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    Due Clan




    Le notizie brutte non erano facili da dare, lo sapeva bene Raizen Ikigami che aveva dovuto darne fin troppe, purtroppo per lui, e si sapeva, le brutte notizie arrivavano sempre ad ora tarda, quel giorno all’una del mattino.
    Davanti ai due si sentiva quasi a disagio, in parte colpevole, anche se come sarebbe stato ovvio successivamente non poteva avere la minima colpa, nessuno poteva.
    Nonostante l’ora tarda l’Hokage era ben presente, e sembrava che l’essere sveglio a quell’ora non nuocesse minimamente alle sue capacità, pareva esserci abituato.

    In questi casi qualsiasi parola è sempre di troppo, non indugerò oltre quindi...

    Alinamaru forse poteva venir colto del tutto alla sprovvista, dopotutto era stato buttato giù dal letto in tutta fretta e con poche spiegazioni, Murasaki però durante il tragitto per l’amministrazione aveva visto che il clan era in tumulto, anche se dovendosi recare al palazzo non aveva avuto tempo di interagire con nessuno.

    Più o meno un ora fa, Tomoe Hyuuga, intenta nello studio di un particolare manoscritto pare si sia imbattuta in qualcosa di estremamente pericoloso.
    Non sappiamo ancora se per curiosità o per reale intenzione o semplicemente per errore, ma un fuuinjutsu, la cui attivazione è impostata sulla lettura della suddetta pagina, è stato attivato.
    Un fuuinjutsu potente.


    Inspirò.
    A quel punto era chiara la ragione per la quale il clan fosse in tumulto e perché non fosse riuscita a vedere Genji tra gli altri esponenti.
    Anche le corde più forti del ninja più potente possono rivelarsi punti deboli.

    Ha risvegliato forzatamente il Byakugan, e dalle sue azioni sembra che l’abbia privata della ragione, i primi ad entrare in contatto con lei sono stati Zenko e Ryobe Nara.
    Sono entrambi deceduti.


    Strinse le labbra.

    Mi dispiace.

    Avrebbe proseguito solo dopo qualche secondo di silenzio.

    Non sarà semplice, ma… Murasaki, sei qui perché è di tua sorella che si tratta, se qualcuno può far combattere la sua volontà sei tu.
    Alinamaru, il clan ha espressamente chiesto di te.
    Recatevi al bosco dei Nara, troverete li il vostro obiettivo.


    Guardò entrambi, ciò che mostrava il suo sguardo tagliente andava oltre la fiducia e l’incoraggiamento, era certezza.

    Buona fortuna.

    Mai come in quella notte il bosco dei nara sarebbe sembrato tetro, non era una notte di luna piena, ma la luce del satellite era sufficiente da far stagliare le affilate dita dei rami spogli di foglie contro il cielo sereno.
    Fatta eccezione per l’aria pesante tutto sembrava normale, fino a quando una manciata di rami non si sarebbe mossa, portandosi con un guizzo davanti ai due.
    Diventò subito ovvio che era uno dei cervi che popolavano il bosco.

    Non potete entrare.

    Un esemplare di modeste dimensioni, ma dal portamento fiero, nonostante stesse di fatto impedendo ai due di portare a compimento il loro dovere.

    Non per ora almeno.
    Un Nara dentro al bosco secolare è imbattibile.
    Ma tu non sei un Nara, saresti solo una preda.


    Se i due si fossero mostrati frettolosi il cervo avrebbe riconfermato la sua posizione.

    Non occorre entrare, l’umana è tra le corna del primo, non fuggirà.
    Ma di questo passo morirà.


    Erano ad un vicolo cieco, cosa potevano fare?
    Dar battaglia al cervo, anche da ciò che sapeva lo svogliato Alinamaru, era inutile, seppure avessero avuto le forze per sottomettere quello che sembrava un discreto maschio alfa la foresta pullulava di esemplari forti quanto e più di lui.
     
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    Finalmente stava riuscendo a prendere sonno. Erano ormai due ore che si trovava sdraiato a letto sotto le coperte senza però riuscire a prendere sonno. E allora pensava, si faceva dei completi viaggi mentali su qualsiasi cosa, e di conseguenza gli veniva ancora meno sonno. Per questo quando bussarono con prepotenza alla porta di casa sua non si scompose troppo Chi cazzo è a quest'ora... Si tirò su dal letto e scalzo e in mutande aprì la porta: davanti a lui c'era un giovane ragazzino con il fiatone e apparentemente agitato Alinamaru-kun, sei urgentemente richiesto nell'ufficio dell'Hokage, ti sta già aspettando. E' urgente Il nara lo guardò per un po', dopo di che indietreggiò e prima di chiudere la porta in faccia al ragazzino avrebbe solo detto Va bene
    Non sembrò essere particolarmente preoccupato o eccitato per un'improvvisa convocazione dall'Hokage: probabilmente era così stufo di starsene a letto a non dormire che quell'impegno in tarda notte gli sembrò più una manna dal cielo. Nel profondo silenzio del villaggio di notte, Alinamaru si preparò velocemente e in pochi minuti si trovò fuori casa. Con sè aveva tutto il suo equipaggiamento, non sapeva cosa stesse per succedere e quindi si vestì con il suo kimono nero, il suo cappello di paglia e la sua giacca lunga di colora rosa con temi floreali, che gli fungeva da mantello visto la sua lunghezza.

    Camminava tranquillo per le strade desolate e semibuie di Konoha: lui in realtà non aveva fretta, l'Hokage avrebbe aspettato due minuti in più senza problemi. Quella passeggiatina lo svegliò e l'aria fresca e frizzante quasi lo rinvigorì. Arrivò dal palazzo dell'amministrazione di Konoha, un edificio imponente con all'ultimo piano l'ufficio dell'Hokage Raizen Ikigami: da lì in basso guardando in alto si poteva vedere che nel suo ufficio c'era una luce accesa, fose l'unica dell'intero palazzo. Lo stavano aspettando davvero.

    Si fece accompagnare all'ultimo piano da una donna che lo stava aspettando nel salone d'ingesso semidesolato dell'amministrazione; gli aprì la porta dell'ufficio e così Alinamaru arrivò alla convocazione Hokage-sama Fece un leggero inchino e si andò a sedere sull'unica sedia a disposizione: oltre all'imponente figura di Raizen, che aveva visto solo raramente in qualche evento pubblico, era presente anche una ragazza e al primo sguardo capì che si trattasse di una Hyuga più giovane di lui di qualche anno.
    In quella stanza la tensione si poteva tagliare, perchè anche Alinamaru nonostante il suo iniziale menefreghismo iniziò a preoccuparsi guardando le facce degli altri due presenti. Poi l'Hokage iniziò a parlare, e subito dopo le sue parole iniziali al Nara venne da deglutire immediatamente. Non si prospettava sulla di buono.

    Ascoltò tutto in silenzio con la sua solita faccia da poker, poi piano elencò tutte le cose che avevo sentito: una Hyuga ha attivato un potente fuuinjutsu che le ha risvegliato il Byakugan ed è impazzita. Due persone sono morte a fermarla:
    Zenko e Ryobe Nara.
    Zenco e Ryobe Nara.
    Zenco e Ryobe Nara.
    Impossibile... Ci fu un attimo in cui Alinamaru andò completamente in stand by; il cuore mancò di un battito, il respirò gli mancò e si sentì come precipitare. I suoi due fratelli, Zenco e Ryobe Nara erano morti. Deceduti. Fine della trasmissione. E gli sembrò così assurda come cosa, come da un momento all'altro i tuoi due unici fratelli maggiori, con cui ha passato quasi tutta la vita assieme, che erano ninja esemplari per il clan Nara potessero morire. Non avevano mai avuto quel bel rapporto fraterno che tutti sperano di avere, a dire il vero ad Alinamaru stavano pure antipatici, forse anche per causa loro se ne andò via dalla sicurezza del quartiere Nara. Però erano i suoi fratelli, e gli voleva bene. E automaticamente pensò a sua mamma, suo papà e a tutto il clan Nara, che stranamente chiesero espressamente di lui per andare a risolvere la questione. Ma la domanda era: di che questione si parlava? Per Alinamaru sia la Hyuga impossessata sia tutto quel clan poteva anche estinguersi che tanto non erano fatti suoi. Cosa centravano i Nara in questa questione?

    L'Hokage li congedò soltanto con un buona fortuna, nessuna informazione in più e nient'altro da dire. Così Alinamaru si trovò insieme alla Hyuga, sorella della carnefice dei suoi due fratelli, nel bosco del suo clan. Quella era casa sua, quante volte da piccolo si inoltrava poco dopo le recinzioni del suo quartiere per arrampicarsi su qualche albero o andare a dare da mangiare ai tanto speciali cervi che popolavano quel bosco. Era uno dei pochi posti al mondo in cui stava veramente bene con sè stesso, se non forse l'unico.
    Ogni tanto Alinamaru dava un'occhiata alla ragazza di cui non sapeva neanche il nome, ma non le parlò. Non adesso. Lui ancora stava pensando e ripensando al decesso dei suoi due fratelli, e alla sofferenza che doveva adesso regnare in casa sua, ed era quello che lo faceva soffrire e preoccupare di più: la sofferenza dei suoi genitori. Perchè nonostante Alinamaru fosse la pecora nera di quella famiglia, lui voleva bene a tutti per tutto l'affetto che gli avevano dato. Semplicemente non gli stavano simpatici.
    E mentre i due genin della foglia stavano traversando il bosco secolare dei Nara in quella tetra e buia notte, dei rumori attorno a loro attirarono l'attenzione. Dal nulla sbucò un bellissimo esemplare di cervo che bloccò la strada e poi parlò. Non sembrava essere per niente simpatico, e fermo sul suo posto negava di proseguire ai due
    Ma che bastardo, io non sarei un Nara? Quella frase del cervo Alinamaru proprio non la mandò giù: lui era fiero delle sue origini e del suo clan, nessuno doveva osare a negargli quella sua unica fortuna.
    Quindi fece una leggera smorfia, si protese leggermente in avanti e guardò il cervo Allora, so che siete tipi importanti in questo bosco, ma lo sono anche io. Sono Alinamaru Nara, e sono cresciuto in questo bosco. La ragazza che dite di avere è sua sorella, e ha ucciso due Nara, i miei due fratelli Zenco e Ryobe. L'intero clan mi ha richiesto sul luogo, non penso sia un problema per noi proseguire Si stava comportando come se Murasaki non esistesse, anche mentre parlava al cervo parlava di sua sorella come un'assassina, perchè per lui quello era. E di conseguenza sua sorella, Murasaki, non partiva proprio con punti simpatia a suo favore, e Alinamaru non era proprio un tipo simpatico se la situazione non lo richiedeva. Si rimise a parlare con il cervo, questa volta con voce più calma e profondaNon mi scontrerei mai con uno di voi, siete animali sacri per me. Fateci passare per favore, noi possiamo risolvere questa situazione che tanto sta turbando i nostri clan e questo bosco
     
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    Sta per succedere qualcosa, bambina mia.

