Stavo lì ad ascoltare i due "giustizieri" sui loro volatili di riferimento, il grosso pennuto da una parte, il pipistrello bianco dall'altra; il tipo in tutina da un lato, l'omone in barattolo dall'altro (ma non dite a nessuno dei due che ho detto questo di loro).
Ed anche il fetentone con la sciarpa se ne stava buono ad ascoltare quella sorta di diatriba morale fra i due.
Il discorso, comunque, sembrava non andare a parare da nessuna parte, anzi, togliete pure il "sembrava": non andò a parare da nessuna parte perché il buon "Inquisitore", pensò bene di lanciarsi come un folle verso di me ed abbracciarmi.
Eccone un altro, dopo Baffetto..., fu il mio primo pensiero, quanto mai disgustato, ed in questo caso, l'omone nel barattolo di latta, aveva una velocità ed una forza che di certo non riuscito a mantenere, tanto che non ebbi tempo di fare molto di più di quel pensiero, che mi ritrovai sopra Kyofu (il pipistrello che m'aveva presentato in precedenza), mentre ci allontanavamo con un esplosione come sottofondo.
E mentre ci allontanavamo, l'Inquisitore si presentò, nome e cognome, come Kensei Hito del clan Kenkichi.
Dove si trova quest..., stavo per chiedere, più per cortesia, mentre quello nemmeno mi lasciò finire di parlare e mi spinse giù dal topovolante che si portava appresso.
Usai quel che avevo capito del chakra adesivo per rallentare la mia caduta, avvicinando le mani alla parete di una casa, e riuscì a finire in piedi al suolo, alzando lo sguardo al cielo verso quello che era ormai scomparso.
Sicuramente ti verrò a cercare, Inquisitore, specie dopo questo tuffo..., bisbigliai a denti stretti, sollevando un sorriso falsissimo, verso un cielo ormai vuoto, prima di incamminarmi alla ricerca di una qualche coperta, o qualche cartone con cui coprirmi, per potermi fare quale altra ora di sonno, seppur dato il tempo freddo, anche l'idea di scroccare un letto in quel dell'ospedale non mi sembrava così brutta.
