La Vendetta dei NomuraCompetenza Erborista e Farmacista.

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  1. Ersapo
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    La Vendetta dei Nomura


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    La lotta per la sopravvivenza, spintonate, urla, schiamazzi, furti: il mercato di SunaDue di quello e uno di quello per favore! Disse indicando due tipi di pietanze al bancone dei dolci Ho detto di quello, non di questo! Ah, e del burro anche! La commerciante era chiaramente frustrata e rintontita dal caos del mercato quel venerdì pomeriggio, a malapena ci si riusciva a parlare da un metro di distanza. Era pomeriggio presto, forse le 15 e Jou in uno dei suoi pochi giorni liberi si era deciso a cucinare una torta quella sera, una torta mooolto speciale. Era venuto a sapere leggendo dei libri che le piantine che tanto amava e che coltivava in piccola quantità a casa, oltre che a fumarle si potevano anche cucinare in torte, biscotti o muffin. Ci si poteva fare veramente di tutto. E quindi decise di provare. Uscì appunto per andare a prendere i pochi ingredienti che gli mancavano, e una volta presi in quella rissa generale che era il mercato, potè tornare indietro a casa e dedicarsi ai fornelli.
    Per le strade di suna il sole batteva davvero forte e il caldo era quasi insopportabile, se non fosse che Jou ci era nato e cresciuto lì dentro a quella cinta di mura, e per lui era quasi il clima ideale. Se ne camminava a testa alta guardando il cielo e fumando una sigaretta, quando quasi non andò a sbattere contro un vecchietto apparso dal nulla che gli bloccava la strada Eh... scusa vecchio Il signore non si scompose di una virgola e sembrava avercela proprio con l'afro: poi fece il suo nome e gli porse una lettera Per me? Ah, grazie Prese la lettera in mano e in un paio di secondi la lesse. La rilesse altre 5 volte prima di ridarla al vecchietto.

    Non sapeva cosa di quella lettera lo stupisse di più: il fatto che una potente famiglia di Suna lo richiedeva espressamente? Che si trattasse di una questione illegale? O che per non sa quanto tempo ha avuto delle spie che lo seguivano e appunto lo spiavano? Jou non aveva nulla da nascondere, se non appunto la sua piccola coltivazione di semi particolari: per lui erano piante quasi mediche e utilissime per l'uomo, ma sapeva che l'opinione pubblica non era proprio a favore. Che parlassero di quelle attività illegali?
    Era abbastanza confuso, ma la situazione lo interessava molto. Poteva conoscere gente importante che magari avrebbe apprezzato le sue piantine, e quello avrebbe significato soldi e possibilità di sviluppare ancora di più quella sua passione. Non si sentiva per niente un criminale o un ladro, era semplicemente un giovane ragazzo shinobi con forse qualche passione sbagliata.

    Fece due grossi boffi di sigaretta e buttò fuori quasi tutto il fumo addosso al vecchietto, poi lo guardò in faccia Ma si dai accetto, quando e dove? Raggiungi le porte di Sanbashi. Tra due giorni. Ore 10. Perfetto. Ciao vecchio ci vediamo dopo domani! A quel punto si voltò dando le spalle al vecchietto, se non che non capì una cosa Aspetta, 10 di mattina o di sera?! Ma ormai fu troppo tardi, il vecchietto era scomparso in men che non si dica, e così Jou si ritrovò spiazzato Maledizione, mi toccherà andare lì dal mattino, sperando che non sia di sera...

    [...]

    I due giorni erano passati e Jou, dopo essere partito in piena notte, si ritrovò finalmente all'ingresso si Sanbashi, l'ultimo avamposto prima dell'infinito deserto dell'Anauroch. Viaggiare di notte nel deserto non era mai stato un problema per Jou, anzi preferiva per l'assenza del caldo soffocante presente durante il giorno: ma ormai che la mattina era inoltrata e il sole caldo Jou riprese a sudare e a puzzare come al solito Speriamo non mi tocchi fare i salti mortali che non voglio sudare troppo, non ho portato il cambio... In lontananza vide il vecchietto di due giorni prima che lo stava aspettando all'ingresso dell'avamposto. Jou lo salutò da lontano ma lui non rispose e rimase immobile ad aspettarlo. Quando il sunese gli arrivò davanti il vecchio subito lo invitò a poggiargli la mano sulla spalla Ti devo dare una pacca? Ciao vecchio tutto bene? Si aspettò di ricevere un saluto da parte dell'altro ma così non fu, perchè ciò che accadde appena Jou appoggiò la mano sulla spalla ebbe dell'inaspettato. Svanirono

    Quando finalmente Jou sentì di avere un pavimento sotto ai piedi e capì di non essere stato ammazzato aprì gli occhi, e quello che vide a primo impatto fu una stanza piuttosto buia con un trono davanti a sè. Ci mise qualche secondo a far sì che i suoi occhi si abituassero a quella luce, ma piano piano tutte le linee e le persone in quella stanza furono più chiari e distinti: affianco a sè c'era il vecchietto messaggero, prostatosi davanti all'uomo che sedeva sul trono, persona a quanto pare importante visto che veniva chiamato dal vecchio "mio signore". Notò anche che qualche metro più distante c'era in piedi un uomo piuttosto alto e incappucciato; grazie alla luce delle fiamme delle torce Jou potè vedergli il volto tatuato. Non aveva di certo un'espressione rassicurante.

    Poi l'uomo seduto sul trono iniziò a parlare con la sua voce forte e autoritaria e spiegò così ai presenti perchè erano stati chiamati lì: in pratica la figlia di questo signore era stata avvelenata e lui cercava vendetta. Sembrava una situazione abbastanza strana e abbastanza particolare, visto che chiedevano l'aiuto di Jou per creare un tonico in grado di ridare forze ed energie alla povera ragazza avvelenata. Allora avevo proprio ragione... la mia erbetta diventerà famosa! In testa si era fatto la sua idea di quello che stava succedendo e finalmente Jou capì il vero motivo del perchè fosse li: quest'uomo imponente che li aveva richiesti doveva per forza essere il capo della potente famiglia di Suna di cui parlava la lettera e a quanto pare era in mezzo a giri loschi che gli permettevano di chiedere aiuto alle autorità. Lui voleva vendetta personale, e Jou e quell'altro tizio a quanto pare sarebbero stati i suoi mercenari. L'afro era molto divertito per la situazione, soprattutto perchè avrebbe potuto far provare le sue erbe a nuova gente, e se tutto fosse andato bene si sarebbe pure graziato dei tipi importanti. Fortuna che mi sono portato la mia solita bustina. Dovrebbe bastarci Si perchè Jou non era scemo, e aveva deciso di presentarsi a questo appuntamento malavitoso con addietro la sua merce.
    Alla richiesta di domande l'afro non si fece scappare l'occasione Guardi signore per me va benissimo e anzi sono onorato che mi abbiate convocato. Però la mia domanda è questa: sapete bene di che mi occupo io vero? Non ho nessun problema a far riprendere sua figlia, ma lo sa che il mio non è proprio il metodo più ortodosso e utilizzato? Assicuro la mia efficacia, ma mi voglio assicurare che voi sappiate anche che è tutta roba naturale ma mai stata analizzata, io mi fido del mio fiuto e della mia vista per queste cose.
     
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