Hebitsukaiza - Il SerpentarioHebiko e Febh nel Bosco dei sussurri

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    VI



    Finalmente Hebiko aveva, involontariamente, trovato una breccia nella sua memoria (o almeno così sperava): il segreto dietro quel drastico cambiamento poteva essere svelato grazie a quei segni quasi invisibili! Frettolosa, la rossa estrasse il suo kaiken, mostrandogli ciò che aveva visto, lasciando che l'altro glielo rubasse dalle mani per verificare lui stesso, aggiungendo interessanti dettagli alla cosa. Che Febh stesse tornando a galla? Non volle insistere quando Kaji ritardò il suo ragionamento: sapeva bene come certe notizie andassero assimilate con calma, e non riteneva necessario forzare ulteriormente il suo capo, se ancora così poteva considerarlo. Annuì, interrompendolo solamente per una domanda:

    Ti senti bene?

    Durante lo spogliarello improvvisato per la ricerca della snake sword, Kaji non riuscì a tenere a freno la lingua, causando un visibile imbarazzo sul volto della kunoichi, ed una tirata di orecchio quasi istintiva da parte della pudica serpentella:

    Ci conosciamo da un'ora!! E cos'è sta storia che non vado bene al tuo Sensei!?

    Borbottò, lamentosa, ricoprendo rapidamente il suo braccio e distogliendo lo sguardo il più possibile. Sfortunatamente, per l'ampio rossore sul volto non aveva molte soluzioni.
    Hebiko non faticò ad accorgersi di come Kaji le aveva rigirato il discorso in modo da evitare la domanda. Forse la cosa aveva qualche collegamento con la precedente rivelazione, perciò non le restava che aspettare. E, durante l'attesa, Kaji le rivolse a sua volta una domanda, della quale anticipò la risposta con uno sbuffo, poggiando la testa ad entrambe le mani.

    Meh. Non che abbia poi molto tempo per me. Non sono nemmeno sicura se posso essere considerata una vera e propria Erede, o solo uno dei suoi tanti esperimenti per avere un corpo di scorta, uscito con un carattere... inaspettato. In fin dei conti di Orochimaru ho solo la discendenza, il resto... non cambia molto dal tipico otese medio. Lui è la leggenda, chi gli sta attorno non è poi così importante.

    Sviò il discorso, mascherando il suo senso di disagio nel sentirsi solamente un misero esperimento fallito con il problema di un padre assente e poco attento ai bisogni della figliola. Lei stessa non sapeva quale delle due cose le faceva più male, di certo non aveva intenzione di parlarne a lungo con Kaji, non finchè questo immaginasse la Vipera cresciuta sotto la protezione del Fondatore di Oto, quando la realtà era ben lontana da tutto quello. Ma luila sapeva bene... L'altro lui almeno.


    L'esperimento con le evocazioni le permise di attirare con successo ben due serpenti, che la riconobbero come evocatrice, pur non avendola effettivamente ancora incontrata. La felicità dell'essere riuscita a richiamarli in quel luogo venne momentaneamente messa da parte da un Kaji che, quasi in preda alla disperazione, non sembrava in grado di farsi riconoscere da Midori. Hebiko ordinò alla serpe di rispondere alle domande del ragazzo, venendo presto distratta dal secondo serpente evocato, Kisshoku, che brillava curiosamente come i funghi presenti in quella grotta. Lo fissò confusa per qualche istante, per poi correre a raccoglierlo, tenendolo tra le mani, sgridandolo con un tono decisamente più dolce di quello che spesso subiva Febh:

    No no no, cos'hai fatto!? Non puoi mangiare tutto quello che ti capita sotto tiro, potrebbe essere velenoso!

    Lasciò che il serpente più piccolo le si attorcigliasse liberamente addosso, intromettendosi nell'altra conversazione solo una volta finita. Kaji stava sicuramente iniziando a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, Hebiko ancora sperava che questi potessero fargli tornare la memoria. Si rivolse a Midori dopo un rispettoso inchino:

    Grazie per aver risposto alla chiamata. No, purtroppo ancora non conosco molti di voi, ma ho intenzione di rimediare al più presto. Ci penseremo una volta usciti di qui. Qualcuno di voi due ha notizie di Aoda? Era con me in un momento piuttosto importante, ma non ho modo di richiamarlo...

