La Più Grande delle MinacceIl Crollo di un'Era

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  1. ~Cube
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    La Minaccia Più Grande


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    Alla risposta di Yayoi mi limitai ad un sorriso a denti stretti: - Amministratore pro-tempore. Proprio nel momento migliore, che dici? – invero alle considerazioni fatte dal Jonin sensitivo annuii pensieroso. Poteva essere tutto come niente, quantomeno chiesi ulteriori delucidazioni: - E per quanto riguarda la riserva di chakra di quel duo? – indicando con il viso quel strano tipo mascherato accompagnato dal serpente – Rispetto alla mia? Quanto è superiore o inferiore? –

    Il vero colpo di scena tuttavia avvenne quando il serpente rispose ad Hebiko, dimostrandosi in un certo senso non ostile. L’aveva chiamata Erede. Di certo non si trattò di un appellativo messo a caso. Rimasi impassibile, sicuramente colpito. Difficile dire in che modo esattamente. Mantenni comunque la concentrazione alta e seguii con la massima attenzione i momenti successivi, di sicuro l’argomento non si sarebbe esaurito.

    Una volta riuniti tutti dunque lo spazio antistante al Palazzo fu invaso dalle comparsa di enormi creature, mostruosamente grandi e minacciose. La loro apparizione scombussolò pure la zona circostante invadendo completamente l’area di pericolose saette, se tali potevamo chiamarle. Da parte mia mi limitai a concentrare un po’ di Chakra elettrico per difendermi, senza subire danni fortunatamente [Difesa]Rivestire per due volte di fila.

    Mezzo-basso: 10 di protezione.

    0 Danni.
    . Al termine di quella sorta di attacco, se tale si poteva definire, seguirono le parole di quella voce, proveniente dalla strana figura. Con toni altisonanti descrisse praticamente la storia di Oto. Francamente ne ero completamente all’oscuro ma alla fine dei conti… si poteva benissimo capire che di certo il Villaggio del Suono non era mai nato con nobili intenti o sotto giuramenti di onorevoli samurai. Orochimaru e i suoi laboratori (a cui forse erano legati anche i Jigoku?). La guerra cremisi fu il mio contatto con la mia conoscenza del Villaggio e naturalmente da questi fatti si poteva spiegare l’odio che Kumo provava nei nostri confronti. Poco male, pensai tra me e me. Almeno ora era a conoscenza delle motivazioni profonde della guerra che vi era in corso.

    Discorso ben diverso fu quello di Orochimaru. Dalle parole di quella voce, se tali si potevano ritenere a conti fatti veritiere visto che non vi era uno straccio di prova a conferma, sembrava che il primo Kokage non fu altro che un terribile essere, un manipolatore di persone e di vite. In pratica si comportò da Nukenin della peggior specie piuttosto che un Ninja. E da qui dunque la decisione di spezzarlo per mano dei Kage, compreso il secondo Kokage… che si rivelò essere nuovamente un clone di Orochimaru! Comprensibile, e condivisibile, dunque l'intervento dell'Accademia.

    Sorrisi. Per quanto la potevo considerare una semplice deduzione… le parole di Febh che mi rivolse in Amministrazione non furono semplici esempi o ipotesi. Che quella volta volesse mettermi alla prova per anticipare una mia eventuale reazione all’udire lanotizia? Già, perché a conti fatti le persone ad Oto che sarebbero state in grado di fermare un essere di tale potenza non potevano essere state molte: Febh-sama e Diogene Mikawa. Ma era effettivamente morto? Questa era la domanda giusta da porsi. Quella voce dunque terminò in un modo alquanto ambiguo, lasciando aperta a varie interpretazioni il continuo di quella conversazione così condivisa.

    La prima ad intervenire, a mia sorpresa, fu Kamine. Senza voltarmi ascoltai le sue parole, cariche di propositiva fiducia e ottimismo. Non le condivisi, personalmente il periodo in cui stavamo vivendo era tutt’altro che roseo e la debolezza di Oto era alla portata di tutti. Forse era proprio per quello che ci trovavamo lì tutti riuniti.

    Poi seguirono le parole, illuminanti, di Hebiko. Orochimaru era morto. La certezza con la quale pronunciò quelle parole fu assoluta, inequivocabile. Lei sapeva che Orochimaru era morto, e lei era la sua Erede per qualche motivo specifico. Dunque era a conoscenza di molto, decisamente molto di più di quanto uno poteva credere o sapere ad Oto. Forse aveva ricevuto notizie, o aveva seguito specifiche missioni. O forse, più semplicemente… Hebiko non era che la marionetta inconsapevole dello Yakushi. E questo spiegava il perché Febh-sama la tenesse stretta a sé, perché in quella donna scorreva un sangue nobile, un sangue ricco di potere e di segreti. Un potere che valeva molto di più della personalità del Ninja stesso. Hebiko era forse un pericolo, ma se tenuta in una sfera di cristallo, così come lo era da segretaria, la belva non poteva crescere e deviarsi. Forse quello era il motivo per il quale Febh-sama l’aveva convinta di essere il suo più prezioso alleato. Un illusione, un gioco da maestri. Un vero lavoro sublime, perfettamente calcolato dall’Amministratore per chissà quali scopi, ben superiori e francamente preoccupanti.

    Una sfera che però sarebbe stata destinata a rompersi se il gioco si fosse fatto più grande di lei. Le parole di Hebiko, almeno ad un primo approccio, miravano in grande. Miravano a porsi come fautore diretto di quelle modifiche. Ora voleva diventare Consigliere? Oppure Kokage stessa come diretta erede di Orochimaru? Febh come avrebbe gestito le pretese di potere, già evidenti, della Segretaria di Oto ora che il Villaggio intero era giunto a conoscenza della sua eredità? Alzai lo sguardo verso l’uomo misterioso, fissandolo intensamente. Nel mio viso si sarebbe intravista una sincera preoccupazione.

    - ... -



    Nessuna parola. Non avrebbe avuto alcun senso aggiungere qualcosa a riguardo.

    Dopo qualche istante di attesa mi espressi con molta genuinità rispondendo così alle domande poste dall'uomo misterioroso: - Febh Yakushi una volta mi insegnò una cosa fondamentale. Mai rispondere ad una domanda senza sapere le condizioni e i limiti della stessa. Mi sta bene il tuo racconto, e mi fa piacere che molti dei panni sporchi di Oto siano stati messi da parte e puliti nel lontano e recente passato. Ma che cosa vuoi da noi Shinobi di Oto? Per quale motivo ci stai ponendo queste domande e vuoi conoscere le nostre opinioni? E soprattutto… quanto di Orochimaru è rimasto ad Oto? E sotto di esso. – l’allusione alle fonti energetiche presenti nel sottosuolo del Palazzo fu più che evidente senza considerare che di certo non mi sarei abbassato a dare la mia opinione del Suono ad un apparente sconosciuto, per quanto ne poteva sapere di Oto stessa. Escludendo inoltre il piccolo dettaglio che in quel momento era decisamente più importante sul scoprire chi era quel tipo che era stato in grado di distruggere un intero palazzo piuttosto che discutere amabilmente lasciandosi trasportare in romantiche confessioni, come Hebiko o Kamine aveva fatto sul destino di Oto. Il vero lavoro che spettava ad un Guardiano, o Amministratore pro tempore di Oto che dir si voglia era la vera sicurezza dei Ninja e del Villaggio.


     
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