    Non le capitava quasi mai di sognare, tantomeno con quel livello di dettaglio. Il volto di sua nonna, su cui regnava un sorriso disteso, era stato riprodotto dalla sua mente con cura maniacale, a tratti inquietante. La donna alzò la mano destra, portandola sulla guancia della nipote. Murasaki ricordava quel gesto, e ricordava la sensazione di protezione che solo esso sapeva donarle. Kaori Hyuga, madre di Genji, era stata durante la sua vita il centro focale del Clan, polo attorno a cui tutti si raccoglievano con naturalezza, come se la donna fosse nata per esserne il centro di gravità. Nei lunghi e bui anni dopo la sua morte, più persone avevano provato a prendere quella posizione per sé, fallendo miseramente ogni volta. Così Kaori era rimasta a imperitura memoria icona spirituale degli Hyuga, titolo che manteneva indiscusso. E Murasaki avrebbe presto capito il motivo per cui era stata proprio lei a palesarsi, in quella che sarebbe stata la notte più difficile del Clan.

    Cosa accade, nonna? Ditemelo, io...
    C'è qualcosa che agita l'atmosfera, lo sento nella terra, lo avverto nell'aria. Arriverà, e porterà rovina su tutti noi.

    L'anziana si voltò verso la ragazza, con un'improvvisa smorfia di terrore dipinta in volto. Le vene gonfie attorno agli occhi segnalavano l'attivazione del byakugan, mentre la fronte veniva imperlata di sudore freddo.

    È successo, Murasaki! Murasaki!

    La voce nel sogno si fece lontana, trasformandosi in un'eco sempre più flebile. Poteva ancora capire che Kaori la stava chiamando, sentiva il suo nome rimbombare, ritmico. Poi la voce si fece nuovamente forte, ed estremamente vicina. Qualcuno la stava scuotendo.

    Murasaki-sama! Murasaki-sama!

    Spalancò gli occhi. Dalla finestra, rigorosamente con i tendaggi aperti, entrava un flebile raggio di luna, che illuminava la stanza di una lattiginosa luce notturna. Non poteva essere più tardi delle tre di notte, a giudicare dalla profondità del buio che inghiottiva l'esterno dell'abitazione. Assonnata, Murasaki si voltò, trovando a pochi centimetri dal suo viso quello paonazzo di una delle ragazze della servitù. Non ne ricordava il nome, pensò.

    Cosa ti ha portato a essere sveglia a quest'ora della notte? Dimmi, è successo qualcosa? Un'irruzione?

    La ragazza deglutì, e dal momento in cui ella aprì bocca cominciò l'ora più dolorosa che la ragazza avesse mai vissuto.

    [...]

    Sedeva composta nell'ufficio di Raizen, muovendo la gamba destra in modo ritmico. Di fronte a lei, l'Hokage manteneva un'aria greve e composta, ben lontana dalla sua normale facies. Stavano aspettando qualcuno, o così alla ragazza era parso di sentire sopra al suono incessante del cuore che le rimbalzava frenetico in petto, coprendo qualsiasi rumore esterno. Aveva percorso le strade del quartiere Hyuga di corsa, dopo aver infilato di fretta un haori sopra la veste da notte. Aveva cercato suo padre, scandagliando accuratamente ogni impronta di chakra presente nel raggio di un chilometro, ma pareva che Genji Hyuga quella notte fosse introvabile. Una serie di insoliti avvenimenti l'aveva condotta in quella stanza, su quella sedia, a cospetto del capovillaggio. E ora aspettavano, senza che Murasaki sapesse chi.

    Finalmente.

    Una voce giunse dal fondo, informando i presenti che anche l'ultimo componente era arrivato. Murasaki deglutì, mentre Raizen iniziava il suo discorso. Udì qualche parola, almeno fino al momento dalla bocca del Kage uscì un nome: Tomoe Hyuga. Perse un battito, mentre la mente si svuotava e il suo corpo si faceva leggero, quasi avesse smesso di esistere in quella dimensione. Poteva vedere Raizen continuare a parlare, riusciva a sentire i suoi che egli produceva, ma il suo cervello non riusciva a elaborarne il significato. Tomoe, fuuinjutsu, byakugan, Nara, deceduti. Qualche parola sparsa per descrivere l'orrore che stava per abbattersi sulle vite dei convenuti. Avrebbe dovuto urlare, alzarsi e scappare da quel posto. Avrebbe voluto. Eppure era lì, immobile, a farsi colpire da parole che pesavano più di macigni. L'augurio dell'Hokage concluse il discorso. Murasaki si alzò e iniziò a camminare, lontano da quella stanza e da quelle parole. Guardò appena Alinamaru, l'uomo che era con lei, ma percepì che entrambi si dirigevano nella stessa direzione. Ogni passo diventava meno pesante di quello precedente, mentre lo shock lasciava il passo alla paura e all'urgenza. Doveva arrivare al bosco dei Nara, e doveva farlo nel minore tempo possibile. In breve si ritrovò quasi a correre, con le gambe che si muovevano velocemente e il respiro affannoso. Seppe di essere arrivata quando di fronte ai due si palesò un cervo, mitica bestia del Clan delle ombre di Konoha.
    Sentì le parole di Alinamaru, e fu solo in quel momento che realizzò che le vittime mietute da sua sorella altro non erano che suoi parenti. Per la prima volta si girò a guardare il compagno, incredula di fronte a quelle parole. Cercò nei suoi tratti tracce della sofferenza che immaginò egli provasse, eppure il suo viso risultava stranamente disteso, vista la situazione. All'ennesimo rifiuto del cervo, la ragazza sentì montare dentro una rabbia nuova, figlia del pericolo cui la persona a lei più cara era soggetta. Bastò l'ultima frase a scatenare un innato senso di protezione nella Hyuga, che alzò il braccio destro in direzione dell'animale.

    Potrete anche essere animali sacri per lui, ma io non ho nessun vincolo di devozione che mi leghi a voi. Il sangue del mio sangue è in questi territori, e provo pietà per chiunque cerchi di mettersi fra me e la sua salvezza.

    Il chakra confluìByakugan
    Kekkei Genkai di Konoha

    A Mantenimento

    La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione e un mantenimento. L'attivazione richiede un consumo Basso di chakra; il mantenimento richiede un consumo per ogni round in cui rimane attiva la tecnica speciale, escluso il primo.
    [L'attivazione richiede slot tecnica]

    Livello I (Genin Verde)
    La Percezione ha un bonus di 1.
    La Vista del Vero ha efficacia 10.
    Serie Interminabile ha bonus massimo pari a 2 tacche.
    Serie Interminabile ha bonus massimo pari a 1 slot azione.
    La Vista Telescopica raggiunge 100 metri di distanza.
    Mantenimento: ¼ Basso
    in maniera naturale verso gli occhi bianchi della giovane, aprendo ad essa nuove visuali. Immediatamente cominciò a cercare il chakra della sorella, preparandosi a scandagliareVista Telescopica: L'utilizzatore può attivare la vista telescopica circolare, zoomando gli elementi interessati entro 350° ed attraversando corpi fisici o oscurità; la vista non può attraversare strutture di chakra. Richiede un round di concentrazione; funziona come la normale vista, deve concentrarsi sugli elementi per vederli. Può riconoscere l'impronta di chakra delle persone e il loro 'colore' del chakra, unico per ogni individuo. Spendendo 4 round è possibile osservare ad una distanza decuplicata (x10). con l'occhio della mente quel territorio buio e inesplorato. Guardò nuovamente il cervo.

    Fammi passare, o giuro sui miei antenati che mi farò strada da sola.


    Chakra: 29/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  325
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 375
    Agilità: 375
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Attivazione Byakugan
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 3
    • Kunai × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Cartabomba I × 2
    • Bende Rinforzate × 2
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Wakizashi × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Fumogeno × 2

    Note
    ///


    Edited by Filira - 13/11/2018, 03:38
     
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    Un Passo alla Volta




    Per un momento i due vennero schiacciati dal cervo, non fisicamente, ma furono in grado di sentire chiaramente qualcosa provenire da lui che li avrebbe fatti sentire terribilmente inadatti, come un plebeo conscio della sua natura che per errore ha pestato le scarpe al suo amato re.
    E tra i tre soltanto uno indossava una corona.

    No.
    Non sei un Nara.


    Rimarcò ancora più duramente, ma questa volta sembrava quasi un accusa.

    E l’hai dimostrato nuovamente.

    Che facesse riferimento all'approccio di Alinamaru a quella fastidiosa situazione?
    Fece qualche passo per mettersi ad eguale distanza dai due, ma senza frapporsi tra di loro, mantenendo il contatto visivo senza mostrare paura, persino davanti agli occhi di Murasaki.

    È pericoloso per voi, non siete che vittime.
    Non potete salvarla, e salvare due vite e meglio che sacrificarle per salvarne una contaminata.


    Se la Hyuuga avesse tentato di immolarsi il cervo avrebbe battuto uno zoccolo facendo vibrare il terreno ed alzando da esso quelle che parevano essere radici, o forse corna?
    Non era facile dirlo, ma erano sicuramente pericolosamente appuntite e sembrava che il cervo potesse muoverle ad una velocità discretaVelocità Blu Potenza 30

    Sarei felice di vederti provare.

    Ma non lo disse con reale tono di sfida, il suo era più un avvertimento.
    Intanto Murasaki avrebbe potuto scandagliare con lo sguardo attorno a se, vedendo tutto, senza alcuna barriera se non qualche grosso tronco di quando in quando, per lei il problema però sarebbe stato differente, probabilmente dovuto alla sua esperienza: poteva vedere realmente TUTTO, ma senza concentrarsi su un determinato punto sarebbe stato come cercare di trovare un particolare chicco di sabbia all’interno di un bicchiere allontanandosi anziché avvicinandosi.
    Pazientando però, e seguendo un sentiero di rami e tronchi infranti, avrebbe visto una radura, al limitare della sua visione, poteva scorgere quello spazio vuoto, ma non comprenderlo a pieno, era infatti delimitato da rami irrorati di chakra.

    Smettila di osservare, è inutile.
    Finché il Nara non capirà chi è non potrà passare.
    È qui per questo dopotutto.


    Ma Alinamaru non pareva essere l’unica preoccupazione del maestoso erbivoro.

    L’hai individuata, vero?
    Ma non l’hai scorta.
    È imprigionata.
    E non potrà fuggire, nel suo stato attuale è solo in grado di ferirsi da sola.
    E tu non puoi niente, è più forte di te, non puoi sperare che le parole bastino
    Se ti lasciassi andare saresti tu a doverti difendere.


    Guardò entrambi.

    Cercate la ragione prima della rivalsa.
    Cercate l’efficienza.
    Cercate la risposta a questa domanda: cosa siete adesso?


    Due genin impreparati, che tentavano dove più esperti di loro avevano fallito.

    Chi vi ha preceduto ha lavorato per arrivare a questo punto, ad uno stallo.
    Chi vi ha preceduto non aveva il vantaggio che voi ancora non sapete sfruttare.


    In quel momento il cervo, avrebbe fatto il passo che Alinamaru avrebbe dovuto fare prima di lui.

    Vuoi essere un Nara?
     