    I due ebbero modo di rilassarsi ulteriormente prima di partire, grazie al talento di Kaji come parrucchiere, che stava sistemando con cura i capelli della ragazza, rovinosamente tagliati dal suo alter ego. Gonfiò le guance cercando di reprimere ogni pensiero negativo quando il ragazzo descrisse lo stesso addestramento che lei aveva appena subito, solo subito lui stesso dal suo sensei, limitando la sua furia ad un borbottio confuso sulle note di "ora capisco da chi hai preso". Non potè che condividere il suo successivo pensiero, ridacchiando per allentare la tensione... venendo però presa alla sprovvista dalla sua ultima affermazione. Alzò lo sguardo verso di lui, non sapendo come reagire. La sua faccia lo fece per lei, facendola irrimediabilmente arrossire. Mai Febh era stato così diretto nell'apprezzare la sua presenza, incapace di rappresentare a modo le emozioni umane. Ed ora, grazie alla presenza di Kaji, era invece in grado di esprimere realmente la sua gratitudine ed i sentimenti verso la kunoichi. Per quanto entrambi si dessero per scontati, era innegabile che tra i due si era formato un legame che molti avrebbero invidiato; nonostante le innumerevoli stramberie dello Yakushi, la Vipera non aveva mai smesso di restargli fedele, rinunciando a tradire il suo villaggio odiato fino alle fondamenta solamente per quell'unica persona che non aveva intenzione di deludere. Ridacchiò, imbarazzata, coprendosi il volto con una mano, incapace di mantenere lo sguardo. Fortunatamente il bisogno di uscire da quel luogo avrebbe presto allentato quella tensione, facendoli concentrare sulla loro prossima mossa.


    Uratorou si lasciò scappare diverse informazioni piuttosto importanti, mentre Kaji sembrava riconoscere la pietra di cui parlava, probabilmente ciò che alimentava il robot. La tensione del momento, tutta sulle spalle della kunoichi, le impedì di approfondire quelle informazioni, dopotutto la priorità era un'altra: catturare o fermare il robot. Non potè tuttavia trattenersi dal commentare le affermazioni su Ogen:

    Una ragazzina di due secoli!? Non puoi paragonare l'età umana a quella di un drago o di un... un... qualsiasi cosa tu sia! ...E quanto diavolo siete longevi voi Yakushi!?

    Borbottò all'aria, involontariamente rivolta a Kaji, che tuttavia non si sentiva Yakushi per nulla. I suoi successivi commenti le facevano persino capire come la mente non fosse in grado di controllare quel corpo al meglio, rafforzato dagli allenamenti di Febh stesso. Sembrava davvero come se solamente l'anima fosse tornata indietro nel tempo. Lo tranquillizzò come meglio riusciva, assicurandosi di affidargli solamente il ruolo di supporto, in modo da rendere il tutto meno pericoloso possibile per il suo nuovo corpo. Stavolta era lei la responsabile di tutto, e per una volta stava valutando seriamente la salute del suo compagno di squadra, sentendosene responsabile come leader di quel team improvvisato.


    L'attacco andò come previsto, ad eccezione dell'ultima vendetta del robot. La rossa, tenuta da Kaji per il busto, piegò le gambe in avanti per ripararsi dagli aculei, sfruttando le sue scaglie come protezione. Alcuni aculei riuscirono a penetrare nella sua pelle, mandando in circolo il veleno. Strinse i denti, resistendo fino al passaggio del drago che distrusse completamente l'automa. Terminato il passaggio del drago i due scesero dal condotto, e la Vipera si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, piuttosto entusiasta della riuscita del suo piano. Mentre Kaji si occupava della pietra, sotto consiglio di Uratorou, la kunoichi si spostò verso il torso dell'automa, calciandolo senza troppa forza, ma più come gesto autoritario, prepotente.

    Hai trovato la "kunoichi Oto" sbagliata, stupido barattolo.

