L'Ombra del GiganteAkira-Sanjuro

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  1. Jotaro Jaku
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    Ombra del Gigante


    [8]



    La distruzione dell'ultimo idolo provocò una piccola scossa di terremoto che continuò per una buona decina di secondi, fino a che la parete davanti a loro non iniziò a generare una discreta massa di polvere e sedimenti, venendo lentamente abbassata verso il suolo. Quando le scosse terminarono, il duo avrebbe potuto ammirare una sala completamente circolare, di circa 30 metri di diametro, completamente scavata nella roccia del tempio. Al centro della sala, una sorta di vasca rivestita di pietra azzurrina, sebbene completamente asciutta. Sanjuro avrebbe preceduto Akira fino alla porta, ma non sarebbe andato oltre.

    Akira-san, non posso seguirti nella sala, l'accesso mi è precluso. Dentro troverai molte cose, alcune derivate dal lattosio. Sono sicuro che saprai cavartela, così da riattivare la corrente della cascata e tornare tutti a casa.

    Quindi lo sciamano lo avrebbe picchiettato sulla schiena con delle pacche come ad invitarlo a entrare, ma prima che questo fosse avvenuto, Sanjuro avrebbe nuovamente bloccato Akira. Componendo alcuni sigilli con le mani e toccandolo nuovamente sulla schiena:

    Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Cane, Serpente



    Bof, quasi mi ero scordato. Su su vai, non farli aspettare.

    Prima di varcare la soglia, se si fosse voltato, Akira si sarebbe reso conto che il figlio di Sanjuro era scomparso, così come il suo fido destriero, così come la ragazza poggiata sull'altra alla fine della sala. Qualcosa non quadrava affatto.

    [Nella Sala]



    Quando Akira avesse varcato la soglia, con un irritante sciamano che lo salutava come se stesse partendo su un battello a vapore, la porta si sarebbe lentamente richiusa dietro di lui con le stesse scosse con le quali si era aperta pochi minuti prima. A quel punto, la sala al suo interno divenne come viva. La vasca azzurrina prese a riempirsi di acqua cristallina fino a coprire completamente il rivestimento. Saranno state alcune decine di litri, non molta. Più che una piscina, sembrava una piccola pozza. Ad un certo punto, il liquido prese vita, e uscì dalla pozza disponendosi in 16 accumuli tutti attorno alla sala, i quali presero forma e si sollevarono, a formare delle figure umane. 15 di loro erano assolutamente simili agli spiriti che Akira aveva visto sulle tombe, mentre una era disturbata, come se non fosse completa, e andando ad esclusione, basandosi sui pochi dettagli che la figura fatta d'acqua sembrava mostrare, dai capelli e la fisionomia, pareva proprio l'idolo raffigurante un giovane Sanjuro.
    Poi delle voci invasero la testa di Akira, assieme a delle immagini, come dei ricordi che venivano riprodotti dentro la sala, chissà quanto tempo prima.


    Spirito: - Dobbiamo farlo, altrimenti il distruttore della valle sarà libero di raggiungere la superficie.
    Spirito: - Ha già preso con sè la giovane donna, basterà il sacrificio di 16 persone, non una di più, altrimenti l'equilibrio del rituale potrebbe danneggiarsi e chissà cosa potrebbe accadere. Solo uno di noi restarà come guardiano della valle, il più giovane.
    Immagine disturbata: - Mio figlio ha risvegliato il distruttore, voi non dovreste pagare per i suoi errori. -
    Spirito: - Abbiamo tutti prestato giuramento Gassan, tutti prenderemo parte, non incolparti. -

    In senso orario, partendo dal primo spirito accanto alla figura disturbata, uno ad uno, iniziarono a cadere a terra, con un bagliore che usciva dai loro corpi e andava a tuffarsi al centro della vasca. La figura disturbata era posizionata vicino alla porta, e sarebbe stata l'ultima ad essere sacrificata; ma prima che questo avvenisse, dei colpi sulla porta di pietra la fecero aprire improvvisamente, e una nuova figura, sarebbe comparsa nella sala, correndo e urlando. Junpei