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    Post II°




    Che cosa voleva quel dannato cervo da Alinamaru, che cosa voleva?! Quel suo fare da superiore, da so tutto io, da giudice di nessuno stava mandando in bestia il giovane Nara: lui non era come suo padre, come i suoi due poveri fratelli. Lui era un Nara particolare, molto più emotivo e passionale, quasi più irrazionale, cosa strana per i Nara che erano famosi appunto per essere shinobi intelligentissimi ed estremamente razionali. Per carità, appunto grazie ai suoi geni anche Alinamaru era un ragazzo estremamente intelligente, ma a lui piaceva più fare il bad boy, la pecora nera della famiglia.
    La pecora nera dela famiglia Nara, perchè lui è un Nara senza se e senza ma, mai nessuno nella sua vita gli aveva detto di non essere un Nara, e questa sua certezza davanti a quella creatura tanto importante, stava venendo a meno Perchè continua a sostenere che io non sia una Nara. Perchè?! Le parole di quel cervo erano piene di esperienza e consapevolezza di essere superiore ai due Genin. Ogni sua parola era un macigno, e Alinamaru quasi si sentiva oppresso da quelle sue parole.

    Non sembrava assolutamente propenso a far passare i due baldi giovani, tanto da quasi minacciare Murasaki, che nel frattempo attivò il suo Byakugan e iniziò un'accesa discussione con il cervo. Alinamaru la guardava con la coda dell'occhio: sembrava essersi accesa tutta d'un tratto, con l'attivazione della sua tecnica speciale però il cervo la avvertì. Lui non voleva che Alinamaru e Murasaki potessero trovare la morte in quella situazione, ma evidentemente alla ragazza non importava nulla visto che la vittima in quel caso era sua sorella. Fece un passo in avanti e il cervo sbattè lo zoccolo per terra, creando dal terreno un materiale appuntito e pericoloso che sembravano essere proprio delle corna di cervo. Alinamaru non venne toccato da quella tecnica e nemmeno Murasaki; il cervo non voleva fargli male, il suo scopo era solo quello di ostacolarli. Il giovane Nara era ormai spiazzato dalla successione di quei particolari eventi, tanto che quasi non si ricordò nemmeno perchè si trovasse lì, e si chiese se veramente tutto quello aveva un senso. Stava andando a salvare da morte certa l'assassina dei suoi due fratelli. Ma perchè? Perchè il suo clan e la sua famiglia avevano richiesto proprio lui lì? Proprio uno dei pochi Nara che ancora non sapeva utilizzare la famosa tecnica di famiglia, il controllo dell'ombra?
    Alinamaru faceva finta di niente, ma sapeva benissimo perchè il cervo non lo definiva un Nara: in qualche modo doveva saperlo, doveva sapere che Alinamaru non sapeva utilizzare il controllo dell'ombra, e questo lo mandava su tutte le furie. Provava sempre a pensarci poco, ogni tanto quando non sapeva che fare cercava di imparare da sè come poter manipolare la propria ombra, ma sempre senza successo. E allora capì che forse non era uno shinobi abbastanza capace. Era ancora un pivello.
    Forse sarebbe dovuto rimanere nel quartiere con tutta la sua famiglia, forse lì prima o poi avrebbe imparato la loro tecnica speciale. Ma da autodidatta era difficile, se non impossibile.

    Il suo sguardo cambiò per qualche secondo, si potè intravedere della tristezza e della rassegnazione nei suoi occhi. Lui doveva trovarsi a letto in quel momento, non in quella strana e scomoda situazione. Ma non poteva nemmeno andarsene, l'Hokage in persona lo mandò in quel posto insieme alla Hyuga. Tutto ciò doveva avere una spiegazione, e sicuramente la risposta non l'avrebbe trovata a parlare con il cervo. Dovevano proseguire.

    Riabbassò il capo, tanto che con il suo cappello di paglia in testa non gli si poteva vedere il viso. La tristezza e rassegnazione diventarono volontà e determinazione. La Hyuga probabilmente avrebbe potuto notare grazie ai suoi occhi che Alinamaru stava attivando il suo tantien, e tutto il chakra che aveva in corpo si stava quasi come risvegliando: circolava fortissimo in tutto il suo apparato circolatorio, ma stranamente il Nara stava cercando di concentrare il chakra soprattutto nei piedi. Doveva dimostrare di essere un Nara a tutti gli effetti, se no chissà quanto altro tempo sarebbero dovuti rimanere lì a chiacchierare. Doveva riuscire a controllare la sua ombra e farla diventare viva In quale altro posto potrei risvegliare la mia abilità, se non nel bosco dei Nara? Questa sua altra riflessione lo incoraggiò ancora di più, e così il chakra iniziò a circolare ancora più veloce

    Io non voglio essere un Nara...

    Mai Alinamaru si trovò in quello stato prima d'ora. Non era furioso, non era incazzato, non era felice. Era concentrato come non lo era mai stato, e si poteva capire dal suo sguardo. Infatti rialzò il capo facendo vedere il suo volto di pietra, occhi sbarrati e fissi sul cervo

    IO SONO UN NARA
    E se pensi che non lo sia, mettimi alla prova. Non siamo nemici, anzi io e te dovremmo persino essere alleati
    Guardò anche Murasaki Noi tre dovremmo essere alleati. Cosa sono adesso? Sono un Genin del villaggio dela foglia, nonchè componente della famosa famiglia Nara. Tuoi alleati. Sono stati mio padre Ay e mia madre Shina a mandarmi qui da voi. Almeno loro due dovresti conoscerli giusto? Cercò di rallentare leggermente il veloce flusso di chakra che stava scorrendo nel suo corpo, quasi lo stava affaticando E se ancora non mi considerassi un Nara, dammi la possibilità di dimostrartelo qui nel nostro bosco. E aiutaci a salvare la ragazza Hyuga che state tenendo imprigionata

    Cercò di far fluire fuori dai suoi piedi e dal suo corpo chakra per trasmetterlo alla sua ombra, doveva renderla viva Ti dimostrerò di meritarmi l'accesso in questo bosco
     
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    II

    Contaminata.
    Come osava? Come osava appellare sua sorella a quel modo? Ancora più chakra confluì verso i suoi occhi, mentre la sua visione del mondo cambiava, perdendo in colore ma acquisendo in visuale e profondità. Davanti a loro il cervo si ergeva quasi come un guardiano, impedendogli l'ingresso in quel santuario a cielo aperto. L'aria era carica di elettricità, mentre l'animale continuava a inveire contro il Nara.

    Non c'è tempo per tutto questo.

    Sibilò, lanciandosi in avanti.
    Poteva vedere attraverso la carne, i muscoli e le ossa del cervo, pronta a colpirne i punti vitali e farsi strada, anche a corso di farne una carcassa. Fece appena in tempo ad appoggiar il piede sul terreno che il cervo evocò di fronte a sé quelli che sembravano dei rovi, sbarrandole la strada. Si bloccò, osservando con furia l'animale.
    Perché? Perché questo doveva accadere a lei, a sua sorella? Pensò a Tomoe, a quanto avesse sempre temuto il potere che i suoi occhi celavano, tanto da costringersi ad una vita lontano da qualsiasi stimolo combattivo, in modo da mantenerlo sopito. A quanto odiasse il pensiero di combattere e arrecare danno e sofferenza ad un altro essere. Scandagliò disperata l'area a loro circostante, incapace di focalizzare lo sguardo su un solo obiettivo. Aveva risvegliato il potere sopito in lei da poco tempo, e non aveva ancora perfezionato il suo utilizzo. Le immagini si susseguivano davanti ai suoi occhi a velocità impressionante, permettendole di vedere tutto e nulla allo stesso tempo. Istintivamente portò le mani alla testa, cominciando a respirare affannosamente. Tra le tante immagini che le si presentarono, riuscì a fatica a focalizzare lo sguardo su delle lievi tracce di un passaggio, finendo poi con l'individuare una macchia nera nel suo campo visivo, in cui era il chakra stesso ad essere risucchiato vorticosamente.

    Non mi importa. Non mi importa. La riporterò a casa, anche a costo di perdere la vita. Devo salvarla.

    Salvare lei, la sua coscienza. Per quanto ancora possibile. Si voltò disperata verso l'uomo al suo fianco, il volto sconvolto dalla paura e dal terrore. Avrebbe voluto piangere e urlare, ma non ne aveva il tempo, e di certo non avevano il tempo di mettersi a rispondere a degli indovinelli senza senso.

    Ti prego, ti prego sull'amore che ti legava ai tuoi fratelli. So che è l'ultima cosa che vorresti sentirti dire, ma non possiamo perdere tempo. Io... L'ho vista. È imprigionata, dobbiamo fare in fretta.

    Stava meditando su come superare prima i rovi e poi il cervo, quando avvertì distintamente il chakra di Alinamaru agitarsi, crescere nel tantien e concentrarsi ai suoi piedi. Poteva percepire il tremore che animava l'energia del ragazzo, sintomo che sotto quella apparente tranquillità, le parole dell'animale avevano sortito un certo effetto. La Hyuga inclinò il capo, domandandosi per la prima volta cosa il guardiano del bosco intendesse quando definiva l'uomo come estraneo ai Nara. Eppure era sicura che quel peculiare modo di concentrare il chakra negli arti inferiori appartenesse proprio alla famiglia della Foglia che aveva fatto del controllo delle ombre la propria peculiarità.

    Nara...

    Sussurrò, mentre il suo compagno esplodeva contro il cervo, rivendicando il suo retaggio. Murasaki spostò nuovamente lo sguardo sull'animale, sperando che le aspre parole di Alinamaru lo convincessero a lasciarli passare.

     
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    L'ombra dei Nara




    Il cervo parve essere soddisfatto dalle reazioni dei due, pareva avesse finalmente raggiunto il suo scopo, ma non lo mostrò con l’arroganza di chi esce vincitore da uno scontro, bensì con l’orgoglio di qualcuno che vede qualcosa a lui caro crescere.

    Mostrami Alinamaru, avanti!

    Non era difficile per lui capire che il ragazzo stava impastando quanto più chakra poteva nelle sue gambe fino ai piedi, cercando di forzarlo nella sua ombra.

    Ow Ow Ow ragazzo, hai detto di essere un Nara!
    Calmati.
    Devi calmarti.
    Concentrarsi non vuol dire essere calmi, essere calmi vuol dire riflettere.
    Tu sei concentrato, ma non sai neanche tu su cosa.


    Lo sguardo del cervo era duro, severo.

    I Nara riflettono, ragionano.
    Un ninja qualsiasi guarderebbe un Nara e ciò che fa e direbbe che spinge il suo chakra nell’ombra per controllarla.
    È stupido!


    Quell’affermazione sembrava essere un decreto a cui non era possibile ribattere più che un giudizio personale.

    I Nara CREANO l’ombra.

    Poteva forse essere una rivelazione per Alinamaru, ma se ci avesse pensato l’ombra manipolata dai suoi consanguinei era ben più scura di un ombra naturale, segno che non era una mera manipolazione di qualcosa di esistente, ma qualcosa di più.

    Non devi spingere.
    Immagina qualcosa di simile ad una palla di fuoco, qualcosa che produci, che si manifesta.
    Ma soprattutto, pensa all’ombra.
    È tua no?
    Già ti appartiene, se tu sposti un braccio lei si sposterà di conseguenza.
    Sei tu che blocchi la luce, è la tua proiezione in un mondo bidimensionale.
    Tu SEI la tua ombra.
    Usa la fantasia ragazzo, o la tua ombra non ti ascolterà.


