La ragazza si difese con furia, ma sottovalutò troppo il suo avversario, che dopo la violenta spinta si vide un'apertura libera, riuscendo a lanciarsi sull'indifesa donna per
azzannarla, iniettandole del veleno. Youkai sussultò, resosi conto della ferita appena subita da Murasaki. Non poteva permettere che per colpa sua quella bestia avesse la meglio su di lei. Era stato lui a portarla fin lì, era stato lui ad aver avuto bisogno di lei per ritrovare casa, ed ora la stava ripagando costringendola a respingere un demone, impotente di fronte ai due. Per quanto il chakra stesse continuando a svanire, si era ormai deciso di volerla aiutare, a qualsiasi costo.
La creatura aveva subito pesantemente il colpo della ragazza, stridendo dolorosamente e costretta ad indietreggiare. Il colpo era stato brutale ma non mortale, come lasciavano intuire i sibilìì frustrati. Prima che potesse reagire però, una nube di fumo avrebbe offuscato la normale vista di entrambi, riempiendo la
stanza, agendo da fumogeno. Sarebbe bastato aprire una porta o una finestra per far svenire il fumo in fretta, oppure sfruttare il vantaggio in qualche modo. Con la vista annebbiata ed infastidita dall'odore, la creatura fu costretta a buttarsi in attacchi alla cieca, ma ad ampio raggio: appiattitosi sul pavimento, avrebbe usato la sua lingua di un metro e mezzo come fosse una frusta, facendola
schioccare in orizzontale a livello delle caviglie. Qualora avesse toccato la ragazza, la lingua si sarebbe avvolta a qualsiasi parte del corpo con cui era entrata in contatto,
stringendola e, con un movimento brusco, trascinandola a se per poi colpirle il
busto con un'artigliata.
SE non fosse riuscito ad entrare in contatto con la ragazza, cercandone la sagoma si sarebbe lanciato verso di lei a testa bassa, cercando una testata sul bacino, alzandosi poi bruscamente nel tentativo di sbatterla al muro con la spinta delle
spalle.
Nel frattempo, la presenza di Youkai sembrava scomparsa dall'angolo in alto della stanza, ed il fumo provocato dalla sua tecnica non permetteva di vedere se il corpo fosse ancora presente sul suo letto.