La Vendetta della Sabbia

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  1. Boreanz
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    [Palazzo del Vento, Sunagakure, Paese del Vento]


    L'occhio vitreo del Daimyo riacquistò vigore quando il piccolo prodigio della Sabbia menzionò Himotara.

    « Himotara... già. Ti sei accorto della spilla. Le informazioni nel tuo fascicolo non rendono giustizia alle tue capacità percettive. », commentò, con un mezzo sorriso, ma subito l'espressione affranta riprese il posto sul volto dell'uomo. Hohenheim aveva a disposizione informazioni che, per quanto accurate, erano al più sommarie e in definitiva non utili. Già, con quei terroristi era così. Proprio per il loro agire caotico, nessuno sapeva nulla di loro. Al contrario dell'avida Organizzazione di Ame, che era un presenza costante nell'immaginario collettivo. Al contrario di Hayate, le cui litanie sull'immortalità imbevevano più di uno sciroccato da angolo ad angolo del continente.

    Kurotenpi era invece un enigma.

    « Devi essere più cauto con le parole, giovane Kakita. Non dimenticare l'identità di chi ti parla. » L'uomo inarcò un sopracciglio sottile, un gesto che creò curiose curve nella sua cute impregnata di balsamo. « Non ci sono ninja nel clan Tenzo. La politica è la nostra arma. Se uno di noi fosse assassinato, tutto il Vento lo saprebbe nell'arco di una giornata. » la sua voce tremò.

    « Era mia figlia. Una bastarda, nata da una notte con una ambasciatrice della Neve. » Il Daimyo si alzò dalla scrivania e si avvicinò al corpo martoriato della giovane, chinandosi di fianco a lei ed accarezzandole amorevolmente una guancia. « E' gelida ora, ma un tempo la sua risata era più calda del sole dell'Anauroch. Aveva anche un certo talento con le spade, eh, Karumi? »

    « La Prima Sacerdotessa dei Danzatori ne aveva stima, ma a suo giudizio avrebbe avuto bisogno di almeno altri dieci anni per sviluppare la sua forma e perfezionare il proprio ritmo. »

    La Guardia di Palazzo aveva una voce inconfondibilmente femminile, fredda ma bellissima come una raffinata mattina d'inverno, e accarezzò le orecchie del giovane Hohenheim come un fiocco di neve.

    « Già. E ora potrà solo nutrire i vermi quando non ci sarai più tu a impedire che il tempo corrompa le sue carni. » Shiratoshi Tenzo si alzò, e questa volta le sue spalle non erano quelle di un genitore, ma quelle di uno degli uomini più influenti del continente. Ancora non si voltò verso Hohenheim. « Non mi interessa il Flagello Immortale, Hohenheim. Oramai è famigerato come Orochimaru ai suoi tempi o forse più. E' un problema di tutti, e quindi non mio. »

    Si voltò di scatto e in due passi fu addosso al piccolo jonin. Gli mise entrambe le mani sulle spalle e lo guardò dritto in faccia, con occhio spalancati all'inverosimile e un ringhio folle dipinto in volto.

    « VOGLIO VENDETTA PER IL MIO SANGUE. »

    [...]

    [Valico ad Est, Sunagakure, Paese del Vento]



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    « Si tratta di una missione di classe S, Hohenheim. » Karumi aveva scortato Hohenheim fuori dalla stanza pochi attimi dopo la rivelazione del Daimyo. « Shiratoshi-dono è un uomo potente, ma in un momento come questo non può permettersi di arginare suo fratello e dichiarare guerra a un'organizzazione terroristica allo stesso tempo. Tutte le risorse di Suna, ufficialmente, devono essere rivolte al conflitto che incombe con Ame e i suoi alleati. » Le parole di lei scorrevano veloci e leggere, mentre la brezza della notte li accarezzava entrambi. Davanti a loro si stendeva poco più di un centinaio di chilometri di deserto sempre più roccioso e meno sabbioso man mano che si avanzava. Le rocce poi diventano montagne, e da lì iniziava il Paese dei Fiumi. « Due jonin invece che quattro, come ci è stato insegnato. Il Daimyo è convinto che un prodigio dei manipolatori dell'argilla esplosiva e una Guardia di Palazzo basteranno per ciò che ha in mente. »

    Karumi, la mascherata Karumi, si muoveva leggera sul manto sabbioso e, per quanto non stesse correndo, era necessaria concentrazione per mantenere il passo con lei.

