La Vendetta dei NomuraCompetenza Erborista e Farmacista.

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  1. Roroo 2.0
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    Incomprensioni- Triturazione Ingredienti


    Chapter I - Paese del Vento



    Il tuo prodotto non mi interessa. Lo liquidò, disgustato all'idea di somministrare alla sua amata figlia una sostanza non testata, prodotta dall'ultimo dei Genin di periferia. Preparerai il farmaco seguendo una ricetta ben precisa e piuttosto complessa. La troverai nel laboratorio che condividerai con lui. Indicò Namae con un cenno del capo. Il suo tono di voce che non ammetteva repliche o lamentele. Pochi ninja avevano la stoffa per controbattere agli ordini dell'Anziano.

    Il Genin sunese non poteva saperlo, ma aveva attirato l'attenzione di un ninja molto particolare. L'Oleandro posò il suo sguardo su di lui, scrutandolo da capo a piedi, dubbioso sul da farsi.
    I Fiori non tolleravano alcuna concorrenza e non si facevano scrupoli ad uccidere nel peggiore dei modi anche piccoli produttori locali, amanti del giardinaggio e della chimica.
    Decise di pensarci dopo. Era stato pagato per realizzare quel veleno e lui l'avrebbe fatto senza fiatare, garantendo a parità di prezzo la più alta qualità raggiungibile dal composto. Aver vissuto per quasi un anno nella Serra di Lord Goemon aveva avuto i suoi vantaggi.

    Avete quattro ore. In bocca al lupo. Ritornò al suo scranno.

    Il monaco alzò la testa. Lame di luce colpirono il suo capo privo di capelli.
    Mano sulla spalla per piacere. Mormorò, posizionandosi tra Namae e Jou. La vita dei Nomura si consumava nel massimo riserbo. Pochi ninja di Suna potevano dichiarare di aver visitato qualche stanza della loro villa.
    Gli ospiti meno influenti venivano sballottati a destra e a sinistra mediante tecnica del teletrasporto.



    [...]




    Comparirono al centro di un enorme laboratorio, situato a meno di cinquanta metri dalla sala di ricevimento.
    Di area rettangolare, con una larghezza di dieci metri e una lunghezza di trenta, la stanza conteneva diversi armadi, un boccione pieno di acqua, delle sedie, alcuni grandi macchinari e due fila di tavoli su cui erano stati posizionati utensili e ingredienti. Le pareti bianche color neve erano state verniciate da poco e il pavimento in mattonelle panna era splendente. Sopra ciascun tavolo da lavoro, qualcuno aveva scritto i loro nomi.
    Qui c'è tutto ciò di cui avete bisogno. Avanzò, mostrando ai due uomini ciò che la famiglia Nomura aveva messo in piedi per la loro impresa.
    A Satoshi toccò il tavolo di sinistra, situato vicino alla porta in legno marrone chiaro. Davanti a dei becker lucidi come cristalli, vi era un grosso libro rilegato in pelle di cervo, con un segnalibro rosso.
    Tonici e farmaci, edizione 0014.
    Era un vecchio testo impolverato, con le pagine ingiallite e con un' odore molto diverso da quello della carta. Chissà in quale biblioteca sperduta nel continente ninja l'anziano aveva scovato quel tomo.

    Dopo aver parlato con Namae nel suo angolo di lavoro, il monaco lasciò la stanza. Erano soli, liberi di parlare seppur con un lavoro da portare avanti.
    Aperto il libro sul segnalibro, Jou avrebbe potuto leggere semplici istruzioni contenute in un elenco puntato.

    CITAZIONE


    Trita 30 g di Bridio con il mortaio mantenendo per almeno dieci minuti un movimento circolare.
    Inserisci nell'acqua distillata.
    Far bollire
    ....


    Seguivano altre indicazioni.
    L'erba menzionata dal tomo era contenuta in un ampolla di vetro marrone, a pochi centimetri da una piastra elettrica nuova di zecca e da un paio di guanti in lattice, sottili e comodi. L'etichetta riportava a caratteri piccola la parola Bridio. Aveva foglie verdi larghe, lisce e sottili. Sui suoi gambi non vi erano spine o fiori. Aveva un profumo tutto suo, molto particolare e diverso dalla cannabis, di cui Jou era appassionato. Il mortaio era lì, insieme a una grande brocca colma di acqua distillata.
    Stava a lui mettersi all'opera.

    Dall'altra parte, Namae aveva il suo gran da fare, ma sarebbe stato più che felice di scambiare qualche parola.
    Il sunese aveva la sua attenzione.



     
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