L'Era GlacialeFebh, Kato, Fudoh e Munisai, al freddo.

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  1. Historia
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    Magistra Vitae

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    Missione tra i ghiacci


    Post 1 ~ Rimpiazzo

    Il giovane lanciò l'ennesimo, fugace sguardo al grande orologio circolare appeso sopra il bancone. Quante volte aveva fatto ormai il giro la lancetta? Troppe, per i suoi gusti. Non importava il paese o l'epoca, in un ufficio pubblico ci sarebbe sempre stata coda, e l'Accademia non faceva eccezione. La fila davanti al ragazzo della Foglia era composta da almeno quattro ninja di diverso grado e provenienza, ciascuno in insofferente attesa per terminare delle pratiche burocratiche di cui avrebbe fatto chiaramente a meno. C'era chi doveva consegnare il rapporto dell'ultima missione svolta, chi una domanda di ferie, chi protestare per uno stipendio arretrato, ed altro ancora. Sporgendosi un poco dalla sua posizione Shin diede un'occhiata rassegnata agli sportelli. Di tre, solamente uno era attualmente operativo. L'unico impiegato rimasto a onore del vero si stava facendo in quattro per cavarsela, come testimoniava il copioso sudore sulla fronte, tentando al contempo di contenere le proteste degli utenti. Da alcune frasi che erano giunte fino a lui, il Kinryu aveva intuito che i suoi colleghi era in "pausa tè". Solo che ormai mancavano da talmente tanto tempo che l'unica spiegazione era che si fossero accorti di averlo finito e fossero andati ad acquistarlo direttamente nel confinante Paese del The. Mentre il ragazzo contava ancora una volta le mattonelle sul pavimento, all'improvviso un turbinio travolse lui e gli altri poveretti in fila costringendolo ad alzare lo sguardo. Come una tempesta, una donna dall'aria incazzata aveva fatto la sua comparsa spalancando la porta e, ignorando bellamente tutti quelli in attesa, si era piazzata davanti al funzionario, sbattendo sul banco un foglio con un gesto plateale. Inammissibile. I-NA-MIS-SI-BI-LE. La kunoichi scandì bene la parola per ribadire il concetto, paralizzando sul nascere con la sua furia qualsiasi protesta per aver non aver rispettato il suo turno. S-si calmi, signorina, cosa suc... Con che coraggio mi avete mandato in missione con una persona del genere? Quel...quel...QUEL BARBONE! Shin alzò un sopracciglio, incuriosito dalla conversazione a senso unico. Per quanto l'impiegato cercasse infatti di farla calmare, quella insisteva, sovrastandolo con la voce fino a divenire stridula. Passi la pulizia, passino gli abiti, ma la tartaruga proprio NO! Mi ha leccata, leccata ci rendiamo conto? Che schifo. E la puzza, una cosa insopportabile... Le lamentele proseguirono finché non si fu sfogata del tutto, senza che nel frattempo nessuno dei presenti osasse anche solo respirare troppo forte per timore di divenire il bersaglio della sua ira. Oh, questo comunque è il modulo di rinuncia alla missione, mi metta una timbro che ho fretta... L'ormai miserabile funzionario obbedì senza fiatare, solo per salvarsi da quel supplizio. Quando la donna, finalmente rilassata, lasciò la sala, si udì un sospiro di sollievo collettivo. Bene, dove eravamo rima... La voce morì in gola all'uomo mentre gli occhi scorrevano il foglio che aveva appena approvato. Bianco come chi aveva visto un fantasma, sul punto di piangere, alzò lo sguardo sui presenti, che lo osservavano a loro volta con diverse sfumature di preoccupazione. Yakushi. Febh Yakushi. Abbiamo lasciato Febh Yakushi in missione con solo un chunin e due sbarbatelli. Siamo fottuti. Il piagnucolio dell'uomo fece arretrare i più vicini. Con la coda dell'occhio Shin vide uno degli shinobi al suo fianco eseguire finemente uno scongiuro apotropaico. Un otese, abbandonata con nonchalance la sua posizione, si stava avvicinando alla porta senza dare loro le spalle. E nelle acque confinanti con Kumo per giunta. Una guerra, qui ci scappa una guerra. Mi licenzieranno, ne sono sicuro. Ammesso che esista ancora l'Accademia a quel punto. L'uomo era ormai chiaramente ad un passo da un attacco di panico. Poi, inaspettatamente, il viso gli si illuminò. Gli era evidentemente venuta un'idea per evitare il disastro imminente. Balzando in piedi, si rivolse agli astanti quasi gridando, di un disperato euforico. QUALCHE VOLONTARIO PER UNA MISSIONCINA DI TUTTO RIPOSO, SU AL NORD? PAGA DOPPIA, FERIE GARANTITE UNA VOLTA TORNATI E FARO' LA VOSTRA PRATICA PER PRIMA OGNI VOLTA CHE VERRETE QUI. EH? ALLORA? Quello che seguì fu, contrariamente alle aspettative dell'uomo, un fuggi fuggi generale. L'unico a non muoversi fu il ninja della Foglia, nonostante il suo notevole intuito gli suggerisse di fare altrettanto. D'altro canto non conosceva quel nome, né le sventure ad esso associate, e scappare così senza motivo non era nelle sue corde. Eppure, una parte di sé sentiva che probabilmente se ne sarebbe pentito presto. Con un sorriso da folle, l'impiegato prese a fissarlo. A quanto pare abbiamo un volontario, bene bene! Deglutendo, il Kinryu fece un passo in avanti con la stessa gioia di un condannato diretto al patibolo.

