Un vero duello

Dopo tante missioni, alcune delle quali anche strambe, lo sapete bene quanto me, ecco che mi arrivò una missiva di una nuova richiesta, ma stavolta niente squadre che accompagnavano prigionieri, o aiutavano ninja di Kiri ad infiltrarsi fra bande criminali, no, stavolta, a quel che spiegava la missiva, alcuni ricconi s'erano messi d'accordo per uno scontro fra poveri sfortunati.
Sì, avete capito bene: la missiva diceva che, sotto lo sguardo di alcuni "nobili" dei paesi dell'Acqua (dove si trova Kiri) e del Vento (dove si trova Suna), si sarebbero dovuti sfidare quelli che, più o meno, vi posso citare furono descritto come "il giovane barbone divenuto genin a Kiri", cioé io, e "il profugo sopravvissuto, proveniente dall'estremo Est dell'Anarouch", che non ho la bencheminima idea di cosa sia, ma profugo e barbone erano le due parole chiave, a quel che potevo intuire.
Detta in parole povere: qualche riccone aveva scommesso su quale ragazzino più sfortunato fosse riuscito meglio nel villaggio ninja che finanziava. E vi dirò, non è che fosse un grande incentivo a dare il meglio di me quello.
C'era però l'altra faccia della medaglia: di recente avevo partecipato principalmente a missioni per lo più "banali", come ben sapete avevo aiutato un vecchio ad entrare nella setta di Hayate, fingendomi una schiappa; avevo fermato un mezzo scemo che stava dando fuoco ad uno studente di Suna in quel di Genosha; avevo supportato, dopo essere stato colpito da un genjutsu, un'otese nel fermare una nukenin, ma di mio non avevo fatto niente di clamoroso o realmente impegnativo. Speravo tanto che questo ragazzo dell'Anarouch mi offrisse una sfida tale da farmi faticare davvero e, chissà, quand'anche ne fossi uscito perdente, speravo di imparare qualcosa da quello scontro.
Insomma, ero arrivato sul luogo dello scontro cercando di trovare l'aspetto positivo in quella situazione.

Il luogo dello scontro, però, non posso dire che non fosse bello a vedersi: alberi, in piccole zone boscose sparse, roccia e spiazzi dove poter affrontare frontalmente il mio avversario e poi l'acqua che offriva una bella brezza tutto intorno a noi.
Non che, come ben sapete, io fossi un utilizzatore di suiton, o ninjutsu in generale, troppi sigilli per la mia testa bacata, però lo scenario era di certo piacevole nella sua semplice varietà.
E con semplicità m'ero vestito anch'io: cotta di maglia della salute, niente casacca superiore (in fondo, iniziava anche a fare un pò più caldo), tonici in una tasca della cinta, veleni ed il resto nelle altre, tekken a portata di mani ed il Fuuma Kunai legato a tracolla dietro la schiena.
Avevo riciclato un paio di pantaloni di quelli che m'avevano dato all'ospedale e che usavo per tutti i giorni ed eccomi lì, pronto per questo scontro, dinanzi ad un ragazzo dai capelli parecchio buffi, così bicolore, per metà di quel castano rossiccio, un pò come i miei di capelli.
Il suddetto genin della Sabbia mi si rivolse con un inchino, cosa che non mi capitava molto spesso, ed a cui risposi con il medesimo gesto, ricambiando anche il suo cordiale sorriso: aveva un nome un pò complicato a pronunciarsi, ma era cordiale, quindi fui cordiale anch'io.
Piacere di conoscerti, Masayoshi-san. Mi chiamo Fudoh, con l'H. , dissi, posizionandomi a pochi passi da lui, Spero anch'io che ci divertiremo e l'idea della bevuta dopo, non mi dispiace affatto.