Gli scemi del Villaggio[Paese del Fiume]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Filira
        Like  
     
    .
    Avatar

    Mother of dragons

    Group
    Fan
    Posts
    191
    Reputation
    +30

    Status
    Offline

    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    I: Jou Satoshi



    Camminando, la Rossa aveva lasciato dietro di sé una lunga scia di passi strascicati. Erano tre notti che non chiudeva occhio, attanagliata da una calura estiva inusuale anche per Suna. Come se non bastasse, poteva chiaramente percepire come gli indisciplinati raggi solari le stessero lentamente abbrustolendo la pelle, così chiara da non essere in grado di contrastare il sole della Sabbia.

    Ah, guarda tutti questi maledetti, guarda come affrontano queste temperature con facilità. Belli i geni sunesi, eh? Mah.

    Scosse la testa, asciugandosi per l'ennesima volta il sudore in fronte. Erano passati decenni dal suo ritrovamento a Suna, ma pareva che la vita nel villaggio non facesse altro che ricordarle, giorno dopo giorno, che alla fin fine lei lì non era altro che una straniera. Sospirò di sollievo una volta entrata nella sede dell'amministrazione, protetta dalle spesse mura che la isolavano dal caldo mondo esterno. Quella mattina Saru aveva aperto la porta del suo appartamento - rigorosamente in pigiama - e vi aveva trovato l'ennesimo bell'imbusto dell'Accademia. Doveva essere un periodo lavorativo parecchio intenso, perché l'eterna studentessa non aveva mai ricevuto così tante comunicazioni in tutta la sua vita.

    Yo, Jou! Io sono Saru, Saru Mononobe. Hai detto due volte piacere, devi essere proprio contento di conoscermi.

    Alzò il pollice della mano sinistra in segno di saluto, offrendo allo spilungone il sorriso più cordiale che il suo attuale umore le consentiva. Per fortuna il ragazzo sembrava parecchio entusiasta della situazione, gestendo lui i rapporti con segretarie e funzionari che - quella mattina in particolare, ma anche normalmente - Saru proprio non riusciva a sopportare. Ascoltò annuendo ritmicamente col capo, mentre l'uomo grassoccio di fronte a loro sparava qualcosa come un milione di parole al minuto. Divenne paonazzo da quante poche pause fece per riprendere fiato, tanto che Saru ad un certo punto quasi si rianimò, sperando di vederlo stramazzare su quella scrivania così ingombrante. Ahimè, questo non accadde, e l'uomo riuscì purtroppo a concludere il discorso senza lasciarci la pelle, condendo addirittura il suo discorso con la classica battutina sessista che - vuoi mettere? - non guastava mai.

    Ah, sei fortunato mr. Piggy, che stamattina io non riesca nemmeno a ricordarmi come mi chiamo. Altrimenti non avresti più la testa attaccata al collo.

    Sorrise, alzando al mano in segno di saluto. Fuori dall'ufficio Jou continuò il suo quasi-monologo, confermando alla Rossa tutta l'esuberanza che questa aveva sospettato in precedenza. Sarebbe stato un lungo viaggio.

    Ah, sì, il deserto! Che bello, non vedo l'ora di dormire bella comoda, sulla sabbia.

    Sempre che ci fosse riuscita.

    [...]

    Per la prima volta negli ultimi tre giorni, Saru sorrise di gusto, assaporando l'aria fresca piena dell'odore di erba verdeggiante. Poteva percepire la vitalità delle creature che strisciavano nel sottobosco, agili e guizzanti. Aveva visto poche volte le foreste, ma vi era sempre qualcosa che la legava irrimediabilmente a quei posti. Da bambina, aveva addirittura sognato di provenire da un qualche paese lontano, in cui la sabbia e il caldo non esistevano, ed era il verde della vegetazione a farla da padrone.

    Stupide fantasie da bambina.

    Pensò, sedendosi finalmente per terra e sistemando il suo giaciglio per la notte. Vicino a lei, Jou si era acceso una sigaretta.

    Sai, non dovresti fumarti quella roba. La vecchia Mononobe diceva sempre che è come mettersi a bere del veleno, è una cosa da stupidi. Sei forse stupido, Jou SatoshI?

