Gli scemi del Villaggio[Paese del Fiume]

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    Gli scemi del villaggio




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    Caldo torrido, più del solito quel giorno. All'ombra probabilmente si percepivano 40 e passa gradi, ma la gente del posto sembrava quasi non farci troppo caso, il villaggio della sabbia era vivo come tutti gli altri giorni dell'anno.
    Jou Satoshi se ne stava sul balconcino di casa seduto su una sedia e dondolandosi si fumava una sigaretta: si era appena alzato e di consuetudine la prima cosa che faceva era bersi un tè caldo e fumarsi una sigaretta in balcone, sigarette che diventano sempre almeno due. Si godeva il calore mattutino all'ombra dei palazzi e piano piano si svegliò. Passò poi alla seconda fase della mattinata: la cacca, rito preziosissimo dalla durata almeno di 15 minuti. Non quella mattinata.
    Appena appoggiò le sue chiappe nere sulla tavoletta fredda del gabinetto, bussarono forte alla forte. Jou cercò di ignorarlo sperando andasse via ma quello che bussava alla porta non sembrava dello stesso parere. Così, sfinito e sconsolato, si ritirò su le braghe per andare ad aprire alla porta. Apri e chiuse velocemente, prendendo ciò che il postino aveva e richiudendo subito la porta, senza neanche dire grazie.
    Era una lettera. Dal villaggio di Suna. Direttamente dall'amministrazione.
    Tornò quindi al cesso e iniziò a leggere la lettera che in realtà conteneva poche parole. Gli diceva di presentarsi il giorno stesso alle 18 al palazzo dell'amministrazione e di chiedere dell'ufficio di Yoshiro Tanaka. Non specificava chi fosse o cosa doveva andare a fare, doveva solo recarsi lì. E specificava anche che sarebbe stato accompagnato da una Kunoichi.
    Ultimamente Jou stava svolgendo qualche missioncina ma nessuna aveva il tono di questa. Che si trattasse davvero di qualcosa d'importante? Era eccitato, d'altronde si eccita sempre prima di entrare in missione

    [...]

    Alle 18 in punto Jou era all'entrata del palazzo dell'amministrazione vestito di tutto punto: se ci fosse avuto bisogno di partire subito lui sarebbe stato pronto. Avrebbe aspettato la Kunoichi arrivare prima di andarsi ad informare per il loro contatto, e una volta arrivata, stupito dal vedere una chioma rossa così inusuale da quelle parti, si presentò -piacere sono Jou Satoshi, shinobi di Suna. Piacere di conoscerti- Non era esattamente quello il momento per perdersi in chiacchiere, se erano lì per il motivo che Jou pensava, ovvero dover compiere una missione insieme, ne avrebbero avuto a valanga di tempo per conoscersi. Così ll'afro si diresse verso la segretaria -siamo qui per parlare con Yoshiro Tanaka- -prego seguitemi- Sarebbero saliti di due piani per poi fermarsi davanti ad una porta; la segretaria bussò e fece entrare i due shinobi. Una volta entrati nella stanza un buffo vecchietto dal viso svampito e con due rotondissimi occhiali li accolse -Buongiorno Shinobi, siete stati convocati in via ufficiale dall'Accademia e dal villaggio di Suna stesso. Poco tempo fa un intero carico di merci proveniente da Suna è stato saccheggiato, derubato e i mercanti che erano presenti non sono mai più tornati. Un nostro scout ci ha segnalato che ha visto degli Shinobi con i coprifronte del villaggio del Fiume in possesso di merci che erano presenti nel carro saccheggiato, e ovviamente è venuto lecito pensare che fosse stato proprio il villaggio del Fiume a saccheggiarci e derubarci. Noi come grande potenza dell'accademia non possiamo permetterci figuracce simili e abbiamo subito mandato una lettera al Kage del villaggio del Fiume per avere spiegazioni e lui ha negato tutto proclamandosi innocente, e dicendoci che non erano le prime sparizioni di carovane intorno ai suoi confini o persino dentro al suo paese. Si è reso disponibile a farci avere documenti di testimonianze riguardo a questi sparimenti così che noi possiamo scagionarlo e intanto possiamo capire cosa sta succedendo. Sapete, migliorare le relazioni con gli altri villaggi fa sempre bene, qualunque essi siano...- Prese un po' di fiato per poi riprendere a parlare -Qui entrate in gioco voi due: sappiamo che siete solo due studenti dell'accademia ma ci hanno riferito che siete in gamba, e noi allora vogliamo mettervi alla prova- Prese dalla tasca della giacca una pergamena per poi lanciarla in mano a Jou -Scusa ragazzina ma si dice che le donne non abbiano un buon senso dell'orientamento- Ridacchiò un po' tra sè e sè cercando un'occhiata di consenso da parte di Jou per soddisfare il suo ego -Comunque questa è una mappa dove c'è segnato il punto d'incontro con il contatto del Fiume. E' altamente top secret. Lì dovrebbe esserci appunto qualcuno ad aspettarvi. Ma come vi ho già detto, fate attenzione, non si sa mai cosa potrà succedere. La vostra missione è recuperare il documento e tornare indietro a Suna sani e salvi. Partirete sta notte, esattamente fra cinque minuti, quindi se dovete andare a prendere qualcosa andate adesso. Ci metterete poco più di un giorno considerando che vi fermerete per riposare. Il contatto vi aspetta domani notte. Buona fortuna

    Il vecchietto li avrebbe congedati con un gesto della mano e la segretaria li avrebbe riaccolti all'ingresso del palazzo. I due ragazzi finalmente erano faccia a faccia e consci di ciò che sarebbero andati a fare. Non avrebbero mandato due ninja se la cosa non fosse stata un po' pericolosa. Comunque sia era tempo di partire, ma avrebbe aspettato cinque minuti se Saru avesse dovuto fare un salto a prendere qualcosa. Fattostà che una volta pronti si sarebbero recati all'ingresso di Suna per poter finalmente iniziare la loro marcia -Non so te Saru ma io sono abbastanza gasato. Comunque la traversata del deserto ci occuperà circa 6 ore, considerando che ora sono le 18.30 dovremmo raggiungere la terra piana verso le 2.3/3. Dormiamo qualche oretta e riprendiamo il viaggio, così da essere al punto di ritrovo domani sera. Se per te va bene potremmo anche partire- Avrebbe ascoltato qualsiasi cosa la Kunoichi avesse da dire, per poi iniziare la corsa.

    [...]

    Il viaggio lungo il deserto era stato lungo ma non faticoso come al solito visto che viaggiando di notte si evita di morire dal caldo. Freddo per carità, ma un po' coperti e con l'esercizio fisico era facile restare al caldo. Appena il deserto finì e dopo aver passato un piccola distesa di rocce, si trovarono finalmente in un fiorente bosco verde, il bosco del Paese dei fiumi. Trovato un buon posto per accamparsi, i due finalmente si sarebbero potuti prendere la loro meritata pausa. Jou pensò ad accendere il fuoco e una volta sistemato tutto si mise comodo -Ahhh non so te ma io adesso mi fuma una sigaretta, mangio qualcosina e me la dormo un po'. Domani è una giornata lunga, chissà cosa ci aspetterà- Prese così una sigaretta e iniziò a fumarla, poi prese una scatoletta di qualcosa di indefinito che mise sopra al fuoco per qualche secondo. La aprì, l'aspetto non era dei migliori ma gli andava più che bene. Con la bocca piena e tutto spaparanzato cercò di fare due chiacchiere con Saru prima che si addormentasse del tutto -Sora Mononobe quindi, eh? Sai non si vedono tante pelle di carota a Suna, anche i tuoi sono del villaggio?- Mai immischiarsi subito negli affari personali Jou, mai... E soprattutto, almeno il nome del tuo compagno di viaggio prova a ricordatelo -Lo sai vero che se facciamo bene in questa missione rischiamo di avere una bella promozioncina? Non so perchè ma me lo sento, e sarebbe anche l'ora. Quei maledettii vecchi del villaggio sono proprio lenti a capire chi sono i bravi shinobi e chi no... E il vecchio al villaggio ha detto che hanno parlato bene di entrambi, mi aspetto grandi cose da te eheheh- E dopo quelle ultime parole non ci mise tanto ad addormentarsi.

    [...]

    -BUOOONGIORNO- Jou si era svegliato bene, e non ci voleva tanto per capirlo -Forza Sora abbiamo ancora tanta strada da fare!- Niente, non riusciva proprio a ricordarsi del nome di Saru.
    Comunque ancora una giornata di viaggio e finalmente sarebbero arrivati alla loro tappa, inconsci di cosa li aspettava.
     
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    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    I: Jou Satoshi



    Camminando, la Rossa aveva lasciato dietro di sé una lunga scia di passi strascicati. Erano tre notti che non chiudeva occhio, attanagliata da una calura estiva inusuale anche per Suna. Come se non bastasse, poteva chiaramente percepire come gli indisciplinati raggi solari le stessero lentamente abbrustolendo la pelle, così chiara da non essere in grado di contrastare il sole della Sabbia.

    Ah, guarda tutti questi maledetti, guarda come affrontano queste temperature con facilità. Belli i geni sunesi, eh? Mah.

    Scosse la testa, asciugandosi per l'ennesima volta il sudore in fronte. Erano passati decenni dal suo ritrovamento a Suna, ma pareva che la vita nel villaggio non facesse altro che ricordarle, giorno dopo giorno, che alla fin fine lei lì non era altro che una straniera. Sospirò di sollievo una volta entrata nella sede dell'amministrazione, protetta dalle spesse mura che la isolavano dal caldo mondo esterno. Quella mattina Saru aveva aperto la porta del suo appartamento - rigorosamente in pigiama - e vi aveva trovato l'ennesimo bell'imbusto dell'Accademia. Doveva essere un periodo lavorativo parecchio intenso, perché l'eterna studentessa non aveva mai ricevuto così tante comunicazioni in tutta la sua vita.

    Yo, Jou! Io sono Saru, Saru Mononobe. Hai detto due volte piacere, devi essere proprio contento di conoscermi.

