L'Era GlacialeFebh, Kato, Fudoh e Munisai, al freddo.

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    Missione tra i ghiacci


    Post 2 ~ L'Era Glaciale

    Quello fu il giorno del suo primo incontro con Febh Yakushi. Un giorno che difficilmente il giovane avrebbe dimenticato, indipendentemente dal numero di giorni che la sorte gli avrebbe concesso di vivere. La prima accoglienza non sarebbe stata esattamente cordiale, visto il tono infastidito con cui scaricò prontamente sugli altri partecipanti alla missione il compito di ragguagliarlo, come se si trattasse di chi sa quale incombenza. E l'atteggiamento sarebbe solo peggiorato, passando ad insulti tanto gratuiti come superficiali. Ah, sì figuri, ci mancherebbe... Cercando di mantenere un accenno di rilassato sorriso sul suo volto, il ragazzo si affrettò ad accettare il commento del superiore con tutta la naturalezza di cui era in grado. Non intendeva di certo partire con il piede sbagliato con un compagno di squadra, considerando che sarebbero dovuti rimanere a stretto contatto per il futuro prossimo.

    Il giovane lasciò correre gli occhi sui suoi colleghi mentre venivano redarguiti dal jonin per non essere in grado di padroneggiare correttamente il controllo del chakra. In particolare riservò un sorrisetto di sberleffo per l'amico di Oto, che ormai era chunin. Solo se Febh avesse rivolto lo sguardo verso di lui, interrogandolo più o meno direttamente sulle sue capacità, il foglioso avrebbe preso la parola, ancora una volta accondiscendente davanti allo shinobi dall'aria minacciosa nonostante la corporatura tutt'altro che imponente. Ah, io sono in grado di utilizzare tutti e tre i controlli di base... Nonostante il carattere per nulla accomodante, l'otese si dilungò in una breve spiegazione, a beneficio soprattutto dei due genin. A quanto pareva aveva ben chiaro in cosa consisteva il loro compito, e la modalità per portarlo a termine. Shin sospirò. Aveva sperato che l'indole belligerante fosse un'esclusiva di Kato, ma a quanto pareva era un tratto caratteristico del Villaggio del Suono. A differenza dello Yotsuki tutto dovere e serietà, però, lo Yakushi aveva l'intenzione di divertirsi durante il viaggio. Ovviamente, il Kinryu non aveva la minima idea di cosa intendesse veramente il jonin con "divertimento".

    Che fosse pericoloso, invece, gli fu chiaro fin da subito. Le offese ricche di pathos del capitano, tratte direttamente dal manuale del vero lupo di mare, avevano decisamente il bersaglio sbagliato. Il giovane vide lo spostamento del jonin solo come un'ombra indistinta con la coda dell'occhio, ma venne investito dal portentoso spostamento d'aria che gli procurò una spiacevole pelle d'oca, per metà causata dal freddo e per metà dalla spaventosa dimostrazione di forza. Scambiando un'occhiata interrogativa con l'amico del Suono, sarebbe quindi salito a bordo tramite la passarella messa gentilmente a disposizione dalla ciurma, troppo sorpreso per anche solo pensare di imitarlo.

    La nave in sé era sorprendente. Il suo essere scolpita nel ghiaccio la rendeva meravigliosa alla vista, sebbene ciò comportasse più di un inconveniente, come avrebbe scoperto ben presto a sue spese il chunin. Anche le dimensioni erano strabilianti, quasi eccessive, e i trenta uomini dell'equipaggio sembravano addirittura pochi in rapporto alla sua stazza. I singolari personaggi che si alternavano sui ponti e sottocoperta avrebbero incuriosito il Kinryu, ma il tempo a disposizione per socializzare sarebbe stato molto meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi da una semplice missione di protezione. Per un motivo completamente sconosciuto allo shinobi, infatti, lo Yakushi iniziò ad assegnare loro un compito dopo l'altro, alcuni dei quali di dubbia utilità considerando l'ambiente su cui si trovavano. Shin non protestò, non avrebbe di certo messo in dubbio l'autorità di un superiore che intendeva "allenarli", ma mentre passava lo straccio avrebbe sospirato più di una volta, come era suo solito. Al termine della mattinata ormai la parte assegnata al foglioso brillava, più di quanto non facesse già di suo naturalmente il ghiaccio si intende, ma in compenso il giovane aveva guadagnato un principio di assideramento alle estremità. I pesi non erano stati invece così traumatici come forse il superiore progettava, essendo Shin abituato a portarli per i suoi addestramenti nelle arti marziali, ma ciò non l'avrebbe salvato dalla stanchezza e dall'indolenzimento alle spalle, solo parzialmente lenito dall'effetto anestetizzante del freddo.

    Durante la breve pausa pranzo approfittò avidamente del calore in rapida diminuzione del modesto piatto che era stato loro servito dal muscoloso cuoco, presentatosi come Dororo. Solo se fosse stato sicuro che il tremendo jonin si trovasse ben oltre la portata del suo orecchio si sarebbe azzardato a mormorare sottovoce all'amico. Beh, persona a modo questo Febh, eh? L'intonazione sulla parola modo poteva assumere una pletora di sfumature il cui unico limite era solo la malignità dell'ascoltatore. Tra una cucchiaiata e l'altra avrebbe chiesto al compagno informazioni sul jonin, che proveniva dal suo stesso villaggio, e più in generale come se la passasse ultimamente, aggiornandolo a sua volta delle poche novità.

    Infine, giunse l'ora del vero addestramento. A quanto pareva doveva stargli veramente antipatico, anche se probabilmente il suo odio era dovuto principalmente alla sua appartenenza, a giudicare da come apostrofò il capo villaggio. Non che potesse dargli del tutto torto visto i loro trascorsi. Il chunin avrebbe ignorato la punzecchiatura gratuita, finendo invece per sminuire le proprie capacità, ma non avrebbe neanche cercato di salvare le apparenze. Ah, a dire il vero non siamo esattamente in ottimi rapporti... Aveva inconsciamente assunto lo stesso tono di qualcuno dispiaciuto di deludere le aspettative di un conoscente. La successiva proposta allettò il Kinryu, che era alla continua ricerca di un modo per migliorarsi, desideroso di divenire più forte. Da qualche parte nel suo subconscio, sapeva che era una cattiva idea. Una pessima idea. Un'orribile idea. Purtroppo la sua voce non era abbastanza forte da sovrastare il desiderio del ragazzo di mettersi alla prova. Tutto ciò che il suo istinto di conservazione poté fare fu confabulare in un angolino della sua coscienza che se ne sarebbe pentito. Uh, sarebbe fantastico! La ringrazio per l'offerta, Febh-sama! O preferisce sensei? Ormai la sua sorte era segnata.
     
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