Sussurri

[Free GdR per soli nukenin e ronin]

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  1. leopolis
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    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    "Oddio! Meno male che queste incessanti urla e grida siano finalmente finite! Cribbio! Non riuscivo a supportarle più!" - pensò Minoru sorseggiando, di tanto in tanto, del sangue dalla sua bottiglia. Aveva un sapore strano, quel liquido. Non il sangue di sempre, bensì una fluidità che Minoru non si sarebbe di certo aspettato. E poi quel sapore, un dolce-amaro strano... Guardò la sua bottiglia proprio nel mentre la ragazza scendeva dal palco dopo la sua terribile prestazione, quasi come stesse scendendo dal palco riservato a un funerale. La folla la stava ancora applaudendo per quelle grida senza fine che la ragazzina aveva provocato con la sua totale incapacità d'intonare una qualsiasi nota che fosse minimamente giusta. - «Cazzo vi applaudete... - avrebbe detto agli altri con il tono severo. - «La peggior prestazione musicale di sempre... davvero la peggiore... » – quindi egli avrebbe tentato di lanciarle contro la sua bottiglietta con il sangue, ricordandosi troppo tardi che, in effetti, era l'unica bottiglietta che aveva. Questa, se il tutto fosse andato come doveva, avrebbe percorso una traiettoria parabolare prima di mancare la sua preda e stamparsi direttamente sul muro retrostante con tutto il sangue che sarebbe schizzato direttamente... ovunque. Non ve ne era poi molto ed era sicuro che quei tizi che gestivano quel particolare locale lo avrebbero pulito prima o poi. In effetti non sapeva se lo avrebbe fatto prima o se lo avrebbero fatto poi; anzi, non era proprio sicuro che lo avrebbe fatto, ma chi se ne importava? Era giunto fino a quel posto così lontano (ma nemmeno tanto) per riposare dalle sue lunghe giornate di lavoro(?), e quindi perché non fare un po' di sano casino con il sangue dei bambini? - «Vai al conservatorio!» – le urlò incazzato come, probabilmente, non era mai stato da 5 minuti circa. Poi guardò le altre persone ivi accorse: non conosceva nessuno, ma forse era la colpa dei travestimenti, per cosi dire. Non prese nemmeno un po' di alcol, anche per non diventare un debole vampiro sunghiasangue (e anche succhia-altre cose) che era spesso.
    Volle anche buttare tutto per l'aria e andarsene da quel locale prima che si fosse annoiato seriamente (perché tanto sarebbero stati cazzi amari per tutti), am venne fermato giusto in tempo dall'abbassamento delle luci e dall'accensione di un strano occhio di bue sul palco principale. - «Oh! Non ditemi che sta per uscire un'altra cantante perché mi taglierò le vene!» – esclamò il coniglietto guardando le tende. Se fosse uscita una donna probabilmente le avrebbe lanciato contro qualche altra cosa (forse un tavolo, ma chi poteva dirlo), e invece uscì un tizio in maschera sul palco vuoto. Invece di passare subito al sodo si mise a ringraziare tutti. - «Sì, passa al sodo, dai! Non ho voglia di stare qui tutto il giorno! E poi chi cazzo è sto Eizo?» – chiese ad alta voce rimettendosi ad ascoltarlo. Il ragazzo non ce la faceva proprio. Una stronzata dopo l'altra. - «Ma quale libro!» – urlò. - «Io vivo a metà tra l'inferno e il paradiso! E poi io sono legale, tutto quanto, scoprilo da te se vuoi! hehe» – Quasi-quasi il coniglio volle andare verso il palco, ma la folla sembrava abbastanza folta e il palco con il tipo incappucciato molto lontano, motivo per cui Minoru si limitò unicamente a sentire quello che aveva da dire quel tizio. E replicare. Alla sua maniera, ovviamente. - «Ecco, non perderti in chiacchiere che hai già chiacchierato troppo, stronzo!» – urlò il ragazzo spazientito guardando come quello allargava le braccia. - «Allargati le budella!» – Disse infine prima di rivolgere lo sguardo verso terra. Dapprima niente, poi dal pavimento sembrarono uscire dei raggi luminosi. In pochi secondi si era trovato in mezzo a una luce banchissima e accecante. Passarono solo pochi secondi prima che sparì anche tutto il resto e ci volle un bel po' di tempo prima che la vista ritornò da Minoru e questi poté vedere dove si trovava. - «Dove cazzo sono!» – Avrebbe esclamato Minoru quindi. Ovunque vi erano piastrelle bianche e sul pavimento solo quelel grigie. Intorno a Minoru, poi, c'eranod elel sbarre e, ovviamente, egli si trovava in una prigione. Nella stessa vi era uno specchio e anche un water. Non era più vestito in modo elegante: ora vestiva solo una tuta da prigioniero. Anche il suo volto, - o meglio la maschera dello stesso, - era cambiato. - «Tornatemi il mio non-volto! E poi chi cazzo è Juno?!» – domandò il ragazzo nel mentre le sbarre si aprivano per far uscire i prigionieri. - «Ma che cazzo...» – si chiese uscendo dalla prigione per guardarsi intorno. Molte strade portavano a molti posti. Lui scelse di andare verso la Sala Giochi (ovviamente), cercnado di riprendere, strada facendo, il contatto con il suo Dio che precedentemente aveva perso. [Recupero l'Innata]
     
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