    Alzò il pollice della mano sinistra in segno di saluto, offrendo allo spilungone il sorriso più cordiale che il suo attuale umore le consentiva. Per fortuna il ragazzo sembrava parecchio entusiasta della situazione, gestendo lui i rapporti con segretarie e funzionari che - quella mattina in particolare, ma anche normalmente - Saru proprio non riusciva a sopportare. Ascoltò annuendo ritmicamente col capo, mentre l'uomo grassoccio di fronte a loro sparava qualcosa come un milione di parole al minuto. Divenne paonazzo da quante poche pause fece per riprendere fiato, tanto che Saru ad un certo punto quasi si rianimò, sperando di vederlo stramazzare su quella scrivania così ingombrante. Ahimè, questo non accadde, e l'uomo riuscì purtroppo a concludere il discorso senza lasciarci la pelle, condendo addirittura il suo discorso con la classica battutina sessista che - vuoi mettere? - non guastava mai.

    Ah, sei fortunato mr. Piggy, che stamattina io non riesca nemmeno a ricordarmi come mi chiamo. Altrimenti non avresti più la testa attaccata al collo.

    Sorrise, alzando al mano in segno di saluto. Fuori dall'ufficio Jou continuò il suo quasi-monologo, confermando alla Rossa tutta l'esuberanza che questa aveva sospettato in precedenza. Sarebbe stato un lungo viaggio.

    Ah, sì, il deserto! Che bello, non vedo l'ora di dormire bella comoda, sulla sabbia.

    Sempre che ci fosse riuscita.

    [...]

    Per la prima volta negli ultimi tre giorni, Saru sorrise di gusto, assaporando l'aria fresca piena dell'odore di erba verdeggiante. Poteva percepire la vitalità delle creature che strisciavano nel sottobosco, agili e guizzanti. Aveva visto poche volte le foreste, ma vi era sempre qualcosa che la legava irrimediabilmente a quei posti. Da bambina, aveva addirittura sognato di provenire da un qualche paese lontano, in cui la sabbia e il caldo non esistevano, ed era il verde della vegetazione a farla da padrone.

    Stupide fantasie da bambina.

    Pensò, sedendosi finalmente per terra e sistemando il suo giaciglio per la notte. Vicino a lei, Jou si era acceso una sigaretta.

    Sai, non dovresti fumarti quella roba. La vecchia Mononobe diceva sempre che è come mettersi a bere del veleno, è una cosa da stupidi. Sei forse stupido, Jou SatoshI?

    Ridacchiò, tirando fuori la lingua in modo canzonatorio.

    Sora? SORA? Jun!? Dopo tutto questo tempo, ancora sbagli il mio nome?

    Sbuffò con aria melodrammatica, asciugandosi teatralmente lacrime che non esistevano. Magari si fosse chiamata Sora.

    È Saru, sì Saru come scimmia. Ah, i miei dici? Ne so quanto te, sono stata ritrovata nei dintorni di Suna da una vecchia guaritrice del villaggio, molto vecchio stile come tipo, sai? È stata lei a darmi nome e cognome, prima... Non ero nessuno, ahah! Ti immagini, per cinque anni ho vissuto da qualche parte, necessariamente. Eppure, non ne so nulla.

    Fece spallucce, cercando di buttare la cosa sul ridere. Era ormai abituata agli sguardi delle persone, ai chiacchiericci, alle cattiverie dei suoi quasi-ma-non-più familiari, che non perdevano occasione per ricordarle quanto lei fosse estranea a loro, straniera. Si infilò nel sacco a pello, accocolandosi tra le coperte. Forse, per la prima notte dopo tanto tempo, avrebbe dormito tranquilla, con qualcuno accanto.

    [...]

    AAAAAAH, CHI È?!

    Saru saltò in aria, estraendo maldestramente un kunai da sotto il cuscino, e finendo per afferrarlo dalla parte sbagliata. Non era di certo abituata a certi risvegli.

    Ma che sei scemo?! Ma ti pare che mi fai venire un colpo così?! Guarda che sono vecchia io, mica ho le coronarie tutte a posto, maledizione. E POI È SARU. S A R U! Dai Jou, un po' di impegno, eh.

    Detto questo, una volta che Saru si fu ripresa, e dopo che ci vollero circa due ore perché la ragazza riuscisse a ricomporre i suoi capelli color del fuoco in una treccia decente, i due si rimisero in cammino, alla volta del punto di contatto. Il paesaggio si ripeteva splendido e uguale intorno a loro. L'aria, agitata da una leggera brezza mattutina, portava rumori lontani di animali e vita naturale, rendendo il cammino dei Sunesi decisamente piacevole. Si trovavano su un sentiero tracciato, e lungo la strada poterono osservare diverse locande, che tuttavia parevano oramai abbandonate da parecchio tempo. A quanto pare l'attività criminale che i due dovevano investigare aveva dato un duro colpo all'economia delle terre dei Fiumi, costringendo parecchi commercianti ad abbandonare le proprie attività, e a rifugiarsi nei centri abitati.

    Guarda, Jou. Qui sembra tutto abbandonato. Non vedo particolari tracce di passaggio recente, ma tra poco dovremmo esserci.

    Arrivarono al luogo stabilito che oramai era calato il buio. All'interno di una piccola radura, delimitata da alti pioppi, si trovava una casupola non molto dissimile dalle locande abbandonate incontrate sulla strada, a circa 10m dai due shinobi. Un profondo silenzio regnava nello spiazzo, interrotto solo dal gracchiare lontano di qualche grillo. Saru fece segno al compagno di avvicinarsi, cominciando poi a sussurrare.

    Eccoci, il posto è questo. Dici che dovremmo entrare in quella casetta lì? Non mi pare molto...

    Non fece in tempo a finire, che una scarica di quelli che parevano proiettiliShuriken [Distanza]
    Le classiche stellette ninja, hanno forma di una stella a 4 punte con lati taglienti; hanno un peso medio e sono abbastanza veloci; al centro si trova un buco per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. La gittata massima è 15 metri.
    Tipo: Da Lancio - Taglio
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 5
    (Potenza: 5 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    [Da studente in su]
    si abbatté sul suo interlocutore. L'attacco pareva provenire direttamente dalla casa, tuttavia il nemico, o i nemici erano ancora occultati dall'oscurità notturna.

    JOU!

    Urlò la Rossa, sgranando gli occhi. Qualcuno li aveva attesi, ed ora era pronto a dargli un caloroso benvenuto. Ma chi?
     
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    [La sera prima]

    I due giovane shinobi discutevano e se la ridevano attorno al fuoco di quell'accampamento tirato su dal nulla nel mezzo del bosco della terra dei Fiumi. Sarà, ma loro non avevano visto ancora nessun fiume figo o qualcosa di simile. Solo un bellissimo bosco ricco di vita e di rumori. I due chiacchieravano del più e del meno e ovviamente Jou con l'unica domanda personale che aveva fatto aveva anche toccato un punto delicato per la ragazza, anche se lei ormai sembrava averci fatto l'abitudine a parlare del suo passato
    -Cavolo mi dispiace- Disse abbassando un po' il tono di voce -Certo che allora quella vecchietta era una con le palle!- Gli dispiaceva per il suo passato, passato che non si ricordava -Magari eri una bambina spia a cui hanno cancellato la memoria!- Ridacchiò un po' -Comunque non che io me la sia passata bene da piccolo. I miei erano barboni in pratica e ho fatto delle strade del villaggio la mia casa. Meno male che adesso sono riuscito a farmi una vita mia-
    Detto questo si sarebbe acceso l'ultima sigaretta e si sarebbe coricato completamente nel sacco a pelo -Questa sigaretta la fumo per la vecchia Bobobe, e poi buonanotte- La vecchia Monobe Jou, non Bobobe... almeno le basi

    [Il giorno seguente]

    Era ovvio che Saru non sarebbe stata pimpante come Jou quel mattino, e lo dimostrò comportandosi da classica ragazza appena svegliata tutta isterica. Si alzò urlando addosso all'afro che aveva di nuovo sbagliato il suo nome -Cavolo Saru Saru Saru, adesso me lo ricordo- Avrebbe ripetuto un po' tra sè e sè la parola Saru, mentre aspettava che la compagna si preparasse. Arrivò qualche minuto più tardi pronta e con una lunga treccia rossa che attirò l'attenzione del giovane afro -Adesso mi piastro i capelli e mi faccio la treccia anche io, appena torno a Suna lo faccio- Probabilmente pensava che gli potesse donare una treccia simile, di certo il popolo di suna non era ansioso di vedere tale oscenità.
    Fatto sta che Jou e Saru ripresero il viaggio quando ancora era mattina, tutto era calmo e tranquillo e il bosco si doveva risvegliare ancora del tutto. I due corsero tanto e fecero tanta strada seguendo la mappa che il vecchio all'amministrazione aveva lasciato a Jou. Passarono per diversi piccoli centri abitati che sembravano essere completamente abbandonati -Strano che non ci sia nessuno... dove sono tutti...- rispose a Saru, che notò anch'essa quanto fosse strano che non ci fosse nessuno.
    Però passata quella desolazione non ne incontrarono più nulla del genere e ormai erano sempre più vicini alla loro destinazione: dovevano prendere una lettera e tornarsene a Suna, tutto lì.

