La Più Grande delle MinacceIl Crollo di un'Era

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  1. Waket
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    Un ritorno atteso...?


    I



    Hebiko si era separata da pochissimo dal duo Kato-Kamine, pretendendo di lasciarli da soli, non tanto per cose che unicamente il chuunin sperava accadessero senza la rossa tra i piedi (dopotutto era abbastanza evidente come Kamine avesse poco apprezzato le sue richieste), ma per trattenere l'istinto di strappargli la faccia a morsi. Sapeva in cuor suo di aver comunque vinto, non era riuscito a buttarla fuori come sperava, perciò non avrebbe avuto tutto l'ufficio in mano solamente per se, e la cosa le poteva bastare... Non fosse stato che vedeva tutta quella storia come un'enorme presa in giro. Non poteva credere che i nobili di quel paese avessero così poco a cuore gli shinobi da scegliere un ruolo importante come quello del Consigliere ad occhi chiusi. Come le aveva detto il messaggero del Damiyo, aveva sentito di lei solo tramite voci, gli altri probabilmente non sapevano nemmeno della sua esistenza. Si rinchiuse nell'archivio, dove diede sfogo alla sua rabbia, inveendo contro gli Dei mentre sistemava documenti di vario genere.

    Ma guarda te cosa mi tocca sentire. Non mi conosce nessuno!! Quei beoti imbellettati non sanno nemmeno chi siano gli shinobi che li proteggono!! Schifosi bastardi, ma hanno idea di con chi hanno a che fare!? IO sono la figlia di Orochimaru, IO dovrei ereditare TUTTO questo schifo di villaggio!! E invece... Kato. Kato!? Una bambola gonfiabile farebbe un lavoro migliore del suo, schifoso infa-

    Un tremendo terremoto la fece tornare alla realtà. Un terremoto che di primo acchito le ricordò il tremendo giorno dell'attacco del demone, spingendola a correre fuori e far evacquare tutti il più velocemente possibile. Poi, l'allarme che attirò l'attenzione di tutti, provenire dal palazzo del Kokage. Restò immobile qualche secondo, domandandosi il motivo di quell'allarme. Dopotutto il Kokage era morto, non c'era peric-

    Ah! E' un segreto questo.

    Arrivò davanti al padiglione d'ingresso, trovando già una folla di shinobi attirati dall'allarme, guardandosi attorno alla ricerca di un conoscente. Grazie agli archivi conosceva vagamente i volti di tutti i presenti, ma non le sembrava di vedere nessuno che aveva realmente conosciuto. Non avrebbe comunque avuto tempo per aprir bocca: una terrificante ondata di luce illuminò la zona, seguita da una tremenda esplosione che scagliò detriti ovunque. Altri quattro pilastri sembravano essersi eretti nel cielo, e la cosa spinse Hebiko e probabilmente altre persone a riversarsi all'interno del piazzale, giusto oltre il padiglione... per vedere una figura incappucciata che, non appena parlò, scatenò nella Vipera diverse emozioni contrastanti.

    F-Febh!?

    Non poteva nascondere la gioia nel rivederlo, tantomeno il terrore che stava provando in quel momento. Quell'enorme serpente avvolto attorno alla figura non poteva che essere la snakesword, per quanto in una versione decisamente più potenziata rispetto all'ultima volta. Sembrava avesse finalmente imparato ad usarla.
    Un uomo, che a breve avrebbe scoperto chiamarsi Eiatsu, parlò per primo. La rossa, in preda a troppe emozioni diverse, non potè trattenersi dal gridargli contro, in un misto di eccitazione e rabbia:

    Ma quale piano e piano!? E' finalmente tornato!!

    Sembrava stesse ignorando la tremenda presentazione che aveva fatto. Forse era vero che non era in sè. Ma non lo vedeva da così tanto tempo, che a stento si stava trattenendo dal saltargli addosso. Le sue pupille erano completamente dilatate, e fremeva dall'idea dell'accertarsi che fosse effettivamente lui. Eiatsu riuscì a frenarla quando le mise il dubbio che delle trappole nel palazzo avrebbero potuto renderlo instabile. Si zittì, pur fremendo, ascoltando cosa aveva da dire. Accettò la ricetrasmittente, per poi borbottare i suoi consigli sull'arma, frettolosa:

    E' un cobra. Il punto cieco è alle spalle, o poco sopra la testa. Se vi attacca, non indietreggiate, corretegli incontro, sarà più semplice schivarlo. ...O almeno credo. E' pur sempre una sorta di spada, non credo agirà come un serpente normale.

    Si concentrò nuovamente sulla figura. Era Febh, doveva essere lui. Forse era impossessato dall'Oni, poteva essere più insatible del normale... O forse addirittura Kaji? Se fosse stato il classico Febh, dopo aver creato quel trambusto se ne sarebbe sicuramente uscito fingendo non fosse stata colpa sua. L'Oni era possibile, si era già mostrato aggressivo diverse volte, ma ormai il loro legame si era rafforzato, forse sarebbe riuscita ad aprirci un dialogo. Dopotutto con lui bastava la logica. Ma... Se si fosse trattato di Kaji? Conosceva ben poco di quella parte di Febh, ma una cosa era certa: si conoscevano a vicenda. Doveva tentare.

    Io ci parlo.

    Con quel singolo preavviso, Hebiko si fece avanti, distaccando di qualche metro il gruppetto. Era ancora piuttosto distante dalla figura da non poter evitare di gridare, non era ancora così sprovveduta dal lanciarglisi addosso senza che prima non avesse la certezza di essereal sicuro. Se nessuno l'avesse bloccata, avrebbe aperto bocca, esprimendosi a gran voce:

    Sono io, Hebiko! ...Dov'eri sparito!? Ti stavamo aspettando tutti. Io in particolare. Mi sei mancato.

    Avrebbe fatto qualche piccolo passo in avanti se la situazione fosse stata tranquilla. Non voleva chiamare il suo nome, sbagliarlo poteva farlo irritare, ma sapeva che tutte le sue personalità ormai la conoscevano, poteva andare sul sicuro con se stessa.

    Ti senti bene? E' successo qualcosa? Fatti... Fatti aiutare. Ci penso io a sistemare tutto, okai?

    La sua voce risuonava sinceramente preoccupata, ed allo stesso tempo sollevata nel rivederlo. Stava praticamente affrontando quella bestia con un approccio che nessun altro avrebbe osato utilizzare... Ma doveva farlo. In cuor suo, sperava che quello potesse bastare per farlo tornare in se. Dopotutto, se nel gruppo c'era qualcuno che poteva riuscire in quell'intento, era sicuramente lei.
     
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