IkiryōAdd TS Murasaki

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    生き霊


    II


    La ragazza aggrottò le sopracciglia, osservando i cocci di vetro appena depositatisi sul duro tatami. Negli ultimi minuti la stanza era stata animata da una curiosa serie di eventi, che parvero culminare nel fragoroso scoppio di una delle lampadine atte ad illuminare il lugubre luogo. Qualche secondo dopo uno degli anziani, tale Togoshi, il quale vantava dal canto suo una diretta discendenza dal primo nucleo Hyuga, balzò in piedi, guardando con orrore il proprio sedile.

    È una stregoneria, vi dico. L'ho sentito chiaramente, uno spirito si è impossessato... Si è impossessato del cuscino, ho sentito la sua fredda mano attraversarmi il corpo. Che i Kami possano fulminarmi se non dico il vero.

    Continuò a spostare lo sguardo sui presenti, pallido in volto e con gli occhi iniettati di sangue. Un lieve brusio si levò dall'assemblea, mentre i quattro antichi si riunirono attorno a Togoshi, indicando e pungolando il cuscino in questione. Dal fondo della sala, dove erano relegati i membri più giovani del consesso, pervenne addirittura qualche risata. Alché Togoshi si girò nella loro direzione, paonazzo in viso, tuonando minacciosamente contro quei ragazzini irrispettosi.

    Padre,

    Murasaki si sporse appena in avanti, arrivando a portata d'orecchio del genitore.

    Non trovi che tutto questo sia...

    Inutile? Ridicolo? Una perdita di tempo? L'erede apparente degli Hyuga non fece in tempo a concludere la frase, che una profonda sensazione di sconforto si impossessò di lei. Sgranò gli occhi, mentre il cuscino su cui era seduta da tempo quasi interminabile divenne ghiacciato, quasi fosse composto di neve fresca. Scattò all'indietro, rifugiandosi sul ruvido tatami. Per quanto fissasse il cuscino, tuttavia, nulla pareva realmente cambiato nella composizione dello stesso. Suo padre, di fronte a lei, la fissava con aria nervosamente interrogativa, evidentemente irritato dalla piega irrazionale che quella riunione aveva preso. Se c'era una cosa che Genji Hyuga odiava, era sprecare il suo prezioso tempo in sciocchezze. Stava per parlare, per chiedere spiegazioni al genitore, quando un sinistro cigolio attirò la sua attenzione. Era appena dietro di lei, e pareva provenire dalla porta da cui era entrata qualche tempo prima. Ad uno sguardo più attento, Murasaki notò che era la maniglia a produrre quel suono, muovendosi freneticamente, come se dall'esterno qualcuno stesse provando a fare irruzione. Senza pensarci si alzò, come fatalmente attratta da quel movimento. Dietro di lei poteva ancora udire i bisticci degli anziani, le risa dei giovani, e le proteste del padre, che cercava di richiamare lei e il resto dell'assemblea all'ordine. Eppure, tutto sembrava così lontano nel tempo e nello spazio, così distante che la ragazza vi fece a malapena attenzione. Quella maniglia, quel rumore, parevano catalizzare il suo sguardo, come una sorta di buco nero dalla cui attrazione gravitazionale era impossibile sfuggire.

    Sembra che mi stia quasi... Chiamando?

    Allungò la mano, e quando finalmente afferrò la maniglia le parve che, improvvisamente, tutta la forza di gravità del pianeta si fosse concentrata in quell'unico punto. Durò un secondo, poi la maniglia cedette e la porta si aprì, conducendo allo stretto corridoio dei sussurri.

    Rivelatevi. Questo gioco è durato abbastanza.

    Disse, alzando appena il tono della voce. Non poteva credere alla storia raccontata dall'anziano Hyuga, non razionalmente. Era sicura che dietro a tutto questo vi fosse lo scalmanato gruppo di ragazzini Hyuga, composto da piccole pesti atte a sconvolgere la solitamente monotona vita del Clan. Più volte li aveva visti con i propri occhi, aggirarsi furtivi per le sale, pronti a infastidire più adulti possibile. Aggrottò la fronte quando non ricevette alcuna risposta, nemmeno una risata soffocata che rivelasse la presenza di un qualche bambino troppo fantasioso. Passarono pochi secondi, durante i quali Murasaki non fece altro che scandagliare il corridoio con lo sguardo. Poi, un ormai familiare sfarfallio rimbombò prepotentemente per le pareti. Ritmicamente, le luci che illuminavano appena quel luogo cominciarono a spegnersi e accendersi. Rispetto a quanto accaduto nella sala delle riunioni, tuttavia, pareva che in questo caso esse seguissero una specie di pattern, partendo dal punto in cui si trovava la ragazza, e allontanandosi progressivamente nelle profonde oscurità del palazzo. Murasaki si avvicinò alla lampada a lei più prossima, sfiorandola appena.

    Dovrebbe essere incandescente, invece è come se emanasse una sorta di luce fredda.

    Chiunque avesse ideato quello scherzo, di certo aveva una fervida immaginazione.

    E potenti mezzi.

