Il Sibilo Divino

Taglio del Vuoto lvl I

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  1. Ersapo
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    IL SIBILO DIVINO







    I due uomini di colore, rarità per il villaggio di Suna, sembravano essere più amici che non si vedevano da tempo che padre e figlio: nonostante tutto Jou gli voleva molto bene a suo padre Koi, però sapeva che come genitore non aveva tanta autorevolezza su suo figlio, quindi da sempre il giovane afro è stato abituato a fare praticamente ciò che voleva senza mai chiedere nulla a nessuno.
    Sentiva davvero suo padre come un amico che non vedeva da tanto tempo, ma percepiva come in realtà potesse essere ben altro. Se da padre non è che avesse avuto tanto successo, magari come sensei si. Poteva davvero insegnarli ad utilizzare quella tecnica? Jou ne sarebbe stato davvero capace?

    Koi iniziò a spiegare a suo figlio al funzionamento di quella tecnica, quello che davvero succedeva: facendo parte del clan Chikuma ma della casata cadetta, non sarebbe mai riuscito a controllare il vento con i suoi polmoni come i grandi Jin Chikuma e Hoshikuzu Chikuma; lui il vento poteva inspirarlo, poteva farlo scomparire e al suo posto creare il vuoto. Nel suo sangue queste abilità erano presenti anche se ancora assopita, restava all'afro risvegliare questi suoi geni speciali. Grazie a quelli sarebbe potuto diventare mille volte più forte, sia come spadaccino ma anche come shinobi: la sua spada sarebbe diventata incredibilmente veloce e affilata senza attrito attorno, e sarebbe diventato pericoloso pure sulla media distanza grazie ai fendenti che avrebbe potuto sferrare usando il vuoto -Va bene, adesso ci provo!-

    Dopo aver spento la sigaretta per terra calpestandola con il piede, Jou avrebbe chiuso gli occhi, afferrato l'elsa della wakizashi con entrambe le mani e divaricato leggermente le gambe: si stava concentrando, doveva percepire l'aria attorno a sè, doveva sentire anche il più piccolo soffio di vento. Ovviamente se il vento soffiava e gli scompigliava i capelli era facile percepirlo, ma non era quello che lui stava cercando. Doveva sentire il vento come se fosse vita, come se ogni folata di vento fosse una folata di chakra, e quindi di energia pura e vitale. Pensando al vento come cumuli di chakra e energia, gli sembrava più semplice da capire il funzionamento di quella tecnica: se tutto è chakra e tutto è vita, dove questi vengono tolti o "risucchiati" sarebbero stati sostituiti con il vuoto, perchè ad ogni azione corrisponde una reazione in quel matto mondo di shinobi.
    Ora doveva solo capire come fare a risucchiare una limitata parte di vento: i suoi polmoni in un qualche modo dovevano riuscirci, probabilmente perchè non erano semplici polmoni ma polmoni di un Chikuma. Jou iniziò a gasarsi perchè piano piano stava aggiungendo tasselli per il raggiungimento del suo obbiettivo: imparare la tecnica speciale dei Chikuma della casata cadetta per continuare a tradizione che anche suo padre aveva seguito, seppur per poco tempo. Avrebbe riportato in auge il suo cognome e la casata cadetta, se solo fosse riuscito a manipolare alla perfezione quella tecnica così affascinante.
    Si sentiva orgoglioso di fare parte di un gruppo, e non gli accadeva da tempo visto che gli ultimi suoi anni era stato soprattutto un lupo solitario.

    Si concentrò sul suo respiro e i sui suoi polmoni, perchè quelli erano le chiavi per sbloccare tale abilità. Controllava la sua respirazione.
    Respirare. Inspirare. Respirare. Inspirare.

    Per un buon minuto continuò a far dei gran respiri e inspiri a pieni polmoni, solo così riusciva davvero a percepire i suoi polmoni e la loro capacità. Poi fece un lungo respiro a cui non seguì nessuna inspirazione, rimanendo così completamente senza fiato. Era faticoso ma voleva resistere il più possibile senza inspirare, senza prendere nessuna boccata d'aria, così da poter cercare di catturare più aria possibile successivamente. Stringeva fortissimo gli addominali e ormai era allo stremo, poi però percepì un forte calore provenire direttamente dai suoi polmoni: era un calore piacevole e confortante, e si rese conto di come senza farlo apposta una grande quantità di chakra stava irrorando i suoi polmoni e il suo respiro. Capì che quello forse il momento giusto.

    Aprì gli occhi e fissò la sua spada, poi respirò tutta l'aria che i suoi polmoni potessero contenere e ciò che vide e percepì fu sorprendente: mentre respirava sentì qualcosa di diverso e particolare, e sulla lama della sua spada una leggera e sottile patina di qualcosa di indefinito comparì. Spalancò gli occhi e guardò il padre -E' questo il vuoto? Ho sentito qualcosa dai miei polmoni mentre inspiravo!- Continuava ad osservare la sua spada con stupore: la muoveva lentamente a destra e a sinistra, notando come sembrasse essere più leggera e maneggevole, non capiva se fosse solo la sua immaginazione o fosse realmente così
     
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