    Era pronta a festeggiare quella vittoria anche con Kaji, ora liberi di cercare un'uscita da quel posto, magari aiutati da Uratarou. Ma, quando si voltò il suo sorriso si spense, nell'esatto momento in cui la plasticosa montatura degli occhiali toccò il terreno. Le prime frasi del ragazzo accesero un tremendo dubbio in lei, che espose prima che lui potesse iniziare il suo discorso, a pugni stretti ed espressione incredula, pronta a scoppiare di rabbia:

    ...Mi stai tradendo?

    Mai avrebbe immaginato che, tra tutti, proprio lui potesse tradirla. Febh non lo avrebbe mai fatto, per quanto il suo modo di dimostrare affetto fosse così al di fuori degli schemi, tradire la persona più fedele a lui, alla quale forse lui stesso era (inconsciamente) altrettanto fedele, era fuori discussione. ...Ma quello era Kaji. Kaji era diverso. Lo era davvero? Esternamente sì, i suoi atteggiamenti, modi di fare, per non parlare dell'estremo rispetto ed umanità che mostrava nei confronti della ragazza, quasi a disagio di fronte ad un trattamento tanto normale. Eppure, in un certo senso, era pur sempre la stessa persona. Kaji era forse la partedi Febh che quest'ultimo aveva dimenticato, ma era sempre lui, faceva comunque parte del suo essere. Non sarebbe riuscita a spiegarsi in altro modo l'istintiva fiducia reciproca che provavano l'un latro, non accettava di riconoscere i due come entità completamente opposte. Qualcosa di ognuno era- doveva essere rimasto nell'altro.
    Il successivo monolo la aiutò a capire. A quanto pare aveva effettivamente collegato diversi pezzi del puzzle, ma mai si sarebbe aspettata di scoprire che Febh fosse, a tutti gli effetti, un cadavere ambulante, salvato per miracolo da un'abilità unica del suo maestro. E qualcosa sembrò turbarla, quando l'Hakai confessò che il motivo della sua coscienza finalmente tornata a galla era quella pietra, ed una sua lontananza o una più brutale distruzione lo avrebbero relegato per sempre nella mente dello Yakushi, facendolo tornare il Febh che tutti conoscevano, il suo vero capo, colui a cui aveva per primo dato la sua fiducia. Temeva che il ragazzo potesse scappare una volta finito il suo discorso, temeva che potesse attaccarla, vedendola come un'ostacolo alla sua sopravvivenza, costretta a rivalutare le sue stesse convinzioni ora che qualcun altro le sputava in faccia la tremenda verità e conseguenze della sopravvivenza a tutti i costi. Ma non lo fece. Le diede la possibilità di scegliere la sua strada, come un vecchio amico che le doveva un ultimo favore.
    Le mani della ragazza tremavano, strette in due pugni. La spiegazione l'aveva lasciata incredula, come ci si poteva aspettare: il tutto era tanto assurdo quanto sensato. Si era inoltre resa conto di non conoscere quasi per nulla quella persona con cui vantava tanta confidenza e fedeltà... ma come biasimarlo? Nemmeno lui sapeva quel lato di se, probabilmente. Si irrigidì, incurvando leggermente la schiena e portando indietro una gamba, quasi fosse pronta ad un assalto improvviso.

    Tu... Hai davvero pensato di potermi tradire... Anche solo per un istante? Dopo tutto quello che abbiamo passato? Forse non poteva ricordare le sue esperienze come Yakushi, ma la Vipera non poteva trattenersi dal pensare ad entrambi guardandolo. Ed ora mi poni una domanda del genere? Davvero?? Tu realmente non hai ancora idea di chi io sia.

    E, quasi senza preavviso, scattò in avanti, impastando quanto più chakra poteva nelle gambe, allungando le braccia quanto più poteva preparandosi a stringerlo in una rapida, inevitabile morsa, con uno sguardo che non prometteva assolutamente niente di buono. Un assalto rapido, a testa bassa, che sembrava anticipare un attacco di violenza inaudita... Attacco che non andò mai a termine.



