L'Era GlacialeFebh, Kato, Fudoh e Munisai, al freddo.

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  1. Munisai
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    Gelida Disperazione


    L'Era Glaciale • Capitolo I

    Beh, di certo dovrebbero lavorare sull'ospitalità rimarcò il rosso, mentre lo sbuffo di vapore acqueo dalla bocca si infrangeva visibilmente contro l'aria fredda.
    Per l'occasione il ragazzo si era abbigliato con cappotto trapuntato con tanto di cappuccio pelliccioso, ma sotto i suoi indumenti erano abbastanza normali, niente di eccessivamente pesante. Chi lo avesse osservato avrebbe pensato che fosse uno del posto, dal momento che sembrava non accusare minimamente quel freddo.
    Munisai era cresciuto su Kanashima, una delle tante isole dell'arcipelago appartenente ai territori della Neve, dove le temperature erano molto più rigide in quel periodo dell'anno, per non parlare della stagione invernale che era al limite del vivibile. Pertanto, almeno sotto quell'aspetto, si trovava perfettamente a suo agio lì.
    Kotta Zetsubo era una località scordata da Dio dove si conduceva, era facile intuirlo, una vita grama e monotona. La popolazione era composta prevalentemente da pescatori e, in generale, persone di una certa età, ma chi poteva biasimare i più giovani che avevano deciso di lasciare quelle gelide sponde? Altro che turismo, solo un'anima tormentata intenta ad espiare chissà quali peccati o un asceta masochista avrebbero potuto scegliere di visitare quel porto.

    Ma tornando a noi, il ragazzo aveva ben notato il fuggi fuggi generale che si era consumato all'arrivo del team otese, ma si scoprì che la cosa era dovuta alla mera presenza del Jonin e alla passata attività d'estorsione per conto del suo clan proprio ai danni del piccolo villaggio. Le attività illegali degli Yakushi erano cosa abbastanza nota nel Suono, ma era qualcosa che Munisai prese mentalmente nota di voler approfondire.

    La missione, almeno per come fu presentata, sembrava abbastanza lineare.
    Erano stati ingaggiati, loro più due kiriani, per scortare una nave mercantile che già due volte era stata attaccata e derubata del proprio carico da dei pirati.
    Più che altro le modalità con le quali avveniva l'arrembaggio erano ciò che destava curiosità, in quanto, sempre a detta di Febh, il veliero, che peraltro non era un veliero comune ma anche qui fu lasciato il brivido della scoperta, veniva intrappolato in mezzo a degli iceberg che spuntavano dal nulla, bloccando ogni possibilità di seminare gli assalitori.
    Questo lasciava pensare che non si trattasse di comuni topi di mare, bensì di gente che sapeva il fatto suo, anche perché la ciurma del mercantile stesso era composta da uomini addestrati quantomeno nelle basi delle arti ninja, dunque non esattamente delle facili prede.
    Febh, hai detto che il capitano della nave è uno Shinretsu. Così a naso direi che è un clan, ma non ne ho conoscenza.
    Puoi dirmi qualcosa in più al riguardo?
    interloquì giusto quando udì quel nome a lui ignoto.

    Quando la delegazione kiriana arrivò, questa si rivelò essere composta da un singolo elemento, a dispetto di quanto annunciato. Il nuovo giunto era l'unico tra i presenti che Munisai non avesse mai incontrato. Si trattava di un adolescente caratterizzato da un aspetto trasandato e da un vestiario davvero povero, non di molto migliore di quello di un accattone. Questi si sarebbe trovato davanti un ragazzo sulla ventina, alto ben più di tutti i presenti, avvicinandosi ai due metri. Fisico ben piazzato, capelli ribelli di un rosso acceso e profondi occhi verde acido. Niente sopracciglia e il viso, che era praticamente l'unica parte del corpo lasciata scoperta dal massiccio cappotto, segnata da cicatrici nella sua parte sinistra.