    Dopo qualche ora di marcia arrivarono finalmente al punto d'incontro. Era una radura in mezzo al bosco, interamente circondata da arbusti altissimi, e al mezzo una piccola casetta in legno che attirava l'attenzione. Era ormai calato il buio e l'unica luce che illuminava quel luogo era quella della luna e delle stelle. Era abbastanza buio e dalla casetta non proveniva nessuna luce -Proviamo ad avvicinarci, tieniti pronta per qualsiasi evenienza...- Così con passo lento i due iniziarono ad avvicinarsi quando qualcosa cambiò le carte in tavola. Jou sentì solo l'urlo di Saru e un forte rumore che andava verso di lui. Più per istinto di sopravvivenza che altro, l'afro si buttò a terra verso sinistra allontanandosi di qualche metro dalla kunoichi [Slot Difesa I | Rif 200]. Sulla sua faccia, quando si rialzò apparve una piccola smorfia di dolore, visto che due degli shuriken che gli erano appena stati lanciati lo avevano tagliato alla gamba destra [Leggera alla gamba].
    Ora che erano da un po' di tempo in quella radura si erano un po' abituati a quella luce e i due ninja di suna poteva vedere più distintamente una figura sul tetto della casetta, probabilmente colui che aveva attaccato Jou. il problema ora era un altro.
    5 metri circa a destra della casetta e quindi a circa 10 metri dai due studenti, una voce che proveniva da buio urlò - Katon: Goukakyuu no Jutsu -

    Palla di Fuoco Suprema - Katon: Goukakyuu no Jutsu
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre (5)
    L'utilizzatore può emettere una grande palla di fuoco con gittata pari a 15 metri; la grandezza varia con l'esperienza dell'utilizzatore. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. La potenza è pari a 25. Può causare un'Ustione Leggera.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Consumo: Medio)
    [Raggio Sfera: 1,5 metri ogni Grado]
    [Da studente in su]


    Una grossa palla di fuoco si era generata e si stava dirigendo pericolosa verso i due ragazzi [Slot tecnica avanzata | raggio palla di fuoco: 3 metri | Vel 100], solo che sembrava appunto più pericolosa di quello che era realmente. Visti i 10 metri che li separavano e vista la velocità non esaltante di quella palla, a Jou bastò balzare di nuovo verso sinistra per evitare di essere preso di mira da quella tecnica, visto che sembrava più indirizzata verso Saru.
    La ragazza infatti si trovava di qualche metro più vicino al nemico e la palla di fuoco era effettivamente indirizzata verso di lei. Una volta che questa prima offensiva fosse terminata il nemico che era sul tetto saltò giù mettendosi affianco all'altro, e facendo qualche passo in avanti rivelarono le loro identità ai due studenti -Mi dispiace ragazzini ma il vostro piano è completamente saltato. Quello che state cercando non è più qui. Chi state cercando invece è messo un po' maluccio dentro questa casetta- Disse quello più a destra con i capelli chiari, con aria da sbruffone e molto superbia --E noi non siamo venuti qua per dirvi solo questo. Ma dobbiamo occuparci di voi...- Piegò leggermente le gambe portò la mano destra dietro la schiena -... mi dispiace- Con un movimento netto e fluido scagliò un grosso Fuuma Shuriken che basso volava verso Saru [Slot azione I | For 100] [Potenza: 15 | Durezza: 3]. Mangiò gli 8 metri circa che li separavano e mirava dritto al busto della kunoichi: quell'attacco risultava però più insidioso di quello che sembrava perchè nell'ombra del fumma shuriken ce n'era nascosto un'altro [Arte dei Proiettili d'Ombra: consumo 1/4 basso]. Immediatamente dopo il lancio dei due proiettili, il biondino compose i 4 sigilli che avrebbero fatto comparire una sua coppia identica affianco a lui [Slot tecnica base | Moltiplicazione del corpo x 1]
    Nel silenzio del bosco ma nel caos della battaglia, il clone partì a correre verso Saru qualsiasi direzione avesse preso per schivare gli fuuma shuriken [Slot Azione II] Una volta compiuti 6 metri però si dissolse in una nuvoletta di fumo, trapassato da un kunai che mirava la parte alta del corpo della rossa: infatti nelle retrovie il nemico preparò un kunai con una cartabomba attaccata, che lanciò mirando la schiena della sua copia, puntando su un effetto a sorpresa [Slot Azione III | For 100] [Cartabomba I Deflagrante | raggio 4.5 metri, potenza 15] La bomba si sarebbe attivata a pochi centimetri dalla ragazza.

    La situazione stava perdendo il controllo e i due studenti dell'accademia era meglio se sbrigavano a terminare quel combattimento, perchè i nemici sembravano ben equipaggiati, ma non troppo veloci o forti. E poi a quanto pare erano stati anticipati e dovevano capire come proseguire con la missione.
    Ma prima testa a quei due
     
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    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    II: Barbecue



    Ebbe appena il tempo di realizzare che Jou aveva evitato quasi del tutto l'attacco, che un'intensa luce si sprigionò dalla direzione della capanna nella radura. A circa dieci metri dalla loro posizione, si era materializzata una palla di fuoco, che pareva diretta proprio contro la Rossa. Saru si lanciò verso sinistra, sfuggendo per un pelo al calore distruttivo della tecnica.

    A chi è che dai dei ragazzini, maledetto? Te lo faccio vedere io chi sono i ragazzini!

    Strepitò Saru,sentendo l'immancabile voglia di prendere a schiaffoni i due dementi montarle pericolosamente dentro. Tuttavia, non ebbe tempo di attaccare per prima, in quanto uno dei due tizi aveva già deciso che sarebbe stata proprio lei il bersaglio del suo prossimo attacco. Schivò il primo fuuma shuriken, rimanendo però sorpresa dalla comparsa del secondo.

    AAAAH, maledizione stronzo!

    Dedicò non più di uno sguardo allo squarcio che si era creato sulla sua coscia sinistra, rimanendo concentrata sul suo opponente, che si era nel frattempo sdoppiato. Quando cominciò a correrle, la ragazza pensò di averlo finalmente in pugno, pronta ad affrontarlo nel corpo a corpo. Eppure, successe una cosa che Saru non poteva prevedere: a pochi metri un kunai le stava volando contro a tutta velocità, con appiccicata sopra una cartabomba. Fece l'unica cosa possibile, saltando all'indietro e portando gli avambracci in difesa della testa. Quando la bomba esplose, le sue fiamme raggiunsero la ragazza, regalandole un bel paio di avambracci ustionati e una buona dose di dolore.

    Ora sì che mi hanno fatto incazzare! Li faccio fuori, li faccio, maledizione!

    Il suo obbiettivo sarebbe stato il biondino che l'aveva resa un pezzo di carne alla griglia. Compose i sigilli, e accanto a lei comparve una sua copiaTecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane (4)
    L'utilizzatore può creare dei cloni di se composti da chakra; saranno identici all'utilizzatore al momento dell'esecuzione. Le copie non possono produrre suoni, lasciare impronte o muovere oggetti al loro passaggio, posseggono un'ombra, hanno Velocità pari energia l'utilizzatore. Le copie possono essere create entro 3 metri dall'utilizzatore e possono allontanarsi entro 15 metri dal luogo di creazione. Se colpiti o scontrati contro una superficie solida si dissolvono in una nuvoletta bianca che rimarrà presente per circa un secondo. I cloni possiedono la controparte inoffensiva di qualsiasi arma del ninja che le ha create; non hanno potenzialità offensive e tutti gli attacchi sono considerate finte. Il movimento effettuato va conteggiato come movimento dell’utilizzatore, salvo non compia una traiettoria simile o speculare. Il clone può rimanere attivo massimo 3 round.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ¼ Basso per copia )
    [ [Cloni Massimi: 2 per grado ninja] ]
    [Da studente in su]
    identica, che si sarebbe scagliata a tutta velocità verso il suo avversario, con l'intenzione di portarlo a distrarsi. Se quello non avesse attaccato la copia, essa si sarebbe semplicemente scontrata con l'uomo, finendo in fumo senza sortire alcun effetto. Ma il vero scopo della Rossa era quello di concentrare abbastanza chakra a contatto con il terreno. Poi, attivò una tecnicaEsplosione Terrena - Doton Bakuha
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Topo, Capra, Tigre (4)
    Premesso il contatto con il terreno, l'utilizzatore può provocare delle piccole esplosioni entro 15 metri. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Ogni esplosione sarà preannunciata da un piccolo accumulo di terra, per poi detonare in un'esplosione di potenza pari a 10, in un raggio di 1,5 metri. Scagliare diverse esplosioni contemporanee incrementa il raggio, ma non la potenza. Ogni esplosione oltre la prima richiede l'utilizzo di uno slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: Basso ogni esplosione)
    [Esplosioni Massime: 2 ogni Grado]
    [Da studente in su]
    tipica delle sabbie, che avrebbe lasciato i due sprovveduti dei Fiumi altamente sorpresi. Due piccoli cumuli di terra si sarebbero formati ai piedi del malcapitato, andando poi a deflagrare potentemente, cogliendolo forse di sorpresa. Saru si era così mantenuta a distanza, evitando che esso potesse ulteriormente danneggiarla.

    Beccati questo, maledetto.

    Quale sarebbe stata la mossa di Jou?


    Chakra: 5.75/10
    Vitalità: 5.5/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata I
    2: Schivata II
    3: Salto
    Slot Azione
    1: Esplosione II
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Bunshin
    2: Doton Bakuha (TA)
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

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    Saru ci sapeva fare, davvero. La ragazza di Suna, impegnata nel combattimento, si era riuscita a difendere piuttosto bene: non si era presa un fuuma shuriken in pieno petto e questo era già un bene, inoltre non si era fatta abbrustolire prima dalla palla di fuoco dopo dalla cartabomba, riuscendo a rimanere quasi illesa. Jou, a soli due metri da lei, guardò quella serie di mosse e contromosse e capì che anche lui doveva fare qualcosa al più presto, se volevano sbarazzarsi di quelli e continuare la loro missione. Non potevano tornare a Suna senza il documento importante del villaggio del Fiume, si erano fidati dei due giovani shinobi.
    Così osservò la rossa comporre dei sigilli a lui conosciuti, e l'afro decise di compierli a sua volta, creando però due copie di sè stesso [Slot tecnica base | Moltiplicazione del corpo X 2]. I tre bushin, i due di Jou e quella di Saru, si involarono verso i due nemici, cercando di diventare una distrazione; coma la copia della kunoichi, anche i due cloni di Jou cercarono di andarsi a schiantare contro il nemico [Slot Azione I]. La coppia di scemi del paese del fiume ci cascò in pieno attaccando entrambi le coppie che avevano davanti, facendole svanire in piccole nuvolette di fumo: però facendo così erano distratti, e non erano pronti a ciò che stava per succedere.

    Jou osservò di nuovo la kunoichi comporre dei sigilli molto familiari, perchè erano i igilli di una delle tecniche più popolari del paese del vento, nonchè una delle più semplici visto che veniva insegnata a qualsiasi studente a quanto pare -Ti seguo Sora, adesso i facciamo saltare in aria- Compose i quattro sigilli e mettendo la mano a contatto con il terreno, avrebbe attivato la sua Doton [Slot Tecnica Avanzata + Slot Azione II]: sotto i piedi del nemico dai capelli bluastri si sarebbero creati due piccoli ammassi di terra che avrebbe fatto detonare insieme a Saru, creando così una quadrupla esplosione potente che avrebbe danneggiato eccome i due poveri sprovveduti [Potenza 40].