    In molti, quelli che non avevano fretta di vendicarsi o salvare qualcuno facevano un esercizio particolare per fraternizzare con la loro ombra, mediante una luce la proiettavano e muovendo l’oggetto e di conseguenza l’ombra immaginavano di possedere la capacità di eseguire quei movimenti con la mente, era un processo lungo, al termine del quale si riusciva a comprendere l’ombra.

    Ragazza dagli occhi di neve, sicura di non poterlo aiutare?

    Ancora una volta il cervo mostrò di non parlare mai a sproposito, se Murasaki infatti si fosse concentrata sui piedi di Alinamaru, complesso non farlo visto quanto chakra vi fluiva, ma per quanti impegni questo facesse, come detto dal cervide, il suo chakra non andava più in la del suo corpo, il Nara infatti sentiva il peso del suo prolungato disinteresse alle arti del proprio clan, l’arte delle ombre infatti iniziava ad apprendersi ben prima di avere la sua età.
    Il risultato era che gli tsubo solitamente ben dilatati nel corpo dei Nara nel caso di Alinamaru erano normalissimi, quindi inadatti allo scopo.
    Mentre uno avrebbe dovuto scoprire come animare la propria ombra l’altra si sarebbe dovuta occupare di spalancare ogni diga, ogni impedimento che proibisse al chakra di propagarsi nell’ombra, un nuovo utilizzo delle proprie capacità da non sottovalutare, soprattutto per ciò a cui poteva portare.


    CITAZIONE
    Qualcosina di nuovo per Filira che potrebbe usare in futuro, mentre per ersapello: dimostrami che sai da dove viene fuori quest'ombra, dagli un tema, se capisci come la crei, se il tuo personaggio fa un processo logico per ottenere la capacità ti verrà più semplice in futuro sviluppare conoscenze personali, quindi andiamo un pò oltre il concetto di "chakra nei piedi" non ne vogliamo competenze sui calzini u_u
    Insomma, facci capire da dove viene fuori quest'ombra, come la sfruttano i nara e perchè riescono a farlo e magari anche come
     
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    III

    Così non funzionerà mai.

    Le parole del cervo non erano certo state pronunciate a caso, e ciò era ancora più evidente agli occhi di Murasaki. Mentre l'animale continuava la sua aspra invettiva contro il Nara, la Hyuga potè chiaramente osservare la frustrazione del compagno materializzarsi nello scorrere del suo chakra. Arrivava a ondate, scorrendo veloce attraverso il sistema circolatorio, per poi infrangersi rovinosamente contro una parete invalicabile. La formazione di uno Hyuga prevedeva lo studio approfondito del sistema anatomico che regolava lo scorrimento del chakra, così come la conoscenza e individuazione di tutti i suoi punti di fuoriuscita. In una situazione di normalità, gli tsubo di Alinamaru avrebbero dovuto dilatarsi per lasciar scorrere la sua energia fuori dal corpo, permettendogli di attingere all'antico potere del suo Clan e controllare così la sua ombra in modi ad altri sconosciuti. Eppure non era quello ciò che Murasaki poteva vedere in quel momento.

    Alinamaru, ti prego di considerare le mie parole non come un insulto, ma come un aiuto.

    Si spostò di fronte al ragazzo, dando le spalle momentaneamente al cervo. Per quanto esso fosse inamovibile e severo, pareva oramai chiaro che l'animale fosse intenzionato a proteggere i due, piuttosto che attaccarli spietatamente alle spalle.

    Stai concentrando una quantità immane di chakra negli arti inferiori, il tuo sistema circolatorio è quasi al limite. Di questo passo, i danni che stai creando saranno permanenti.

    Era stata addestrata per anni a individuare gli altrimenti invisibili tsubo, ne conosceva la collocazione a memoria. E sapeva come occluderli, come provocare danni intangibili all'avversario, provocandone il collasso dall'interno. Ma non aveva mai imparato a utilizzare la sua abilità nel controllo del chakra per favorire un alleato, e non per ferire un nemico. Inspirò, sollevando entrambe le mani e appoggiandole sull'addome di Alinamaru, all'altezza del tantien.

    Non so quanto tu conosca delle nostre abilità, ma la mia specialità consiste nel controllo del chakra e degli tsubo. Questo vuol dire che posso modificarne la chiusura, e, se le cose vanno come dovrebbero, l'apertura.

    Chiuse gli occhi, continuando a visualizzare il proprio sistema circolatorio e quello del Nara. Poteva vedere chiaramente la differenza tra i loro chakra, nelle piccole sfumature che li contraddistinguevano, anche nel momento in cui la Hyuga concentrò il proprio sulla punta delle dita, lasciando che penetrasse gli tsubo del compagno, e che andasse a condividere il sistema circolatorio dello stesso. Sentiva distintamente la resistenza che il corpo del ragazzo esercitava, rifiutando istintivamente la presenza di un elemento così estraneo ed invadente. Murasaki corrugò la fronte, concentrando una quantità gradualmente maggiore di chakra e convogliandolo verso il tantien di Alinamaru; era possibile che il ragazzo percepisse un dolore di sottofondo, dovuto alla natura così diversa del chakra della Hyuga, e al fatto che la ragazza fosse abituata ad usare la sua abilità come un'arma, affilata e tagliente come mille aghi che si muovevano lentamente lungo le sue vene, facendosi strada a forza attraverso un corpo che cercava di rifiutarli in qualsiasi modo.

    Mi dispiace, sono sicura che tu stia soffrendo. Ma non c'è altro modo.

    Il respiro di Murasaki si fece affannoso, mentre ogni cellula del suo corpo era tesa nello sforzo di portare a termine quella delicata operazione. Ci volle circa un minuto perché il suo chakra scivolasse fino alle gambe del Nara, arrivando finalmente dove la Hyuga aveva necessità si trovasse. Se Alinamaru, preso dal dolore o dalla stanchezza, si fosse seduto o accasciato, Murasaki avrebbe fatto lo stesso, seguendo i suoi movimenti senza mai interrompere il contatto con il corpo del ragazzo.
    Cercò di visualizzare il proprio chakra sotto forma di filamenti che si diramassero per tutti gli arti inferiori del compagno, andando a intessersi con il suo chakra e prendendone momentaneamente possesso. Durante la sua breve vita, Alinamaru doveva aver trascurato l'esercizio delle arti ninja, o almeno così pareva constatare la situazione dei suoi tsubo. I piccoli fori risultavano praticamente sigillati, e solo una minima quantità dell'energia del Nara riusciva a fuoriuscirne.
    Murasaki inspirò, tutto era pronto. Fu in quel momento che riaprì per la prima volta gli occhi. Alzò lo sguardo sul viso di Alinamaru, mentre le vene intorno ai suoi occhi bruciavano per il dolore, e tutto il suo sistema circolatorio gridava pietà.

    Perdonami. Non c'è altro modo.

    Un'ondata di chakra della Hyuga avrebbe invaso i vasi circolatori del Nara, procurandogli probabilmente un dolore lancinante, forse ai limiti della sopportazione. Il tempo a loro disposizione era poco, era l'urgenza a muoverli in quel momento. L'unica soluzione che Murasaki era riuscita a trovare in quel breve lasso di tempo era stata quella di utilizzare la stessa spinta esterna, che normalmente portava al collasso e alla cicatrizzazione degli tsubo, ma stavolta esercitandola dall'interno del corpo stesso. La forza d'urto si sarebbe fatta strada tra gli strati di pelle di Alinamaru, trovando finalmente sfogo in un processo estremamente grezzo e intuitivo. L'improvvisa liberazione degli tsubo avrebbe portato ad una fuga incontrollata del chakra del Nara, qualora quello non avesse agito in modo da controllare l'onda d'urto. Murasaki scattò di lato, lasciando al ragazzo la possibilità di riprendersi da quella piccola tortura. Una volta a distanza di sicurezza, si accasciò per terra, facendo leva sulle braccia per non cascare in avanti. Qualsiasi cosa avesse fatto, di certo aveva prosciugato una fetta cospicua delle sue energie.
    Alzò lo sguardo sul Nara, sperando che almeno tutta quella sofferenza e quello sforzo avessero dato i loro frutti.
     
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    Post III°




    Era chiaro come in quella situazione Alinamaru fosse quello che stava perdendo il controllo. Murasaki sembrò calmarsi e la vide scrutare il Nara, poi il cervo cambiò quasi espressione parlò. Le sue parole erano sempre pensate a colpire Alinamaru nel profondo, lì dove faceva più male e dove il ninja non era in grado di controllare le sue emozioni. Tutta quella vicenda stava diventando molto, troppo stressante per il giovane Nara. Tutti i suoi problemi più intimi, quelli che si nascondono e opprimono dentro sè stessi, stavano venendo a galla: la sua incapacità di controllare l'ombra gli era stata sbattuta sui denti, e questo sua malessere si moltiplicava se pensava ai suoi sue fratelli appena morti...
    Stava cercando vendetta? Stava cercando di superare i suoi limiti? Stava cercando di migliorarsi per evitare altre sofferenze simili?
    Il cervo e la Hyuga sembravano lì apposta per aiutarlo, e Alinamaru doveva rendersi conto che da solo non ne sarebbe uscito illeso quella notte.

    Si calmò e di conseguenza rallentò il flusso immenso di chakra che stava concentrando nelle gambe: a quanto pare così non sarebbe mai riuscito ad attivare l'abilità innata del suo clan ma si sarebbe soltanto danneggiato. Ora come ora non poteva attivare la manipolazione dell'ombra perchè ancora non possedeva la sua VERA OMBRA. Capì quello che il cervo gli disse, e gli fu fondamentale. I Nara non manipolano un'ombra a caso, i Nara manipolano la propria ombra che è qualcosa di unico e speciale, quindi prima avrebbe dovuto individuare la sua ombra e poi eventualmente imparare a manipolarla.
    Ma non era così facile, Alinamaru non era pronto fisicamente. Quando Murasaki prese parola quasi prese di sprovvista il Nara: non che si fosse scordato che anche lei fosse lì, soltanto che in quella situazione si stava concentrando così tanto su sè stesso che si era quasi isolato dal resto del bosco. La ragazza dagli occhi bianchi si avvicinò ad Alinamaru, porgendogli un aiuto Lo so... disse quasi sconsolato quando anche la Hyuga gli rinfacciò che concetrare così tanto chakra inutilmente sulle gambe era più un rischio che altro. Poi appoggiò le sue delicate mani sulla pancia del Nara, sopra all'ombelico e quindi sopra al tantien che si era appena giusto tranquillizzato.
    Conosceva gli Hyuga e conosceva le loro abilità, erano senz'altro uno dei clan più importanti e caratteristici di Konoha, ed erano conosciuti in ogni villaggio accademico: i loro occhi così forti e importanti erano un dono per il villaggio della foglia, e ogni Hyuga che sapesse utilizzare quell'abilità si poteva benissimo ritenere un grande ninja e combattente. Murasaki non sarebbe stata da meno, ma come Alinamaru era una giovane shinobi che stava giusto ora imparando ad utilizzare al meglio la sua tecnica speciale. Gli disse appunto che lei poteva controllare l'apertura o la chiusura degli tsubo e quindi il flusso del chakra: che il problema del Nara fosse proprio quello? Il cervo esortò la Huyga ad aiutarlo, e lei subito si offrì con appunto in mente già un'idea su come aiutarlo. Che entrambi avessero visto qualcosa che non andava nel flusso circolatorio di chakra di Alinamaru? Ammise di ritrovarsi per un'altra volta preso alla sprovvista, non pensava che il problema fosse lì.