    Scosse la testa, mentre lo sciocco pensiero di spiriti e infestazioni le attraversò la testa, intrusivo. Lasciò la lampada, proseguendo silenziosamente per il corridoio, sfiorando con la mano sinistra la parete. Seguì il ritmo dettato dall'elettricità, camminando nella penombra per qualche minuto. Era ormai distante dalla sala delle riunioni, e in un angolo della sua testa rimbalzava una sola domanda

    Perché nessuno mi ha seguita? Perché non mi hanno mandata a chiamare?

    La relegò il più lontano possibile, mettendo a tacere quell'orribile dubbio. Più andava avanti, più ogni passo pareva allontanarla dalla sicurezza e normalità della sua routine a villa Hyuga. La luce la portò attraverso il padiglione secondario verso quello principale, facendole attraversare le stanze dei genitori e gli appartamenti della loro servitù. Stranamente, tutto taceva. Non vi era anima viva in giro, e tutto nelle varie stanze pareva essere stato abbandonato di fretta, come se tutti avessero comunemente deciso di abbandonare il palazzo nello stesso istante. Passò nelle cucine, dove una grande teiera in ghisa era stata lasciata sul fuoco ancora acceso. Il suo fischio riempiva gli ambienti circostanti, risuonando come un vuoto allarme. Murasaki deglutì, quel paesaggio era decisamente insolito.

    Da quando sono nata, non ho mai avuto un momento di solitudine in questa casa. Dove sono tutti?

    La luce parve irritarsi, e la lampada vicino alla ragazza prese ad accendersi e spegnersi in modo quasi furioso. Con reticenza, Murasaki si rimise in cammino, lasciandosi alle spalle l'inquietante fischio e il desolante vuoto delle cucine. Percorse ancora qualche decina di metri, quando la luce parve fermarsi, come se avesse finalmente individuato il suo obiettivo. Andò avanti e indietro, cominciando poi a lampeggiare nella lampadina allocata vicino ad una porta in legno scuro e spesso, sul cui fronte campeggiava il carattere 書.

    La biblioteca? Cosa mai potrà volere dalla nostra biblioteca?

    La ragazza si avvicinò, appoggiando appena la mano destra alla porta. Con le dita tracciò il contorno del carattere intagliato nel legno, mentre vicino a lei la luce continuava ad andare e venire in modo sempre più insistente.

    Bambini, se siete voi questo è l'ultimo avvertimento. Sapete che non posso portarvi qui dentro, vi sarà permesso di accedervi una volta iniziati i vostri studi.

    Come tutti i suoi avvertimenti precedenti, anche questo cadde nel vuoto. Dal canto suo, la luce non accennava a tranquillizzarsi. Era davvero assurda come situazione, e Murasaki stessa era la prima a non riuscire a capacitarsene, ma le parve quasi che, nei suoi ritmici movimenti, la luce riuscisse ad esprimere... Emozioni? In quel preciso istante le parve che un'ondata di rabbia e impazienza la investisse, provocandole degli intensi brividi lungo tutto il corpo.

    Va bene, vorrà dire che entreremo in biblioteca.

    Staccò la mano, allontanandosi appena dalla porta. In una situazione normale sarebbe andata alla ricerca del custode della biblioteca, ma quella era tutt'altro che una situazione normale, e quale che fosse l'obiettivo di questa cosa, Murasaki non aveva intenzione di mettere in pericolo altri membri della sua famiglia. Concentrò il chakra nella gamba destra, in particolare sul piede, caricando poi un potente calcio in direzione della maniglia della porta, che le si spalancò davanti con un gran boato. Vicino a lei, la cosa parve soddisfatta, accendendo rapidamente molte luci dell'ambiente. Murasaki entrò, e come aveva sospettato non vi trovò nessuno. Poi, accadde qualcosa che raggelò il sangue della Hyuga, congelandola sul proprio posto. Le alte scaffalature della biblioteca cominciarono a tremare, tanto che la ragazza pensò che, per qualche strana coincidenza, un terremoto avesse deciso di colpire proprio ora la Foglia. Tuttavia, quando dei libri cominciarono a cadere, fu chiaro che era tutta opera della cosa, che dopo diversi tentativi stava riuscendo in quello che pareva il suo intento. Che volesse mostrarle qualcosa?

    Chi sei? Cosa vuoi da noi? Questo... Questo non è più divertente. Ti ordino di palesarti al mio cospetto, chiunque tu sia.

    Murasaki si mosse, inginocchiandosi sul libro appena caduto.

    Karma

    Lesse, aggrotando le sopracciglia. Alzò lo sguardo, percependo un movimento appena sopra la sua testa. Si spostò velocemente, e ci mancò poco che il libro successivo la colpisse in pieno volto.

    L'arte del pugno gentile, Onore e rispetto, Unione spitrituale con la natura, Insidiose tecniche di combattimento...

    Erano tutti libri che aveva letto, alcuni per dovere e altri per piacere. Che la cosa volesse comunicarle qualcosa? Era stata tutta una coincidenza, o era sempre stata lei il suo obiettivo? Si alzò, tenendo in mano L'arte del pugno gentile.

    Chiunque tu sia, qualunque cosa tu voglia da noi... Sappi che non la otterrai facilmente, non prima di passare sul mio cadavere.

    Lasciò cadere il libro con un tonfo, portando poi le braccia di fronte a sé in posizione di attacco, nella configurazione tipica dello stile di lotta Hyuga. Quale che fosse l'intenzione della presenza, di certo Murasaki non l'avrebbe semplicemente assecondata.

     
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