    Un forte boato, poi un forte tonfo, e il silenzio. Quando la polvere creata dall'esplosione si fosse diradata, i due shinobi si Suna avrebbero potuto vedere i due nemici stramazzati al suolo, con le gambe martoriate e con i vestiti a brandelli -Ei Sora, mi sa che sti due erano tanto bravi a parlare quanto lo erano a combattere... ah no ahahah- Rise di gusto a vederli a terra e a pensare che lui e la sua compagna erano riusciti collaborando a spazzarli per terra -Meglio legarli e immobilizzarli prima che si sveglino- Così avrebbe passato del filo rinforzato alla compagna e avrebbero legato polsi e caviglie ai due delinquenti -Toh là, voglio vedere come fate a sputare palle di fuoco in queste condizioni- Poi rivolgendosi a Saru -Allora Sora, è chiaro che abbiamo qualche problema. Ci stavano aspettando, e sti due tipi hanno detto che ciò che cercavamo non è qui, mentre chi cercavamo si. Direi di andare a dare un'occhiata nella casetta, troveremo qualche risposta secondo me-

    Così dicendo i due avrebbero percorso i pochi metri che li separavano dalla casetta. Jou, come un uomo rispettabile sa fare, si sarebbe messo davanti e avrebbe aperto lui la porta della catapecchia, così da poter essere il primo in caso di pericolo: gli piaceva Saru, ci sapeva fare, e non voleva di certo che rischiasse la vita.
    All'aprirsi della porta il legno malandato che componeva quella casetta quasi scricchiolò e non dava senso di sicurezza: però una volta entrati avrebbero potuto notare qualcosa nell'angolo lontano della casa. Al buio, tutto legato e malmenato, sedeva un vecchietto che con i suoi occhi chiarissimi fissava le due figure appena entrate. Chissà il panico di quel signore, che immaginava che quelli fossero altri aguzzini pronti a malmenarlo e torturarlo solo per il piacere di farlo. Si poteva leggere dai suoi occhi la paura che aveva -Maledizione Sora, liberiamolo- Veloci avrebbero tolto tutte le bende che lo avvolgevano accorgendosi della moltitudine di lividi e ferite che aveva dalla testa ai piedi. Al loro tocco quasi si spaventò, ma capì ben presto che quei due non erano lì per fargli del male. Una volta liberato avrebbe parlato -Ahhh che siate benedetti. Io sono Nigiro, amministratore del villaggio del fiume- poi notò i coprifronte dei due ragazzi -Voi due dovete essere i ragazzi mandati da Suna. Mi dispiace... foste arrivati 10 minuti prima sarebbe andato tutto bene...scusatemi- iniziò a piangere, deluso da sè stesso e ancora spaventato dalle crudeltà appena subite. Toccava ai due ragazzi tirargli le parole fuori dalla bocca, e capire cosa diamine stava succedendo!
     
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    III: L'Amministratore



    Jou, figliolo. Chiamami un'altra volta Sora e tutti quei bei ricci che ti trovi in testa spariranno, per lasciare posto a una lucente pelata.

    Bofonchiò la ragazza, mimando il movimento di una minacciosissima forbice.

    Stai attento stanotte, ciccio. Comunque, è chiaro che questi due dementi erano messi lì ad aspettarci, quindi direi che d'ora in avanti dovremo prestare la maggior cautela possibile. Questi stronzi potrebbero comparire dal nulla, hanno il vantaggio di conoscere il territorio mille volte meglio di noi. Chissà cosa ci riserverà la casetta della strega cattiva, non vedo proprio l'ora di entrare e farmi sparare in testa un'altra palla di fuoco, maledizione!

    Ricordava con precisione le storie che la vecchia Mononobe le raccontava, e spesso queste prevedevano che vi fosse un qulche tipo di vecchio inquietante ad aspettare i poveri malcapitati in una catapecchia dispersa in mezzo al bosco. Perfetto, sembrava non mancare nulla.

    In un bosco dl genere nessuno può sentirti urlare, sai. Qui non finisce bene Jou Satoshi, dammi retta.
    Maledizione.

    Stava ancora blaterando quando Jou aprì la porta, rivelando all'interno dell'angusta casetta la figura di un uomo solo e malconcio, al cui la sola luce pareva arrecare molto fastidio. Chissà da quanto tempo era stato abbandonato in quell'oscurità.

    Maledizione, quei due dementi si sono dati proprio da fare.

    Disse a denti stretti, mentre entrambi accorrevano in soccorso dell'amministratore ferito. La Rossa estrasse il proprio kaiken, tagliando rapidamente le bende che impedivano al sangue dell'uomo di affluire liberamente alle mani. Quando la ragazza ebbe modo di constatare la condizione dei polsi dell'uomo, notò che le ferite lasciate dalle bende marce erano profonde e gravi, non potevano muovere l'uomo in quello stato.

    Amministratore, per stasera faremo base qui. Le sue ferite... Non si preoccupi, io e il mio compagno qui, Jou, faremo a turno per proteggere lei e il perimetro. Il mio nome è Saru Mononobe, ninja di Suna. Finché avrà me al suo fianco, nessuno potrà più farle del male. Ma adesso, è necessario che lei ci dia più informazioni possibile. Siamo stati mandati a recuperare dei documenti, non ci aspettavamo di certo questo attacco da parte di due folli.

    L'uomo del Fiume si massaggiò i polsi, andando a sedersi sull'unico sgabello malconcio presente nella baracca. Saru si sarebbe appoggiata ad uno dei muri, mantenendo comunque l'arma che aveva estratto in mano, pronta a qualsiasi evenienza.

    Dovete sapere che il nostro villaggio non è altro che un agglomerato di case come questa, o almeno così è diventato. Niente a che vedere con ciò a cui siete abituati a Suna. Tuttavia, almeno in precedenza il nostro commercio era florido, le nostre terre producono abbondanti raccolti, che portano migliaia di mercanti ad attraversare le terre dei fiumi. Ma negli ultimi tempi una terribile sciagura si è abbattuta sul Fiume. Un gruppo di sbandati ha deciso di prenderci di mira, di saccheggiare e devastare. E ora più nessuno porta il suo denaro qui, e ogni locanda, ogni bottega ha dovuto chiudere i battenti. Siamo di fronte ad una città fantasma, oramai.

    Saru annuì, lasciando spazio anche a Jou di confrontarsi con l'Amministratore, che tra una frase e l'altra non smetteva di tirar su col naso, rendendo la scena a metà tra il tragico e il patetico.

    Amministratore, cosa ci sa dire riguardo ai documenti? Qualcuno in particolare avrebbe potuto volersene impadronire?
    Quei farabutti... Non abbiamo certezze sulla loro identità, ma hanno creato al villaggio problemi non da poco. Indossano la nostra effige, creando incidenti diplomatici dovunque attacchino. Anche i documenti per Suna... Questo accordo con la sabbia era stato parecchio decantato al Fiume, un modo per rimettere in piedi le sorti del villaggio, se così si può dire. Ma loro vi hanno attaccati, dando motivo a Suna di dubitare della nostra fedeltà! Oh, me tapino! Chissà cosa penseranno di noi gli amministratori di Suna adesso! Siamo ROVINATI! Tutto per colpa di qualcuno che non ha nemmeno il coraggio di venire allo scoperto!

    La Rossa guardò prima Jou, poi il vecchio, e poi di nuovo l'Afro. Possibile che le situazioni assurde capitassero sempre a lei? Se questi tizi che li avevano attaccati facevano veramente parte di un gruppo che aveva come solo scopo quello di distruggere la reputazione del Fiume, la loro semplice, semplicissima missione di recupero si era appena trasformata in una complessa azione combinata per salvare capre e cavoli, ovvero l'accordo tra Suna e il Fiume e la loro pellaccia. Sbuffò, dirigendosi verso la porta della catapecchia e lanciando ritmicamente il aria il Kaiken.

    Bene, la situazione mi pare chiara. Amministratore, troveremo quei farabutti e recupereremo i documenti da portare a Suna. Qui non ne va solo dell'onore del Fiume, ma anche del futuro mio e di Jou. Io farò il primo turno di guardia, voi riposate. Si parte all'alba, niente scuse.

    Disse, uscendo e piazzandosi fuori dall'unico ingresso alla casupola. Chissà cosa riservava il futuro ai due ninja di Suna.
     
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    -Andiamo a dormire, per oggi è abbastanza. Amministratore Nigiro, lei pensi a riposare che domattina dobbiamo parlare un po', adesso è inutile siamo tutti stanchi- Jou congedò la conversazione, lasciando andare Saru a fare il primo turno di guardia all'entrata della casupola: si era irrigidita e si vedeva che era tesa, dopo tutto come non esserlo in quella situazione. Anche Jou era un po' preoccupato, ma sotto sotto sapeva che sarebbe andato tutto bene.
    Cinque minuti dopo, quando l'amministratore si addormentò senza dire neanche buonanotte, Jou si alzò dal suo letto improvvisato per uscire, andando a fare compagnia a Saru, giusto il tempo di una sigaretta. Si Sedette affianco a lei e se ne accese una, sboffando forte il fumo provocato dalla combustione del tabacco -Ahhh bel casino è adesso? Però sono fiducioso che quel vecchietto là sappia di più, era stremato e aveva bisogno di riposo- per qualche secondo ci fu silenzio, poi riprese a parlare, guardandola -Guarda che siamo forti noi due! A quei due di prima gli abbiamo spaccato il culo! Se sono tutti così, sarà un gioco da ragazzi te lo assicuro- Lui era fiducioso, e sperava di trasmettere un po' di quella fiducia in Saru -Ok... ho
    finito la sigaretta. Quando vuoi andare a dormire svegliami che ci cambiamo, domani interroghiamo il vecchio-
    E si congedò, aspettando quindi il mattino dopo

    [...]