    Dopo che Kato ebbe esposto le sue teorie su ipotetici collegamenti tra gli attacchi e il Villaggio del Fulmine, ed il tentativo di Fudoh di rammentare all'ex-Amministratore chi egli fosse in virtù di un precedente incontro, i due ragazzi esposero quali erano i loro punti di forza, che risultarono essere molto simili.
    Erano entrambi combattenti che eccellevano nel corpo a corpo e in quello si specializzavano.
    Quella era tuttavia forse l'unica cosa che avevano in comune, in quanto anche solo a un'osservazione superficiale parevano individui dalle personalità diametralmente opposte. Il Chunin era tremendamente rigido e serioso, freddo come il ghiaccio di quei lidi, mentre il kiriano pareva un tipo molto rilassato e socievole, spensierato. Forse anche un po' tonto, ma era presto per dirlo. Tra di loro c'era l'autoproclamato "pezzo grosso di Oto", il quale enumerò con quasi commovente vanagloria le sue doti senza tuttavia fare dell'aderenza alla realtà il suo cavallo di battaglia.
    Be', sicuramente le affermazioni riguardanti le lucertole e la distruzione indiscriminata erano veritiere, il giovane ne aveva avuto un assaggio di persona. Sulle altre affermazioni si limitò ad annuire con uno scetticismo che era platealmente palese.
    Arrivò dunque il suo turno di parlare, e fu quasi sorpreso di scoprire che il superiore ricordava il suo nome. E lo ricordava addirittura giusto.
    Il rosso, per quanto fosse nuovo di Oto e stesse ancora imparando a conosce meglio i suoi abitanti, e i vari ninja in particolar modo, ormai si era fatto un'idea abbastanza precisa del più importante esponente del clan Yakushi. E, inutile specificarlo, era un'idea quantomai bizzarra. Il solo fatto che si ricordasse il nome di un novellino come lui dopo averlo intravisto una volta in croce, gli sembrava quasi sospetto.
    Non sapeva se accogliere la cosa con soddisfazione o con sana apprensione.
    Esatto confermò.
    Si grattò il mento, quasi soprappensiero.
    Mh. Diciamo che sto ancora sviluppando uno stile mio ben delineato, e ho troppa poca esperienza per poter dire di eccellere in un qualsiasi ambito.
    Tendenzialmente prediligo il confronto sulla corta o medio-corta distanza.
    Riesco a destreggiarmi sia con le armi che a mani nude, e posso essere d'aiuto nell'immobilizzare o intralciare l'avversario.


    Quando arrivò l'Era Glaciale rimase alquanto colpito.
    Di certo non aveva mai visto una imbarcazione fatta quasi interamente di ghiaccio prima, anche se navigare con un mezzo del genere non aveva nulla di pratico o comodo. O sensato, a dirla tutta.
    Trasportava forse del pesce o degli articoli che si deteriorano così rapidamente da necessitare temperature così basse ed una soluzione così drastica?
    Che genere di merce hai detto che trasporta la nave? chiese al Jonin senza staccare gli occhi dal veliero, sempre più incuriosito da quella vicenda.
    Ma anche seccato, diciamoci la verità, perché non era proprio un viaggio all'insegna del relax quello che avevano davanti.

    Mentre il Chunin si avviava in avanscoperta, il rosso e Fudoh restarono indietro a chiedere delucidazioni sulle ultime parole dello Yakushi.
    Questi, infatti, aveva parlato di utilizzi del chakra piuttosto particolari e specifici. Roba che, con tutta la buona volontà, non si poteva apprendere così, improvvisando. Un ninja doveva esservi un minimo introdotto.
    Le basi ci volevano, le basi!
    Si parlava di un controllo del chakra alquanto raffinato, per ampliare le capacità di movimento o di distruzione dello shinobi. Almeno questo era quello che Munisai dedusse, facendo due più due con nozioni di cui aveva solo sentito parlare o aveva letto su qualche pergamena.
    Ma a lui, tutte quelle belle cosine, nessuno le aveva ancora insegnate.
    Febh, non ho la minima idea di cosa tu stia parlando disse serio, con una tale onestà che sarebbe stato o da abbracciare o da prendere a schiaffi.
    O meglio, un'idea ce l'ho, ma sono abbastanza convinto di non essere capace di usare il chakra in quei modi aggiunse, incrociando le braccia e annuendo.



     
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