Il Profumo dei Ryo

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Il Profumo dei Ryo
    Parte III


    Le azioni incrociate di Judai e del Kiriano furono decisamente rapide e sicuramente più veloci del tentativo di suicidio del Sindaco. Il povero uomo infatti fu prima placcato, in un certo senso, dal Genin e poi bloccato alle gambe dall’azione del Kusari Fundo del Foglioso. In sostanza non era riuscito nei suoi intenti.

    Quello che però avrebbero presto scoperto il gruppo di Ninja è che nulla avrebbe fermato l’uomo dai suoi scopi. Infatti se fosse stato liberato avrebbe cercato in tutti i modi di suicidarsi nuovamente, magari impiantandosi una penna nell’occhio all’improvviso, oppure gettandosi di nuovo dalla finestra se avrebbe notato l’opportunità. Al limite estremo se bloccato in ogni sua mossa non avrebbe esitato a mordersi la lingua fino a staccarsela. Nel frattempo il capo della polizia avrebbe gridato al trio accademico: - Storditelo! O impeditegli di uccidersi. Io nel frattempo andrò a chiamare i Salvatori. Penseranno loro a metterlo in sicurezza. – E così sarebbe effettivamente stato, se il Sindaco sarebbe stato ancora in vita i tipi che sorvegliavano le carrozze lo avrebbero preso e portato via con loro. Quanto meno la sua vita era stata preservata.

    Una volta che la situazione si tranquillizzò Ron Yoko si sedette sulla prima sedia a portata e sospirò pesantemente. Una spada di Damocle ora pendeva dalla sua testa: - Questa cosa… questa malattia… questa follia ha colpito anche il Sindaco. – alzò lo sguardo verso i Ninja: - Il tempo ci è nemico. Forza, dobbiamo agire e scovare i ladri. Vi mostrerò quando chiesto. – e così sarebbe stato.


    I Ninja, trasformati in qualcuno altro, di conseguenza non fecero altro che seguire il capo della polizia nei vari edifici derubati. Tutti e quattro gli edifici sarebbero stati visitati e ispezionati dagli accademici. Senza entrare troppo nei dettagli tutti i luoghi in un certo senso si ricalcavano tra di loro come struttura, arredo, costruzione. Un occhio anche poco attento avrebbe notato come l’assenza di inferriate, di difese e barriere fisiche e la presenza di numerosi accessi rendessero facile la vita agli eventuali ladri. Tutti e quattro gli edifici erano non più alti di tre piani e in tutti i casi la riserva monetaria si trovava al piano interrato. Ad eccezione dell’Istituto di Previdenza gli altri tre disponevano di una banale barriera di metallo, una specie di inferriata, che divideva il corridoio dalla sala del tesoro, di piccole dimensioni. Ovviamente in tutti e tre i casi la porta di ingresso si trovava aperta, scassinata. Nemmeno l’occhio più accorto avrebbe trovato qualche dettaglio nascosto. Nella Filiale Yato solo un rumore debole, quasi un fruscio, si sarebbe potuto udire nel silenzio più assoluto. In ogni caso il lavoro era stato eseguito alla perfezione. Chiedendo a Yoko o ai responsabili dell’edificio sarebbe stato semplice capire come erano entrati. O da una finestra, o da un accesso secondario. Successivamente era evidente che avevano tramortito chiunque si era in messo in mezzo a loro, e quando impossibile, ucciso. Se avessero chiesto dei cadaveri si poteva dire che le ferite provocate erano nette, precise. Di sicuro non avevano paura di ferire le persone.

    Yoko ad un certo punto sarebbe intervenuto: - Ebbene i soldi presenti qui, valute e barre d’oro si potevano oggettivamente portare via a mano. Queste sono piccole filiali, più amministrative. Quindi il danno è stato relativo. Il vero problema invece si pone sul nostro prossimo edificio. -

    L’unica eccezione cadeva sull’Istituto di previdenza. Era fortificato, non certamente come un castello ma entrare era alquanto difficile. Le finestre al piano terra e al primo piano erano tutte rinforzate e anti-infrazione. Le porte secondarie si potevano aprire esclusivamente dall’interno e non dimostravano segni di scasso o rottura, erano semplicemente chiuse. La porta principale era presidiata da numerose guardie, almeno tre e altrettante, a detta di Yoko, pattugliavano costantemente ogni piano, senza mai fermarsi ma dandosi eventualmente il cambio col quello fisso alla principale. Tuttavia tutte e sei la guardie quella notte furono aggredite e le tre che presidiavano l’ingresso uccise.

    Per accedere al piano interrato invece era necessario possedere diverse chiavi. Infatti le varie porte blindate che conducevano verso il basso potevano essere aperte solo con più di una combinazioni di chiave, possedute da persone diverse. Amministratori che comunque non avevano dichiarato la perdita delle loro chiavi. All’arrivo dei Ninja comunque avrebbero trovato le porte aperte, visto che ormai il valore era andato perduto. Ma a differenza degli altri casi un piccolo comitato di benvenuto gli avrebbe attesi.


    Tre persone, vestite in maniera a dir poco elegante, avrebbero atteso i Ninja. Vestiti neri, ricamati e di lusso. Uno sguardo pesante, e decisamente serio. Yoko avrebbe preceduto gli Shinobi: - Kiriano, davanti a te hai i tre rappresentati degli Hashu – il riferimento era implicito: Yakuza del Paese delle Valli – Sono desiderosi di parlarvi. – L’uomo in mezzo fece un passo in avanti abbozzando una stretta di mano al più vicino dei Ninja: - Buongiorno Shinobi. Come è mio solito fare andrò al sodo in fretta. Il mio nome è Sutaru e sono, diciamo così, il responsabile di alcuni di questi edifici tra i quali l’Istituto. Viene da sé, signori, che se si venisse a scoprire che i soldi dei contribuenti del Paese delle Valli sono svaniti nel nulla si scatenerebbe un vero disastro. Senza contare la tragedia che ci sta colpendo. – attese un istante - Generalmente però abbiamo sempre risolto i nostri problemi con le nostre forze… ma prego seguitimi… - l’uomo avrebbe percorso il corridoio principale fino ad entrare nel caveau, imponente spazioso e diviso in varie sotto ale. Sicuramente poteva ospitare una grandissima quantità di denaro. Ma per i Ninja avrebbero notato un bel altro dettaglio. Un gigantesco segno di Funjustu sarebbe palesato davanti a loro occhi. Era stampato per terra, e riempiva l’intera superficie del pavimento della zona principale. Simboli incomprensibili ma pur sempre inequivocabilmente riferibili ad un funjustu, creato da qualche loro “collega”. Inoltre avrebbero potuto udire, seppur debolmente, lo stesso fruscio presente nella filiale Yato – Ecco perché abbiamo convinto Yoko, intercedendo col Sindaco, a chiamare dei professionisti. Dei Ninja, sconosciuti, stanno agendo contro di noi. Forse contro noi Hashu, o forse contro la città stessa, e ci stanno derubando tutto. – di nuovo attese qualche istante – Abbiamo delle risorse che vi potrebbero tornare utili, nella vostra ricerca. Ma nulla è gratis, nemmeno in questi tempi. Se mi prometterete che ci consegnerete tutto il danaro, senza fuggire possibilmente, e mi porterete quei bastardi vivi potrei concedervi alcune informazioni. E’ una vostra scelta. -


    CITAZIONE
    Sono le 13.30. Mezz'ora di ispezioni per luogo derubato, quindi due ore trascorse.
     
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