La Nemesi

Atto III
Immobile †

Avevo commesso un errore banale. Non vedevo più il mio avversario e quindi mi ero convinto che fosse, semplicemente, scomparso. Sì, un errore da principiante. Vedendo, inoltre, la possibilità di addestrare un nuovo ninja per Kiri - oppure di eliminare un peso inutile per il villaggio - mi ero distratto nel dispensare consigli sull'utilizzo del chakra adesivo. La mia affermazione sul suo tempo a disposizione era ovviamente soltanto un pretesto per far sì che si concentrasse - anche perché non avevo modo di controllare lo scorrere dei secondi - mentre non lo era quella riguardante un suo eventuale fallimento. Lo vedevo piuttosto confuso, in ogni caso, riguardo l'utilizzo del chakra. Probabilmente era un ragazzo alle prime armi ed era giusto che sbattesse la testa - e non solo, in quella circostanza. Riuscì comunque nel suo intento dopo vari tentativi.
Fu in questo momento che due oggetti metallici mi si conficcarono nell'addome e nel braccio, inizialmente, paralizzandomi. Ti dovrei presentare il mio vecchio sensei! Disse l'uomo mascherato che ero convinto si fosse allontanato. Ma lui mi ha spiegato che non si uccide, tu invece, questa lezione sembri non averla compresa. Vediamo però come te la cavi se non riesci a muoverti per bene! Non compresi di fatto cosa volesse dire quell'affermazione fin quando non provai a muovere il braccio sinistro: sembrava che qualcosa lo ancorasse al mio busto, come se le terminazioni collegate al resto del mio corpo fossero incapaci di mandare il messaggio neuronale di movimento. Anzi, più precisamente, era come se il messaggio arrivasse "spezzettato", in segmenti, ad intermittenza, in quanto il braccio e le gambe si muovevano con una certa minima capacità. Digrignai i denti sotto l'elmo. Non ci perdere troppo tempo, andranno via da soli, ma ci vorrà qualche minuto, forse qualche decina anche! Intanto lo prendo io il criminale! Disse, lanciandosi indietro con una capriola. Lo vidi nuovamente scomparire. Nel frattempo il ninja-barbone era riuscito ad uscire dalla sua buca.
Kyofu, lasciami a terra e perlustra l'area dall'alto. Cerca di trovare l'uomo che mi ha lanciato questi ... guardando quei marchingegni, la loro forma mi colpì particolarmente. Erano belli. ... cosi. Cerca di rallentarlo, se ci riesci, non permettergli di raggiungere l'altro criminale. Certo, Padrone. Disse l'albino, appoggiandosi al terreno e facendomi scendere. Un secondo dopo si librò velocissimo in volo alla ricerca del giustiziere buono. [Note.]Velocità Blu+3 Qual è il tuo nome, ragazzo? Chiesi per prima cosa. Quel colpo dissi, rivolgendomi al giovane ninja che era appena riuscito ad uscire dalla buca, è una delle mie tecniche personali che ho affinato con studio e dedizione. Suiryoku, la Spinta, era una delle tecniche dei Predatori, gli utilizzatori della V Forma e benché in quell'arte della spada ancora non fossi ancora esattamente pratico, ero riuscito ad affinare le caratteristiche di una delle sue tecniche fondamentali. Più che un estimatore delle taijusu visto che era quello che apparì in quell'occasione, dato ciò che il ragazzo aveva visto sono un abile kenjutsaro. Cioè di tecniche che coinvolgessero la Spada. In realtà, ad essere precisi, ciò che riesco meglio a fare è fondere l'arte della spada con le ninjutsu. Era complesso da spiegare, probabilmente sarebbe risultato ancora più ostico per un novizio come sembrava quel ninja. Tu, invece in cosa ti senti portato? Hai dimostrato interesse nelle arti del corpo ma ti ho visto usare distintamente una ninjutsu. Mi riferivo al trucchetto con i capelli. Avrei comunque precisato Non affidarti troppo al ciò verso cui sei portato: le pieghe del tempo e del destino sono così varie e multiformi che non sai ciò che un giorno potrebbe