[MG] - Raccolta di InformazioniTerritorio: Sanbashi

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  1. Waket
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    III



    L'obiettivo di quella missione (il vero obiettivo, perlomeno) era evitare che Febh ne combinasse una delle sue. Per Hebiko non era che una giornata come le altre, solamente lontana dalle familiari mura Amministrative. Peccato che, stavolta, c'erano altre due personcine da tenere sott'occhio. E che forse, per colpa dello Yakushi, presto in molti avrebbero tenuto lei sott'occhio, per il motivo peggiore possibile.
    Ancora non aveva mai conosciuto il Damiyo, seppur come figura di spicco fosse sempre sulla bocca di tutti, l'astio o la paura che l'Amministratore sembrava provare nei suoi confronti lo rendevano un argomento off-topic. Sarebbe stata una buona occasione per chiedergli qualcosa di più, se non gli avesse rivelato l'identità della strega dei vestiti nel peggior modo possibile. Hebiko portò teatralmente una mano al petto, offesa, emettendo un verso di sorpresa nel sentire le sue parole.

    Ma che scemenze! Li tratto con i guanti di velluto io, mica come te che alla prima occasione li lanci contro il muro!! Forse intendevano la MAGA dei vestiti, e sì, ammetto che ho un ottimo gusto nel scegliere i completi.

    Borbottò fiera, rinnegando le assurde insinuazioni dello Yakushi. Le lucertole erano ottimi modelli, alcuni di loro erano bravissimi nel restare immobili per le foto. Qualche assurdo evocatore avrebbe potuto definirli paralizzati dalla paura, ma erano sicuramente sciocchezze. Anche lei sapeva che leccornie piacevano a quelle bestiole, dopotutto attirarli con il cibo era l'unico modo per riuscire a catturarli senza perdere ore a cercarli.
    Le grandi notizie di Febh vennero accolte con piacevole sorpresa da Hebiko, che accennò un sorriso prima di riformulare la frase nella sua mente, mettendo a posto i pezzi del puzzle ed intuendo come la cosa stesse degenerando nel peggiore dei modi. Portò entrambe le mani unite alla bocca, fissando un punto vuoto di fronte a sè. Voleva tanto fare una delle sue sfuriate. Tantissimo. Ma prima di tutto, doveva rendere fiera Ogen e portare a termine la missione richiestale. Doveva farlo, per una delle poche persone che sembrava soddisfatta del suo lavoro. Fece un respiro profondo, schiarendosi la voce e sorridendo allo Yakushi. Le braccia si posarono lentamente sulle sue spalle. La tentazione di dargli una testata era forte, ma riuscì a resistere. Invece, una mano si mosse verso il suo orecchio, tirandolo verso di sè, sibilandogli tremendamente vicino. Sussurrava, ma non per questo sembrava meno furiosa. Ma se non altro solamente lui l'avrebbe sentita, e non l'intero mercato.

    Sei il Jonin responsabile, ed in quanto tale devi sapere che fuori da Oto le risse non sono mai una bella cosa, soprattutto durante una missione per il Damiyo. Lo sai che ha intenzione di incontrarti personalmente se quei due idioti non gli portano le informazioni che vuole? Cosa preferisci, controllare che quei due facciano il loro lavoro come si deve, o un incontro privato con il Damiyo?

    Non sapeva ancora il motivo preciso del suo odio verso quella persona, ma non le serviva saperlo se sapeva tenere le minacce fatte più vaghe possibili. Che lo odiasse perchè lo riteneva una persona noiosa, arrogante o che altro, l'essere costretti ad un lungo periodo ravvicinato avrebbe infastidito chiunque. Se solo avesse saputo la verità.


    Lo Yakushi sembrava essersi convinto, ed una volta davanti al banchetto fece per estrarre una carta bomba, pronto ad attivarla. Con una calma quasi surreale, degna della pazienza di una babysitter con un bambino difficile, gli schiaffeggiò la mano senza preavviso, portandosi con sè la cartabomba per togliergliela dalle mani, superandolo e mettendosi ad osservare le spezie. Assicurandosi di non essere vista da Bokudo, avrebbe afferrato la caviglia della donna, strattonandola all'indietro per farle prima sbattere il muso contro la bancarella, e poi spostandola all'indietro. L'avrebbe osservata con la coda dell'occhio, voltandosi verso di lei non appena questa si fosse accorta della causa della sua caduta, fissandola con sguardo truce e portando un pollice sul collo, mimando un lento taglio lungo la gola. Successivamente, tenendo in mano un barattolo di zucchero, lo avrebbe indicato teatralmente, per poi indicare la donna di rimando, il tutto assicurandosi di essere all'oscuro di Bokudo, fingendosi innocentemente interessata alla merce.

     
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