    Le sue braccia lo strinsero in un abbraccio caloroso. Non c'erano istinti omicidi in quel gesto, non traspariva alcun doppiogioco o finta. Un abbraccio, uno dei gesti più puri e sottovalutati che due persone potessero scambiarsi. Un gesto estremamente importante per una ragazza come Hebiko, abituata ad approcci decisamente più freddi anche con persone di cui si fidava. Ed ora lui poteva vantare di aver condiviso un momento unico con quella kunoichi, forse persino più importante del bacio scambiato con Raizen tempo prima.

    Sei un'idiota. Come al solito. sentenziò, in contrasto con il suo caloroso abbraccio. Strinse le sue vesti, rinforzando quell'abbraccio e quasi rimproverandolo, offesa. Come ti è saltato in mente che potessi anche solo pensare di sacrificarti?

    Si sarebbe goduta quell'abbraccio per un minuto buono, sperando che l'altro ricambiasse, comprendendo il suo gesto. Indietreggiò solamente per raccogliere gli occhiali gettati a terra, infilandoglieli nella stessa tasca della pietra.

    Non mi importa chi tu scegli di essere. Kaji Hakai, Febh Yakushi... Resti sempre tu. Mi fido di te. E ti seguirò ovunque. Gli prese la mano, come fosse una promessa. Stavolta però toccava a lei dargli qualche spiegazione, la sua fuga per la libertà rischiava di essere un problema.

    Sarà difficile per te lasciare Oto. Ci sono diverse cose che non sai, e che non ti ho detto prima per paura che tu potessi assimilarle male. Tu sei l'Amministratore di cui parlavo. Febh Yakushi. Prese fiato, consapevole che quel dicorso sarebbe stato probabilmente duro da mandar giù. Sei molto stimato ad Oto. Diciamo che il tuo alter-ego ha modi di fare particolari, ma la tua forza è conosciuta in tutto il villaggio, e fuori da esso. Se dovessi sparire da un momento all'altro, puoi ster certo che chiunque verrebbe a cercarti. I primi potrebbero essere gli Yakushi, seguiti da Diogene Mikawa. Anche se lui potrebbe approfittare della tua assenza per diventare Kokage... borbottò, ragionando sulla cosa. Quella sua ultima affermazione avrebbe sicuramente fatto crescere dei dubbi in Kaji, ai quali la Vipera avrebbe risposto prontamente. Ah, giusto, tu non sai... Beh, Orochimaru è tecnicamente morto anni fa, ma pare fosse tornato sotto mentite spoglie, per poter comunque governare il villaggio. E tutt'ora tutti credono che questo Nidaime sia a capo ma... la verità è che tu e questo Diogene lo avere ucciso, in segreto. Stai... Febh aspettava il momento migliore per dirlo al resto del villaggio. E non aveva reagito bene quando aveva scoperto i miei legami con la Serpe. Che, tra le altre cose, non è mai stato presente nella mia vita, mi sono dovuta inventare quella storia per cercare di farti tornare la memoria. ...Ma avremo modo di parlarne meglio una volta usciti di qui. Uratorou, non è che puoi indicarci la strada?


    Hebiko avrebbe risposto a qualsiasi dubbio del ragazzo senza farsi problemi, dicendogli tutto quello che sapeva di Febh. Prima o poi sarebbe arrivato il momento di pensare ad una soluzione per la sua condizione. La Vipera iniziò a ragionarci su, ricordando una peculiare abilità che Raizen le aveva dimostrato di avere.

    Se solo fossi in grado di crearti un clone perfetto... Potremmo lasciare che quello torni ad Oto, mentre tu potresti rifarti la vita che preferisci. Se quella pietra resterà con te, il clone riprenderà la coscienza di Febh, e nessuno avrebbe più modo di disturbarti. ...Dovremmo cercare nei laboratori di Oto, magari tra le ricerche di Orochimaru potremmo trovare qualcosa che fa al caso nostro. Pensi possa essere saggio tornare dal tuo maestro? Se era la sua guardia personale, sicuramente saprà dirci dove cercare.

    Le due evocazioni ancora li accompagnavano, con la kunoichi che aspettava impaziente il ritorno di Aoda. Per Ssalar, sarebbe sicuramente stato più difficile ritrovarlo, ma sapeva che quelle creature vivevano nel bosco dei sussurri. Aveva una base di partenza, se non altro.



     
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