Assassinio

Erano giorni che la tenevamo sotto controllo, malgrado si muovesse mimetizzandosi tra la folla eravamo riusciti a cogliere le intenzioni che l'avevano portata nel villaggio del Suono. Era bastato, dopo che si era allontanata da un'osteria e mentre Rokuemon continuava a seguirla da distante nascondendosi a sua volta tra la folla, interrogare l'oste mostrando le credenziali di ninja accademico e allungandogli qualche soldo per il disturbo.
Era dunque ad Oto per cercare un ingresso secondario o, in alternativa mi disse l'uomo corpulento dietro al bancone, un modo per aprire le porte di uno dei quattro gate. Mi rassicurò sul fatto che la cosa era impossibile e rise con voce profonda pensando a quella ragazzina che cercava di farla in barba al temibile guardiano di Oto.

Ecco dunque che l'attendavamo, intorno all'una di notte, in una vecchia locanda nel quartiere dei piaceri. Anticipandola, avevamo fatto girare una notizia falsa riguardo al sistema fognario del paese che permetteva di entrare all'interno del villaggio e, qualora avesse chiesto maggiori informazioni ad uno dei proprietari di osterie o delle gente comune che le avevano fornito l'informazione, gli avrebbero indicato l'ora e il luogo in cui ci trovavamo per trovare risposta alle sue domande. Nel fornire tale informazioni, il mio compagno, aveva avuto la premura di occultarsi tramite trasformazione in modo che, se lei si fosse dimostrata così attenta da usare violenza o altri mezzi per estorcere informazioni sul conto di questo famigerato informatore, non avrebbe ricevuta nessuna risposta di fatto che non fosse diversa da quella che già le avevano detto e le sarebbe stato ripetuto l'ora e il luogo dell'incontro.
Si era rivelata già in precedenza una ragazza precisa e paranoica, per questo, in anticipo di quattro ore dall'appuntamento, c'eravamo messi in posizione all'interno della sala grande. Prima era entrato Rokuemon trasformato in quello che sarebbe corrisposto le descrizioni che le erano state fornite dagli informatori, si sedette ad un tavolino fornito di quattro sgabelli in una zona di penombra dell'ampia sala grande e prese da bere. Successivamente, ad una distanza di poco meno di un'ora, sarei entrato io senza camuffarmi con l'ausilio della trasformazione ma semplicemente togliendo i simboli che mi ricollegavano al villaggio e alla mia natura ninja. Così come il mio compagno di missione, avrei preso qualcosa da bere e, spostandomi tra i tavoli della sala semideserta, mi sarei seduto ad un tavolo poco illuminato ad una decina di metri da lui, osservando attentamente gli altri pochi avventori del locale. Una volta che mi fossi assicurato che la ragazza non fosse ancora arrivata e che, all'interno del locale, nessuno mi stesse dedicando la sua attenzione, mi sarei alzato e grazie al rivestimento mimetico mi sarei mosso furtivamente lungo il muro della grande sala principale che era pressoché privo di illuminazione diretta. Arrivato dunque a sette metri o poco più dal mio compaesano avrei atteso nell'ombra l'arrivo della ragazza, chiedendomi se quest'informazione le fosse arrivata all'orecchio e se avesse deciso o meno di crederci. Nel frattempo, nascosto tra le pieghe del mantello, avrei avvelenato gli spiedi dei due meccanismi che tenevo sotto entrambe le maniche dei vestiti [Slot Gratuito Lento]