Una promessa dal passato

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  1. Jotaro Jaku
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    Una promessa dal passato


    [1]



    Tempo dopo la riunione dei Kage, Akira sarebbe stato raggiunto da un corvo, che lo avrebbe rintracciato a qualche giorno di cammino da Kiri, dopo che avesse lasciato il villaggio natìo alle sue spalle. Un animale di quel tipo non era solito girare nelle fredde terre umide della Nebbia, quindi avrebbe facilmente attirato l'attenzione del Kiriano. Scendendo dal cielo, il corvo si sarebbe poggiato sulla sua spalla, mostrando come al posto degli occhi, possedesse dei piccoli tentacoli, appendici riconducibili ad una piovra, che si erano fatte strada tra i bulbi oculari dell'animale, generando un particolare abominio. Il corvo parlò ad Akira, rivelandogli che il Giglio sarebbe stato nel paese delle Sorgenti Termali nel giro di pochi giorni, in un piccolo villaggio verso sud.
    Laggiù, sarebbe stato accolto dalla gentile e bonaria popolazione del luogo, che lo avrebbero inviato a soggiornare nella taverna del borgo. Come aveva annunciato il corvo, si trattava seriamente di un piccolo villaggio, probabilmente composto da una ventina di anime a star larghi, con mezza dozzina di casupole, una tavernetta e un piccolo tempio shintoista. Dopo essersi riposato e aver consumato un pasto, un monaco del villaggio, un signore sui 50 anni, particolarmente rachitico, lo avrebbe avvicinato, per farsi seguire, informando lo spadaccino che una persona lo stava aspettando nel piccolo santuario.

    [...]

    Oltre le porte del tempietto, Akira avrebbe potuto scorgere una fitta coltre di fumo, generata dalle decine di incensi accesi, e quattro individui di varia statura ed età, seduti a casaccio nella sala, intenti a pregare. Il monaco invitò nuovamente Akira a seguirlo in una stanzetta oltre la sala della preghiera, che era adornata di statuette e candele. Una porticina venne lentamente aperta dal monaco, generando un cigolio fastidioso; quindi l'uomo fece cenno al ragazzo di entrare. La stanza in cui il Kiriano sarebbe entrato, pareva proprio una cella, o la dimora di un asceta, l'unica luce filtrava attraverso una finestrella posta davanti a lui, e il fascio illuminava unicamente una figura seduta a terra, a gambe incrociate, con il volto rivolto verso la luce. La figura attese che la porta fosse nuovamente chiusa dietro di lui, per parlare.

    << Ben arrivato. >>

    Avrebbe voluto chiedere se aveva con sè la lanterna, ma la domanda era scontata. Avrebbe voluto rimproverarlo per essere andato via dalla riunione così in fretta, ma condivideva la sua preoccupazione. Avrebbe voluto parlare del Gelo, ma entrambi erano lì, le parole erano superflue. La seconda generazione dei ninja post guerra totale e la quarta, erano nella stessa stanza, per fare in modo che ce ne fosse una quinta.

    << Sono stato alla tomba di Kamuro [Yamazaki ndr.], è stata profanata. Non c'è più rispetto nemmeno per i morti. >>

    Non sapeva se Akira fosse a conoscenza dell'individuo appena citato, ma se lo aspettava, data l'importanza che a Kiri viene riservata ai ninja che servono il villaggio, e muoiono in suo nome. Jotaro si alzò in piedi. << Sono rimasti pochi ninja della mia era, dobbiamo trovarne uno, ma da quello che mi risulta, sembra impossibile. >>
    Si voltò verso Akira, e dopo avergli controllato con una rapida occhiata tutto l'equipaggiamento, si avvicinò alla porta, non senza evitare di spiegare prima, a modo suo, al ragazzo, perchè la sua presenza fosse stata richiesta in quel luogo remoto.

    << Dobbiamo andare in un brutto posto, a cercare un mio vecchio alleato. Col suo aiuto la via verso il nostro obiettivo potrebbe essere più chiara. >>

    Akira avrebbe potuto notare come Jotaro fosse diverso da quando si erano incontrati al Gelo, o alla riunione. L'uomo era decisamente preoccupato, come se gli fosse chiaro di stare andando verso morte certa, ma questo, invece di frenarlo, sembrava averlo rinvigorito. Uscendo dal tempio, i vari monaci si inchinarono al loro passaggio, per poi tornare alle preghiere. La coppia si sarebbe mossa di buon passo verso sud, in direzione del capo della regione, fino ad arrivare, nel giro di un'ora massimo, al capo estremo del Paese, su una scogliera sotto la quale resisteva solo il mare.

    << Circa 20 anni fa venne stipulato un patto tra 3 ninja rivoluzionari, che volevano portare un vento di cambiamento nel mondo. Condividevano tutti e tre lo stesso sogno, liberare i ninja dal governo centrale, e riportare il mondo allo splendore di un tempo, dove la forza dei villaggi era in grado di garantire un vero equilibrio, per impedire la nascita di un gruppo di ribelli ogni anno, come è adesso. >>

    Jotaro estrasse una pergamena dalla tasca, il rotolo era di un colore rosso cremisi molto particolare: dalle striature, sembrava fosse ornata di sangue rappreso.

    << Il sogno venne abbandonato, uno di loro morì, di un altro si persero le tracce, e il terzo rimasto solo, pensò fosse una buona idea abbandonare il sogno e addestrare una nuova generazione di ninja, perchè fossero loro a portarlo avanti. >> Il ronin si voltò verso Akira, facendo una smorfia col sopracciglio. << Come vedi, la cosa ha proprio funzionato. >> Jotaro poggiò a terra la pergamena e si allontanò di diversi metri, ponendosi vicino ad Akira.

    << Questa arriva da un amico di Oto, ultima occasione per andare o restare. Se resti, solleva Tamashi, è la chiave che ci serve per varcare la soglia. Stiamo andando dove quasi tutti sono diretti, ma praticamente nessuno fa ritorno. >>



    << Nel Bonshuno; la tappa finale. Mataza Tsumuji è laggiù, ed è la chiave per il terzo ninja. >>






     
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