attenderti. Nascondevo, con queste parole, qualcosa di evidente per voi che seguite le vicende del fu Keiji Kagome. Al contempo, cercai di muovermi, dimostrando una incredibile lentezza-4 Tacche Velocità. (Malus più grande concesso dalla competenza Combattere con Handicap. nient'affatto propriami. Il giovane non si sarebbe probabilmente accorto di niente ma per me era come essere tornato indietro nel tempo. Troviamo quel ladruncolo. Abbiamo un conto in sospeso, non credi? Sarei stato disposto ad ascoltare ogni eventuale domanda sul suo modus operandi, se se ne fosse presentata l'occasione.
Dopo qualche minuto di camminata, seguendo quelle che ritenevo fossero le impronte della mia preda - rispetto a Keiji Kagome i miei occhi erano meno in grado di carpire i dettagli, almeno per il momento: avevo perso alcune capacità fondamentali e la riabilitazione sarebbe stata piuttosto lunga - ci ritrovammo davanti ad un tombino malamente scoperchiato. Scostai con un piede il coperchio e guardai di sotto. La scala era stata recisa ed il pavimento era piuttosto lontano. Le mie gambe metalliche avrebbero attutito la caduta, quelle di Fudoh, probabilmente no. Usa nuovamente il chakra adesivo. Lo guardai severo. Non emularmi. Dissi, mentre con un passo mi lanciavo nel vuoto.
Quando Fudoh mi raggiunse, davanti a sé si stagliò un'immagine macabra, per quanto provvidenziale: quando eravamo scesi avevamo visto che la scala del tombino era staccata ma non ci saremmo immaginati che avesse ceduto per via del peso del nostro inseguito, facendolo poi cadere a terra e spaccandogli il cranio al momento dell'impatto. Accade sempre ciò che è giusto che accada. Dissi laconico. Andiamocene da qui. Proprio in quell'istante, tuttavia, una gigantesca gabbia cadde dall'alto, costringendo me e il mio momentaneo compagno. Dall'ombra riapparve l'uomo mascherato. Ti consegnerò alla giustizia come meriti, Inquisitore. Il suo fare ricordava molto il mio, per quanto fosse deviato da una fiducia verso il prossimo al confine dell'inettitudine. Le forze dell'ordine di Kiri sono in arrivo. Io ho altro di cui occuparmi piuttosto che stare dietro ad uno come te. Sarete comunque sorvegliati. La mano indicò le ombre dietro di lui: nessuno si intravedeva in quell'oscurità. Arrivederci! ... Anzi, no, speriamo di no. Come era arrivato, così scomparve nel niente.
La gabbia in cui eravamo non aveva una porta ma soltanto un congegno fluorescente al centro con una serie di pulsanti. Il problema era l'enorme calore che questo marchingegno sembrava emanare. Toccarlo con le mani sarebbe stato indubbiamente inutile, oltre che stupido. Nessuna prigione di quel tipo avrebbe potuto trattenermi, soprattutto se si considera che avrei potuto spezzare quel sigillo a mani nude, senza preoccuparmi dell'eventuale calore emanato da esso grazie al braccio artificiale. Se Fudoh avesse provato ad usare la moltiplicazione del corpo per creare un clone fuori dalle sbarre e dargli l'opportunità di spezzare il sigillo, nel momento stesso in cui il clone si sarebbe formato, esso si sarebbe anche distrutto: quella prigione emanava un calore così intenso che all'esterno, nel raggio di pochi metri, avrebbe bruciato chiunque, figurarsi delle semplici copie. Non era mia intenzione però risolvere la situazione per il mio compagno. Avevo l'opportunità di insegnare un'altra lezione. Il Chakra adesivo non serve solo per camminare sulle pareti verticali ma anche per trattenere oggetti senza presa. Prova ad avvicinare la mano al retro del sigillo che ci tiene imprigionati e trova un modo per premere quei pulsanti con il chakra. Rivesti la mano e considera il chakra un prolungamento della stessa. Feci una pausa. Muoviti. Non abbiamo tempo. Non costringermi ad abbandonarti qui.

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