L'Ombra del GiganteAkira-Sanjuro

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  1. Jotaro Jaku
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    L'Ombra del gigante


    [3]



    Quando la nave impattò nuovamente con la superficie dell'acqua, venne in parte danneggiata, e si inabissò per alcuni metri, prima di tornare a galla per l'effetto opposto. Una volta terminato di vomitare, se ne avesse avuto bisogno, Akira avrebbe notato come attorno a lui, l'oceano fosse scomparso. L'imbarcazione si trovava infatti in quello che sembrava un lago; molto grande certo, ma comunque un lago. Lo specchio d'acqua in questione si trovava alle pendici di altissime montagne, così alte da rendere impossibile vederne la fine, dato che essa si ergeva sopra le nuvole. Solamente a nord il lago in questione non era circondato da montagne, ma si estendeva una valle, una pianura verde così sconfinata, ma così sconfinata, da rendere quasi impossibile il vederne la fine, con altre montagne oltre ad essa.
    Samoru, che con lo schianto era finito a pancia all'aria, raccolse prima una bottiglia di liquore da una feritoia nel legno della sua cabina, e prese a bere, quindi raccolse il suo corpo, e si rimise in piedi; il tutto senza mai smettere di mandare giù il liquido in questione, che puzzava più di olio bruciato che di alcool; solo i kami sapevano cosa ci fosse in quella bottiglia.
    Quanto a Sanjuro, lo sciamano era appollaiato sull'estremità nord della barchetta, ammirando la grande vallata.


    Ahhh, finalmente, mi mancava l'aspro sapore di questa valle meravigliosa.

    E senza troppi convenevoli si gettò in acqua. Akira però lo avrebbe visto pochi istanti dopo, correre letteralmente sull'acqua come su una palude, in direzione della riva nord. Non che Sanjuro stesse usando il chakra adesivo, da quando era divenuto sciamano, aveva dimenticato cosa fosse il chakra adesivo; semplicemente quel lago era così salato, ma così salato, che i corpi solidi, anche molto pesanti, potevano galleggiare su di esso. Al massimo i piedi sarebbero entrati dentro le acque dense per un paio di centimetri. Il chunin avrebbe udito Sanjuro sbraitare qualcosa durante la corsa; qualcosa di incomprensibile, ma che fu chiarissimo a Samoru, non si sa bene come.

    - Seeehhhh, tengo la nave pronta per ripartire, riparo i danni, e disegno qualche faccina buffa sulla chiglia, tutto chiaro Sanjuro-san !! -

    Se Akira avesse chiesto spiegazioni al lupo di mare, avrebbe ottenuto in realtà una descrizione fin troppo accurata. Infatti, ad eventuali domande, Samoru avrebbe risposto voltandosi con degli occhialini da dotto sul naso e una pipa in bocca, sebbene non li avesse sul viso fino a quel momento, per darsi un'aria più da intellettuale ( la pipa era spenta e gli occhiali senza le lenti ) e avrebbe risposto.

    - Ragazzo ma cosa vi insegnano all'accademia in questi ultimi 40 anni. Questa è la leggendaria valle proibita di Dormin. In un tempo molto remoto era una delle isole che circondavano Kiri. Qui l'uomo che poi sarebbe divenuto il nonno del primo Mizukage, combattè la sua ultima battaglia contro un terribile Oni, il padre di tutti gli Oni dell'Est, Dormin l'innominabile, e lo uccise in questa stessa valle che vedi davanti a te. Poi, per non rischiare che le sue terre, pregne del sangue del demonio potessero essere raggiunte da altri inconsapevoli, convinto dagli abitanti dell'isola, la sigillò con il loro aiuto. Da allora, non compare su nessuna carta, e non è raggiungibile con nessuna rotta. Si dice che solo chi vi abbia già messo piede sia in grado di raggiungerla nuovamente e che solo un uomo che sia tornato dal regno degli Oni possa, attraverso un oggetto di incredibile potenza, una bussola generata da un limone che sia cresciuto da un albero antico almeno quanto l'isola stessa, possa tracciare una rotta per le sue sponde. Sono già stato qui anni fa.
    Ormai solo una tribù vive nella valle. Nella parte opposta dell'isola. Verso nord. -


    Sanjuro era ormai quasi sulla riva del lago salato.

    [Sulla terraferma]

    Lo sciamano avrebbe accompagnato Akira nella valle, e il ragazzo avrebbe potuto constatare come il posto fosse incredibilmente ameno. Non una traccia di civiltà, non una traccia umana, se non qualche rovina di tanto in tanto risalente a chissà quale epoca. Colonne consumate per lo più, ma nessun insediamento. Persino gli animali erano pochi, qualche volpe delle praterie, lucertole, e insetti di vario tipo, ma non molto di più; nessun volatile.
    La camminata sarebbe proseguita per almeno un'ora, quindi con il sole che batteva su di loro, sebbene non fosse visibile in nessuna direzione, in lontananza Akira avrebbe potuto scorgere una costruzione. Molto alta.
    Avvicinandosi, quello che sembrava un tempio in rovina in pietra levigata, si rivelò esattamente come appariva da lontano.