    « Combattere il caos con il caos. Far collassare Kurotenpi dall'interno. Siamo riusciti a infiltrare sette uomini nell'organizzazione negli ultimi due anni e a grandi linee siamo riusciti a capire come agiscono. » Si voltò a guardarlo, e benché i suoi lineamenti fossero impossibili da scorgere, ella emanava una adamantina determinazione a compiere il proprio dovere.

    « Se accetti la missione, sappi che non comparirà nell'archivio del villaggio. Non verrai pagato. Al momento risulta che tu stia proteggendo una carovana in viaggio verso Sanbashi. Sei stato selezionato perché Shiratoshi-dono ha adocchiato il tuo profilo e pensa che potresti tornargli utile in futuro nei grandi giochi politici del continente... » Il significato di quelle parole era tutto da interpretare. « ...ma prima vuole essere sicuro che le tue spalle siano in grado di reggere il peso terribile che questo comporterebbe. Questa missione è un test, Hohenheim. Il fatto che il Daimyo sia genuinamente affranto per la morte di sua figlia non ha nulla a che vedere con la proposta che ti ha fatto. » Test, mezze verità, confessioni per nascondere giochi più grandi... il jonin di Suna aveva forse fatto esperienza di tutto questo a Kusa, ma come se la sarebbe cavata ora che il metro di giudizio era in mano al supremo comandante a cui egli doveva la propria fedeltà?

    Dopo quelle parole, la Guardia di Palazzo rimase immobile. Solo se Hohenheim avesse accettato, ella si sarebbe voltata verso di lui e gli avrebbe lanciato un piccolo oggetto. Se il Kakita lo avesse afferrato, i suoi occhi avrebbero potuto posarsi su una serie di carte ninja del tutto bianche. Uno schiocco di dita da parte di Karumi e sottili venature di inchiostro azzurro presero vita sulla carta, muovendosi con ordine fino a disegnare una complicata ragnatela di informazioni che, come Hohenheim avrebbe compreso, avevano richiesto anni e vite ninja per essere raccolte [Carte Ninja].

    Rapporto di Enoda Chikuma, Chunin, 29 anni: "Sono dappertutto. L'Accademia non ha la minima idea della minaccia che rappresentano. Ho incontrato un gruppo di tre affiliati dopo che avevano distrutto una carovana proveniente da Ame. Mi sono unito a loro dando il colpo di grazia ad una ragazza che avevano seviziato. Si fanno chiamare Demolitori... a mio avviso solo i genin più dotati potrebbero sopravvivere ad un duello contro uno di loro. Li seguo preparandomi al peggio."

    Rapporto di Takeshi Akasuna, Chunin, 17 anni: "Ho appena visto una donna infilare il proprio braccio prostetico nel ventre di un uomo e fare esplodere la cartabomba che aveva in mano, tutto perché lui non aveva distrutto l'avamposto postale a sud del Paese del Fiume. I suoi compagni di missione si sono semplicemente messi a ridere. Uno ha iniziato a raccogliere le dita del cadavere. Hanno sguardi crudeli e folli. Penso che non si fermerebbero nemmeno di fronte al terrore delle mie Marionette, ma la donna riesce a comandarli. Credo sia la stessa che è stata avvistata ad Himotara. "

    Rapporto di Yusuke Rengo, Genin, 54 anni: "Sono vivo per miracolo. Un uomo che sembrava fatto di fiamme ha appena incenerito quattro jonin di Kusa e svariati ettari di granturco a sud del Paese dell'Artiglio. Mi sono accorto in tempo della sua presenza a causa del silenzio: tutte le voci che ancora mi tormentano a causa delle torture di quello Yamanaka traditore sono state "bruciate" al suo passaggio. Non ho mai percepito nulla di simile... forse il Kazekage potrebbe fare qualcosa se non stesse così male... "
    Non sarebbe stato complesso per il piccolo jonin cogliere le diverse sfumature di terrore che la parola Kurotenpi avrebbe potuto suscitare nei più, se solo si fossero accorti della presenza dell'organizzazione.