    Jou fece sedere l'amministratore appena sveglio sullo stesso sgabello della sera prima, solo che questa volta l'afro si sarebbe seduto davanti a lui, faccia a faccia, fumando una sigaretta -Nigiro-san, dovete per forza sapere di più su questi qua. Non potete averli lasciati liberi senza fare nulla. Ci dica tutto che vedremo di risolvere tutti i problemi- Il vecchio, ancora leggermente addormentato, si grattò un po' la testa e guardò il vuoto per qualche secondo -Ah ma si, noi sappiamo dov'è il loro covo, il quartiere generale. Il paese del fiume non è tanto grande, e con le giuste spie e i giusti agganci abbiamo scoperto dove stanno, sono come una grande comunità. A sud di qua, a due ore di percorso, noi non abbiamo ancora avuto modo di entrarci, magari voi...- -Ditemi di più, se sapete dovìè il posto non ci credo che non abbiate anche informazioni su questo- -Abbiamo potuto constate due cose: uno, che la sera fanno sempre come dei gran cenoni che poi diventano feste; secondo, sono in tanti, ma in pochi davvero abili. Alcuni sono ex contadini che hanno deciso di combattere, altri ex shinobi che nona avrebbero mai avuto successo se non lavorando nella malavita. Se siete riusciti a sconfiggere quei due, non dovete essere malissimo-

    Ora si che sapevano molto di più, e potevano farsi un'idea di cosa li aspettava. Jou si zittì per un po', lasciando o la parola alla compagna o il silenzio più assoluto: l'afro era lì seduto che si fumava la sua sigaretta guardando fissò negli occhi il vecchio ma in silenzio, e pensava; pensava a come fare a riprendersi ciò che era loro e tornare al villaggio vittoriosi. Era una chance che non capitava spesso, missioni come quelle lo eccitavano, amava risolvere problemi
    -Ci infiltreremo- Disse voltandosi verso la compagna rossa -Se hanno un campo base, il nostro documento è sicuramente lì. E sopratutto staranno aspettando il ritorno dei due mongoli che abbiamo battuto e catturato ieri- Si alzòò e si diresse verso i corpi dei due malandati, che si erano svegli, ma erano in condizioni pietose -Saru, ci trasformeremo in loro, e ci addentreremo nel loro campo base. Troviamo i nostro documenti, scappiamo e torniamo a Suna a fare rapporto- Poi di nuovo verso Nigiro -Lei amministratore ci porterà là, poi se vuole può scappare e tornare a casa. Una volta che poi verrà fatto rapporto a Suna vi aiuteremo a scacciarli del tutto. Ma noi adesso non possiamo fare altro che giocare di furbizia-

    Quello era il suo piano, era pieno di buchi e domande ma gli pareva la soluzione migliore. Da ciò che aveva capito non dovevano essere proprio degli ingegneri e quindi poteva risultare semplice aggirarli. L'amministratore non aveva opportunità di scegliere, lui li avrebbe condotti là punto e basta. Piuttosto Jou aspettava di ascoltare se Saru avesse qualcosa da aggiungere, un'accortezza o un suggerimento per migliorare il piano -Se siamo d'accordo partiamo pomeriggio presto così da essere là presto e poteri preparare per l'infiltrazione- Quindi Jou avrebbe aspettato in silenzio per le ore rimanenti, a pensare al piano e a come migliorarlo, ma ciò poteva succedere solo una volta visto il campo base con i propri occhi.

    [...]

    Dopo qualche ora di corsa lenta vista la condizione fisica dell'amministratore, al tramonto i tre finalmente arrivarono al famigerato campo base dei banditi del Paese del Fiume. Sembrava più un hotel o comunque una struttura di accoglienza, cosa che indicava che comunque non ci doveva essere un numero così elevato di persone al suo interno -Come vedete è un bel posto, lo hanno requisito con la forza. Questa era una locanda appena aperta, il cui proprietario è dovuto scappare per colpa loro. Qua siamo a due passi dal mare, c'è sempre bello,ci credo che se lo sono presi- E infatti quello sembrava esattamente un posto del genere. Era ancora tramonto e da dove si erano fermati loro potevano vedere bene ciò che accadeva, e avrebbero aspettato l'orario di cena prima di entrare in azione, trasformandosi con la Henge no Jutsu nei due furfanti per poi addentrarsi senza dare sospetto e rubare il loro documento.


     
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    IV: Scilla e Cariddi



    Le sembrò quasi di giocare a poliziotto buono e cattivo. Se ne stava dietro Jou, con fare accigliato e le braccia conserte. Aveva sperato che la notte le avrebbe portato consiglio, o quantomeno una minima illuminazione, su come affrontare la marea di casini in cui stavano lentamente affogando, ma l'unica cosa che aveva trovato era stato il duro, umido, tremendamente scomodo pavimento della capanna. Inutile dire che la cosa non aveva certo migliorato il precario stato umorale della Rossa. Si passò una mano dietro al collo, massaggiando distrattamente l'area indolenzita dalla mancanza di un letto decente da oramai giorni.

    Senta, amministratore. Lei capisce che qui stiamo decisamente andando oltre quelli che sono i nostri compiti, sì? E ora veniamo a sapere che non c'erano solo quei due maledetti dietro a questo casino, ma che la nostra prospettiva è di ritrovarcene molti di più tra i piedi. Immagino poi che verranno anche a chiederci conto della fine dei loro due compagni di merende.

    Abbassò il capo, passandosi stancamente una mano sul volto. Tutta quella situazione diventava sempre più assurda, e ogni tassello che si veniva ad aggiungere al puzzle non faceva che sommare segnali d'allarme su segnali dall'arme. Fece schioccare la lingua con aria seccata, mentre l'atteggiamento rilassato di Jou Satoshi non faceva che montare in lei ancora più frustrazione. Possibile che non capisse le gravi implicazioni che la faccenda avrebbe avuto per Suna?

    Trasformarci in questi due scarti umani, dici?

    Si abbassò, afferrando bruscamente il mento del tizio dai capelli chiari, che reagì a malapena con un mugolio di dolore. Guardò prima lui, poi il suo compagno. Era facile per Jou proporre di prendere le sembianze dei due decerebrati, lui che prendeva tutto con estrema leggerezza. Ma Saru non era così, non aveva mai preso una decisione in vita sua che non fosse ponderata e attentamente calcolata. Una conseguenza dell'essersi cresciuta da sola, probabilmente.

    Sì, la henge ci darà il loro viso, i loro corpi. Ma non sappiamo niente del loro modo di fare, della loro storia, di come si pongono con i loro compagni. Che grado hanno nella loro organizzazione? Come reagiranno a vederci tornare? Sai meglio di me che non appena una parola uscirà dalle nostre bocche verremo riconosciuti.

    Si alzò, portandosi a pochi centimetri dal compagno. La sovrastava di parecchi centimetri in altezza, ma questo non era certo un problema per la dirompente Rossa della Sabbia. Quello che perdeva in altezza, lo guadagnava in carattere.

    Devi essere pronto a combattere, Jou. Dobbiamo essere pronti. Se percorriamo questa strada non abbiamo possibilità di tornare indietro. L'hai detto tu quando siamo partiti, questa missione può significare tanto, tutto per entrambi. È la nostra possibilità di far vedere ai pezzi grossi quanto valiamo. Questi documenti devono tornare a casa, e in qualche modo dobbiamo essere noi a portarceli.

    Poggiò la mano sinistra sulla spalla destra del compagno, stringendola in segno di incoraggiamento.

    Ah, prova a chiamarmi ancora Sora e giuro su qualsiasi Kami che ti lascio in pasto a quella banda di dementi, maledizione!

    La stretta si trasformò in un pugno inoffensivo alla spalla, che avrebbe appena sfiorato l'Afro. Cominciava a piacerle quel buffo ragazzetto. Se solo avesse imparato il suo nome, poi.

    Allora è deciso.
    Già, deciso...

    [...]

    Arrivarono che il cielo si era già tinto di un rosso intenso, segno che la giornata volgeva oramai al termine. Un vociare intenso arrivava dal campo base a cui li aveva condotti l'amministratore, segno che all'interno della struttura la vita trascorreva tranquilla, senza particolare apprensione per ciò che il Fiume avrebbe potuto fare nei loro confronti.

    È bello sapere che almeno qualcuno a questo mondo si gode la vita. Quasi quasi mi dispiace andare a rovinargli la festa.

    Alzò gli occhi al cielo, componendo poi il sigillo che l'avrebbe portata a mutare il suo aspetto. Una piccola nuvoletta la attorniò, e ne emerse uno dei due delinquenti che li avevano gentilmente sorpresi con qualche kunai e un bel katon dritto in faccia.

    Allora, questo è il piano. Amministratore, lei resti qui ben nascosto, non intervenga per alcun motivo. Anche se vede le nostre teste appese ad una picca, lei non entri in contatto con loro. Piuttosto scappi, corra via finché ha fiato. Sospetto che non vedrebbero proprio l'ora di mettere le mani su un politico del fiume.

    Quello annuì, inghiottendo rumorosamente e sottolineando così l'ansia che lo attanagliava, come se non fosse già evidente dalla miriade di goccioline dei sudore che gli decoravano il viso.

    Jou, ora tocca a noi. Dobbiamo dire di aver completato la missione con successo. E poi chiederemo di avere accesso ai documenti. Ah, maledizione. Che i kami ce la mandino buona, Jou Satoshi. In che guaio mi hai cacciata.

    Si alzò, aspettando che il compagno la seguisse. Una volta entrati, avrebbero trovato ad accoglierli due guardie decisamente su di giri. Ad una più attenta osservazione, avrebbero notato che a fianco ai due giacevano diverse bottiglie di sakè oramai vuote, segno che nessuno si era esentato dal fare bagordi quella sera.

    Eeeehi, guarda chi abbiamo qui Ikeda! Guarda guarda se non sono Shin e Jin!!!
    Oooh, sono proprio loro, sì signore! Come mai siete già tornate, signorine?! AHAHAH Non avevate una missione importantissimissima?! Mica come noi due, poveri derelitti, qui a fare da guardia agli ubriaconi, sì signore!

    Era chiaro che i due non ci stavano con la testa. Questo poteva voler dire due cose: o ingannarli e superarli sarebbe stato estremamente facile, visto lo stato di ebrezza, oppure anche il minimo errore di interpretazione li avrebbe fatti strepitare, presi dai fumi dell'alcool e senza oramai inibizioni. Se i due volevano passare oltre, avrebbero dovuto prima superare i novelli Scilla e Cariddi.
    Come avrebbero affrontato questa prima prova?
     