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    Sulla struttura erano cresciute piante e piccoli arbusti, per simboleggiare quanto quel luogo fosse antico, e senza nessuno che se ne prendesse cura.
    Oltre il tempio, Akira avrebbe potuto notare come le montagne che sembravano lontanissime, in realtà erano adesso più vicine del previsto, cosa che avrebbe destato dei sospetti nel ragazzo. Era impossibile che avessero percorso tutta quella distanza in appena un'ora di cammino, poco più; forse c'erano altri dettagli all'opera in quella valle misteriosa.
    Per tutta la tratta, Sanjuro avrebbe continuato a ripetere ad Akira la storia della valle così come l'aveva narrata Samoru, ma aggiungendo un altro particolare: " Ogni luogo può avere un solo sciamano, è una regola per mantenere l'equilibio del mondo, e nessuno sciamano era presente nella valle di Dormin, anni fa.
    Quando fossero entrati nel tempio, avrebbero notato come non ci fosse alcun tipo di illuminazione, ma che il tempio, per sua struttura, fosse stato costruito in modo da essere illuminato in penombra in ogni sua zona, senza bisogno di luce, per una serie di feritoie nella pietra. La struttura avrebbe avuto senso di giorno, e solo se il sole fosse rimasto alto nel cielo come a mezzogiorno, ma non certo di notte.
    La conformazione interna era del tempio era molto particolare. Fondamentalmente era una grande scala a chiocciola, gigantesca, con soli due piani. Dal piano terra, la grande scalinata saliva fino in cima, dove, a circa 30 metri, era presente il primo e uno piano oltre a quello base.


    [Il piano terra]

    Sul piano a terra, era presente una sola grande sala, di forma rettangolare. Loro sarebbero entrati da uno dei lati lunghi.
    Davanti a loro, sull'altro lato lungo, c'erano delle statue. Grandi statue, degli idoli grandi come 5, forse 6 uomini, molto alti. Erano 16 in totale, e raffiguravano uomini particolari, stilizzati. Alcuni senza mani, altri con le zanne; più simili ad animali che antropomorfi.
    Quanto ai due lati corti, alla loro destra e alla loro sinistra, alla loro destra, per intenderci a Est, guardando la mappa dall'alto, c'era una stanza rotonda, con 10 cm di acqua limpidissima.
    A Ovest, alla fine della grande sala, e dopo l'ultimo idolo, un grande altare sopraelevato da alcuni scalini.


    [Il piano primo]

    Salendo, per un bel po' di scalini, si arrivava al primo piano, che altro non era che una sola balconata, rivolta a nord, verso le montagne, a cui si agganciava un ponte di pietra, alto quanto il tempio, sorretto da colonne, che si estendeva, a occhio, fino alle montagne stesse.

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    Le zone più alte del tempio, semplicemente non erano abitabili nè raggiungibili; solo un ammasso senza logica di pietre e colonne.

    Quello che però Akira avrebbe potuto DECISAMENTE notare, era la presenza di qualcuno, presso il grande altare. Qualcuno verso cui Sanjuro si stava recando. Un ragazzo di circa 20 anni, piuttosto magro ma atletico, dai corti capelli castani. Assieme al suo cavallo; la proprietà era evidente dalle bardature. Il giovane aveva con sè una ragazza, forse della stessa età, che era stata distesa sul grande altare, forse addormentata.
    Quando i due, sicuramente Sanjuro, si fossero avvicinati; il giovane si sarebbe voltato, estraendo una spada bastarda dalla lama bianca come la neve, con dei simboli sconosciuti per Akira, puntandola agli stranieri.


    - Chi siete, cosa ci fate qui nel tempio di....Sanjuro? Siete...siete davvero voi ? -

    Il giovane allungò la testa in avanti, come per vedere meglio, quindi ripose la spada e chinò la testa in segno di scuse. Lo sciamano si fece avanti e lo colpì violentemente sulla nuca usando l'estremità stondata di Gassan, abbastanza da farlo squittire.

    EBBENE,
    COSA SAREBBE QUESTA NOVITA', EH JUNPEI, E' COSì CHE RICHIAMI IL NOBILE SCIAMANO DELLA NEBBIA?! FACENDOGLI VENIRE GLI INCUBI MENTRE SI LIMA LA PUNTA DEI CALCAGNI ?!


    Il ragazzo sbiancò, chiaramente a disagio e in colpa, pure con le lacrime agli occhi, ma probabilmente causate dal colpo datogli col bastone. Si precipitò indietro di un paio di metri, frapponendo le sue mani e gesticolando come per prendere tempo, per scusarsi, come fosse un malinteso.

    - IO...IO...ECCO SCUSATE, è sacro rituale chiedere il permesso allo sciamano della valle per entrare nel dominio dell'Innominabile, ho dovuto farlo...PADRE. -

    hFeHO1W



    VEDO, INFATTI, COME HAI ATTESO IL MIO PERMESSO. PERMESSO NEGATO, ORA TORNATENE A CASA.

    Già. Proprio così.



    Edited by Jotaro Jaku - 8/3/2018, 12:03
     
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