    « Agiscono come cani sciolti, ma Shiratoshi-dono è convinto che ci sia un capo. C'è sempre un capo. La nostra missione è infiltrarci dentro Kurotenpi e scoprirne il nascondiglio. Abbiamo settantadue ore. Se avremo successo, dovremo fare rapporto e valutare le nostre possibilità di assassinarlo. »

    Le mani di lei svanirono nella veste, consegnando a Hohenheim una maschera cornuta del tutto simile alla sua [Maschera [Protezione]].

    « L'omicidio è la mia arte. Tu creami una occasione. »

    Il manipolatore di argilla esplosiva non poteva vedere gli occhi di lei, ma la sua voce era calma, bassa, e sicura di sé. Non era la voce di chi si stava vantando, ma di chi stava esponendo il succo del miglior piano per avere successo.

    « Ora muoviamoci, il rapporto di Yusuke suggerisce che ci sia movimento all'Artiglio. E ricorda: in questa missione non siamo ninja di Suna. »

    [Confine Meridionale, Paese dell'Artiglio]

    Se Hohenheim avesse ammesso di possedere i mezzi per calcare i cieli, i due sarebbero arrivati al confine in poche ore, che il jonin avrebbe potuto sfruttare in diversi modi, ivi inclusa la possibilità di conversare con la Guardia di Palazzo, che in assenza di stimoli esterni sarebbe rimasta taciturna a lucidare alcuni spiedi e altre armi taglienti dalle forme arzigogolate.

    Dall'alto non sarebbe stato difficile scorgere, in vari luoghi vicino al confine, diverse nubi di fumo ascendere dalla foresta, di cui due particolarmente intense: una a ovest, verso il Paese della Zanna, ed una a Est, verso la Pioggia. Stava ad Hohenheim scegliere il da farsi.

    Se invece i due avessero avanzato a piedi, anche correndo avrebbero impiegato più tempo: al loro arrivo, oltre a necessitare di una bevuta d'acqua e di qualche minuto di riposo per riprendere il fiato [-2 tacche alla Resistenza per l'affaticamento finché non vi riposate per una scena], avrebbero trovato una vasta porzione di foresta completamente bruciata. Cenere bianca ovunque e animali che ancora cercavano di uscire, sbucando fuori e, loro malgrado, dirigendosi verso il deserto dell'Anauroch. In tal caso, se non avessero perso tempo a riposarsi, un orecchio sovra sviluppato [Percezione 12 o Investigatore] avrebbe consentito di percepire quella che sembrava l'eco di una risata a diverse decine di metri dentro quell'inferno bianco.

    Che fare, considerato qual'era la loro missione?

    *****

    Già prima di sbucare dal bosco e raggiungere la sommità della collina indicata nella lettera, il tetro pellegrino aveva una chiara idea dello scenario che avrebbe potuto vedere. La visione del futuro che aveva avuto dove alcuni uomini di potere avevano una mano alzata e altri no non poteva che alludere ad uno scenario di conflitto. Quello era il motivo per cui Rittoru aveva cercato, fallendo, di far sì che il Flagello tornasse nel passato per arginare la minaccia del grande dragone nero come la notte scatenato dal possessore dell'Ubiquità sul Villaggio del Gelo. Quello era il motivo per cui il continente si preparava alla guerra.

    E sulla mappa era segnata una zona particolarmente vulnerabile per il Paese del Fuoco.

    Aveva percepito decine di anime di vario valore, da formiche a valenti guerrieri (per quanto mortali e dunque sempre formiche), raggruppate in uno strutturato accampamento alle pendici della collina. Chakra di colori diversi, che raccontavano di storie differenti e provenienze da mezzo continente, erano tutte mescolati lì, come un libro aperto alla mente del Flagello Immortale.