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    Saru era evidentemente molto diversa da Jou: l'afro era un tipo che prendeva tutto alla leggera, quasi un menefreghismo patologico. Saru era più precisa, pensava più alle cose e non faceva nulla senza aver pensato anche agli aspetti negativi. Ma poteva notare come la ragazza si stesse un po' ammorbidendo, come se influenzata dal menefreghismo dell'afro -Dovresti iniziare a fumare pure tu, guarda come sei stressata...- Si divertiva a stuzzicare la sua compagna, che aveva capito già essere una ragazza vulcanica ed emotiva, pane per i suoi denti da rompi scatole

    Con il chiasso della festa nell'accampamento come sottofondo, i due shinobi con l'amministratore del fiume erano nascosti tra gli alberi e la vegetazione che contornava e nascondeva quel campo base e stavano rifinendo le ultime cose prima di entrare in azione. Saru compose il sigillo della henge no jutsu trasformandosi nel tipo biondino che le aveva lanciato shuriken e bombe addosso, mentre Jou si trasformò nell'altro dai capelli più scuri -Ci serve però una giustificazione per l'essere tornati così tardi, mi trasformo nel tipo ma facciamo sì che l'abbiano malmenato. Se mi vedono ferito può essere che siano più accondiscenti e ci facciano entrare con meno problemi- Così compose il sigillo della tecnica della trasformazione e da una piccola nuvoletta di fumo apparì un Jou trasformato e ferito, con diversi tagli sulle braccia e sulle gambe. Così i due si incamminarono all'interno del campo: la vedetta fu il primo a vederli ma non diede allarme e non fece domande, segno che stavano davvero aspettando i loro due compagni.
    Arrivarono di fronte al capannone principale, dal quale all'interno si sentivano canti risate e molto chiasso: stavano chiaramente festeggiando e vedendo le due guardie all'ingresso, era chiaro come il sakè fosse la bibita preferita tra quei vandali

    Quando arrivarono a pochi passi da loro i due iniziarono a parlare a vanvera rivelando però i nomi dei tipi in cui Jou e Saru si erano trasformati: Shin e Jin. Alle loro parole seguì qualche secondo di silenzio -Ho bisogno di cure...- -COOSA?! Parla più forte Shin!- Jou voleva riuscire a calarsi nel personaggio, ma non voleva parlare troppo per rischiare di mandare in aria il loro travestimento. Ecco perchè si era finto ferito, i feriti non hanno voglia di parlare, ma solo di essere curati -Ragazzi è stata dura, c'erano due tipi di Suna che abbiamo dovuto fare fuori, ma erano fortini e mi hanno fregato. Ho bisogno di cure- -AHAHAHAH che sfigati, nemmeno due scemi di Suna riuscite ad ammazzare senza rischiare la pelle!- -Lo sapete che a Marashi-sama non piacciono quelli che tornano malconci perchè sono stati menati dagli accademici!- -Però da quel che ho saputo l'obbiettivo è stato terminato, forse oggi eviterà di uccidervi! AHAHAHAH- L'alcool che avevano in corpo stava facendo eccome facendoli parlare da soli in pratica, e impedendogli la lucidità necessaria per anche solo sospettare dei due sunesi -Entrate che almeno mangiate e bevete qualcosa. Marashi-sama dovrebbe essere dentro al solito posto, secondo me vi aspetta- E così Scilla e Cariddi, facendo tutto da soli in pratica, lasciarono entrare Jou e Saru all'interno del grande capannone, dove si stava svolgendo una festa, probabile conseguenza di una cena sfociata in alcool e balli.

    Dopo aver superato i due Jou si girò verso la compagna, guardandola con uno sguardo del tipo "che culo". Si, perchè se a fare la guardia ci fossero stati due appena più sobri e più seri, avrebbero riconosciuto che la voce di Shin non era la sua originale: ma forse il parlare a bassa voce dell'afro aveva aiutato -Saru, andiamoci a sedere là e aspettiamo che mi vengano a curare, intanto studiamo la situazione- Avrebbe detto a voce bassissima alla sua compagna, indicando un tavolo con due sedie alla loro destra, a circa 6 metri di distanza.
    All'interno il capannone era enorme, con due grandi tavolate ai lati e in mezzo tantissima gente che divisa in gruppetti se ne stava a parlare, bere, fumare, cantare e divertirsi. Solo un uomo dalla corporatura massiccia se ne stava seduto dall'altra parte del capannone, seduto in fondo alla tavolata di sinistra, dando la schiena a tutti e con affianco un ragazzino. Praticamente nessuno aveva fatto caso al ritorno dei due loro compagni, tranne il ragazzo seduto all'uomo massicio, che corse incontro ai due -Shin! Jin! Ce l'avete fatta allora! Il capo vi stava aspettando...- Poi guardò Jou trasformato -Shin certo che ti hanno ridotto male eh?! E tu Jin non hai fatto nulla?! Ahhh adesso mi tocca curarti, vieni qua...- Così il giovane ragazzo prese delle salviette umide e del disinfettante e si mise a tamponare le ferite di Jou, che ogni tanto finse dolore.

    Dall'altro lato della stanza l'energumeno, quello che sembrava essere il capo, si alzò.
     
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    V: Separati in casa



    Era rimasta a fianco di Jou - o Shin, ormai non sapeva più nemmeno lei come chiamarlo - mentre quello veniva sommariamente medicato da un ragazzo del luogo. Non sembrava un malintenzionato, con quel suo fare scherzoso e canzonatorio, e pareva piuttosto che conoscesse bene i due tizi che stavano impersonando. Era entrata in quel capannone pensando di trovarsi di fronte uno stuolo di omoni scimmieschi, pronti a menare le mani e compiere le peggiori nefandezze. Invece era pieno di ragazzi e ragazze giovani, famiglie e cittadini di tutte le estrazioni sociali. Possibile che avessero compiuto un errore di giudizio?

    Jou, c'è qualcosa che non mi quadra. Avremmo dovuto trovare un covo di delinquenti, ma io vedo solo gente che se la spassa qua attorno. Siamo sicuri che l'Amministratore ci abbia detto tutta la verità?

    Sussurrò, mentre il ragazzino-medicatore si distraeva, e una figura stavolta sì minacciosa si avvicinava ai due.

    SHIN! JIN! Avete riportato le vostre dannate chiappe a casa, finalmente! Quanto tempo avete sprecato in questa missione, esattamente?!

    Saru deglutì, cercando con lo sguardo l'aiuto di Jou. Non avevano la minima idea di quando i due avessero lasciato il covo, e tentare a indovinare non li avrbebe portati da nessuna parte. Per loro fortuna, il ragazzino sembrava aver davvero in simpatia il dinamico duo, ponendosi come mediatore fra i due malcapitati e il capo.

    Kou-sama, non si agiti. Sa che a Jin e Shin era stata affidata un'importante missione. È solo grazie a loro che Kuro è riuscito a riportare indietro i documenti, e sono anche rimasti indietro per intercettare i due della sabbia...
    Sì, certo certo. E bravi Shin e Jin, pare che Sato qui voglia ergervi una statua, o qualcosa del genere. Ora, se non c'è altro, potete prendere la sbobba. Il vostro lavoro ha portato grande vantaggio a tutti, devo ammetterlo.

    Bofonchiò, come se ammettere che un suo sottoposto non aveva completamente fallito fosse una cosa difficile da ammettere.

    Però certo, è indecoroso farsi ridurre così da degli accademici, Shin! Ti meriteresti un turno alle stalle, ecco cosa ti meriteresti sì!

    Saru guardò nuovamente Jou, e capì che quella era la loro ultima occasione. Kou-sama sembrava ben disposto, nonostante la sua scorza dura, e la simpatia del ragazzino poteva giocare il loro favore.

    Kou-sama, al suo servizio. Tuttavia il nostro compito non è ancora finito. Ci era stato dato esplicito ordine di portare i documenti al sicuro, tuttavia non abbiamo trovato né Kuro né la refurtiva.

    Attese qualche secondo, sperando di aver mimato al meglio delle sue possibilità la voce di quell'impiastro. Di certo l'alcool che scorreva potente nelle vene di tutti i presenti costituiva un ottimo espediente per i due Sunesi, tanto che nessuno parve accorgersi di niente.

    Ah, quel dannato Kuroi! Sato, porta i due qui a recuperare Kuro e i documenti, ci manca solo che l'idiota li abbia persi da qualche parte.

    Si fermò, grattandosi pensosamente il mento. Poi parlò, come se quella fosse l'idea migliore che gli fosse sopraggiunta in tutta la sua vita.

    Senti Jin, vai a dare il cambio a quella spunga di Ikeda là fuori, lui e il suo compare non hanno nemmeno avvisato del vostro arrivo, sospetto che stiano dormendo come i due dannati dementi che sono. Sveglia uno e rimanda qui l'altro, ho bisogno di quel poco di intelletto che gli rimane. Il tuo turno è fino a domani, niente discussioni ammesse.

    Saru aggrottò le sopracciglia per la sorpresa, guardando nervosamente Kuou-sama. Cosa fare? Non poteva di certo disubbidire ad un ordine diretto, non in quelle circostanze. D'altra parte, lasciare Jou al suo destino le pareva stupido, quasi un gesto suicida. Poi, ebbe un'idea.

    Sì, boss! Non si preoccupi, Ikeda sarà qui prima che lei possa tornare sulla sedia.

    Fece un cenno d'intesa a Jou, sperando che quello lo cogliesse e si fidasse dell'intuizione della compagna. Il suo compito sarebbe stato delicato, avrebbe dovuto recuperare i documenti e farsi trovare pronto alla fuga, quale che fosse l'evolversi della situazione.

    Bene, andate ora, che m'avete già scocciato, via.

    E se na andò, sedendosi su quel suo trono fatto di cartoni stracci, ma che pareva dargli enormi soddisfazioni.

    Allora io vado. Shin, Sato, a dopo.
    Ah sì, ci becchiamo al falò dopo la festa, eh! Me l'avevi promesso stavolta, non puoi non venire!
    Certo, il falò. Non mancherò.

    Si voltò, lasciando Jou al suo destino e sperando di ritrovarlo sano e salvo nel giro di qualche minuto. Le ci volle poco a raggiungere i due ubriaconi, che non sembravano rappresentare un reale pericolo. Erano lì, seduti per terra e appoggiati uno sull'altro, oramai vittime totali del coma etilico.

