebbero esserci problemi, se ha resistito all'altro scoppio. Borbottò appena, ma solo i serpenti e Uratarou potevano sentirlo, Hebiko era distante, vicina a quell'essere arrivato da chissà dove. Kunoichi...Oto. Rispose meccanicamente alla provocazione, quasi comico nel suo comunque essere un letale sicario. Interrogarlo sarebbe stato probabilmente inutile, certamente raccogliere informazioni sugli Illuminati in un secondo momento poteva tornare sicuramente utile ma ora sopravvivere aveva la priorità! Inseguita dall'automa, Hebiko saltò la prima trappola mentre questi la attivò senza nemmeno soffermarcisi, incassando un Kunai senza particolari danni e deviando l'altro con la sua spada. Alla caduta della bomba sonora alle sue spalle (si muoveva molto rapidamente) però finì inevitabilmente per incespicare, sovraccaricato dall'onda d'urto quanto bastava perché lei riuscisse col suo piano a catturargli le gambe e stordirlo con il suo Raiton. Afferrata da Kaji sul pozzo del soffitto, con agilità funambolica lei tratteva l'essere appeso per le gambe mentre un rombo lontano (e la voce monotona di Uratarou) annunciavano l'arrivo del "proiettile". L'automa si riebbe appena per un secondo riuscendo a cercare un singolo attacco contro Hebiko [Azione 1]Dalle spalle emergono dei lanciaspiedi che bersagliano Hebiko con 12 dardi. Forza Viola+1 tacca, Potenza 15 per spiedo, Veleno Stordente B0 prima che questa potesse lasciarlo andare. Andasse come andasse, venne travolto dal fulmine sotterraneo che pareva composto da pura oscurità crepitante (era l'ombra di un fulmine, a conti fatti), finendo a brandelli senza nemmeno il tempo di fiatare, con ingranaggi, meccanismi e cristalli carichi di chakra che volavano in ogni direzione.



    Solo il petto rimase integro, con all'interno ancora il cristallo principale, acceso e brillante. La gemma emette il chakra disturbante, rapidamente indicata da Uratarou. Dovete distruggerla...forse con un attacco fisico visto che è sopravvissuta al Fulmine Vivente di Masamune. Ci penso io! Kaji era sceso assieme ad Hebiko per osservare le spoglie della battaglia (mai sottovalutare che possano ripararsi da sole, così aveva detto, e le recenti avventure nella Neve della Kunoichi gli davano probabilmente ragione), ed essendo il più vicino scattò rapidamente verso l'oggetto, afferrandolo e soppesandolo mentre questo pulsava e vibrava leggermente. E pensare che una cosa così piccola sta creando tutto questo disastro. Basterebbe spaccarla e questi draghi dell'Hokage non rischierebbero più nulla, no? La guardava con attenzione, quasi a volerne rapire il segreto, e ci fu un secondo di tristezza sul suo viso, prima di voltarsi verso la Kunoichi, non più distante di sei o sette metri, levandosi gli occhiali finti e lasciandoli cadere con noncuranza.

    Tuttavia...io sono la cosa più importante al mondo, Hebiko-san. Aveva abbandonato il "-dono". Io e la mia sopravvivenza, di tutto il resto non mi importa. Ideali, compagni, allievi, maestri. Ciò che conta sotto ogni punto di vista è che io sopravviva e mi senta al sicuro, anche se questo implica non fidarmi mai di nessuno. Sempre sorridente e gentile, ma quelle parole erano come rasoi affilati, anche perché erano poi così diverse da quelle che la Segretaria rivolgeva ogni volta a sé stessa? Non stava forse mettendole davanti la sua stessa filosofia di vita? La sopravvivenza ad ogni costo. Io al primo posto, è anche la filosofia di Orochimaru in fondo, no? Con la pietra in mano, tenuta saldamente, si sarebbe allontanato di un passo o due. Permettimi di spiegarti qualcosa, Hebiko-san. Tuo padre ha sviluppato e portato a completezza una Kinjutsu inventata decenni fa dal secondo Hokage: la Resurrezione Impura, o Edo Tensei. Con un complesso rituale permette di sacrificare una vita e usare quel corpo e quell'energia per riportare un morto in questo mondo e controllarne le azioni. Orochimaru la trasmise ai suoi due guardiani mentre attendeva che Kabuto maturasse...Omoi apprese l'arte della Progenie del Serpente di cui tu credo sia esperta, mentre Homura apprese l'Edo Tensei. E se era stata del suo Sensei, era ragionevole pensare che gliela avesse trasmessa. Un'altra cosa che non sai è che tuo padre incoraggiava i suoi servitori alla ricerca personale in modo da beneficiare poi delle loro scoperte, e Homura sviluppò una tecnica derivata dell'Edo Tensei, che chiamò Purezza Infinita, Mugen no Jundo, anche se originariamente, e con maggiore accuratezza, la aveva chiamata Kako no Mujitsu...Innocenza del Passato. Fece sparire la pietra nella sacca porta-armi che portava alla vita. Invece di sacrificare una vita per richiamare un morto...sacrifica parte di una vita per impedire all'anima di allontanarsi dal corpo. In sostanza cancella ricordi, conoscenze e anni di vita, ma salva una persona che sia in punto di morte o che sia appena morta, o comunque la riporta indietro di un tempo variabile, in base al danno da rigenerare, in sostanza curando ogni ferita, condizionamento o danno psichico o fisico. Il bersaglio è comunque soggetto all'Edo Tensei ed è controllabile da essa, se l'utilizzatore lo desidera, ma appare vivo ed è vivo sotto ogni aspetto, eccetto l'essere soggetto a tecniche e sostanze che influenzano i cadaveri. Lasciò qualche secondo perché lei potesse elaborare quello che stava dicendo e mettere assieme i pezzi. La riteneva sufficientemente intelligente.

    Questa pietra interferisce con Jutsu di quel genere, e sospetto sia l'unica cosa che mi tiene qua. E io sopravviverò ad ogni costo. Libero. Non sacrificherei mai me stesso per altri. E non distruggerò questa pietra, anche se potrebbe liberare quella maledizione sui draghi o robe simili. Non mi importa, io devo sopravvivere. Mi allontanerò da qui il più possibile, questo posso concederlo, sia per avere la mia libertà e sia perché forse con la distanza l'effetto su Uratarou si annullerà, ma questo è il massimo che posso concedere. Le tese quindi la mano, con il palmo aperto verso l'alto. Il punto è...cosa farai tu? Forse con quel discorso finale lei avrebbe compreso in che modo Kaji era sostanzialmente diverso da Febh Yakushi...e straordinariamente simile a lei. Il vero problema era se mettere in discussione sé stessa o meno.

    Se lasciarlo andare...provare a fermarlo...o andare con lui.



     
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