    Uscito dalla boscaglia, come al solito ricoperto dei più potenti sigilli che era in grado di preparare, Jeral notò immediatamente la presenza di un piccolo villaggio a sud, oltre il confine, ma la sua mente registrò quell'informazione come secondaria data la presenza dell'individuo che lo attendeva sulla sommità della collina. Era vestito di nero, come lui, ed era enorme. Sedeva per terra, di spalle, e sembrava osservare la vita che scorreva davanti a lui. C'era qualcosa di pericoloso nella sua postura, a cominciare dalla sua innaturale immobilità e completo silenzio, fino alle due mastodontiche lame conficcate a terra a qualche metro dalla sua schiena.

    « ... »

    Quando il Flagello fu ad una decina di metri dalle lame, accaddero due cose: Jeral notò che la pelle dell'uomo sembrava accarezzata da uno strato di nebbia che la lambiva pigramente, ma quando una nube passeggera coprì per un istante il sole quell'immagine svanì, e una delle lame tremò senza alcun preavviso, illuminandosi di luce propria. In quel momento, il tetro pellegrino notò che le due lame, oltre ad essere enormi, recavano elaborati intarsi differenti l'una dall'altra, qualcosa che le rendeva per aspetto del tutto altra cosa rispetto alla Lama delle Tempeste che il Flagello medesimo brandiva. Nondimeno, gli parvero strumenti di foggia eccellente e che, soprattutto, veicolavano un grande potere. Probabilmente solo un guerriero forte come un toro o più avrebbe potuto impugnarle, ma quello, concluse Jeral spostando i suoi occhi scintillanti di nuovo sull'uomo di spalle, probabilmente non era un problema per lui.

    In quel momento l'uomo si alzò e Jeral poté vedere che, nonostante lui fosse alto poco meno di un metro e novanta, l'altro lo sovrastasse di quasi venti centimetri. Aveva lineamenti affilati e nobili, di un principe guerriero, e una fluente chioma del colore della neve ad incorniciare la propria fronte. Sembrava alla soglia dei quarant'anni, anche se le sue movenze tradivano un vigore all'assoluto apice dell'essere umano. Questi fissò l'Immortale con occhi di fuoco, letteralmente dotati di iridi del colore di rubini accesi. Il Flagello ricambiò lo sguardo con tranquillità, lasciando che egli potesse scrutare l'inferno che promettevano i propri occhi color ametista.

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    L'altro sembrò valutarlo per qualche istante, ma poco dopo parlò.

    Aveva la voce di un vulcano in eruzione, profonda e imperiosa come quella di chi è uso a comandare eserciti, eppure il Flagello udì una distinta nota di rispetto nel modo in cui Strage - così si era presentato l'uomo - si rivolgeva a lui. Si rivolse all'Immortale riconoscendolo come un emissario del Caos, il che era vero in un certo qual modo, nella misura in cui una divinità può incarnare più concetti astratti nella propria persona.

    « Sai chi sono. », rispose il Flagello, apparentemente ignorando la domanda dell'uomo. In lui scorgeva una forza prodigiosaPercezione del Chakra.. « E senza farti scudo di altri mi hai invitato qui. », aggiunse, indicando le centinaia di anime oltre la collina con un cenno di capo. Aveva la sensazione di avere di fronte a sé un guerriero per certi versi affine alla propria ideologia. In più questi non era stato tanto sciocco da mancargli di rispetto. C'erano le basi per un incontro costruttivo.

    « Ascolterò la tua proposta. »

    Come sempre, Jeral dettava le regole.

    Egli era pronto a combattere seduta stante alla morte per un capriccio.

    Egli era il Flagello Immortale.



    OFF GAME OFF GAME

    Jeral, Flagello Immortale

    Nukenin S | Energia Nera


    Vitalità: 20/20
    Danni: /
    Status: /
    Buff: Rigenerazione x5 (Vitalità ed Energia Vitale);
    Rigenerazione x 1.5 (Chakra)


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    Chakra: 1500/1500
    Spese di Chakra: /

    _________________

    Angolo Commenti QM

    La cena è servita: complotti alle tue spalle, compagna di tutto spessore al tuo fianco e un oceano di problemi davanti a te. Fammi un bel post introspettivo sulla base delle varie scene descritte e mostrami come Hohe prende in mano la situazione! (Se così sceglie...)

    Angolo Commenti Player

    Dai cazzo!!



    Edited by Boreanz - 21/10/2018, 03:33
     
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27 replies since 5/10/2018, 00:24   1059 views
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