Una questione d'amore

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  1. leopolis
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    "Pensieri"
    «Dialoghi»



    Ore 10.45 – 11.30
    «Tu non avere soldi, tu non avere rose!» – disse l'omino prima di sentire quello che doveva chiedere il ragazzo. Poi ascoltò la sua domanda. - «Se io dire te dove tu prendere soldi, allora tu comprare rose?» – In qualunque caso, l'omino avrebbe continuato il suo monologo. - «Io non conoscere bene tua lingua, ma credo tu andare in Erogazione Soldi. E là che danno soldi, no?» – Indicò la fila davanti allo sportello di erogazione. Era... a dir poco enorme, ma con un po' di buona volontà, santa pazienza e anche un po' di energia, alla fine dei conti il ragazzo sarebbe arrivato nei pressi del finestrino. Certo era che per strada verso il finestrino egli avrebbe dovuto fare un po' di fatica. La gente si spintonava era arrabbiata e qualcuno, dopo aver parlato con l'impiegato del finestro, avrebbe buttato i suoi documenti in aria urlando: - «MODELLO R-42 BIS? MI AVETE ROTTO IL CAZZO CON IL VOSTRO MODELLO R-42 BIS! MI AVETE ROTTO IL CAZZO! AVETE CAPITO? TUTTI QUANTI TUTTI! TUTTI! ANDATE A FARE IN CU... CC.... AHIA...» – Improvvisamente l'uomo si accasciò al suolo tenendosi per il petto con il pugno. - «Ah-ah... dolore... ah...» – Disse l'uomo cadendo infine per terra. - «Haha! Un altro!» – Dal finestrino sarebbe spuntata una [faccia sorridente]Title_24 che poi avrebbe guardato il bambino otese in piedi davanti allo sportello. - «Guarda che figo! Mi piace tanto quando si accasciano! Sai com'è? Prima senti un dolore acuto nella parte sinistra del corpo. Il dolore da nel braccio e tu pensi che è qualcosa con il braccio, ma poi ZAC hahaha.» – In ogni caso, le guardie sarebbero arrivate tutte stufate e annoiate circa una decina di minuti dopo portando il corpo verso l'uscita e da lì verso il cimitero, mentre il ragazzo sorridente sarebbe rientrato nel suo sportello. - «Beh e tu cos'è che vuoi?» – Alla spiegazione del bambino, l'impiegato della banca avrebbe sorriso. «Cos'è, di nuovo? HAHAHA MA QUEL VECCHIO PERVERTITO!» – In ogni caso avrebbe riso per un po', salvo poi asciugarsi le lacrime agli occhi e diventare un attimo più serio. - «Va bene, va bene... Ma la delega e il documento attestante il deposito? Ce l'hai?» – Chiese. - «Comunque avere i soldi è facile. Porti qua la delega, il documento e il modello R-42 BIS con 3 timbri e io vado giù e ti do i soldi. Ma scommetto che non sai dove prendere il modello R-42 BIS giusto?.. Devi andare all'ufficio Documentazione, al 2° piano, se non sbaglio ufficio numero 202 o qualcosa del genere. Ora smamma che voglio vedere altri infarti. »

    Al deposito di denaro la piccola bambina di Suna perse non meno tempo del suo collega otese, anche se lì la fila scorreva molto più velocemente. La gente portava delle enormi valigie con i ryo dentro, li metteva sul bancone e l'impiegata della banca li ritirava ridendosela di gusto. Poche firme, poche carte, poche azioni: tutto veniva svolto in pochissimo tempo. Qui, inoltre, la gente non si spintonava e quella strana violenza che regnava nella fila dell'erogazione dei soldi qui non c'era. Tutto calmo e tranquillo. Forse persino troppo. Ciononostante, ci sarebbe voluta una mezz'ora buona prima che Saru arrivasse, - forse con le buone emozioni, - allo sportello dei depositi e guardasse attraverso il finestro scoprendoci il [volto]912d37287a3f2734ff5f5094fc7bb58f121b3b96_00 di un impiegato alquanto carino che se ne stava calmo-calmo a bere del caffè e contare i ryo. - «Ciao bellezza,» – le avrebbe sorriso quello facendole l'occhiolino, - «allora quanti soldi vuoi depositare? 100.000 ryo? Di più? Forse un milione? haha» – Le avrebbe posto un solo documento. - «Qui metti i ryo che vuoi depositare da noi, qui il tuo nome e cognome, - ma scommetto che non ne hai uno perché gli angeli non portano alcun nome, - e qui l'importo. Poi io firmo e fatta, facile no?» – Facile no?
     
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