[Gioco] Il tesoro di Kusa

Quest C

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»



    Ore 18.00 del primo giorno
    Il messaggio sarebbe arrivato ai diretti interessati come un fulmine a ciel sereno. Non importava cosa i scelti per la missione stessero facendo, quali erano i loro compiti e quali programmi avevano per quella giornata. Sarebbero stati trovati ovunque fossero per quel che per l'Accademia era una missione di massima urgenza e che richiedeva notevoli capacità diplomatiche, una certa velocità nel gestire l'intera questione e delle ottime doti ninja. Il messaggero in persona, - una persona di una certa rilevanza, si diceva, - avrebbe loro fornito solo informazioni basilari di cui avevano bisogno: dei banditi avevano occupato una banca a Kusa e si necessitava di un gruppo ninja con delle certe capacità per liberare la banca e salvare il tesoro del villaggio. Nessun dettaglio sui ninja che avevano occupato l'edifico, - comprese le loro caratteristiche o il numero, - sarebbe giunto alle orecchie dei diretti interessati. Il messaggero si sarebbe limitato a dire che il perimetro della banca era stato occupato dalle forze dell'ordine del posto, che però richiedevano l'intervento accademico per non rischiare la vita degli ostaggi. Ai ninja sarebbe stata comunicata anche la richiesta dei terroristi: una chiave che porta al sotterraneo della banca, nonché un piccolo report accademico su Kusa che riportava i dati generali del villaggio, come il numero di abitanti, le tradizioni folkloristiche, gli eventi e così via. Fornite quelle brevi e spezzettate informazioni il ninja-messaggero si sarebbe dileguato augurando un "Buona Fortuna" ai ninja.
    Si trattava di una questione che bisognava trattare con le pinze, dunque, e veniva richiesto un certo sangue freddo, nonché la capacità di risolvere quella delicatissima questione senza creare un enorme casino diplomatico per via della morte degli ostaggi o della scomparsa del tesoro. La richiesta non era per nulla semplice, nonostante il livello "C" della missione: liberazione della principale banca di Kusa e la protezione del tesoro che era custodito nei suoi sotterranei. Niente di troppo complesso, forse... La richiesta ai diretti interessati non presentava niente di particolare, se non l'ordine di partire subito per raggiungere il villaggio di Kusa in fretta e furia, dove si sarebbero riuniti con gli altri compagni di missione e avrebbero potuto rendersi conto della gravità di quell'atto in prima persona. Da quella semplice richiesta d'urgenza i ninja interessati avrebbero potuto capire che si tratta di una questione di massima priorità e importanza. In poche parole dovevano lasciar perdere tutto ciò che stavano facendo e mettersi in marcia.
    I membri del gruppo furono scelti con una certa attenzione. A guidare il team fu scelto Daishin Iga, un chunin con una certa esperienza alle spalle, nonché con le capacità giuste per evitare lo spargimento di sangue tra gli innocenti. A seguirlo vi era uno spadaccino di Kiri, un genin le cui abilità sarebbero state molto utili qualora la via diplomatica non avresse portato i frutti sperati. Questi sarebbe stato affiancato da un altro esperto genin kiriano, guardiano dei cancelli di Kiri nonché jinchuriiki. A completare il quartetto vi era una genin di Oto, una certa Hebiko.

    Ore 14.00 del terzo giorno
    I 4 non avrebbero fatto alcuna fatica a raggiungere Kusa, né a trovare la sua banca centrale in quanto si trattava di un edificio molto vistoso al centro del grande villaggio.



    Proprio lì, nei pressi della banca, avrebbero avuto il modo di conoscersi e parlare con il Capo Ispettore della Polizia di Kusa, un uomo che ne ha vissute tante e le cui avventure si sono riflesse sui suoi occhi stanchi e sui suoi, - ormai argentei, - capelli. Inoltre il gruppo avrebbe potuto ammirare l'edificio della banca stessa, che si sviluppava in lunghezza per un totale di circa 80 metri. Ad accoglierli sul posto sarebbe stato lo stesso Capo Ispettore.