    Lasciò Mursaki fare ciò che doveva fare mentre lui cercava di concentrarsi sulla sua ombra. Provò a non fare caso al fastidioso dolore che la Hyuga gli stava provocando, era solo una distrazione per lui. Si sedette a terra a gambe incrociate, Mura lo seguì per terra mentre il cervo osservava i due shinobi collaborare.

    Tu sei già in me... dove sei... Chiuse gli occhi e vede il buio. Come il cervo gli disse precedentemente doveva essere calmo, non concentrato e basta. Sentiva il chakra rallentare e sentiva anche quello di Murasaki insidiarsi. Stava quasi iniziando ad apprezzare quella situazione, perchè sapeva di non essere da solo. Il cervo era come il maestro, Murasaki come la compagna di classe che ti aiuta durante i compiti... gli mancava solo il migliore amico, quello con cui fare le marachelle e farsi sgridare dai professori.
    Una mancanza che effettivamente non aveva mai colmato: era cresciuto per lo più da solo, quando i suoi fratelli più grandi andavano a giocare non lo avevano mai invitato, e allora il piccolo Alinamaru scavalcava le mura del quartiere e se andava nel Bosco dei Nara a vivere le sue personalissime avventure. Avventure che mai aveva condiviso con qualcuno, se non qualche animaletto del bosco. E sebbene abbia sempre gradito fare le cose da solo e cavarsela da solo, la mancanza di un vero amico fu qualcosa che non aveva davvero mai superato. Si dice che i Nara siano tipi un po' introversi e che stanno molto per le proprie, ma Alinamaru forse era l'esasperazione di quella diceria. Aveva persino deciso di andarsene a vivere da solo e fuori dalle comodità del quartiere perchè se no sarebbe diventato un vegetale a restare là. L'indipendenza e la solitudine lo resero più forte e più sicuro di sè è vero, però aveva sempre voluto poter condividere quello con qualcuno con cui poter bere una birra o fare due battute.
    Nella sua mente dove prima regnava il buio, dal nulla si accese una luce. Da tutto nero divenne tutto bianco, mentre il dolore per il procedimento di Murasaki gradualmente aumentò.

    Sei tuuu Chi è? Io sono sempre stata con te...Cosa sta succedendo... Si ritrovò come in un'altra dimensione, ma presto si accorse di essere dentro alla sua mente. Attorno era tutto bianco, pareva non esserci una fine in quel luogo, era esattamente la sua mente come l'aveva vista prima di ritrovarcisi dentro. Era da solo in quel luogo, ma sentiva quella voce. Una voce dannatamente simile alla sua, a quella di Alinamaru. Si girò intorno ma non vide niente Dove sei?Ti giuro appaio soltanto quando capirai cosa sono... secondo perchè sei qua? Abbiamo poco tempo, la Hyuga ci sta dando dentro con il suo Byakugan e fra poco beccherai una bella botta te lo dico io... Alinamaru faceva fatica a capire perchè quello che stava pensando non aveva un gran senso logico. Ma cosa poteva dire di quella situazione, aveva per caso un senso tutto quello? Questa è la mia voce... sei il mio spirito?Ma che il tuo spirito e il tuo spirito! Se un Nara e ti sta prendendo per il culo mezzo villaggio perchè non sai ancora utilizzare la manipolazione del'ombra, cosa potrei mai essere?La mia... ombra? La cosa era ancora più assurda, stava veramente parlando con la sua ombra... o comunque lo stava pensando Tu sai da quant'è che me ne sto qua buona senza poter fare nulla? Tutte le altre ombre dei Nara sono lì che si divertono e io invece devo vederti farti sbatacchiare tutto il tantien da una Hyuga... sveglia Alinamaru, il tuo momento non tarderà ad arrivare

    AHHHHHHHHHHHHHHHHH Alinamru spalancò gli occhi e urlò come poche volte urlò nella sua vita. Gli animali dormienti si svegliarono e per qualche secondo si sentirono uccelli svolazzare e bestie correre via attorno al trio. Il nara venne cacciato via dalla sua mente da un dolore quasi indescrivibile, era come se mille crampi lo colpissero alle gambe tutti insieme. Poi sentì caldo dalle gambe e dal suo tantien, ma quel dolore non sembrava smettere. Rotolò un po' a terra per cercare di non sentire il male, poi cercò di tirarsi su con le gambe chiaramente stremate visto che tremavano e facevano fatica a tenere Alinamaru in piedi. Il genin respirava affannosamente e il suo viso era bagnato da qualche lacrima di dolore. Non se lo aspettava, ma forse era un bene. Cercò di contenere il dolore cercando di calmare il suo flusso di chakra che sembrava essere impazzito. Ma non era concentrato come lo era prima
    Adesso era calmo. Stava soffrendo ed era in una situazione di cacca ma era calmo. Perchè solo così avrebbe potuto far venire fuori la sua ombra. Sapeva dov'era e sapeva anche che non vedeva l'ora di risvegliarsi, toccava soltanto a lui imparare ad utilizzarla. Sentì come se qualcosa stesse uscendo dal suo corpo e si stesse spostando verso il basso; come se la sua ombra si fosse decisa ad uscire allo scoperto e andare nel posto in cui doveva realmente stare se voleva aiutare Alinamaru. Sarebbe scesa fino ai piedi e sarebbe andata riempire l'ombra fisica di Alinamaru, che fino ad adesso era stato soltanto un contenitore vuoto. Ora era pieno, lo sentiva, sentiva che era viva, vedeva che era più scura e che era diversa.

    Forse ce l'aveva fatta, forse era riuscito a trovare il vero Alinamaru.
     
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    L'ombra del Bosco




    Conoscere parti di se a volte poteva dare accesso a catene di collegamenti che riportavano alla mente cose ormai dimenticate, il cervello aveva la fama di essere un organo incomprensibile e misterioso a buona ragione.
    Quando Alinamaru concretizzò il suo desiderio in qualcosa con cui poter interagire accadde proprio quello, gli tornò alla mente un ricordo.
    Se stesso bambino, e come tutti gli altri bambini era affascinato dalla propria ombra, quella strana sagoma piatta così simile ad un essere umano che non si staccava mai da terra, bastava veramente poco per immaginare su di lei occhi e bocca. E in quel pomeriggio assolato la sua ombra era così netta nel patio di casa, era primavera e a quell’ora già si poteva sentire il legno intiepidito dal sole sotto i piedi nudi.
    Fu quello il primo giorno in cui notò che quella sagoma proprio non ne voleva sapere di allontanarsi da lui per così tanto tempo, per quanto corresse, per quanto in alto saltasse prima o poi l’ombra tornava da lui.
    I giorni potevano scorrergli davanti, ma tutti i giorni quando usciva a godersi l’ultimo sole pomeridiano la sua ombra era li, nella stessa posizione, fedele.
    Sarebbe stato un Nara come tutti gli altri se dopo aver capito che quel fenomeno era legato al sole e non alla volontà di quella sagoma, non se ne fosse totalmente disinteressato, lasciandosi vincere dalla pigrizia e dalla scarsa voglia di essere come suo padre o i suoi fratelli.
    Eppure era incredibile come i suoi fratelli e suo padre riuscissero a fare praticamente di tutto con essa, ma a lui importava poco, per quanto ci riflettesse riusciva a trovare ben poco senso nella vita ninja come nell’utilizzo dell’ombra ai fini della stessa.
    Forse ora poteva capire?
    Il grande palco di corna dell’animale fece un piccolo cenno d’assenso.

    Ora sai cosa sono i Nara.

    Un affermazione ben diversa dall’essere un Nara.
    Riflettere sul significato forse avrebbe aiutato Alinamaru, ma intanto il cervo aveva abbassato il muro di spine d’osso che si frapponeva tra di loro.

    State con me.

    Il grosso erbivoro si sarebbe dunque voltato e con due rapidi balzi si sarebbe portato all’entrata del bosco.

    Vieni qui a guardare, Alinamaru.

    Che i due si fossero avvicinati frettolosamente o meno, appena i piedi del Nara avessero pestato le ombre del bosco questo si sarebbe immobilizzato, pietrificato per la precisione, la sola facoltà rimastagli era quella di muovere gli occhi e parlare.

    Diventerai un Nara in grado di controllare le ombre.
    O diventerai un ombra tu stesso.


    Mai parole furono più vere, per qualche ragione infatti le ombre del bosco si stavano muovendo sul corpo si alinamaru sovrapponendosi ad esso, ed ogni ombra che riusciva a vincerlo faceva sparire una parte del suo corpo, come se la integrasse, forzandola a terra, quello che rimaneva erano grossi poligoni che ricordavano gli spicchi di cielo che era possibile vedere tra gli alberi, era però strano da vedere, perché il ninja manteneva la sua corporatura seppur fosse “interrotto”.

    Sono ombre Alinamaru, ma non appartengono a nessuno se non ai Nara.
    È il modo più brutto per conoscere il bosco della tua famiglia, ma anche il più veloce per entrare a far parte di essa.


    Il cervo si voltò poi dalla Hyuuga.

    Le ombre sono nere e pesanti.
    E Alinamaru inesperto.
    Il tuo colore può respingere le ombre?


    In effetti il cervo aveva dato ai suoi occhi un colore poco prima, che si riferisse al profondo contrasto che ci fosse tra loro e le ombre?
    Non voleva dire troppo alla Hyuuga, era più esperta del suo compagno di disavventure, e arrivare ad una soluzione le avrebbe fatto comprendere meglio cosa i suoi occhi erano in grado di fare, i binari permettono di viaggiare tra due punti, ma una strada sterrata in un deserto non è che una traccia in cui si può vagare a piacere.


    CITAZIONE
    Pinello: ascolta la tua ombra credi in lei narutoooooooo... no. non naruto :look:
    ma in soldoni devi imparare la parte di manipolazione, spiegaci come ci arrivi i tuoi tentativi i tuoi fallimenti.
    Fillarmonica: aiutalo. a te sta usare tutte le conoscenze del byakugan per tenere lontane le ombre e dare il tempo ad alinamaru di sbagliare
     
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    IV


    Guardò con orrore le ombre attanagliare il Nara, assorbendo con la loro oscurità tutto ciò che le circondava.
    Sembrava che volessero fagocitarlo, allungandosi malignamente su tutto il corpo dell'uomo, inesorabili. Murasaki guardò il cervo, confusa; non pareva che quello fosse particolarmente allarmato, anzi. Permaneva nella sua immobilità, osservando i due ragazzi da un tempo e un luogo lontano, quasi non fosse di questo mondo.

    Dobbiamo aiutarlo, di questo passo le ombre lo inghiottiranno totalmente!