    Ridacchiò, tirando fuori la lingua in modo canzonatorio.

    Sora? SORA? Jun!? Dopo tutto questo tempo, ancora sbagli il mio nome?

    Sbuffò con aria melodrammatica, asciugandosi teatralmente lacrime che non esistevano. Magari si fosse chiamata Sora.

    È Saru, sì Saru come scimmia. Ah, i miei dici? Ne so quanto te, sono stata ritrovata nei dintorni di Suna da una vecchia guaritrice del villaggio, molto vecchio stile come tipo, sai? È stata lei a darmi nome e cognome, prima... Non ero nessuno, ahah! Ti immagini, per cinque anni ho vissuto da qualche parte, necessariamente. Eppure, non ne so nulla.

    Fece spallucce, cercando di buttare la cosa sul ridere. Era ormai abituata agli sguardi delle persone, ai chiacchiericci, alle cattiverie dei suoi quasi-ma-non-più familiari, che non perdevano occasione per ricordarle quanto lei fosse estranea a loro, straniera. Si infilò nel sacco a pello, accocolandosi tra le coperte. Forse, per la prima notte dopo tanto tempo, avrebbe dormito tranquilla, con qualcuno accanto.

    [...]

    AAAAAAH, CHI È?!

    Saru saltò in aria, estraendo maldestramente un kunai da sotto il cuscino, e finendo per afferrarlo dalla parte sbagliata. Non era di certo abituata a certi risvegli.

    Ma che sei scemo?! Ma ti pare che mi fai venire un colpo così?! Guarda che sono vecchia io, mica ho le coronarie tutte a posto, maledizione. E POI È SARU. S A R U! Dai Jou, un po' di impegno, eh.

    Detto questo, una volta che Saru si fu ripresa, e dopo che ci vollero circa due ore perché la ragazza riuscisse a ricomporre i suoi capelli color del fuoco in una treccia decente, i due si rimisero in cammino, alla volta del punto di contatto. Il paesaggio si ripeteva splendido e uguale intorno a loro. L'aria, agitata da una leggera brezza mattutina, portava rumori lontani di animali e vita naturale, rendendo il cammino dei Sunesi decisamente piacevole. Si trovavano su un sentiero tracciato, e lungo la strada poterono osservare diverse locande, che tuttavia parevano oramai abbandonate da parecchio tempo. A quanto pare l'attività criminale che i due dovevano investigare aveva dato un duro colpo all'economia delle terre dei Fiumi, costringendo parecchi commercianti ad abbandonare le proprie attività, e a rifugiarsi nei centri abitati.

    Guarda, Jou. Qui sembra tutto abbandonato. Non vedo particolari tracce di passaggio recente, ma tra poco dovremmo esserci.

    Arrivarono al luogo stabilito che oramai era calato il buio. All'interno di una piccola radura, delimitata da alti pioppi, si trovava una casupola non molto dissimile dalle locande abbandonate incontrate sulla strada, a circa 10m dai due shinobi. Un profondo silenzio regnava nello spiazzo, interrotto solo dal gracchiare lontano di qualche grillo. Saru fece segno al compagno di avvicinarsi, cominciando poi a sussurrare.

    Eccoci, il posto è questo. Dici che dovremmo entrare in quella casetta lì? Non mi pare molto...

    Non fece in tempo a finire, che una scarica di quelli che parevano proiettiliShuriken [Distanza]
    Le classiche stellette ninja, hanno forma di una stella a 4 punte con lati taglienti; hanno un peso medio e sono abbastanza veloci; al centro si trova un buco per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. La gittata massima è 15 metri.
    Tipo: Da Lancio - Taglio
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 5
    (Potenza: 5 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    [Da studente in su]
    si abbatté sul suo interlocutore. L'attacco pareva provenire direttamente dalla casa, tuttavia il nemico, o i nemici erano ancora occultati dall'oscurità notturna.

    JOU!

    Urlò la Rossa, sgranando gli occhi. Qualcuno li aveva attesi, ed ora era pronto a dargli un caloroso benvenuto. Ma chi?
     
    .
13 replies since 28/8/2018, 18:27   155 views
  Share  
.