    Il chunin di Konoha aveva trascorso la notte in viaggio. Il ritrovo con gli altri membri della squadra era la mattina successiva, a mille chilometri di distanza. L'unico modo per fare in tempo sarebbe stato volando in linea retta, ignorando fiumi, monti e mari. Per fortuna del funzionario, e forse dell'intero Continente, il giovane poteva farcela, chiedendo un favore alla kitsune giusta. L'enorme volpe era sfrecciata nei cieli che andavano facendosi sempre più scuri al massimo della sua velocità senza risparmiarsi. Dopo aver fieramente opposto resistenza, alla fine il ninja si era lasciato convincere da Anzu a dormire un poco, per non farsi trovare esausto al momento di iniziare la missione. Avvinghiato alla morbida pelliccia, si era concesso un sonno leggero, fino a quando la voce della creatura non l'aveva destato. Ci siamo, quello là sotto è il luogo indicato sulla mappa. Ancora intorpidito, il giovane borbottò qualcosa cambiando lato. Gelida Disperazione... Che nome del cavolo. La volpe atterrò poco fuori dal centro abitato, piegando l'erba giallastra sotto le sue zampe. Sigh, ormai siamo qui, vediamo di fare il nostro lavoro alla svelta e tornarcene a casa. Grazie Anzu, riposati pure adesso. La kitsune piegò appena il capo prima di trasformarsi in una katana, afferrata prontamente in volo dal ragazzo che la legò in cintura. Trovare il porto non fu difficile, bastava scendere il sentiero principale, perché chiamarlo strada sarebbe stato oltremodo generoso, fino al mare. Il Paese delle Risaie non era noto per le sue arti nautiche, e quel posto ne era l'ennesima riprova. La nave sulla quale doveva imbarcarsi era già lì. Enorme, e ghiacciata. Al Kinryu venne da battare i denti solo al pensiero di salire a bordo. Ad attirare la sua attenzione furono però alcune figure ferme davanti al molo, intente a discutere di qualcosa che non colse a causa della distanza. Riconobbe però uno degli shinobi, e gli venne naturale sorridere. Li raggiunse a passo rapido, lasciando bene in vista il suo coprifronte, legato intorno al collo, nel caso gli abiti non fossero sufficienti a identificarlo come alleato. Scusate l'intrusione, sono Kinryu Shin, chunin di Konoha. Mi hanno mandato in sostituzione alla sua compagna. Non era la prima volta che vedeva lo shinobi di Kiri, ma anche se lo fosse stata la descrizione fornita da Kishi era talmente dettagliata, e impietosa, da lasciare poco margine di dubbio. Chinando appena capo e spalle si presentò ai due otesi che non conosceva, scambiando con lo Yotsuki un'occhiata d'intesa. E' un piacere conoscervi, spero che lavoreremo bene insieme. Allora, cosa mi sono perso?
     
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