    Urlò, avvicinandosi al ragazzo e allungando appena la mano, fermandola pero subito prima di toccarlo.
    Le ombre erano aggressive, indisciplinate. Era possibile che non si accontentassero di attaccare Alinamaru, ma che cercassero di attorniare anche lei. Grazie ai suoi occhi, poteva chiaramente vedere le correnti di chakra delle ombre agitarsi, attorniate da fasci nero pece, in cui ogni luce pareva scomparire. Insiprò, chiudendo gli occhi e cercando la concentrazione necessaria: doveva trovar eun modo per dare al Nara più tempo, ma come?
    Si fosse trattato solamente di sé stessa, avrebbe potuto pensare di evitarle, riconoscendone in anticipo la natura e la forma. Ma doveva difendere entrambi, e Alinamaru non sembrava essere in grado di muoversi. L'unico modo era quello di creare una corrente di chakra, una barriera che potesse fermare momentaneamente le ombre, allontanandole dall'uomo e da sé stessa, così da dar tempo a entrambi.

    Devi sbrigarti, Alinamaru. Io posso bloccarle, ma non per molto. Ti prego, sbrigati.

    Pregò, aprendo poi gli occhi e concentrando il proprio chakra sottopelle. Poteva espellerlo ad alta velocità, facendo in modo che la cortina di energia creatasi ponesse lo spazio necessario fra la loro pelle e le ombre. Con il suo chakra era facile, certo, ma per proteggere Alinamaru sarebbe stato necessario uno sforzo non indifferente, nonché un'ulteriore dose di dolore per l'uomo.
    Ma non avevano tempo, e quella era l'unica soluzione realisticamente praticabile.

    Tomoe, resisti. Sto arrivando.

    Pensò alla sorella, al buco nero di chakra dove aveva individuato la sua presenza. Doveva essere terrorizzata, accecata da un potere che non voleva né poteva controllare. Tomoe, la sua Tomoe. Così avulsa da tutto ciò che riguardava il loro potere, così distante dalle dinamiche del clan. Tra tutti, era capitato proprio a lei. Avrebbe scovato il responsabile, chiunque avesse lasciato quella pergamena a portata di mano. E una volta trovato, avrebbe inflitto su di esso la peggiore delle punizioni. Il padre le aveva sempre lodato le virtù dell'essere paziente. Ma c'erano situazioni in cui la pazienza non era null'altro se non la virtù dei deboli. E quello era esattamente il caso.
    Appoggiò la mano sulla schiena di Alinamaru, cominciando contemporaneamente ad espellere chakra dai propri tsubo per proteggere sé stessa, e a iniettare nuovamente il proprio chakra nel tantien del ragazzo per forzare quello del Nara a fare lo stesso. Senza nemmeno accorgersene, lo sforzo a cui questa operazione la sottoponeva prese a farle sgorgare copiose lacrime dagli occhi, mentre le gambe cominciarono a tremarle.
    Non sapeva quanto a lungo avrebbe potuto resistere, ora era tutto nelle mani di Alinamaru.

     
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    Post IV°




    Ora che aveva un collegamento diretto con la sua ombra, il poter controllarla e diventare finalmente un Nara a tutti gli effetti sembrava una cosa molto più possibile. Il Cervo notò ciò che successe in Alinamaru.
    Stremato per terra e ancora un po' dolorante dall'intervento di Murasaki, il Nara si rialzò e seguì l'animale verso l'entrata de bosco. In quei pochi metri si girò verso la Hyuuga Grazie Murasaki... Le prime vere parole di Alinamaru verso la ragazza dagli occhi bianchi, che senza che nessuno le chiedesse nulla si mise alla prova per aiutare Alinamaru in quel suo processo. I suoi occhi candidi erano indecifrabili, ma dal viso si poteva leggere ansia e preoccupazione; in effetti era lì che stava seguendo il Nara nel suo percorso, mentre sua sorella rischiava la vita nel cuore di quel bosco.
    Ma il cervo sembrava non importarsene della fretta dei due ragazzi.
    E una volta che Alinamaru calpestò le ombre del bosco la fretta di quella missione non fu più la preoccupazione numero uno.

    Si irrigidì completamente, non aveva più il controllo del suo corpo; Mosse le pupille verso il basso e vide come le ombre degli alberi stessero lentamente scalando il suo corpo, quelle ombre erano salite dalla sua ombra per terra, e come dei parassiti stavano lentamente disintegrando il Nara. Le ombre lo stringevamo e lo spingevano verso il basso: il suo corpo si stava come smaterializzando, e non fu dolore quello che provò ma più che altro terrore e paura: cosa stava succedendo? Perche le ombre lo stavano attaccando? Perchè il suo bosco, il bosco dei Nara gli stava facendo questo? Il cervo disse qualcosa che non venne ascoltata dal giovane Genin, i suoi occhi e il suo pensiero erano concentrati unicamente quello che gli stava succedendo. Nuovamente Murasaki si fece avanti con le sue abilità, che durante quel poco tempo si stavano rivelando fondamentali per aiutare Alinamaru nel superare le sfide che stava incontrando. SI avvicinò e con il suo chakra cercò di creare una barriera tra il nara e le ombre che lo attanagliavano, così da dargli tempo per combatterle. Ma come avrebbe fatto?

    Oh coglione fai qualcosa
    Ancora tu?
    Ancora? Finalmente vorrai dire! Non ci separeremo più noi due, siamo una cosa sola. Soltanto che io sono furbo e forte e te una schiappa. Insomma, senza di me fai proprio cacare
    Alinamaru era confuso. Non era scemo, aveva capito che la particolarità del suo clan e della sua tecnica speciale non era il solo controllare la propria ombra, ma era possedere un'ombra speciale, capace di manipolare tutte le ombre: una personalità propria, un compagno di una vita. Pensava a sè stesso da piccolo, quando stava solo: probabilmente quella sua ombra tutta scontrosa e volgare era cresciuta insieme a lui, ansiosa di potersi svegliare, cosa che era successa proprio quel giorn
    Senti che facciamo? Sono abbastanza nei casini
    Lo vedo mongolo. E' il momento di collaborare. Per la prima volta. Concentrati su di me, combatterò le ombre e ne usciremo intatti. Abbiamo anche la Hyuuga, te non te ne accorgi ma ci sta dando un mano enorme
    Allora andiamo

    Alinamaru tornò cosciente e combattivo, irrigidì il corpo tirando tutti i muscoli, cercando di combattere la presa di quelle ombre. Murasaki concentrò più chakra nel corpo del Nara e gli causò molto dolore sparso in tutto il corpo: sentiva il suo chakra ribollire e sapeva di dover risvegliare la sua abilità innata: la sua ombra recepì il messaggio, e da lì tutto cambiò. Le ombre, che piano piano risalivano il corpo di Alinamaru, lentamente fermarono la loro avanzata come se qualcosa le stesse tirando indietro: il Nara la sentiva, la sentiva sua, ed era stranamente forte. La presa delle ombre diminuì, permettendo al genin un po' più di movimento.
    La Hyuuga appoggiò la mano sulla schiena del Nara e sentì un'ultima ondata di chakra provenire dalla ragazza, che gli permise di avere un flusso di chakra maggiore per un momento, con la quale migliorò la connessione con la sua ombra e aumentò la forza con cui attirò le ombre del bosco indietro: lo scopo era quella di levarle tutte dal corpo di Alinamaru, e una volta fatto ciò farle sottomettere alla sua ombra, controllarle, infonderle con lei così da poterle utilizzare e manipolare. L'Ombra di un Nara, quell'ombra che finalmente si era risvegliata e che stava iniziando a far capire di che pasta era fatta. Alinamaru dal canto suo aveva creato questo collegamento, quello che effettivamente lo avrebbe reso un Nara a tutti gli effetti, quello che suo padre e i suoi fratelli avevano con la loro ombra.
    Mi dispiace per Zenko e Ryobe... a me non stavano così antipatici come a te, sai?
    Ne parliamo una volta usciti da questa situazione di merda, ti va?

    Murasaki piangeva, probabilmente per lo stress subito, Alinamaru voleva crollare a terra dal dolore che aveva provato e dalla stanchezza; il cervo invece li osservava, li giudicava, controllava la situazione. Avrebbe combattuto le ombre del bosco fino al suo ultimo respiro con l'aiuto della sua ombra: le avrebbe sottomesse, era sicuro di farcela, nessun ombra poteva resistere all'ombra di un giovane Nara. Ora che poteva sentirla e quasi comandarla era gasatissimo, stava già pensando alle mille cose che poteva farci e che avrebbe fatto
    Eiei vola basso sfigato, siamo ancora principianti. Concentrati per prima cosa sulle ombre del bosco Nara, dopo vediamo cos'altro fare


    Edited by Ersapo - 17/12/2018, 17:32
     
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    Murasaki fornì un eccezionale supporto ad Alinamaru, la strategia pareva funzionare perfettamente respingendo i filamenti che quasi giungevano ad ondate, ma malgrado gli sforzi dei due le ombre della foresta non si ritirarono, anzi, quando Alinamaru iniziò ad interagire con esse, impastando in esse come se fosse sufficiente quello a comprendere cosa fosse realmente in suo potere qualcosa accadde.
    Ma non quello che sperava lui.

    Ahhhh.
    Direi che finalmente ci siamo, questa pagliacciata andava avanti da troppo.


    Quella che prima Alinamaru percepiva come una presenza amichevole era letteralmente svanita, al suo posto un opprimente figura lo fronteggiava.



    Quante minchiate spari eh, Alinamaru?
    Ringraziamenti, lacrime, buona volontà, bontà, sei già pronto alla parata di ringraziamenti.
    Wè pischè, guarda che te non hai fatto un cazzo di nulla.
    Eri li tutto concentrato ad impastare… ma cosa?
    Fiondavi chakra a destra e a manca senza senso, senza di me che ti faccio da timone sei una barca a vele spiegate nella tempesta.
    Inutile e goffa.


    Intanto all’esterno la situazione degenerava, Alinamaru aveva iniziato ad emettere ombre da ogni singolo anfratto del suo corpo, ombre che andarono a legarsi con quelle provenienti dal bosco, come se avessero ritrovato vecchie amiche.
    Il cervo era accigliato.

    Questa è la ragione per cui un semplice Nara non dovrebbe entrare nel bosco.
    Le ombre non sono mai gentili.
    Sei ancora certa delle tue convinzioni, Hyuuga?


    Le corna del cervo si levarono nuovamente, o per meglio dire si abbassarono, insieme al suo capo, verso il terreno, candide come l’osso sarebbero passate sopra alle ombre, coprendole come se le cancellassero, loro dopotutto erano padroni quanto i Nara dentro il bosco.

    Ed ecco la ragione della mia presenza qui.
    Tuttavia non posso fare molto di più, ciò che è dentro di lui resterà li se non sarà in grado di sconfiggerlo, ma come prima puoi aiutarlo, dopotutto è il chakra che Alinamaru usa con scarsa considerazione che causa tutto questo.


    Il genin intanto si stava contorcendo come se in preda ad un raptus di follia, non era ancora pericoloso per loro, ma probabilmente lo sarebbe diventato a breve.

    Alinamaru, hai mai pensato alla differenza che c’è tra cavallo e cavaliere?
    Non le idiozie del tipo uno ha quattro gambe e l’altro due, uno parla l’altro no.
    Se li mettessi alla pari in tutto e per tutto cosa li distinguerebbe?
    In cosa sarebbero diversi?