    «Benvenuti!» – Avrebbe esordito egli. - «Te, caffè o succo di frutta?.. Oh, no... magari non perdiamoci in parole vuote... hehe» – avrebbe esclamato il signore che, a occhio e croce, doveva avere una settantina di anni. - «Sono il Capo Ispettore Ryuuhei Midou, incaricato dai vertici di Kusa di seguire... hmm... questo caso. Lieto di fare la vostra conoscenza!» – disse quindi il signore guardando i 3 ninja e una kunoichi. - «Il caso, beh... è particolare... per così dire... » – l'uomo si schiarì la voce prendendo un bicchiere d'acqua da un tavolo posizionato sulla strada, non molto lontano dal cancello d'ingresso sul territorio della banca. - «Due giorni addietro, più o meno a questa ora del giorno, un gruppo non meglio identificato di persone ha occcupato la banca aggirando i suoi sistemi di sicurezza. Come lo abbiano fatto resta un segreto anche per me, che ne ho viste tante. Quei sistemi di sicurezza erano a prova di ninja!.. non li si poteva aggirare utilizzando il chakra! Le guardie ivi presenti. - 6 membri della Polizia di Kusa, - non hanno potuto reagire alla minaccia, in quanto non sono riusciti a scorgerla... Nessuno di loro è riuscito a fuggire e si crede che siano tra i prigionieri all'interno dell'edificio. Il fatto strano è che non vi è alcun testimone oculare di quell'attacco, nonostante questa sia una delle strade più affollate del villaggio. Come sia possibile... beh, non lo so.» – Il Capo Ispettore avrebbe quindi fatto una breve pausa, quasi come se stesse riflettendo sulle sue parole. Quindi avrebbe continuato. - «In ogni caso siamo stati fortunati, in quanto una delle donne che lavorava nell'edificio è riuscita a chiudere i cancelli del sotterraneo in tempo. Le porte verso il tesoro, così, sono rimaste bloccate e apribili solo con una particolare chiave in nostro possesso... ma, vedete, non sono così spesse e robuste come credevamo... e beh... con la giusta dose di esplosivo potrebbero essere buttate giù dai malfattori... e sarebbe una tragedia per tutto il Paese!.. A proposito dei malfattori... ho avuto il disonore di condurre la prima parte del dialogo con loro cercando di trovare una soluzione diplomatica. Posso dirvi che sono testardi e non vogliono cedere ad alcuna richiesta razionale. Tutt'altro: si ostinano a ripetere che vogliono la chiave per il sotterraneo. Poco fa, inoltre, hanno aggiunto un'altra richiesta: vogliono la chiave subito, altrimenti uccideranno un ostaggio ogni 2 ore. Dicono che abbiamo 60 ore di tempo prima che gli ostaggi... bhe... "finiscano". Inoltre minacciano di uccidere gli ostaggi anche se noi dovessimo solo entrare sul territorio della banca.» – Il signore avrebbe, a quel punto, fatto vedere ai 4 ninja il cancello e il muro che delineava il territorio di quell'edificio dal resto di Kusa. Con una semplice occhiata i ninja avrebbero capito che oltrepassare quel muro era facilissimo. Il problema è che, - come avrebbe confermato anche l'anziano signore, - tutta la zona era controllata direttamente dalla banca e che avvicinarsi a quell'edificio di nascosto non era per niente facile. Certo, con il calare delle ombre passare inosservati sarebbe stato decisamente più facile, ma... in primis non era da escludere che vi fosse un sensitivo tra i banditi; e in secondo luogo l'attesa avrebbe comportato la morte. - «Inoltre ci sconsigliano di attaccare l'edificio con le nostre forze, in quanto dicono che sia completamente... minato... e pieno di trappole... Ah!» – il vecchio uomo si battè sulla fronte con il palmo della mano. - «Mi sono dimenticato di dirvelo! Sebbene l'identità di questi soggetti mi resti nascosta, ho scoperto parlando con loro che sono dei mercenari ninja provenienti da Ame, Taki e Tani. Nulla in più, purtroppo. » – Quindi il signore, che si meritava di andare in pensione invece di fare ancora il suo lavoro, si sarebbe diretto con i ninja verso un tavolo posto vicino all'ingresso.
    Su richesta, il signor Ryuuhei Midou avrebbe fornito ai 4 una dettagliata planografia dell'edificio. Guardandola i shinobi accademici avrebbero visto che l'edificio era lungo circa 80 metri, largo circa 35 e alto circa 22. Sull'edificio vi era un ampio terrazzo con una rete metallica a delimitarlo. La mappa segnalava ben 2 porte sul tetto, che dovevano portare, tramite delle scale, al secondo piano della banca. Vi era una grande porte sul lato frontale dell'edificio, preceduta da una scalinata. Inoltre la mappa riportava una porta sul retro e una sul lato destro. A detta del signor Capo Ispettore, erano tutte delle porte riservate al personale bancario, ma anche quelle erano ben difese, esattamente come la grande porta centrale, motivo per cui egli escludeva che i banditi potessero entrare da lì...
    «Senza un traditore non ce l'avrebbero mai fatta...» – avrebbe detto sicuro il nonnetto.
    Le finestre, come avrebbero notato i 4, erano tutte integre e salve. Inoltre, se fossero entrati spaccando le finestre, li avrebbero certamente visti, cosa che non è successa. Dalla mappa il gruppo avrebbe riscontrato anche un altro prezioso dettaglio: la distanza di 15 metri tra l'edificio bancario e il muro che ne delimitava il territorio. Inoltre sul territorio bancario avrebbero visto 4 alberi, - uno a 5 metri da ogni angolo dell'edificio, - alti più o meno 22 metri e con delle foglie abbastanza grandi da poter concedere una zona d'ombra.
    Infine, la mappa avrebbe segnalato anche la presenza del famigerato sotterraneo e della porta che portava a esso. Quest'ultima si trovava sul primo piano, oltre il corridoio degli uffici, dopo una lunga scalinata. Quella porta si trovava nel cuore della banca, lontana dalle finestre e dall'atrio dove, - si supponeva, - i terroristi tenevano tutti gli ostaggi.
    «Se volete, uno di voi può andare lì a parlargli... camminando piano, con le mani alzate e bene in vista...» – avrebbe detto l'uomo indicando la strada verso la porta centrale. - «Io l'ho fatto, ma non avevano ancora dato il loro ultimatum. E fossi in voi starei attento: sono diventati piuttosto aggressivi al rifiuto delle autorità di dar loro quella benedetta chiave.» – A quel punto l'uomo avrebbe finito la sua fase di briefing, concludendo solo con un secco:
    «Il perimentro è sorvegliato da 20 agenti della Polizia di Kusa in tutta tenuta e da 40 agenti in borghese. Se non dovreste riuscire a infiltrarvi nell'edificio e calmare le acque il prima possibile, dovrò dare il via all'assalto e rischiare le vite degli ostaggi per salvare il tesoro. Avete domande?» - A quel punto la decisione spettava ai 4 ninja: fare delle domande e ricevere delle risposte non avrebbe richiesto molto tempo. D'altro canto, però, le lancette dell'orologio scorrevano veloci e se i terroristi non scherzavano, alle 16,00 ci sarebbe stata la prima vittima.
     
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