L'Ombra del GiganteAkira-Sanjuro

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  1. Jotaro Jaku
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    L'ombra del gigante


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    Durante tutta la traversata, Akira sembrò più un bambino emozionato e lamentoso che un ninja, quindi a un certo punto, un esasperato Sanjuro, per cercare di chiarirgli la situazione, si fermò di botto, sospirò, e si chinò, prendendo a disegnare qualcosa a terra con un legnetto, incidendo il suolo terroso. A quanto pare la spiegazione sull'equilibrio mistico era troppo complessa per essere spiegata a parole, quindi solo una rappresentazione grafica poteva aiutare Akira a capire. Lo sciamano impiegò almeno due buoni minuti per completare il disegno, prima di rimettersi in piedi e proseguire la camminata.
    Se Akira avesse controllato a terra, esaminando bene il pittogramma, si sarebbe reso conto che Sanjuro aveva chiaramente disegnato una barbabietola. Chiaro.


    Più avanti, nel tempio, la rivelazione del figlio di Sanjuro fu devastante per il giovane Hozuki, tanto da fargli perdere del tutto la sua leggendaria tempra e fargli sommergere i presenti di domande su qualunque cosa. Quando il ragazzo chiese a Sanjuro perchè fosse stato chiamato padre, questi si rivolse ad Akira, e prese a fare metafore oscene di atti sessuali usando le mani. La cosa sconvolgente era che la domanda di Akira era, agli occhi dei presenti, talmente scema, che persino il giovane Junpei, posizionatosi accanto a Sanjuro, prese a fare gli stessi gesti in sincronia col padre. Entrambi sbattevano le mani assieme in maniera molto evidente per raffigurare un rapporto uomo-donna.
    La mela non cadeva troppo lontana dall'albero.


    Alla richiesta dello sciamano, però, Junpei rispose:

    - NON POSSO TORNARE! Non posso padre, devo chiedere aiuto al tempio, per lei! - Il ragazzo indicò la giovane donna posta sull'altare, chiaramente priva di vita. - Reiko, stava raccogliendo dei frutti quando un passo sbagliato l'ha fatta cadere rovinosamente dalla rupe. E' la mia promessa sposa padre, non posso accettare di vivere senza di lei... - Concluse il ragazzo con le lacrime agli occhi.

    Lo sciamano restò impassibile per qualche istante, poi si voltò verso la ragazza. Poi si voltò verso gli idoli, poi si voltò verso Akira, che al momento stava chiedendo del cavallo. Quindi si rivolse nuovamente verso Junpei.

    Molto bene. Junpei, chiama il tuo destriero.

    Sanjuro si rivolse quindi verso Akira, che ancora stava borbottando a caso domande su qualunque cosa fosse accaduta nell'ultima ora, e gli pestò un piede con Gassan.

    Scusa amico mio, ti stavi separando dal piano terreno. Gli spiriti della confusione stavano per reclamarti e ho dovuto riallacciarti al suolo. Abbiamo un lavoro da fare, vedi quelle statue? Ognuna rappresenta un guardiano, dobbiamo chiedere ai guardiani di liberare Dormin per chiedergli un favore e salvare la principessa di Junpei.

    Per lui era tutto chiaro ed evidente, al punto da non fornire altre spiegazioni ad Akira, ad esempio informarlo sul fatto che i "guardiani" erano degli oni giganteschi alti decine di metri, o che Dormin era tutt'altro che un amichevole burlone. Ma ormai Junpei si trovava vicino a loro in sella al suo cavallo, e attendeva la partenza.

    - Andiamo, Sanjuro-san? - Una voce arrivata chissà dove, interruppe il momento delle spiegazioni. Chi aveva parlato ? Akira avrebbe scommesso dieci uova contro 3 cammelli che fosse stato il cavallo ad esprimersi.
    Lo sciamano pose una mano a terra ed effettuò un rituale di invocazione sciamanica, dalla cui nuvoletta fuoriuscì una capra. Non proprio sanissima, forse con la rogna, ma Sanjuro non ci fece caso e le saltò in groppa.


    Forza Akira-san, sali, o con me o con Junpei, cavalcheremo, il primo guardiano è troppo lontano per andare a piedi. Impiegheremmo una vita per raggiungerlo.

    A questa affermazione, Junpei avrebbe allungato una mano verso l'Hozuki, quasi immaginando quale sarebbe stata la scelta del ninja.
    In ogni caso, quando il gruppo partì al galoppo, Akira avrebbe potuto constatare quanto la capra rognosa di Sanjuro potesse tenere il passo con un purosangue al galoppo, con uno sforzo tale da temere un infarto del povero animale sotto lo sciamano, che nemmeno vi si arreggeva, dato che con una mano teneva Gassan, e con l'altra si faceva da tesa sulla maschera come per parare il sole e vedere più lontano, verso ovest nella grande valle.
    Metro dopo metro, il tempio dietro di loro sembrò come scomparire, impossibile dire per quanto avessero mangiato la polvere. Quando ormai, a rigor di logica, il sole avrebbe dovuto essere tramontato, il gruppo aveva scollinato, e si trovava in una valle molto più aspra di quella lasciata alle loro spalle, il suolo era completamente arido, non c'erano piante, nè animali. Tutto il territorio sembrava morto. Percorsero in questo paesaggio almeno un'altra ora, prima di rallentare e fermarsi davanti ad una formazione simile ad una grotta posta ai piedi di una grossa collina. L'entrata stessa della spelonca era davvero davvero grande, abbastanza da farvi passare un demone. Junpei esordì per primo.


    - I primi due guardiani dovrebbero trovarsi qui dentro. Speriamo siano ragionevoli...-

    Il gruppo entrò nella grotta con circospezione, scoprendo che nessuna creatura la stava abitando, e in pochi minuti arrivarono sul fondo, dove la luce filtrava appena, permettendo comunque la visuale, ma tutto quello che trovarono furono pareti di roccia, di eventuali guardiani, nemmeno l'ombra. Il figlio di Sanjuro sembrò confuso; ma lo sciamano, a braccia incrociate, prese ad annuire.

    I guardiani non si mostreranno senza un adeguato rituale di evocazione, non sono mica seduti sulle loro chiappe in attesa del primo ragazzo che passi di qua. Serve un metodo specifico, che solo uno sciamano è in grado di performare.

    Disse Sanjuro, prima di raccogliere un sasso e tirarlo con forza verso la parete di roccia. SVEGLIAAAAAHAHHHHHHHHHH A quel punto la grotta sembrò tremare sotto i loro piedi e sopra le loro teste, e quella che sembrava una parete di roccia davanti a loro prese vita, dal momento che due figure sembrarono separarsi dal resto della formazione pietrosa, per assumere forma umanoide e avvicinarsi ai visitatori. I due idoli erano alti almeno venti metri, completamente fatti di terra, roccia e pietra, totalmente privi di fisionomia, fatta eccezione per una grossa gemma rossa brillante, grande come un cocomero, posta al centro della testa.

    - CHIIII SVEEEGLIAAAA I GUARDIIIANI GEEEMEEELLLIII DELL'OVEESSTT...???? -





     
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