    L’ombra si diede due colpetti alle tempie con l’indice.

    Questo.
    Un cavallo sarà sempre un cavallo, per quanto di intelletto umano non ne avrà condiviso le esperienze che lo rendono uomo, persino con le stesse apparenze ci sarebbe sempre qualcosa di diverso.
    L’essere umano è fatto per dominare, ha la supremazia e la distruzione nel sangue, ma ha da sempre una forza limitata, per questo ha sfruttato il cervello ed ha appreso il controllo del chakra.
    Un cavallo, poveraccio, si accontenta del suo prato, quando l’erba finisce si sposta in cerca di un luogo che possa sfamarlo, non appicca fuoco ad una foresta per far spazio al tenero verdume.
    Ma entrambi sappiamo che gli umani non hanno il concetto di condivisione, sono egoisti, non si sposteranno mai da ciò che definiscono come proprio, lo sfruttano semplicemente fino all’osso.


    Sorrise, candidamente malvagia mentre le mani si univano nel sigillo necessario ad attivare la tecnica propria dei Nara.

    Per questo i Nara stanno dove stanno, hanno imparato che una tecnica come il controllo delle ombre è micidiale se sfruttata da una mente fine, ed è per questo che fanno in modo che l’intelletto sia il tratto distintivo del clan, per non finire come te!
    E l’unica cosa che riesci a fare tu è impastare in qualcosa che io ti ho concesso gentilmente di usare.
    Ahahahah!
    È ora di rimetterti il giogo stupida bestia da soma.


    Quella che si diramò dalle sue gambe però non era un ombra comune, era bianca, come ci si aspettava dall’ombra di un ombra dopotutto, e correva nel terreno ad una velocità tutto sommato considerevole per lo sfaticato genin [Statistiche attacchi]Velocità e Intuito dell'ombra sono pari a + 3, anche Alinamaru posseduto ha queste stesse statistiche.
    Mentre il genin aveva gli occhi puntati verso il pavimento, necessario per distinguere l’ombra tra tutto quel bianco, il suo avversario avrebbe estratto rapidamente delle armi composte già pronte, due semplici bende legate ad altrettanti pesi che con un singolo lancio, contemporaneo all’attacco dell’ombra, avrebbero rinchiuso Alinamaru in una forbice parecchio problematica.
    Dall’ombra delle bende infatti, se la prima avesse fallito la cattura, si sarebbe allungata una seconda diramazione che avrebbe tentato una nuova cattura, mentre il Nero azzerava i sei metri che li separavano cercando un pugno in pieno petto.
    Qualsiasi attacco fosse andato a segno, persino quello fisico avrebbe causato una sovrapposizione dell’ombra se niente l’avesse ostacolato che sarebbe stata sfruttata per attivare qualcosa di diverso da ciò che conosceva Alinamaru, non venne infatti immobilizzato, bensì provò un dolore lancinante che non l’avrebbe abbandonato fino a che non avesse trovato il modo di separarsi da quell’ombra.

    Lo senti Alinamaru?
    È il dolore che si prova quando vieni soppresso.
    Quando chi dovrebbe valorizzarti e portarti con orgoglio ti dimentica.


    Guardando il punto in cui l’ombra aveva colpito infatti Alinamaru poteva notare che un area grande un quarto di unità aveva assunto fattezze identiche all’area corrispondente nel corpo del Nero.
    All’esterno intanto il momento dell’attacco avrebbe segnato quello in cui lo stato di incoscienza del Nara l’avrebbe portato ad attaccare dei due ostacoli che cercavano di mettere i bastoni tra le ruote alla sua liberazione.

    Dovrai chiudergli i punti di fuga.
    Certo, neutralizzarlo a cazzotti potrebbe essere una soluzione, ma la battaglia successiva non sarà semplice se lui non sarà con noi.


    Motivo per il quale il cervo non poteva far niente contro quella furia, i suoi paramenti di corna l’avrebbero ferito debilitandolo fin troppo.
    Ma per uno non dotato degli occhi degli Hyuuga era semplice parlare, quella specie di manto oscuro faceva sfarfallare i punti di fuga, come se dietro ad uno strato di aria a pressione differente, ondeggiavano rendendo complesso comprendere dove fossero con precisione.
    Il ninja fuori di se avrebbe quindi attaccato senza freni [Stat.]come detto sopra Velocità +3, cercando un montante sulla mascella della ragazza per poi serrare ulteriormente le distanze e menare una capocciata dritta sul setto nasale mentre la mano sinistra armata di kamapiccolo falcetto di potenza 15, lo trovi nell'equip di lista. sarebbe scesa sul braccio di lei corrispondente, probabilmente sarebbe stato difficile tagliarlo di netto, ma ledere i tendini del bicipite colpendo all’altezza del gomito avrebbe neutralizzato la minaccia del braccio lasciandolo inerme.




    CITAZIONE
    Ersapino, più fantasia, la TS va compresa, giustificata.
    Per usarla e personalizzarla al meglio devi cercare di dargli una giustificazione, quindi fai lavorare la fantasia, al momento devi difenderti da essa e apprendere ancora come manipolarla, impastare non è sufficiente.
    Stupiscimi.
     
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    Ei ma cosa... Dopo i primi secondi in cui tutto sembrò andare per il verso giusto, tutto degenerò. Alinamaru perse il controllo, e in poco tempo perse conoscenza e non potè più controllare il suo corpo. Da fuori la situazione sembrava andare per il peggio, con il corpo di Alinamaru sospeso in aria, trattenuto dalle decine di ombre uscite dal suo corpo che sono andate a legarsi con gli alberi del Bosco. Il Nara si contorceva ma non era presente, gli occhi gli si erano tinti di nero e dalle sua bocca non usciva altro che mugugni di dolore.

    Aveva capito di essere nei cazzi. In quella dimensione non sentiva il dolore che il suo corpo stava provando, ma sapeva che qualcosa non andava. Poi sentì la voce della sua ombra, ma aveva un tono diverso, sempre strafottente ma molto più malvagio. Fino a pochi secondi prima stavano collaborando e sembrava che avessero trovato un certo tipo di intesa, ma si rivelò essere tutto falso, quell'ombra che pensava gli fosse amica e compagna di vita si stava rivelando essere l'opposto, ovvero cattiva e vogliosa a quanto pare di distruggere il corpo del giovane genin.
    Davanti a lui apparve una figura dalle stesse dimensioni di Alinamaru, totalmente ricoperta di oscurità e tenebre: non era una persona reale ma era la vera forma della sua ombra, la sua forma più pura e più maligna. La sua presenza era opprimente e il Nara parve un po' preoccupato, facendo un passo indietro e mettendosi in posizione di difesa, ascoltando quell'entità malvagia che parlava. La voce era la stessa di prima: che avesse finto tutto il tempo per approfittarsi di Alinamaru per possedere il suo corpo? Che quella fosse la vera indole dell'ombra dei Nara?
    Lo stava rimproverando in tutto e per tutto, come se si fosse stufato di avere a che fare con un ragazzo del genere.
    La differenza tra cavallo e cavaliere? La domanda non potè essere più azzeccata, visto che quelle poche parole gli fecero venire in mente un ricordo vivido nella sua mente

    Alinamaru-kun sai qual'è la differenza tra un cavallo e un cavaliere?
    Che uno ha quattro zampe mentre l'altro ha due gambe?
    No idiota! Zenko fece scattare la sua mano destra e tirò un forte scappellotto al piccolo Alinamaru, ancora troppo ingenuo e innocente per capire quelle domande del fratello grande Alinamaru pensaci, non sei più un bambino!
    Ahhh uffa Zenko lasciami stare, non la so la differenza tra un cavallo e un cavaliere!
    Ascoltami bene scemo. Sei ancora giovane è vero, ma con dei fratelli come me e Ryobe non potrai fare il bambino per sempre, dovrai diventare un guerriero, un ninja, e onorare il cognome che porti. Sai qual'è quindi la differenza tra cavallo e cavaliere? Il cavallo sebbene sia un animale incredibilmente forte e veloce è pur sempre un cavallo, non farà mai niente che non sia cercare prato verde da mangiare e galoppare per l'uomo. L'uomo invece ragiona, ha un cervello che può usare per dominare le altre specie e persino la sua stessa specie. La differenza è che l'uomo domina il cavallo. Ci fu un attimo di silenzio dove il piccolo Alinamaru si alzò in piedi e affiancò al fratello guardandolo dall'alto verso il basso
    Io adesso lo vado a dire alla mamma che mi ha tirato uno schiaffo! Il piccolo cercò di scappare, ma venne trattenuto dal colletto dal fratello
    Non ho ancora finito. Sei un Nara Alinamaru, sebbene l'opinione pubblica è che siamo dei secchioni poco inclini al combattimento, noi siamo i dominatori per eccellenza, perchè per attivare la nostra abilità dobbiamo per prima cosa dominare noi stessi e la nostra ombra. Quando domini qualcosa Alinamaru, che questa sia un cavallo o la tua ombra, questa si farà comandare da te ed eseguirà i tuoi ordini. Moccioso, io ti sto dominando adesso, e tu non andrai a dire nulla alla mamma, ci siamo intesi?
    Il piccolo Nara si staccò dalla presa del fratello grande, poi lo guardò negli occhi quasi impietrito. Perchè gli aveva detto tutte quelle cose strane? Gli aveva messo quasi un senso di angoscia addosso, e infatti se ne scappò in camera sua zitto senza proferire parola.
    E ovviamente non andò a dire nulla di tutto quello a sua madre.

