L'Ombra del GiganteAkira-Sanjuro

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  1. Jotaro Jaku
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    L'Ombra del gigante


    [2]



    Quando Akira giunse al molo, ebbe una incredibile apparizione. Davanti a lui si ergeva la maestosa Spirito Indomito, la nave che lo aveva accompagnato a Genosha molto tempo prima; durante quel viaggio aveva non solo rafforzato i suoi rapporti intimi con Meika, ma aveva anche avuto l'immensa fortuna nell'incrociare il suo destino con quello dello sciamano più potente del continente della nebbia. Pensandoci a fondo, molto a fondo, Akira aveva davanti a sè l'unica cosa in grado di generargli un terribile mal di stomaco.
    Eccola lì, la pinaccia a vela che aveva solcato le peggiori tempeste da Kiri ai peggiori bar di Sanbashi, completamente rinnovata, completamente uguale a prima, e senza un graffio.
    Alla domanda di Akira, seguì una voce mistica accanto al ragazzo.


    Foglie di Felce.
    Sentenziò Sanjuro, appena apparso alla sua destra. Qualuque cosa intendesse. Riprese lo stesso Samoru, in arrivo lungo il porticciolo alla sinistra di Akira, ripetendo l'antifona. - Foglie di felce ragazzo mio, foglie di felce. - Rise, supportato nella risata gaglioffa dallo stesso Sanjuro, forse nel primo manifestarsi della sua risata che Akira aveva mai udito.

    3IM6SeC



    I due non avrebbero preso in troppa considerazione la reazione del ragazzo a quel loro teatrino e sarebbero rapidamente saliti sulla barca. A quel punto, Sanjuro, dopo aver appoggiato Gassan ad una delle paratie, chiese e ottenne da Samoru due bicchieri, entrambi con dell'acqua, quindi si rivolse in modo serio ad Akira, che a quel punto doveva averli seguiti. Hai portato il limone. Si?
    Quando Akira avesse ceduto il limone allo sciamano, Samoru sarebbe entrato nella conversazione, chiedendo all'amico di Genosha quale fosse la loro rotta, solo per ottenere un cenno di calma e silenzio, con una mano, da Sanjuro. Il mistico avrebbe tagliato in due il limone, porgendo nuovamente ad Akira una delle due metà, con sguardo serio, qualunque fosse sotto la maschera:
    Non, perderlo.
    Mi raccomando.
    Per poi dedicarsi alla metà di agrume che aveva tenuto per sè. Ne strizzò il contenuto in uno dei due bicchieri pieni di acqua, per poi depositare delicatamente la metà priva di polpa nell'altro bicchiere, in modo che galleggiasse sulla superficie del liquido.
    Afferrò il bicchiere con l'acqua e il succo, e lo bevve.
    Ahhhh, la sete.

    Quindi, ponendo entrambe le mani sul bicchiere che conteneva il limone strizzato in galleggiamento, cominciò a emettere suoni fissando l'oggetto giallo che roteava sull'acqua, cullato dalle leggere onde del porto.
    Samoru trasalì, avendo finalmente compreso che cosa stesse facendo Sanjuro. Si girò sul posto, roteando di 180° nemmeno fosse una trottola, e corse verso il timone:
    - HO CAPITO SAGGIO AMICO, SI VA NELLA VALLE, SIA FATTA LA ROTTA DELLA LIMONBUSSOLA. - LIMONBUSSOLAAAAA Completò la frase Sanjuro, come posseduto da un'estasi mistica.
    Qualunque cosa fosse accaduta su quella barca, era facilmente riassumibile con due tizi che osservano un limone strizzato e decidono dove andare. Quasi sicuramente c'era una spiegazione scientifica, o almeno quantomai sensata a quello appena accaduto, ma nessuno dei presenti ritenne importante informare Akira della questione.
    Per la durata del viaggio, quasi tutta la durata, i due matti non dettero troppo spago ad Akira; Samoru era intento a fissare l'orizzonte e non staccava mai le mani dal timone, infatti il ragazzo avrebbe potuto notare un particolare che gli era forse sfuggito durante il primo viaggio col capitano. C'era una particolare bottiglietta di vetro, con un imbuto, incastrata poco sotto il timone. Difficile capire perchè Samoru avesse praticamente incastrato una bottiglia in quel punto del legno e del metallo che componevano la nave, poi però, quando Akira avesse riflettuto sul fatto che per 12 ore il capitano non aveva lasciato mai la sua postazione, forse gli sarebbe stato chiaro il suo utilizzo.
    Quanto allo sciamano, Sanjuro era sempre lì, sul ponte, seduto su un panchetto vicino alla porticina che dava nella cabina del capitano, ad osservare il limone che galleggiava sul bicchiere. Avrebbe risposto con dei muggiti ai tentativi di Akira di instaurare un discorso, e se non fosse bastato, avrebbe indicato cose a caso al ragazzo: la cabina per dormire, il piatto con l'arrosto avanzato di Samoru, e la bottiglietta di cui ho narrato in precedenza.


    A circa 20 ore di viaggio verso sud-est, quando ormai il sole aveva abbandonato tutti per nascondersi dietro l'orizzonte, Sanjuro avrebbe improvvisamente afferrato Gassan e una corda che a quanto pare teneva nascosta sotto le natiche, lanciandola ad Akira, se fosse stato vicino a lui, oppure legandogliela ai piedi, e alla nave, se fosse stato addormentato da qualche parte. Il limone improvvisamente, cadde a picco sul fondo del bicchiere, come attratto da una forza misteriosa.

    LIMONEEEEEEEE - HYYAAAAAAAAAAAHOOOOOOOO-
    Rispose Samoru, e con un rapido colpo di timone, la barca compì una rapida sferzata come per invertire la rotta, poco prima di precipitare da una cascata. In mezzo all'oceano. Nei 54 secondi che la nave si trovò in caduta libera, Samoru era stato schiacciato sul soffitto della sua cabina e ne stava approfittando per urinare, avendo tirato fuori il batacchio, ridendo nel farlo, e cercava di mirare all'imbuto rosso incastrato nella bottiglia incastrata sotto al timone. Sanjuro stava all'esterno, reggendosi a Gassan, e reggendo la nave con l'altra mano, in modo che non gli scappasse e non finisse in cielo.
    E Akira?



     
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