    Bene, almeno non dovrò occuparmi di loro, spero.

    Si voltò, estraendo dalla borsa di Jin una bottiglietta d'alcool, accompagnata da un accendino. Individuò una catasta di legna abbandonata, che sembrava sufficientemente asciutta da risultare infiammabile. La sua idea iniziale era quella di fare saltare il portone d'ingresso del capannone, ma la visione dei suoi occupanti l'aveva immediatamente dissuasa dall'idea. Un incendio invece era quello che le serviva. Era sufficientemente pericoloso da mettere in allarme e confusione tutto l'accampamento, ma non sufficientemente vicino alle persone per mettere realmente in pericolo di vita tutta quella gente. Svuotò la boccetta, costituendo poi una traccia sul terreno. Avvicinò l'accendino, e la sterpaglia prese immediatamente fuoco, illuminando l'oscurità notturna. Inspirò, raccogliendo più aria possibile nei polmoni. Poi corse verso il capannone, e ne aprì violentemente la grande porta.

    AL FUOCO, AL FUOCO!

    ***

    Dall'altra parte dell'accampamento, prima che Jou sentisse il grido disperato di Saru-Jin fendere l'aria e giungere fino a lui e Sato, il tutto si sarebbe svolto in maniera tranquilla. Il ragazzo avrebbe intrattenuto una conversazione leggera, chiedendo al Sunese sotto copertura dettagli dello scontro del giorno precedente.

    Allora Shin, dimmi! Per averti ridotto così non dovevano essere proprio dei novellini! Sai, ho sempre desiderato esser nato in un villaggio grande come Suna, o come Konoha. Tu non dirlo a Kou-sama, sai lui come la pensa su queste cose... Però ecco, sarebbe figo essere un ninja vero, no? Però alla fine voi li avete battuti, quindi quello che conta è la propria forza, suppongo.

    Camminava tranquillo, calciando qualche pietra qua e là e tenendo le mani in tasca.

    Kuro dovrebbe essere al capannone degli attrezzi, a limare qualche kunai. Vediamo che ci dice.

    Una volta giunto al capannone, avrebbero trovato Kuro intento a fare proprio ciò che aveva previsto Sato. Accanto alla sua postazione, giaceva una pila di documenti ingialliti, a poca pericolosa distanza dalle scintille che il lavoro del fabbro stava producendo.

    KURO! Guarda che dai fuoco a tutto di nuovo così, sai quanto hanno faticato Jin e Shin per recuperare questa roba?! Ora consegnaci i documenti, dobbiamo portarli al sicuro, lontani dalle tue cavolo di scintille!
    Mh, fate come volete.

    Bofonchiò quello, tirando su la maschera che gli proteggeva il viso e fissando il suo unico occhio scuro su Jou.

    Ragazzo, ti hanno conciato proprio per le feste.

    Poi inclinò la testa, fissando il viso del Sunese. Si alzò dalla sedia, trascinando la gamba fino ai due ragazzi. L'Afro avrebbe potuto sentire il calore del suo fiato sulle guance, tanto si era fatto vicino.

    Tu non avevi gli occhi di due colori diversi, ragazzo?
     
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    Quel ragazzino tanto innocente e tanto gentile gli aveva salvato le chiappe. Si comportò quasi come se fosse il oro avvocato giustificandoli e difendendoli, facendo rimanere i due di Suna il più in silenzio possibile. Il capo, un certo Kou-sama, tra alcool e bonaggine non si accorse del travestimento dei due e grazie alla prontezza di Saru i due si divisero, e Jou stava andando proprio a prendere i documenti che stava cercando. Sembrava che le cose stessero davvero andando per il verso giusto.
    Sato sembrava conoscere bene Shin e Jin, probabilmente erano amici visto che più o meno avevano la stessa età: erano ragazzi che vivevano come vandali, era ovvio che il loro rapporto fosse speciale. Camminavano fianco a fianco e calciavano entrambi lo stesso sasso, passandoselo come se fosse una palla da calcio: Jou stava in silenzio, annuiva appena ma Sato non sembrava farci tanto caso, sembrava quasi che stesse parlando da solo. Arrivarono finalmente in una casupola di legno in cui all'interno si sentiva un rumore di metallo contro metallo. Dentro c'era Kuro, colui che aveva riportato i documenti al campo base, e che quindi aveva iniziato la missione insieme a Jin e Shin. Era chino a limare un kunai e non sembrava fare caso ai due ospiti.

    A Jou brillarono gli occhi quando vide al suo fianco una pila di documenti, e in cima a questi c'erano proprio i fogli che Jou doveva recuperare. Era così vicino all'obbiettivo.
    Poi tornò alla realtà quando Kuro commentò lo stato fisico di Shin, prendendolo quasi in giro: Jou-Shin lo guardò negli occhi; erano vuoti come se fossero senza vita, come se avessero visto troppe cose brutte. Jou iniziò a sudare freddo quando notò l'espressione di Kuro cambiare e si alzò in piedi.
    Fuori era buio e silenzioso, in lontananza si sentì un urlo e si potè vedere dalla finestrella della casetta un leggero bagliore rosso.

    Tu non avevi gli occhi di due colori diversi, ragazzo?



    Jou deglutì, era stato scoperto. Kuro e Jou erano praticamente appoggiati guancia a guancia, vicinissimi. Gli passarono mille cose per la testa, quell'istante sembrò durargli un'eternità.
    Aveva davanti l'obbiettivo della sua missione, non poteva farselo scappare. Non poteva nemmeno farsi scoprire e far partire un allarme per tutto il campo.
    Maledizione
    Aveva una sola scelta, e gli costava ammettere quanto fosse difficile per lui.
    Ma non esitò.
    Kuro era a pochi centimetri da lui spostato sulla sua sinistra, lasciando così completa libertà a Jou del braccio destro. Afferrò un Kunai dalla sacchetta porta oggetti legata sulla coscia sinistra, e potenziando con del chakra tutto il suo movimento per renderlo il più veloce possibile, lo infilzò nella schiena vicino alla scapola sinistra, esattamente dove stava il cuore. Fu tutto semplice e Kuro crollò su corpo di Shin che per un po' lo sorresse, facendosi macchiare la spalla sinistra da un rigolio di sangue uscitogli dalla bocca. Poi lo spostò facendolo cadere esanime per terra, e si girò verso Sato: quel povero ragazzino era completamente terrorizzato, dagli occhi cadevano lacrime e non riusciva a pronunciare parola -Tranquillo Sato, non ti farò niente- Mentiva, non poteva lasciarlo libero. Quindi gli sferrò un forte pugno in faccia che lo fece svenire, oltre che forse rompergli il naso -Ok forse ho un po' esagerato con lui- Così lo legò con il filo di nylon rinforzato rendendolo immobile, così che anche se si fosse svegliato non avrebbe potuto chiamare l'allarme.

    Non gli rimase altro che prendere i documenti, raggiungere Saru e scappare da lì.

    [Per Saru]

    -Al fuoco? Jin sveglia i due ubriaconi, ci pensiamo noi a spegnerlo! Tutti gli altri uscite dal retro e rifugiatevi nei campi, vi dirò io quando tornare!- Kou fu molto autoritario e tutti iniziarono subito a seguire i suoi ordini; persino i due ubriaconi sentendo la sua potente voce si svegliarono e sembrarono quasi guariti dalla sbronza, mettendosi in piedi e pronti ad eseguire qualsiasi ordine. Kou, Jin-Saru, Ikeda e l'altro ubriacone sarebbero andati veloci dall'incendio e i tre uomini dell'accampamento avrebbero insieme composto i sigilli della stessa tecnica

    Onda Acquatica - Mizurappa
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Tigre, Cavallo, Topo, Tigre (4)
    L'utilizzatore, mantenendo il sigillo della tigre, può emettere un potente getto d'acqua. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. La gittata massima è 6 metri, mentre la larghezza è 3 metri; la potenza offensiva sarà pari a 30. Se presenti almeno 12 unità, le dimensioni e la gittata saranno raddoppiate.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]


    Tre potenti getti d'acqua si infransero contro l'incendio che stava iniziando a propagarsi su entrambe le casette di legno, e in pochi istanti le fiamme vennero spente. Forse i tre vandali del Fiume si sarebbero accorti che Jin non aveva fatto nulla, ma per appurare questa tesi una bambina spuntò dal buio a pochi metri da loro -Papà!- -Ino amore mio, cosa ci fai qui?- -Papà papà è stato lui!- Disse la bambina indicando Saru -Scusa amore cos'hai detto?- -E' stato lui a fare il fuoco!- Kou credeva ciecamente a sua figlia e si girò verso Jin, insieme ai due ubriaconi. Tutti e tre cambiarono drasticamente espressione, poi il capo prese la parola -Jin, devi spiegarmi qualcosa?-
     
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    VI: Galeotta du la bambina



    Guardò i tre spegnere con facilità l'incendio, e da una parte ne fu quasi sollevata. Era riuscita a creare un diversivo per far guadagnare tempo a Jou, e nessuno dei presenti era rimasto ferito. Sospirò sollevata, pronta a riprendere la sua patetica messinscena, quando tutto precipito in un solo, maledetto istante. La sua rovina prese la forma di un'innocente bambina, che puntando il suo dito cicciottello su Jin-Saru ne rivelò la natura doppiogiochista. Le cose non si mettevano bene.

    Uh-oh. Uhhm, cosa dici piccina. Ma figurati, io...

    Alzò lo sguardo, e ciò che vide fu tutt'altro che rassicurante. I tre energumeni avevano cambiato totalmente espressione, come se l'alcool si fosse vaporizzato dalle loro vene, lasciando il posto ad una scarica di adrenalina pura. Ebbene sì, la giornata della Rossa non era di certo cominciata benissimo, ma stava per concludersi nel peggiore dei modi. Con un teatrale sospiro sciolse la tecnica della trasformazione, rivelando ai tre trogloditi il suo aspetto più-o-meno-Sunese.

    Penso che la mia piccola recita finisca qui. Kou, fai allontanare la bambina. Non penso che voglia vedere suo padre in una situazione del genere. Oppure puoi lasciarmi andare, e non succederà nulla. Non siamo qui per catturare la tua gente, vogliamo solo riprenderci ciò che ci spetta di diritto. Che capo sei, se permetti ai tuoi di correre certi rischi, eh?