    Finalmente aveva capito quelle parole. Non ci aveva mai ripensato fino a quel momento, ma era chiaro come suo fratello Zenko gli avesse detto ciò per aiutarlo nel suo futuro, forse perchè sapeva che prima o poi si sarebbe ritrovato in quella situazione tragica. Molte delle parole della sua ombra furono uguali a quelle del fratello, e gli venne persino da domandarsi se si stava immaginando tutto o fosse la realtà. L'entità maligna finì di parlare ed era piuttosto minaccioso nei confronti del Genin della Foglia: Alinamaru era chiaramente preoccupato e in difficoltà, ma aveva un'idea su come uscire da lì, stava capendo tutto ciò che gli stava accadendo e sapeva che una volta soggiogata quell'ombra che poi sarebbe diventata la sua ombra, tutto poi sarebbe andato per il meglio La stupda bestia da soma sarà tua sorella, pezzente Provava odio e disprezzo per quello che pensava essere suo alleato, e dopo quel sproloquio in cui in pratica dava ad Alinamaru dello scemo e lo minacciava di soggiogarlo voleva soltanto farlo ricredere Grazie per i mille complimenti comunque, e io che ti ritenevo simpatico

    Dai piedi dell'essere un'ombra bianca partì in direzione di Alinamaru ed era chiaro come quella fosse proprio la manipolazione dell'ombra dei Nara, sebbene utilizzata a sua volta da un'ombra: era veloce e ulteriori movimenti del nemico non si fecero attendere. Lanciò due pesi con delle fasce attaccate, rinchiudendo così Alinamaru dentro una pericolosa forbice. Quell'essere era un Nara a tutti gli effetti, quella era una delle strategie di attacco più utilizzate dai Nara per combattere un nemico uno contro uno, e la conosceva perchè era spesso il fulcro degli allenamenti che si svolgevano privatamente dentro i quartiere dei Nara, spesso spiati dal piccolo Alinamaru. Sapeva di non dover farsi toccare dall'ombra bianca, se no lo avrebbe intrappolato. Quando l'ombra nemica fu a pochi metri dal genin, il Nara fece un balzo verso sinistra facendo andare così a vuoto il primo attacco [Slot Difesa I]: conoscendo la strategia avversaria Alinamaru mantenne lo sguardo verso i due pesi lanciati, che sarebbero serviti sicuramente come fulcro per nuove diramazioni di ombra. Il ragazzo le schivò entrambe balzando lateralmente ogni volta che questa si fosse avvicinata [Slot Difesa II & III]. Troppo impegnato a non farsi beccare dall'ombra bianca, Alinamaru perse di vista il nemico per qualche secondo, che fu abbastanza per essere impreparato per il suo attacco. Era molto veloce in pochi attimi si ritrovò davanti al Nara che subì in pieno il pugno al petto senza potersi difendere.
    Se in un primo momento il dolore non fu nemmeno troppo esagerato, dopo pochi attimi qualcosa di inaspettato accadde. Il mostro indietreggiò e per terra si poteva notare come fosse riuscito a sovrapporre la sua ombra bianca con l'ombra di Alinamaru grazie al pugno sferrato precedentemente.
    Lo senti Alinamaru?
    È il dolore che si prova quando vieni soppresso.
    Quando chi dovrebbe valorizzarti e portarti con orgoglio ti dimentica.

    Si guardò lo stomaco e vide l'oscurità iniziare a penetrare nel suo corpo provocandogli un dolore immane da farlo contorcere e inginocchiare a terra con i pugni che lo sorreggevano e la testa china
    Perchè fa così male? Perchè mi sta accadendo questo?! PERCHE' NON RIESCO AD ESSERE UN NARA COME GLI ALTRI?!?!!?!?!?!?!?!
    Urlò forte, quella situazione stava degenerando. Stava combattendo contro la sua stessa ombra, che sembrava essere più determinata e forte di Alinamaru stesso, sembrava voler prendere il sopravvento sul corpo del ragazzo e disintegrarlo dall'interno: che quella fosse la vera prova per diventare un Nara a tutti gli effetti? Che tutte le ombre dei Nara fossero così e qualsiasi Nara dovesse combatterla e soggiogarla prima di poterla utilizzare per i propri scopi? O soltanto quella di Alinamaru era così, soltanto Alinamaru possedeva una parte oscura della sua ombra, una parte malvagia e maligna, un essere vero che voleva soltanto soggiogare il suo padrone.

    In preda a quell'atroce dolore il ragazzo comprese che non doveva imparare ad impastare il chakra per controllare la sua ombra, ma piuttosto doveva sopprimere quel suo lato malvagio e far sì che seguisse gli ordini impartiti dal Nara: doveva far capire all'essere oscuro che Alinamaru Nara era il cavaliere, mentre lui soltanto un patetico cavallo.
    L'oscurità stava divorando Alinamaru e se prima vi era soltanto una piccola zona nera, questa si stava espandendo sempre di più, rischiando di avvolgere completamente il ragazzo

    AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH


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    Alinamaru si alzò in piedi e guardò dritto negli occhi il nemico, poi si toccò la pancia nella zona oscura
    Se pensi di farmi paura ti sbagli fece un passo verso di lui se pensi anche solo di poter prendere il sopravvento su di me, beh ti sbagli fece un altro passo, poi spostò a mano che prima toccava la pancia in alto, stringendo forte il pugno Tu sei parte di me, tu sei solo una misera parte di me! Tu sei sotto il mio controllo, tu sei la mia ombra, TU SEI SOLO UN CAVALLO! La sua convinzione era che quella stessa ombra che stava cercando di divorarlo fosse la sua, quindi non poteva esserne soggiogato. Si concentrava su di essa, quella che si stava espandendo sul suo busto, e cercava di rallentare se non fermare la sua avanzata, sentendola sua, facendola sentire parte di sè. Non doveva essere una nemica o un'intrusa, un parassita, ma piuttosto una spada, uno scudo, un secondo cervello.

    Mangiò i pochi metri che li separavano correndo alla sua massima velocità [Slot movimento gratuito] arrivando davanti al nemico in posizione leggermente abbassata, con il suo viso che era ad altezza sterno avversario: finse una carica con la spalla sinistra, come se lo volesse placcare, per poi spostarsi leggermente verso destra cercando di roteare attorno al nemico [Slot gratuito veloce]. Durante il movimento cercò di avvinghiare il suo braccio sinistro attorno alla spalla destra avversaria, e poi una volta dietro avrebbe cercato di intrappolare anche la spalla sinistra, cercando di intrappolarlo [Slot Azione I]

    SE Alinamaru fosse riuscito ad intrappolarlo avrebbe iniziato a parlare, continuando a tenere salda la presa sull'ombra [Slot azione II & III]Non hai capito che qui quello che comanda sono io, io sono il cavaliere, IO SONO ALINAMARU NARA. Cerca pure di intrappolarmi nella tua ombra, perchè tanto è anche la mia di ombra! Non riuscirai a ribaltare i ruoli, tu cavallo sei e cavallo rimarrai In quella situazione il genin era pronto a provare un dolore inimmaginabile se il nemico avesse deciso di aggredirlo con la sua ombra; era quello che voleva, ecco perchè si era portato a contatto fisico con il nemico. Se quello che voleva era assorbire Alinamaru, il Nara non si sarebbe tirato indietro e avrebbe combattuto per assorbire quell'ombra, avrebbe fatto di tutto per farla diventare sua

    SE invece l'ombra fosse sfuggita dalla presa, allora Alinamaru veloce avrebbe provato a tirare un calcio in direzione delle ginocchia [Slot Azione II] cercando di fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere. Che questo fosse caduto o meno, il Nara si sarebbe letteralmente buttato sopra di lui cercandolo di fare cadere con il suo peso se non fosse caduto prima, o comunque di ancorarlo al terreno grazie ai suoi chili [Slot Azione III] Anche lì avrebbe cercato il contatto fisico con l'ombra Non hai capito che qui quello che comanda sono io, io sono il cavaliere, IO SONO ALINAMARU NARA. Cerca pure di intrappolarmi nella tua ombra, perchè tanto è anche la mia di ombra! Non riuscirai a ribaltare i ruoli, tu cavallo sei e cavallo rimarrai


    Chakra: 21/30
    Vitalità: 9.25/12
    En. Vitale: 27.25/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 300
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Balzo
    2: Balzo
    3: Balzo
    Slot Azione
    1: Presa
    2: Presa / Calcio
    3: Presa / Atterramento
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Kunai × 7
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Accendino × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Kama × 1
    • Mantello × 1
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 1

    Note
    ///
     
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    Cosa sta succedendo?

    Murasaki controllò a malapena il riflesso incondizionato del proprio corpo, fermando a malapena il passo che stava compiendo per allontanarsi dal Nara. Il corpo stesso di Alinamaru pareva ora volersi fondere con le ombre che si allungavano dal bosco, fagocitandolo nella loro profonda oscurità.

    Non possiamo abbandonarlo qui, non sarebbe giusto. Continui a ripetere che non è un vero Nara, ma cosa intendi? Nelle sue vene scorre il sangue del suo clan, non dovrebbe essere così traumatico per lui.

    Il cervo sfruttò la sua conoscenza delle ombre, riuscendo a confinarle per quanto possibile. Il ragazzo pareva essere in preda ad atroci dolori, mentre intensi spasmi ne attraversavano la muscolatura, facendolo contorcere in maniera innaturale. La Hyuga aggrottò appena le sopracciglia di fronte al suggerimento del cervo. Spostò lo sguardo dall'animale ad Alinamaru, soffermandosi sulle ombre che lo avviluppavano. Possibile che, qualora lo avesse sfiorato, le ombre avrebbero inghiottito anche lei? Non era improbabile, e di certo non escludibile. Deglutì, facendo qualche timido passo verso il ragazzo. Poteva percepire nell'aria l'energia pulsante derivata dalle ombre del bosco, mentre l'essenza del Nara pareva affievolirsi ogni secondo di più. Se voleva agire, se voleva davvero aiutare il ragazzo, avrebbe dovuto farlo in fretta, senza ulteriori ripensamenti. Allungò il braccio, sfiorando appena la spalla di Alinamaru, e nuovamente il suo chakra andò a mischiarsi con quello di lui, cercando di facilitarne il flusso.

    Non so quanto io possa resistere, tantomento Alinamaru.

    Poi, qualcosa parve cambiare improvvisamente. I tremiti si interruppero, e una nuova coscienza parve prendere vita nel corpo del Nara. Murasaki ritrasse d'istinto la mano, facendo un passo indietro e mettendo della distanza fra lei e il ragazzo. Per quanto la Hyuga cercasse di vedere, sfruttando appieno le potenzialità dei suoi occhi, pareva che il sistema circolatorio di Alinamaru fosse stato gravemente compromesso, mentre i punti di fuga sparpagliati lungo tutto il corpo si contraevano, apparendo e sparendo in millesimi di secondo, rendendo quasi impossibile una loro precisa individuazione.

    Temo che sia più complesso di quanto sembri. C'è qualcosa di strano, qualcosa di...

    Non ebbe tempo di finire la frase, che ciò che aveva preso possesso del corpo del Nara si risvegliò definitivamente, individuandola al contempo come bersaglio. Vide chiaramente il pugno di Alinamaru dirigersi verso il suo volto, pronto a colpirla all'altezza della mascella. Schivò rapidamente scartando, per poi abbassarsi così da evitare la successiva testata. Tuttavia, quando percepì la presenza del kama era ormai troppo tardi per scansarsi: concentrò un'ingente quantità di chakra nel braccio, espellendolo poi dai punti di fuga, bloccando così l'offensiva dell'essere.

    Alinamaru, torna in te. Non abbiamo tempo per una crisi d'identità ora!

    Sempre dalla precedente posizione ribassata, portò il palmo all'altezza del diaframma dell'uomo, andando a sfiorare il luogo in cui sapeva si trovassero i punti di fuga del tantien. Successivamente concatenò altri due colpi di palmo rispettivamente all'altezza del cuore e del collo. Non erano colpi violenti, e il loro intento non era quello di arrecare danni fisici. La loro reale pericolosità risiedeva nell'essere intrisi di chakra; esso sarebbe andato ad otturare i punti di fuga del Nara, riuscendo forse a placare la furia di ciò che l'aveva posseduto.


    Chakra: 20.5/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  325
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 375
    Agilità: 375
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Schivata
    3: Velo di Chakra
    Slot Azione
    1: Colpo di chakra
    2: Colpo di chakra
    3: Colpo di chakra
    Slot Tecnica
    1: Velo di Chakra [TA]
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Fukibari × 3
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Cartabomba I × 2
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Wakizashi × 1
    • Fumogeno × 2
    • Bende Rinforzate × 2
    • Sonagli [x5] × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Accendino × 1

    Note
    ///
     
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