    Spirito: - PADRE FERMATEVI, POSSO ANCORA RIUSCIRE, POSSO ANCOR... EEEWWGHHHHHH -
    Figura disturbata: - JUNPEI VATTENE, NOOOOOOO !!! -

    La figura sarebbe come rimasta un momento immobile, per poi terminare la corsa inciampando e scivolando in avanti verso la vasca, dove il suo bagliore sarebbe entrato nel giro di un istante. A quel punto, l'ultimo bagliore sarebbe uscito dalla figura disturbata, ma in maniera diversa, la luce sarebbe stata molto più debole, e la figura stessa non si sarebbe sciolta come tutti gli altri spiriti scomparsi fino a quel momento, ma si sarebbe accasciata al suolo, ansimante, e avrebbe appoggiato un lato del volto al pavimento, iniziando a fare strani versi con la bocca.

    Una nuova figura, un molto irriconoscibile Samoru, molto più giovane, magro, ma con la stessa benda sull'occhio, sarebbe apparso dalla porta, non in versione costrutto liquido ma come una sorta di fantasma, che arrivato nella sala sarebbe caduto sulle ginocchia, portandosi le mani al petto e iniziando a gridare. Ovviamente Akira non avrebbe sentito alcun suono. Dopo poco avrebbe afferrato la figura disturbata per gli abiti, cercando di trascinarla fuori dalla sala, urlandole contro parole che Akira non avrebbe potuto udire, mentre questa avrebbe racconto uno dei tanti pezzi di legno presenti nella sala, visibile nel flashback, mentre Samoru lo portava di peso lontano da lì.


    Figura disturbata: GAAAAASSAN, GASSAAAN, GASSAAAAAAAAAN.

    A quel punto, la vasca si sarebbe illuminata, e il treno di ricordi sarebbe scomparso.
    Quando il gioco di luci e ombre fosse terminato, Akira avrebbe potuto molto chiaramente scorgere una figura umanoide fatta d'acqua torbida, al centro della sala, posizionata proprio nella vasca asciutta, e qualcosa gli avrebbe fatto capire che a differenza di quanto appena accaduto, quello non era affatto un ricordo, ma proprio quello che le azioni sue e dello sciamano, avevano liberato.

    La storia della valle non poteva a questo punto essere più chiara. Dopo il fallito colpo di stato ai danni del Daimyo dell'Acqua, l'unico anbu sopravvissuto era fuggito, tornato a casa da suo figlio, nella valle segreta sotto l'oceano, vicino all'isola della Nebbia. Lì, si era riunito al gruppo di sciamani ninja che avevano giurato di tenere lo spirito del distruttore segregato, ma con la speranza di riportare in vita la sua amata, il figlio dell'anbu aveva ceduto alle lusinghe del grande malvagio, e lo aveva liberato, rischiando di scatenarne la furia sul mondo. Come ultima risorsa, 16 dei 17 guardiani avevano celebrato il rituale di sigillo come era stato effettuato in passato, un'arte proibita che avrebbe richiuso il maligno nella sua prigione, al corso della vita di quasi tutti i suoi carcerieri; ma durante l'esecuzione, il giovane si era messo in mezzo, nel tentativo di risolvere ciò che lui aveva causato, generando uno scompenso nel rituale e offrendo inavvertitamente la sua vita. L'anbu, ultimo nella linea di sacrificio, aveva perso solo parte di sè, restando come un folle che aveva causato la morte del figlio, incapace di distinguere se stesso da un pezzo di legno trovato a terra.

    Per qualche ragione, una parte di Gassan, l'anbu della nebbia, era perdurata, e aiutato da Samoru, l'unico guardiano recluta ancora in vita, era tornata nel mondo, alla ricerca di qualcuno che potesse riaprire la cella, per porre fine una volta per tutte a quel nemico.




     
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