    Aveva sempre avuto una buona parlantina, e tendenzialmente era una di quei tipi a cui tutti davano retta. Eppure aveva la sensazione che in quella situazione il suo discorso non avrebbe attecchito particolarmente.

    Come non detto, se è lo scontro che cerchi, hai appena trovato pane per i tuoi denti, uomo del Fiume.

    Compose rapidamente i sigilli necessari, battendo poi il piede sinistro sul terreno. Probabilmente gli abitanti del fiume non avevano mai visto una tecnicaEsplosione Terrena - Doton Bakuha
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Topo, Capra, Tigre (4)
    Premesso il contatto con il terreno, l'utilizzatore può provocare delle piccole esplosioni entro 15 metri. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Ogni esplosione sarà preannunciata da un piccolo accumulo di terra, per poi detonare in un'esplosione di potenza pari a 10, in un raggio di 1,5 metri. Scagliare diverse esplosioni contemporanee incrementa il raggio, ma non la potenza. Ogni esplosione oltre la prima richiede l'utilizzo di uno slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: Basso ogni esplosione)
    [Esplosioni Massime: 2 ogni Grado]
    [Da studente in su]
    del genere, e Saru contava che l'effetto sorpresa l'avrebbe aiutata tanto quanto l'aveva già fatto nello scontro con Shin e Jin. Pregò con tutto il suo cuore che la bambina si fosse messa al sicuro, mentre due piccoli cumuli di terra spuntarono silenziosi negli spazi tra i tre uomini. Avrebbero fatto appena in tempo a vederli, che essi sarebbero esplosi, coinvolgendoli in una detonazione di una certa potenza.

    Arrenditi Kou, e lasciaci tornare a casa con ciò che ci appartiene. La tua gente non deve soffrire per il tuo orgoglio, uomo.

    In tutto quel trambusto generato dalle esplosioni e dalle parole della Rossa, due kunai partirono veloci in direzione dell'addome dei due scagnozzi, mentre essa indossò velocemente il tekken sulla mano sinistra. Poi, si lanciò in una corsa disperata contro Kou, caricando un pugno micidiale diretto alla mandibola dell'uomo. Era molto più bassa di lui, e avrebbe sfruttato il suo punto di vista ribassato per enfatizzare il movimento dal basso verso l'alto. Colpì, sperando di andare a segno. E che Jou si materializzasse il prima possibile vicino a lei.



    Chakra: 4.5/10
    Vitalità: 7/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: //
    2: //
    3: //
    Slot Azione
    1: Lancio Kunai x2
    2: Pugno con Tekken
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Doton Bakuha (TA)
    2: Esplosione II
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
     
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    La videro trasformarsi in ciò che era realmente: una giovane kunoichi dai fluenti capelli rossi, e il coprifronte di Suna -E quindi Shin e Jin si sono fatti battere... immagino allora che anche Shin non sia realmente Shin... piccola vai con gli altri al sicuro....- La bambina annuì soltanto e corse via -Non sei comunque nella situazione di parlare... siamo 3 contro un...- Saru non sembrava volerla tirare troppo per le lunghe e iniziò quello che sarebbe stato il suo ultimo combattimento della giornata. I due guardiani ubriaconi vennero presi completamente alla sprovvista dall'attacco di Saru e subirono in pieno l'esplosione generatasi sotto i loro piedi. Vennero scagliati in aria e vennero pure colpiti dagli shuriken lanciati dalla ragazza. Kou non era della stessa opinione però: anticipò l'esplosione spostandosi all'indietro e quando vide la ragazza caricarlo per sferrargli un pugno, lui semplicemente lo parò con la mano destra -Stupida ragazzina- Erano faccia a faccia, e dall'alto dei suoi quasi due metri e 100 kg, sferrò un calcio fortissimo e velocissimo per a kunoichi che mirava al suo addome e puntava a spazzarla via di qualche metro [Forza e velocità 300] Difficilmente Saru avrebbe evitato quell'attacco.

    Nel frattempo Jou era uscito dalla capannina con i loro tanto ricercati documenti messi al sicuro nella tasca della giacca. Una volta uscito però si sarebbe accorto del fumo e del trambusto provenire da poco lontano e si diresse a massimo della velocità in quel punto. Era ovvio che Saru centrava con tutto quello, e forse aveva bisogno del suo aiuto. In poco più di un minuto di corsa al massimo arrivo nel retro delle due casette da dove proveniva il fumo. E poi sentì delle esplosioni e del baccano -Maledizione Saru- Si arrampicò sul tetto della casetta e leggermente nascosto guardò la scena e capì che doveva intervenire. Poteva usare l'effetto a sorpresa dalla sua parte, ma di certo non aveva intenzione di compiere un massacro. Dovevano fuggire il prima possibile.

    Vide Kou sferrare un temibile calcio su Saru che la spedì parecchi metri indietro, arrivando praticamente sotto alla casetta su cui Jou si nascondeva. Rapido compose i sigilli della moltiplicazione del corpo [Slot tecnica base | Tecnica della Moltiplicazione del Corpo] e creò due coppia di sè stesso dietro alla casetta e l'avrebbe fatte muovere fino ad arrivare davanti a Saru, frapponendosi tra lei e Kou [Slot Azione I] Non potevano parlare, ma a lui sarebbero servite solo come diversivo. Nel mentre anche i due scagnozzi ubriaconi si sarebbero alzati piano piano.
    Ora era momento di passare alla parte due del piano di Jou: l'afro compose il sigillo del gallo e riuscì a manipolare la polvere presente nell'area [Slot Tecnica Avanzata | Sabbia del Vento] Sarebbe stato praticamente impossibile che i tre vandali si accorgessero che sotto i loro piedi una buona quantità di sabbia misto polvere misto terriccio si sarebbe unita per intralciare i loro movimenti. Quello era il momento di passare al punto tre.

    Scagliò le due coppie verso i tre con intento puramente inoffensivo, se fossero state colpite o si fossero scontrate con uno dei tre sarebbero esplose ugualmente, ma avrebbero assolutamente attirato l'attenzione dei tre [Slot Azione II]. Fu quello il momento in cui Jou si buttò giù dal tetto per atterrare affianco a Saru -Andiamo Saru, è il momento di andarcene!- L'avrebbe presa per il braccio per aiutarla a muoversi o rialzarsi più velocemente, poi sarebbero scattati nella direzione opposta, verso sud, lontano da tutto e da tutti. Jou avrebbe continuato a correre fino a che non fosse stato sicuro di non essere più inseguito, dopo di che avrebbe fatto direzione a Suna, finalmente con i loro tanto bramati documenti.


     
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    VII: Fin



    Ci aveva provato, e fino all'ultimo aveva anche sperato di esserci riuscita. I due ubriaconi erano stati facili da eliminare dai giochi, con tutto l'alcool che si ritrovavano in corpo. Eppure Saru, proprio lei che si prefissava sempre di agire in modo ragionato, aveva compiuto un tremendo errore di calcolo. Kou afferrò facilmente il braccio della Rossa, bloccando apparentemente senza sforzo il suo gancio sinistro. Poi, lei ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo, concentrare un minimo di chakra come protezione, e intercettare le parole dell'energumeno, che tutto si spense.

    Maledizione.

    Percepiva il mondo muoversi veloce attorno a lei, mentre una forza prepotente la spingeva lontano da Kou. Sembrò che il volo fosse infinito, mentre lo stomaco le bruciava per l'entità del colpo subito. Quando si schiantò contro la parete esterna di un capannone, capì che probabilmente per lei era finita. Portò una mano alla bocca, e quando la guardò riuscì a percepirvi sopra il rosso scuro del sangue. Il suo sangue. Sbuffò, quella era proprio una giornata di merda.

    Dovevo restarmene a casa io, lo sapevo. Sempre in mezzo a questi cretini, poi tocca a me rimetterci la pellaccia.

    Inizialmente non seppe se i tre Jou che le comparvero davanti fossero reali o frutto del dolore che le attanagliava l'addome - chissà se il dolore poteva fare comparire delle allucinazioni, poi. Fatto sta che quando quello l'afferrò per il braccio e la trascinò di peso lontano da quel baccano, era talmente felice che stava per mettersi a piangere. Le sue gambe si muovevano veloci sotto di lei, spinte da chissà quale botta di adrenalina. Nel frattempo, i tre del Fiume erano troppo impegnati a contrastare un improvviso intralcio sabbioso per riuscire a dar retta ai due infiltrati. Videro di sfuggita Jou muoversi vicino al capannone, ma scoprirono presto che del ninja di Suna esisteva un'altra versione, totalmente uguale. I due ubriaconi si lanciarono all'inseguimento, rimanendo con un pugno di fumo in mano quando finalmente raggiunsero le copie.

    MALEDETTI! VE LI SIETE LASCIATI SCAPPARE, SIETE DEGLI INETTI!!

    Tuonò Kou, tentando di scacciarsi di dosso tutta quella fastidiosa sabbia. Li aveva persi, e con loro i documenti, ne era sicuro. Con l'aiuto di Suna il villaggio del Fiume avrebbe presto recuperato le proprie forze, e l'uomo sapeva che l'Amministrazione sarebbe giunta a fare giustizia, presto o tardi che fosse. Stava per perdere tutto, per colpa di due mocciosi qualsiasi. Un urlo di rabbia e disperazione si levò dal boss, mentre i suoi sottoposti tremavano già di paura, e qualcuno si preparava ad una pronta defezione. Così implodeva su se stessa quell'organizzazione ai limiti della legalità, spontaneamente come era nata.

    Non aveva chiaro il momento in cui aveva lasciato la presa, liberando la mano di Jou. Sapeva solo che erano finalmente lontani, sulla strada di casa. La notte proteggeva la loro fuga, nascondendo furtivamente i due giovani Sunesi.

    Jou Satoshi, ho un debito con te. Una vita per una vita, non me ne dimenticherò. Sappilo.

    Disse, mentre attorno a loro il gracchiare di qualche insetto lontano riempiva l'aria di un piacevole suono tardo-estivo. Erano salvi, erano tutti interi. Questo contava, e questo le bastava. Per il momento.
     
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